tag:blogger.com,1999:blog-72903005085816499832024-03-13T20:16:57.119+01:00125esima stradaLeonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.comBlogger398125tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-46303914748027085102023-12-22T11:48:00.003+01:002023-12-22T14:01:25.400+01:00Intervista a Michele Guaitoli, cantante dei Visions of Atlantis e dei TemperanceÈ disponibile sul mio canale YouTube un'intervista video a Michele Guaitoli, cantante dei Visions of Atlantis e dei Temperance. Nel video parliamo dei suoi album più recenti con le due band e dei progetti futuri.<br />
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Ringraziamo Michele per la sua cortesia e disponibilità.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe class="BLOG_video_class" allowfullscreen="" youtube-src-id="-Dau911twus" width="400" height="322" src="https://www.youtube.com/embed/-Dau911twus"></iframe></div>Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-80122110554868690952023-12-21T12:06:00.000+01:002023-12-21T12:06:28.317+01:00Rockin' Around the Christmas Tree: storia di un classico moderno del Natale<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGcDOdItj4nk0k4ZXCe2vf46n4uN3dxjAokfdp9bZ1R7dk5iRDOGmHR8xRVsduIZG-xSvbht5iZgVU9RmZUgDvqzJ8AvXSA6lI3dO16IFHbPkil-5Kn6gs-WlHrj7-uB_2B8g1APmwBYQ6TgVvOwmphvo9buYpAJKRrbzZkIsaTKBeD5Xfkv9om4fAbKg/s1600/R-874431-1323462167.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" data-original-height="600" data-original-width="600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGcDOdItj4nk0k4ZXCe2vf46n4uN3dxjAokfdp9bZ1R7dk5iRDOGmHR8xRVsduIZG-xSvbht5iZgVU9RmZUgDvqzJ8AvXSA6lI3dO16IFHbPkil-5Kn6gs-WlHrj7-uB_2B8g1APmwBYQ6TgVvOwmphvo9buYpAJKRrbzZkIsaTKBeD5Xfkv9om4fAbKg/s1600/R-874431-1323462167.jpg"/></a></div><br /><br />
Nata nel periodo del massimo splendore del rock and roll, <i>Rockin' Around the Christmas Tree</i> è uno dei classici del Natale scritti nello scorso secolo che sono entrati appieno nella tradizione natalizia grazie a innumerevoli reinterpretazioni e utilizzi in film di successo come <i>Mamma, ho Perso l'Aereo</i>.<br />
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Il brano è stato scritto da Johnny Marks nel 1958; l'autore essendo ebreo in realtà non festeggiava il Natale, ma aveva all'attivo la composizioni di altri brani natalizi di grande successo quali <i>Rudolph the Red-Nosed Reindeer</i> e <i>I Heard the Bells on Christmas Day</i> e in seguito avrebbe composto tra gli altri <i>A Holly Jolly Christmas</i>. La prima incisione di <i>Rockin' Around the Christmas Tree</i> fu quella di Brenda Lee uscita proprio nel 1958; nonostante la voce della cantante suoni decisamente matura, Brenda Lee aveva solo tredici anni quando la incise. Come B-side del 45 giri fu pubblicata <i>Papa Noel</i>, altro brano rockabilly meno famoso ma sicuramente non meno bello, composto da Roy Botkin, autore di musica country e western.<br />
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In una recente intervista a <i><a href="https://eu.tennessean.com/story/entertainment/music/2019/12/09/brenda-lee-story-behind-rockin-around-christmas-tree/2631535001/">The Tennessean</a></i>, la stessa cantante ha raccontato che Marks scrisse la canzone di getto, iniziandola mentre si trovava su una spiaggia nel nord del paese attorniato da molti pini e completandola poi nella sua stanza del motel. Brenda Lee ha ammesso anche di non sapere perché l'autore abbia voluto proprio lei per cantare il brano vista la sua giovane età e il fatto che fino ad allora non fosse famosa. In ogni caso evidentemente la scelta fu vincente.<br />
<br />
<i>Rockin' Around the Christmas Tree</i> non ebbe particolare successo fino alla terza ristampa del 1960, anno nel quale Brenda Lee aveva raggiunto durante la primavera il primo posto in classifica con <i>I'm Sorry</i>, la popolarità della cantante a quel punto trainò le vendite del singolo natalizio. Il brano non fu comunque un esperimento isolato di commistione tra rock and roll, che negli anni 50 e 60 era simbolo di progresso e libertà, e canti di Natale: negli stessi anni uscirono infatti ad esempio anche <i>Jingle Bell Rock</i> nel 1957 cantata da Bobby Helms e <i>Run Rudolph Run</i> anch'essa scritta da Johnny Marks nel 1958 e incisa da Chuck Berry.<br />
<br />
Fino a quest'anno non è mai esistito un video ufficiale di <i>Rockin' Around the Christmas Tree</i> e Brenda Lee <a href="https://www.youtube.com/watch?v=TFsZy9t-qDc">ne ha creato uno apposta</a> in occasione delle festività natalizie del 2023, che vedono la cantante festeggiare il Natale alla sua età odierna di 79 anni e fare <i>lip sync</i> sulla sua voce da tredicenne del 1958.<br />
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<i>Rockin' Around the Christmas Tree</i> vanta ad oggi innumerevoli cover, se la più celebre è quella di Justin Bieber del 2021 merita una menzione anche quella cantata da Joe Lynn Turner (ex cantante tra gli altri di Rainbow e Deep Purple) per la compilation <i><a href="We%20Wish%20You%20a%20Metal%20Xmas%20and%20a%20Headbanging%20New%20Year">We Wish You a Metal Xmas and a Headbanging New Year</a></i> del 2008.<br />
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<i>Rockin' Around the Christmas Tree</i> è tuttora uno dei brani più iconici della tradizione natalizia che non manca nella playlist che accompagnano cene e pranzi di questo periodo, il fatto che oggi ha distanza di oltre sessant'anni sia ancora uno dei più noti classici del Natale conferma che la scelta di affidarla alla voce di quella che al tempo era una misconosciuta dodicenne fu ottima e funzionò.<br />
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<i>Fonti:
<ul>
<li><a href="https://countryrebel.com/blogs/videos/the-christmas-spirit-is-alive-with-brenda-lees-rockin-around-the-christmas-tree/">Country Rebel</a></li>
<li><a href="https://www.smoothradio.com/features/the-story-of/rockin-around-christmas-tree-brenda-lee-facts/">Smooth Radio</a></li>
</ul>
</i>Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-40027760084758697742023-09-08T17:41:00.003+02:002023-09-08T17:41:17.592+02:00Revolution! - La vera storia dei Public Enemy di Andrea Di Quarto<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXIro05S6t6-V5ETsjMxioofltvK6UbvywLWlU5hWXPqI-5YZUtTfUlb9LXHI-vE-VYmtsooh9HYWJ2DgcZwO4-ZPs3zElgnbkz0DWp_y4k8QdTGjtT1IIHkyfLjJ-QUHTcR39cE6xVZeEtTWX1GzvwRba8uK9BtvMWa_hnKSYOo9DTjtd0tApt-DzVfs/s1438/713ysMBIoaL.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1438" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXIro05S6t6-V5ETsjMxioofltvK6UbvywLWlU5hWXPqI-5YZUtTfUlb9LXHI-vE-VYmtsooh9HYWJ2DgcZwO4-ZPs3zElgnbkz0DWp_y4k8QdTGjtT1IIHkyfLjJ-QUHTcR39cE6xVZeEtTWX1GzvwRba8uK9BtvMWa_hnKSYOo9DTjtd0tApt-DzVfs/s320/713ysMBIoaL.jpg" width="223" /></a></div>Dopo aver pubblicato nel 2020 una delle migliori <a href="https://125esimastrada.blogspot.com/2021/01/tupac-storia-di-un-ribelle-di-andrea-di.html">biografie di Tupac Shakur</a>, torna in libreria il giornalista e storico della musica rap Andrea Di Quarto con un nuovo volume dedicato questa volta alla storia dei Public Enemy, definiti a ragione dallo stesso autore nell'introduzione <i>il più grande gruppo hip hop di sempre</i>.<br />
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Di Quarto ripropone la propria formula vincente già utilizzata nella sopracitata biografia di Tupac e nella <a href="https://125esimastrada.blogspot.com/2021/04/la-storia-del-rap-di-andrea-di-quarto.html">storia del rap</a> pubblicata in due volumi tra il 2017 e il 2018. L'autore infatti colloca sempre con precisione gli eventi narrati nel contesto sociale e culturale in cui si svolgono e in cui sono maturati, raccontando nel dettaglio le biografie dei membri della band e spiegando in quali condizioni siano cresciuti e abbiano mosso i primi passi nel mondo della musica rap. Nello spiegare il messaggio sociopolitico della band, l'autore va anche ancora più indietro dedicando ampio spazio a spiegare come questo affondi le proprie radici nel passato risalendo fino a Malcolm X e passando per i movimenti del Black Power degli anni 70.<br />
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Il libro di Andrea Di Quarto racconta la carriera del Public Enemy dagli inizi quando si chiamavano Spectrum City fino alle stranezze più recenti, come la lite e la rapidissima riappacificazione dei due vocalist. L'autore racconta la storia e le peculiarità di ciascuno degli album del gruppo dai quattro LP più importanti che vanno da <i>Yo! Bum Rush The Show</i> del 1987 ad <i>Apocalypse 91... The Enemy Strikes Black</i> del 1991 fino al calo del successo nella seconda metà degli anni 90 con album che non hanno goduto del successo che avrebbero meritato come <i>Muse Sick-N-Hour Mess Age</i> e <i>There's a Poison Going' On</i> e ai tempi più recenti che vedono il gruppo più lontano dalle luci del successo. Come sempre l'autore attinge alle fonti più vicine ai fatti narrati risalendo ove possibile alle stesse parole dei protagonisti e affidandosi altrimenti alle testate più autorevoli.<br />
<br />
Di Quarto inoltre non rinuncia a far notare le contraddizioni che contraddistinguono questo tipo di produzioni musicali, in cui un presunto messaggio di equità sociale viene fatto passare esibendo armi da fuoco e condendolo con messaggi misogini e antisemiti per i quali le spiegazioni proposte sono spesso grossolanamente inadeguate.<br />
<br />
<i>Revolution! - La vera storia dei Public Enemy</i> è in sintesi un'ottima biografia di uno dei gruppi più influenti di ogni genere musicale che ad oggi estende la sua carriera in quattro decenni. Che li si odi o li si ami non si può negare che il gruppo capitanato da Chuck D abbia avuto una notevole influenza culturale e sociale e che rappresenti al meglio il rap precedente all'invasione del genere gangsta. Per conoscere la storia di questo singolare gruppo il libro di Andrea Di Quarto è un ottimo punto di partenza, nella speranza che dopo il volume su Tupac e questo dedicato ai Public Enemy l'autore decida di mettere le mani a un'altra biografia di altri esponenti di questo genere musicale troppo spesso snobbato.Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-58224071056528678252023-07-07T17:10:00.004+02:002023-07-07T17:37:36.894+02:00Shut 'Em Up: il mash-up tra Prodigy e Public Enemy finito in un album ufficiale della band inglese<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigUY6dYBQR45RpIn7XCPeQpW3Xcw5LzMgFe3DnnTxdMnlZ4VA1oLeDHZ027J6VTSmDnN4TAeCnvMS2IC_jhJ6jKQhTaJIpM2_AtUg0u0qUuO9Zd_pHTUCc2mHcXnOBumySAT8wvCBBp6JD85QERnQDDbEXv0t25oYFtsS6ZHltmlSsQfb7kheV972cy0w/s1600/sddefault.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="350" data-original-width="639" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigUY6dYBQR45RpIn7XCPeQpW3Xcw5LzMgFe3DnnTxdMnlZ4VA1oLeDHZ027J6VTSmDnN4TAeCnvMS2IC_jhJ6jKQhTaJIpM2_AtUg0u0qUuO9Zd_pHTUCc2mHcXnOBumySAT8wvCBBp6JD85QERnQDDbEXv0t25oYFtsS6ZHltmlSsQfb7kheV972cy0w/s1600/sddefault.jpg" /></a></div>
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<br />I mash-up sono uno dei fenomeni più divertenti della rete, nati da mente creative che trovano punti di connessione tra brani diversi e ne creano mescolanze inedite. Ne esistono moltissimi e di stili diversi, come quelli tra <a href="https://www.youtube.com/watch?v=YEfIRWf6Zlc">Donna Summer e Ozzy Osbourne</a>, tra <a href="https://www.youtube.com/watch?v=32vxXwJP9fo">Tupac e Bob Marley</a> o tra i <a href="https://www.youtube.com/watch?v=qMZIg0btqMU">Kiss e gli Earth Wind and Fire</a>.<br />
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Di solito i mash-up rimangono sui canali di chi li crea e restano un divertimento per appassionati, ma esiste un unico caso in cui il mash-up realizzato da uno YouTuber è piaciuto così tanto a uno dei due artisti coinvolti da averlo inserito in un album ufficiale. Nel 2015, dopo aver letto che le due band avrebbero intrapreso un tour insieme, lo YouTuber <a href="https://www.youtube.com/@PonySixfinger">Pony Sixfinger</a> ha realizzato un interessante mix tra <i>Shut 'Em Down</i> dei Public Enemy, dall'album <i>Apocalypse 91... The Enemy Strikes Black</i> del 1991, e <i>Stand Up</i> dei Prodigy, unica traccia strumentale di <i>Invaders Must Die</i> del 2009. Il pezzo si intitola <i><a href="https://www.youtube.com/watch?v=kcuK_Pv8ouY">Shut 'Em Up</a></i>, dall'unione dei due titoli, ed è accreditato a <i>The Prodigy v Public Enemy</i>. Pony Sixfinger ha sostanzialmente unito con grande maestria la base di <i>Stand Up</i> con la linea vocale di <i>Shut 'Em Down</i> di Chuck D e Flavor Flav.<br />
<br />
Il pezzo è piaciuto così tanto a Liam Howlett dei Prodigy che ha contattato Pony Sixfinger su Twitter per dirgli che <i>Shut 'Em Up</i> sarebbe finita su un disco ufficiale del suo gruppo; infatti il brano è stato poi inserito nella versione a doppio di disco dell'album <i>The Day Is My Enemy</i> uscita alla fine del 2015. Nell'album il pezzo è accreditato a <i>The Prodigy vs Public Enemy vs Manfred Mann</i> per questioni di diritti d'autore, perché <i>Stand Up</i> contiene a sua volta un campionamento di <i>One Way Glass</i> del tastierista sudafricano Manferd Mann.<br />
<br />
Da allora la fortuna di <i>Shut 'Em Up</i> non si è fermata all'inclusione in un album ufficiale, è infatti stata usata anche come sigla introduttiva dei documentari dedicati alla storia dell'NBA <i>Shut Up And Dribble</i> del canale televisivo Showtime, in uno <a href="https://youtu.be/Ne96D88Hmss">spot della Nike</a> e nella colonna sonora del film <i>Fist Fight</i> con Ice Cube (noto in Italia come <i>Botte da Prof</i>).<br />
<br />
Quello che è nato quindi come un semplice esperimento di un appassionato ha riscosso l'apprezzamento di uno degli autori originali che lo ha strasformato in un sucesso, confermando quanto Pony Sixfinger sia stato bravo a trovare risvolti nascosti a cui né i Public Enemy né i Prodigy avevano pensato.Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-31285747913767772272023-07-01T10:41:00.004+02:002023-07-02T10:21:04.003+02:00L'elenco completo delle canzoni di Mike Oldfield<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2wsJ_sfK1z00r31T1-BuwahWAr81HbwUGNG-0BuJs_9DLARt6NIdJsGQqAgicxZMj2uFekQJyJsutA9_4uh734J54ieSRLRWTPiO1V_qKn0qlNJZU67iJ8JNM5DZwZK0s8D_nnAFgRQWD1raxoEKacnPsEpfhSyoL4IAnUdSkwt_NRmZ-Jhjn0vKv2Yo/s1600/mike-oldfield.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="387" data-original-width="580" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2wsJ_sfK1z00r31T1-BuwahWAr81HbwUGNG-0BuJs_9DLARt6NIdJsGQqAgicxZMj2uFekQJyJsutA9_4uh734J54ieSRLRWTPiO1V_qKn0qlNJZU67iJ8JNM5DZwZK0s8D_nnAFgRQWD1raxoEKacnPsEpfhSyoL4IAnUdSkwt_NRmZ-Jhjn0vKv2Yo/s1600/mike-oldfield.jpg" /></a></div><br />
<br />Dalla pubblicazione di <i>Tubular Bells</i> del 1973, Mike Oldfield è uno dei migliori e più influenti musicisti di ogni genere; la sua produzione è composta in gran parte da lunghe composizioni strumentali, ma deve la sua notorietà anche a un buon numero di canzoni (intese proprio come brani cantati della durata di pochi minuti) che per via del loro formato hanno potuto godere di un buon airplay televisivo e radiofonico.<br />
<br />
Di seguito riportiamo un elenco delle canzoni di Mike Oldfield suddivise per album, indicando tra parentesi il vocalist principale. L'unico criterio che abbiamo usato per selezionarle, oltre come detto alla durata e al fatto di essere cantate, è quello di avere un testo identificabile e non dei vocalizzi; per questo motivo non compaiono nella lista i brani degli gli album <i>QE2</i>, <i>Five Miles Out</i> e <i>The Millennium Bell</i>.
<br /><br /><br />
<ul>
<li>Non album single (1975)</li>
<ul>
<li><i>Don Alfonso</i> (David Bedford - ne esiste anche una versione in tedesco in cui il cantante è indicato semplicemente come Paul)</li>
</ul><br />
<li><i>Platinum</i> (1979)</li>
<ul>
<li><i>Into Wonderland</i> (Wendy Roberts)</li>
<li><i>I Got Rhythm</i> (Wendy Roberts)</li>
</ul><br />
<li><i>Crises</i> (1983 - Maggie Reilly è la vocalist principale in tre brani, ma non si tratta della prima collaborazione tra Maggie e Mike, in quanto la cantante aveva già prestato la propria voce agli album <i>QE2</i> del 1980 e <i>Five Miles Out</i> del 1982)</li>
<ul>
<li><i>Mistake</i> (Maggie Reilly - il brano è presente solo sul vinile stampato negli USA, è stato poi incluso nella raccolta <i>The Platinum Collection</i> del 2006)</li>
<li><i>In High Places</i> (Jon Anderson)</li>
<li><i>Foreign Affair</i> (Maggie Reilly)</li>
<li><i>Shadow on the Wall</i> (Roger Chapman)</li>
<li><i>Moonlight Shadow</i> (Maggie Reilly)</li>
</ul><br />
<li>Non album single (1984)</li>
<ul>
<li><i>Crime of Passion</i> (Barry Palmer)</li>
</ul><br />
<li><i>Discovery</i> (1984)</li>
<ul>
<li><i>To France</i> (Maggie Reilly)</li>
<li><i>Poison Arrows</i> (Barry Palmer)</li>
<li><i>Crystal Gazing</i> (Maggie Reilly)</li>
<li><i>Tricks of the Light</i> (Barry Palmer)</li>
<li><i>Discovery</i> (Barry Palmer)</li>
<li><i>Talk About Your Life</i> (Maggie Reilly)</li>
<li><i>Saved by a Bell</i> (Barry Palmer)</li>
</ul><br />
<li>Non album single (1985)</li>
<ul>
<li><i>Pictures in the Dark</i> (Anita Hegerland, Barry Palmer e Aled Jones)</li>
</ul><br />
<li>Non album single (1986)</li>
<ul>
<li><i>Shine</i> (Jon Anderson)</li>
</ul><br />
<li><i>Islands</i> (1987)</li>
<ul>
<li><i>Islands</i> (Bonnie Tyler)</li>
<li><i>Flying Start</i> (Kevin Ayers)</li>
<li><i>North Point</i> (Anita Hegerland)</li>
<li><i>Magic Touch</i> (Jim Price nell'edizione UK, Max Bacon nell'edizione USA)</li>
<li><i>The Time Has Come</i> (Anita Hegerland)</li>
<li><i>When the Night's on Fire</i> (Anita Hegerland)</li>
</ul><br />
<li><i>Earth Moving</i> (1989 - è il primo album di Mike Oldfield composto interamente di canzoni, senza tracce strumentali)</li>
<ul>
<li><i>Holy</i> (Adrian Belew)</li>
<li><i>Hostage</i> (Max Bacon)</li>
<li><i>Far Country</i> (Mark Williamson)</li>
<li><i>Innocent</i> (Anita Hegerland)</li>
<li><i>Runaway Son</i> (Chris Thompson)</li>
<li><i>See the Light</i> (Chris Thompson)</li>
<li><i>Earth Moving</i> (Nikki "B" Bentley)</li>
<li><i>Blue Night</i> (Maggie Reilly)</li>
<li><i>Nothing But / Bridge to Paradise</i> (Carol Kenyon / Max Bacon - a dispetto del titolo riportato sulla copertina e della suddivisione delle tracce sul CD, si tratta di due canzoni diverse con una pausa in mezzo e cantante da due vocalist diversi)</li>
</ul><br />
<li><i>Heaven's Open</i> (1991 - il nome dell'autore sul disco è ripotato come Michael Oldfield e si tratta dell'unico album in cui la voce principale è quello dello stesso Oldfield)</li>
<ul>
<li><i>Make Make</i> (Mike Oldfield)</li>
<li><i>No Dream</i> (Mike Oldfield)</li>
<li><i>Mr. Shame</i> (Mike Oldfield)</li>
<li><i>Gimme Back</i> (Mike Oldfield)</li>
<li><i>Heaven's Open</i> (Mike Oldfield)</li>
</ul><br />
<li><i>Tubular Bells III</i> (1989)</li>
<ul>
<li><i>Man in the Rain</i> (Cara Dillon - su chi sia la vocalist di questa canzone esiste molta confusione, abbiamo già risolto il dubbio il passato con un <a href="http://125esimastrada.blogspot.com/2022/01/chi-e-la-vocalist-di-man-in-rain-di.html">articolo specifico</a> sul tema)</li>
</ul><br />
<li><i>Man on the Rocks</i> (2014 - secondo, e ad oggi ultimo, album di Mike Oldfield composto interamente di canzoni dopo <i>Earth Moving</i>, il vocalist è Luke Spiller degli Struts in tutti i brani)</li>
<ul>
<li><i>Sailing</i> (Luke Spiller)</li>
<li><i>Moonshine</i> (Luke Spiller)</li>
<li><i>Man on the Rocks</i> (Luke Spiller)</li>
<li><i>Castaway</i> (Luke Spiller)</li>
<li><i>Minutes</i> (Luke Spiller)</li>
<li><i>Dreaming in the Wind</i> (Luke Spiller)</li>
<li><i>Nuclear</i> (Luke Spiller)</li>
<li><i>Chariots</i> (Luke Spiller)</li>
<li><i>Following the Angels</i> (Luke Spiller)</li>
<li><i>Irene</i> (Luke Spiller)</li>
<li><i>I Give Myself Away</i> (Luke Spiller)</li>
</ul>
</ul>Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-32371408927458030472023-06-13T22:13:00.002+02:002023-06-14T11:47:34.370+02:00Qual è la canzone dello spot della Coppa del Nonno?<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvvSBp0ADq-GjjTGNc-ygzMii5TF0wl277udXJxSUTf4n4tIVl6UM4QLHxOBCdWNgV1w_YX3T52XDd6YKjNQGZN2SbFZK7SE73hlhyX7DxyI_lgu-9k43di_2chSeioJ7E3HTwmVQHSK36GSzItyb-GgO3e6P7XaZB2YHX2Au_UNqDmn0eMMrjfc8Z/s1600/Immagine.png" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="773" data-original-width="1177" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvvSBp0ADq-GjjTGNc-ygzMii5TF0wl277udXJxSUTf4n4tIVl6UM4QLHxOBCdWNgV1w_YX3T52XDd6YKjNQGZN2SbFZK7SE73hlhyX7DxyI_lgu-9k43di_2chSeioJ7E3HTwmVQHSK36GSzItyb-GgO3e6P7XaZB2YHX2Au_UNqDmn0eMMrjfc8Z/s1600/Immagine.png" /></a></div><br />Dal 1995 lo spot del gelato della Coppa del Nonno è famoso per la canzone di sottofondo il cui testo canta <i>I feel good, I feel fine
'cause I know my loving heart is all you need, it's such a joy to see</i>. Purtroppo per anni la canzone fu oggetto di vari equivoci, molti dei quali permangono anche oggi a distanza di quasi tre decenni. Vediamo quindi qual è il vero titolo di questa canzone, chi la canta e chi ne sono gli autori.<br />
<br />
Negli anni 90 molti credettero che il pezzo in questione fosse <i>Circle</i> di Edie Brickell & New Bohemians tratta dall'album <i>Shooting Rubberbands at the Stars</i> del 1988 perché l'attacco del ritornello è effettivamente molto simile laddove <i>Circle</i> inizia con <i>I quit, I give up</i> e la canzone della Coppa del Nonno dice <i>I feel good, I feel fine</i>. A metà anni 90 non c'era lo streaming e non c'era ancora neanche Napster, l'unica possibilità di ascoltare una canzone vecchia di sette anni era quindi quella di avere il CD o la cassetta, altrimenti la memoria se ne perdeva facilmente e chi non ricordava con precisione <i>Circle</i> poteva cadere nell'equivoco.<br />
<br />
La canzone della pubblicità è invece <i>Joy</i> della cantante italoaustraliana Gisella Cozzo, scritta dalla stessa Cozzo con Luciano Ripamonti, fondatore della società di comunicazione pubblicitaria Peperoncino Studio, e da Antonello Aguzzi di Elio e le Storie Tese che al tempo lavorava anche con Ripamonti e per la sua agenzia. La versione cantata da Gisella Cozzo e registrata in studio fu pubblicata solo nel 1998, tre anni dopo la messa in onda del primo spot e sebbene la canzone sia oggi nota come <i>I feel good, I feel fine</i>, il titolo riportato sulla copertina del CD è <i>Joy</i>.<br /><br /><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6-eVQ1bvexTmhnsZ3FV7eSmgwEcVenl9ZOgnabCntoL6K8SGznTBnHifpAEEMyAXAMIXrt_ok9L0Jb8bYP8-OxWPfrHjBrmETsEm6eqYrtTkbU12phSRstfXeR3i8nyudOQ3-zPDSyi0uXY2J71Pr03ksb02eit4hEZp-7vuik6deAw_zrPSic5MB/s1600/s-l1600.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1431" data-original-width="1600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6-eVQ1bvexTmhnsZ3FV7eSmgwEcVenl9ZOgnabCntoL6K8SGznTBnHifpAEEMyAXAMIXrt_ok9L0Jb8bYP8-OxWPfrHjBrmETsEm6eqYrtTkbU12phSRstfXeR3i8nyudOQ3-zPDSyi0uXY2J71Pr03ksb02eit4hEZp-7vuik6deAw_zrPSic5MB/s1600/s-l1600.jpg" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMl-4JI1756sW3_rgz1GDujjokwnUje113TNNrOAfDRF5SdL3PwdUbeNtmKwSAFTFp3zVGWGGyymb8RebtRlk80NXx5GiX0bmpHEr00sPXZaqU1BhxdCiiC5MeKTRhWaFBKIrc3Bw9nWGa9D0m16UL9ZCTRuBcyKoKu_0hLTls1Aw56av_HfgKc5QE/s1600/s-l1600%20-%20retro.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1431" data-original-width="1600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMl-4JI1756sW3_rgz1GDujjokwnUje113TNNrOAfDRF5SdL3PwdUbeNtmKwSAFTFp3zVGWGGyymb8RebtRlk80NXx5GiX0bmpHEr00sPXZaqU1BhxdCiiC5MeKTRhWaFBKIrc3Bw9nWGa9D0m16UL9ZCTRuBcyKoKu_0hLTls1Aw56av_HfgKc5QE/s1600/s-l1600%20-%20retro.jpg" /></a></div>
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Gli equivoci su questa canzone non si fermano qui. Al tempo Gisella Cozzo cantava molte canzoni per spot televisivi, tra cui <i>You Wanna Be Americano</i> (cover di <i>Tu Vuò Fà l'Americano</i> risalente al film <i>La Baia di Napoli</i> del 1960) per <a href="https://www.youtube.com/watch?v=mXWHvIBJpPQ">lo spot dei pantaloni Dockers</a> e <i>Heaven is a Place on Earth</i> per la <a href="https://youtu.be/0_M65XE2_G4">pubblicità dei Kellog's Special K</a>, e questo portò molti a credere che la versione della pubblicità della Coppa del Nonno fosse quella cantata dalla Cozzo. In realtà è abbastanza ovvio riscontrare che la voce è diversa e che la versione della pubblicità inizia dal ritornello e non dalla strofa; si tratta infatti di una registrazione apposita <a href="https://web.archive.org/web/20111007015948/http://www.peperoncinostudio.com/clienti/">realizzata da Peperoncino Studio</a>.<br />
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Nel 2018 Gisella Cozzo partecipò come concorrente alla quinta edizione di <i>The Voice of Italy</i> cantando la sua stessa canzone <i>Joy</i>. Nessuno dei coach si girò per sceglierla per la propria squadra alle Blind Auditions e al termine dell'esibizione Cristina Scabbia dei Lacuna Coil disse che la concorrente, che evidentemente non conosceva, aveva cantato <i>Circle</i> di Edie Brickell & New Bohemians, venendo corretta dai colleghi e confermando quanto le due canzoni possano essere scambiate.<br />
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In ogni caso <i>Joy</i> di Gisella Cozzo è un pezzo iconico e la pubblicità della Coppa del Nonno è più nota per la canzone di sottofondo che per il prodotto reclamizzato: una canzone che da quasi trent'anni evoca per gli spettatori italiani l'inizio dell'estate.Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-64351502294729562072023-05-28T18:54:00.002+02:002023-05-28T19:33:33.597+02:00Quando i Cypress Hill tentarono il nu metal<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigVYKg0JhHvSlWMIl7hDu6z0nhILGRm2SkhLx9aGwmMHorbr2sPs13kY88drEBdPCEewdrODw9v5uhsBNP5zhKzFr7BVX5r-1XL2Aew33_TJsbAj2vQnPpuFDXtUKTIoqQNC2jFpnZyVn8g2_hTDNxO6ervi7jN1E_YMv8Tm0wAp5ZvKF_ccpud0YC/s1600/81Z5X0N7Y9L._AC_SL1500_.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1500" data-original-width="1500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigVYKg0JhHvSlWMIl7hDu6z0nhILGRm2SkhLx9aGwmMHorbr2sPs13kY88drEBdPCEewdrODw9v5uhsBNP5zhKzFr7BVX5r-1XL2Aew33_TJsbAj2vQnPpuFDXtUKTIoqQNC2jFpnZyVn8g2_hTDNxO6ervi7jN1E_YMv8Tm0wAp5ZvKF_ccpud0YC/s1600/81Z5X0N7Y9L._AC_SL1500_.jpg" /></a></div>
<br />Nel 2000 il nu metal era all'apice della propria popolarità e mentre questo genere dominava le classifiche, molti gruppi hip hop provarono a scavalcare in confine concedendosi qualche contaminazione rock o metal.<br />
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Mentre il genere spopolava i californiani Cypress Hill provarono a fare un passo in più, realizzando un doppio album che conteneva sul primo disco dieci tracce di hip hop latino nel loro stile consueto e nel secondo sei tracce nu metal. L'album in questione si intitola <i>Skull & Bones</i> e già dal titolo vuole sottolineare come sia composto di due anime distinte. Dal disco furono estratti quattro singoli racchiusi in due 45 giri a doppio Lato-A. I primi due che uscirono furono <i>(Rap) Superstar</i> e <i>(Rock) Superstar</i>, come si può facilmente intuire si tratta in realtà della stessa canzone con due arrangiamenti diversi: il primo hip hop e il secondo rock. Per l'occasione i Cypress Hill invitarono anche ospiti illustri quali Eminem e Noreaga per <i>(Rap) Superstar</i> e Chino Moreno dei Deftones ed Everlast per <i>(Rock) Superstar</i>. Il secondo singolo a doppio Lato-A fu quello composto da <i>Highlife</i>, brano hip hop tratto dal disco <i>Skull</i>, e dalla ben più famosa <i>Can't Get the Best of Me</i>, tratta da <i>Bones</i>, che godette di un buon passaggio su MTV grazie a un video che mostrava una rissa scaturita tra due combattenti che si stanno per affrontare su un ring e che invece vengono alle mani ben prima.<br />
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Poco più di un mese dopo l'uscita di <i>Skull & Bones</i>, Sen Dog (uno dei due vocalist del gruppo insieme a B-Real) sfornò un altro album di nu metal con un gruppo nuovo chiamato SX-10 in cui ripropose una formula simile a quella di <i>Bones</i>. L'album si intitola <i>Mad Dog American</i> e ne venne estratto un solo singolo straordinariamente efficace intitolato <i>Heart of a Rebel</i> in cui compare come ospite il cantante Rey del gruppo nu metal losangelino dei Downset che esegue lo scream sul ritornello.<br />
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Grazie a <i>Skull & Bones</i>, i Cypress Hill iniziarono a guadagnare notorietà anche tra gli appassionati di musica rock; presero parte al tour <i>Back 2 Basics</i> con i Limp Bizkit e i Cold e verso la fine dell'anno arrivarono ad <a href="https://web.archive.org/web/20041209131956/http://www.offspring.com/cgi-bin/WebObjects/Offspring.woa/wa/tourArchive?year=2000">aprire una serie di concerti</a> degli Offspring per il tour seguente all'album <i>Conspiracy of One</i>. Essendo le due anime strettamente legate, i Cypress Hill si avvalsero per le esibizioni dal vivo dei musicisti degli SX-10 e da questo connubio nacque anche il live <i>Live at the Fillmore</i> registrato a San Francisco nell'agosto del 2000 e pubblicato a dicembre dello stesso anno.<br />
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L'esperimento, per quanto di successo, durò poco, se non altro per il tramonto del nu metal poco dopo l'anno 2000. L'album successivo <i>Stoned Raiders</i> del 2001 conteneva ancora qualche traccia di rock, ma fu disastroso in termini di vendite perché i pezzi suonavano incredibilmente forzati. Per tornare al successo i Cypress Hill dovettero attendere <i>Till Death Do Us Part</i> del 2004 e il totale ritorno all'hip hop, il disco infatti ha un suono fresco e convincente grazie a pezzi quali <i>Another Body Drops</i>, <i>What's Your Number?</i> e <i>Busted in the Hood</i> che riportavano ai fasti degli anni 90.<br />
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Quello di <i>Skull & Bones</i> fu quindi un esperimento isolato, ma andato a buon fine. E quando si ricordano i migliori gruppi nu metal di quegli anni, forse sarebbe giusto guardare anche a over e ricordare quanto fatto nel 2000 da Sen Dog, B-Real, DJ Mugs e Bobo.Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-82134937487171730992023-05-05T16:07:00.004+02:002023-06-14T11:13:13.902+02:00Stuck Mojo: nu metal da Atlanta<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh73ne9RkNAynBVLrdzRxKL3oW1s1h-HkvD3CiLK4Gu_mz8_xXMEYKRx2aub82lUTHVgMtUaPGk-hqzzOA84vtyPNtlgDt-Y9KLJQ8bR59LgHkHwSCGWwiTjHZOwzNWAlXZt7TWXxuPc0sEbdeBql8l0DJyJytEVd54YBvoZ_22X1U0YS4OhwhbHCii/s1600/51L5gVHdpRL._AC_SL1000_.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="625" data-original-width="1000" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh73ne9RkNAynBVLrdzRxKL3oW1s1h-HkvD3CiLK4Gu_mz8_xXMEYKRx2aub82lUTHVgMtUaPGk-hqzzOA84vtyPNtlgDt-Y9KLJQ8bR59LgHkHwSCGWwiTjHZOwzNWAlXZt7TWXxuPc0sEbdeBql8l0DJyJytEVd54YBvoZ_22X1U0YS4OhwhbHCii/s1600/51L5gVHdpRL._AC_SL1000_.jpg" /></a></div>
<br />Tra i precursori del nu metal, prima che diventasse un fenomeno da classifica con gruppi come Korn e Limp Bizkit, si trova una band che per quanto non goda della notorietà degli altri ha prodotto musica di altissima qualità che li colloca tra i migliori esponenti del genere: si tratta degli Stuck Mojo, provenienti da Atlanta. La prima formazione degli Stuck Mojo vedeva Rich Ward (unico membro fisso della band dalle origini ad oggi) alla chitarra, Dwayne Fowler al basso, Brent Payne alla batteria e lo straordinario rapper Bonz alla voce che ne fu il vero punto di forza. Il fatto di avere un vero rapper afroamericano al microfono, infatti, fu stato uno degli elementi distintivi degli Stuck Mojo, perché ha reso il flow del cantante molto più aderente ai modelli hip hop di quanto non fossero Fred Durst o Mike Shinoda dei Linkin' Park. Da questo punto di vista, l'unica band che poteva reggere il paragone erano i Body Count di Ice-T, anch'essi mai infilatisi sulla scia del nu metal mainstream.<br />
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Il primo album della band capitanata da Ward e Bonz fu <i>Snappin' Necks</i> del 1995, composto da undici pezzi contraddistinti da un sound grezzo, diretto e ruspante a cui si somma l'aggressivo rap di Bonz. Nel disco si trovano solo sonorità dure vicine al metalcore, con nessuno spazio per le melodie. Dall'album è stato tratto un unico singolo dalla detonante traccia di apertura <i>Not Promised Tomorrow</i>, tra gli altri brani spicca anche la title track in cui Bonz dà una delle migliori prove di sé, per il resto il limite di questo disco coincide in gran parte con la propria scelta di voler combinare le estremità del rap e quelle del metal e alla fine le canzoni hanno tutte sonorità simili.<br />
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Già dopo la realizzazione del primo album, la band andò incontro ai primi cambi di formazione con l'ingresso del bassista Corey Lowery e del batterista Bud Fontsere. Il secondo album intitolato <i>Pigwalk</i> uscì nel 1996 guidato ancora dalla coppia Ward e Bonz. Il disco si sposta più verso sonorità da industrial metal e in generale il suono è più ricco rispetto al disco precedente grazie alla presenza di Lowery che esegue le seconde voci affiancando la propria voce a quella di Bonz in pezzi come <i>[Here Comes] the Monster</i> o <i>Twisted</i>. La ristampa di <i>Pigwalk</i> è impreziosita dall'aggiunta dell'EP <i>Violated</i>, stampato lo stesso anno solo per il mercato europeo, che contiene le cover di <i>Wrathchild</i> degli Iron Maiden e <i>Shout at the Devil</i> dei Motley Crue.<br />
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Il disco successivo venne realizzato con la stessa formazione di <i>Pigwalk</i> e vide la luce nel 1998, il nuovo album intitolato <i>Rising</i> torna parzialmente alle sonorità del primo album, ma l'arricchimento e la pulizia del suono fanno un ulteriore passo in avanti con parti suonate più lunghe e qualche sconfinamento nel grunge in pezzi come <i>Trick</i> che vede di nuovo Bonz e Lowery alternarsi alla voce. Il pezzo migliore del disco in questo caso è senza dubbio la dirompente title track che al tempo godette anche di buona notorietà per il fatto di essere stata utilizzata anche dalla WCW (federazione di wrestling al tempo rivale della WWE e infine acquistata da quest'ultima).<br /><br /><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgF5V_YDoXkvrnkMH5DmxSBKppXAxVG6awS-QXvC2dqym4oJxIG_Db8iQsjNsvTuWtO9Qy2sqd04vT8aSFUlL_WoyHCIsC1VRUnKmfaeIY1z4DSLPm_g6YgQpatpousSYYewfNZA12Wyu4va0_IxkDhKWGJgwzLz8crvE0ac_y-ESSXsSUukh66_zdb/s1600/we5aLwZARy9CiNxKspbPPJ-970-80.jpg.webp" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="546" data-original-width="970" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgF5V_YDoXkvrnkMH5DmxSBKppXAxVG6awS-QXvC2dqym4oJxIG_Db8iQsjNsvTuWtO9Qy2sqd04vT8aSFUlL_WoyHCIsC1VRUnKmfaeIY1z4DSLPm_g6YgQpatpousSYYewfNZA12Wyu4va0_IxkDhKWGJgwzLz8crvE0ac_y-ESSXsSUukh66_zdb/s1600/we5aLwZARy9CiNxKspbPPJ-970-80.jpg.webp" /></a></div>
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Purtroppo <i>Rising</i> fu anche l'ultimo grande album degli Stuck Mojo, che nel 1999 pubblicarono il live <i>HVY1</i> (uno dei pochissimi album live del genere nu metal) e l'anno seguente si sciolsero dopo la pubblicazione del quarto album <i>Declaration of a Headhunter</i> che risente non poco delle tensioni nate tra Ward e Bonz. L'album è infatti poco a fuoco, con una mistura di generi diversi che sembrano volersi accodare alle band più blasonate del genere perdendo del tutto la propria originalità. La band si riunì nel 2007 con il solo Rich Ward tra i componenti originali; Bonz venne sostituito dal rapper Lord Nelson che impallidisce al confronto e il risultato dei due album realizzati fu molto scadente. Da allora la storia di questa band si perde tra vari cambi di formazione e la temporanea reunion della formazione di <i>Pigwalk</i> che durò poco senza realizzare nessun disco nuovo. Ad oggi l'ultimo album degli Stuck Mojo è <i>Here Come The Infidels</i> del 2016, realizzato con una lineup ancora rinnovata che vede Robby J. Fonts alla voce.<br />
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Purtroppo la notorietà degli Stuck Mojo è offuscata dal fatto di avere prodotto rap metal prima che il genere diventasse famoso, perché le loro prime incisioni sono sicuramente più d'impatto di quelle di altre gruppi nu metal venuti dopo di loro. In ogni caso nel ricordare i pionieri di questo genere, prima che i gruppi di Los Angeles arrivassero in vetta, è opportuno non trascurare la basi che sono state gettate da questo misconosciuto quartetto di Atlanta.Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-72068737897201809172023-04-24T11:47:00.001+02:002023-04-24T16:50:21.053+02:00Rhapsody of Fire - Glory For Salvation Tour, Milano 23/4/2023<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2v_uNs-ssj1SJpw8SobEZNelvPqyT6bbvYhx9yEyDeaQ9gUbwrHnkCY-1x2w5t6r7_2ik2AonSp7g8f6kju2ZuWdBrQn5lf8YQUBB4wfHX_hcNq1ynpJQ3tTItJHdYqp8Z55r4yctB0yyT1b8LQ6PJ1jN9H5oVC9Rl8Kw9OzQanMB0BIa5NTzCDW8/s1600/341871684_784052636410127_5139070629868374904_n.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="903" data-original-width="1747" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2v_uNs-ssj1SJpw8SobEZNelvPqyT6bbvYhx9yEyDeaQ9gUbwrHnkCY-1x2w5t6r7_2ik2AonSp7g8f6kju2ZuWdBrQn5lf8YQUBB4wfHX_hcNq1ynpJQ3tTItJHdYqp8Z55r4yctB0yyT1b8LQ6PJ1jN9H5oVC9Rl8Kw9OzQanMB0BIa5NTzCDW8/s1600/341871684_784052636410127_5139070629868374904_n.jpg" /></a></div>
<br />La data era segnata in calendario da tempo, perché se il <i>Glory For Salvation Tour</i> dei Rhapsody of Fire passa da vicino a casa è ovvio che si tratta di un'occasione imperdibile. Arrivo al Legend in tempo per sentire l'ultimo pezzo dell'esibizione dei Symphonity, ultimo di tre gruppi di apertura, e appena la band ceca lascia il palco mi rendo conto di quanto sia alta l'attesa e la voglia tra la gente venuta a sentire questo concerto di vedere la band fondata da Alex Staropoli e Roberto De Micheli in azione. Molti si raccontano tra di loro delle volte precedenti che hanno visto i Rhapsody live, mentre per me l'attesa ha anche un altro sapore: Giacomo Voli è il musicista che ho visto dal vivo più volte, ma l'ho sempre visto da solo o con la sua band personale e mai a guidare quello che da oltre venticinque anni è il gruppo metal più famoso d'Italia. <i>"Vediamo come se la cava in questa veste"</i>, pensavo tra me e me.<br />
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I Rhapsody salgono sul palco intorno alle 22:30 e il Legend è strapieno: ma non per modo di dire, è talmente pieno che non si riesce ad avanzare di un passo nella folla che inneggia alla band, fortunatamente durante il concerto qualcuno va a prendere da bere e riusciamo ad avvicinarci di qualche metro. Il concerto parte fortissimo con <i>I'll Be Your Hero</i> e <i>Chains of Destiny</i> dall'ultimo album <i>Glory for Salvation</i> e subito ci troviamo immersi in sonorità medievali che fanno venire voglia di aprire le porte per vedere se fuori c'è ancora la metropoli di Milano o se ci troviamo tra castelli, maghi e cavalieri. Per essere fine aprile la serata fuori è fresca, ma dentro fa un caldo infernale, almeno fino a quando i gestori del locale non accendono i ventilatori a soffitto che danno un po' di refrigerio. La setlist del concerto spazia per tutta la discografia della band, attingendo dagli album da <i>Symphony of Enchanted Lands</i> del 1998 in avanti, ma ovviamente metà della scaletta è dedicata agli ultimi due album, <i>The Eighth Mountain</i> e <i>Glory for Salvation</i>, quelli che vedono Giacomo alla voce.<br />
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La risposta alla mia domanda iniziale arriva presto: Giacomo come frontman di una band blasonata si muove alla grande, non solo come cantante e interprete di un mondo narrativo nato tre decenni fa, ma anche nel ruolo di trascinatore che il pubblico segue sempre con entusiasmo nel fare i cori o nell'inscenare scherzose battaglie con spade di plastica portate da un appassionato follower tedesco.<br />
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Poco dopo la metà del concerto sale sul palco anche il cantante spagnolo Huecco che interpreta con la band <i>Fuego Valyrio</i>, nata dalla collaborazione tra queste due anime musicali all'apparenza così lontane e che coniuga sonorità latine e power metal. Lo stacco è notevole, dona una ventata di divertimento in uno stile un po' diverso e mostra come il mondo della musica sia molto più interconnesso di quanto pensiamo. Dopo questa digressione i Rhapsody ci regalano qualche pezzo più di atmosfera che culmina in <i>Un'Ode Per l'Eroe</i>, resa ancora più maestosa dal canto in italiano che Giacomo ci racconta fare molta presa anche sul pubblico estero. Segue la magniloquente <i>Dawn of Victory</i> che vede in chiusura anche i membri delle band che hanno preceduto i Rhapsody salire sul palco per il coro finale <i>Gloria, gloria pertetua, in this dawn of victory</i>.<br /><br /><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV_6rI_8mt9uwUhmvJKJ7vs7BlBJEyllIxH2A-vI2rzNB2PHRW0LAYUNtqvs0Jo-D2ISUnlvWvs3u5vjZM4rbM4QFFzqXhV05BfNNxK7bvEepD79GtsNedqM6c8jzAD4WpISoim0oPaN-qZvP0qa85Gtcx8KNn2nBjXpPhAechFDUMs4mgj938BpjJ/s1600/20230423_233124.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="3000" data-original-width="4000" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV_6rI_8mt9uwUhmvJKJ7vs7BlBJEyllIxH2A-vI2rzNB2PHRW0LAYUNtqvs0Jo-D2ISUnlvWvs3u5vjZM4rbM4QFFzqXhV05BfNNxK7bvEepD79GtsNedqM6c8jzAD4WpISoim0oPaN-qZvP0qa85Gtcx8KNn2nBjXpPhAechFDUMs4mgj938BpjJ/s1600/20230423_233124.jpg" /></a></div>
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L'<i>encore</i> inizia con <i>Reign of Terror</i> in cui Giacomo si cimenta anche in un growl che fa venire il dubbio se ci sia qualcosa che questo straordinario vocalist non sappia fare con la propria voce, a cui seguono <i>Wisdom of the Kings</i> ed <i>Emerald Sword</i> al termine della quale Giacomo promette che ci si vede <i>"tra cinque minuti al merchandise"</i>. In realtà di minuti ne passano forse due e la band si mischia con il suo pubblico per foto e autografi, a dimostrazione del fatto che nonostante tutti questi anni di successi il gruppo è sempre vicino al proprio pubblico e si rende disponibile per due chiacchiere in amicizia.<br />
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Una leggera pioggia ci accompagna mentre ci allontaniamo dal Legend e alla fine fa piacere, visto il caldo patito all'interno. Il blocco dei concerti dovuto alla pandemia è oggi un ricordo brutto e lontano, la musica è ripartita e per ripartire servono serate come questa che vedono un ottimo connubio tra una band tra le migliori al mondo e un locale di meritata fama, in cui tutto è sempre semplice e ordinato, che li ospita.<br />
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Grazie Rhapsody of Fire e grazie Legend, alla prossima! Per entrambi!Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-44294913394748227002023-04-12T10:09:00.002+02:002023-04-12T10:11:52.122+02:00Imperial Age - New World<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzh2hjDWA-WrdaPnOvBQuxzTuWUQKUC650rRtf51_BcyQbxQwDTVvHs18NBjFCHbwBESgt40-cWZrzmGGxLK-LUiq5sV-itzr2_uK_6WPYuopnicY03hyt9eVtm8uTt4joCwKy9GBQ9fwhsMuYxwvQZt0TWUDi_rVl9aMt0ye7Bhwq7oWdE5tG6YC6/s1600/ab67616d0000b2732d8ad5e189e87c3a3fb8a710.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" data-original-height="640" data-original-width="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzh2hjDWA-WrdaPnOvBQuxzTuWUQKUC650rRtf51_BcyQbxQwDTVvHs18NBjFCHbwBESgt40-cWZrzmGGxLK-LUiq5sV-itzr2_uK_6WPYuopnicY03hyt9eVtm8uTt4joCwKy9GBQ9fwhsMuYxwvQZt0TWUDi_rVl9aMt0ye7Bhwq7oWdE5tG6YC6/s1600/ab67616d0000b2732d8ad5e189e87c3a3fb8a710.jpg"/></a></div><br />Nel mezzo del turbinio causato dal loro spostamento dalla Russia all'Europa, per via delle fin troppo ovvie ragioni belliche, gli Imperial Age hanno pubblicato il loro nuovo album intitolato <i>New World</i> che arriva quanttro anni dopo il precedente <i>The Legacy Of Atlantis</i>. L'album è composto da otto pezzi che hanno come tema i viaggi per mare e la libertà, tematiche ricorrenti nelle incisioni del gruppo, e caratterizzate principalmente atmosfere incoraggianti e gioiose.<br />
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<i>New World</i> propone la più alta espressione di symphonic metal che questa band abbia mai prodotto, con sonorità maestose che mischiano lirica, classica e metal, e in cui i tre straordinari vocalist di questo gruppo, Alexander Osipov, Jane Odintsova (che recentemente è stata nostra ospite per <a href="https://youtu.be/NRrH37itoGo">un'intervista video</a>) e Anna Moiseeva, offrono il meglio della loro vocalità a cui si somma il potente contributo corale del SoundPuzzle Chorus. Ne risulta un disco di presa immediata che coniuga al meglio la potenza delle basi musicali alle atmosfere patinate del metal sinfonico.<br />
<br />La prima traccia <i>Windborn</i> apre il disco con una forza travolgente sia nelle musiche che nel canto e dà subito un assaggio delle caratteristiche dell'intero disco che proseguono nelle successive due <i>Legend of the Free</i> e <i>The Way I Am</i>. Tra i pezzi migliori troviamo anche <i>The Wheel</i> e <i>Shackles of Gold</i> che si apre con suoni etnici e che costituisce un tocco di unicità all'interno dell'album. Chiude il disco <i>Call of the Towers</i> che dura ben diciotto minuti e che racchiude in sé lunghe parti strumentali, musica classica, musica da film e ovviamente il canto dei tre vocalist.<br />
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L'edizione deluxe in CD è impreziosita dalla presenza di un secondo disco che che ripropone le stesse otto canzoni dell'album principale, suonate con l'orchestra anziché con la band. Superata la sorpresa di non trovare i riferimenti consueti di chitarra, basso e batteria, si apprezza l'ecletticità di queste composizioni che funzionano bene sia in versione metal sia in versione classica.<br />
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New World</i> è in terzo album degli Imperial Age, nella cui formazione è entrato di recente anche il batterista italiano Manuele Di Ascenzio, e ad oggi è anche la loro opera più completa e matura che mostra come questa band sia in continua crescita. Non resta che sperare che lo spostamento in Europa, più precisamente nel Regno Unito, dia loro più stabilità e consenta di produrre più musica di altrettanto buon livello.Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-20434583007521066042023-03-14T12:32:00.002+01:002023-03-14T20:58:28.826+01:00Ly-O-Lay Ale Loya: il presunto canto new age dei nativi americani rubato alla popolazione sami<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg68MzdydSwiRP4g0Aabf0ghSJDCJF0gsAuYlYCGVJULSnwkccGzasrsMixF0IdzEF6i3knawXarYGEBr0kwbHj0uTOyucgYIy3wwEERjatthelaVWAutK3ySD0GmAWm6YrudaBjKxXidvMLuvnY2pplxG1SWkQ7Dwq9BalsEfPU76M42XkMl5JcLMx/s1600/51qqogOztmL._UF1000,1000_QL80_.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1000" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg68MzdydSwiRP4g0Aabf0ghSJDCJF0gsAuYlYCGVJULSnwkccGzasrsMixF0IdzEF6i3knawXarYGEBr0kwbHj0uTOyucgYIy3wwEERjatthelaVWAutK3ySD0GmAWm6YrudaBjKxXidvMLuvnY2pplxG1SWkQ7Dwq9BalsEfPU76M42XkMl5JcLMx/s1600/51qqogOztmL._UF1000,1000_QL80_.jpg" /></a></div><br />
Gli anni 90 furono l'epoca d'oro della musica new age, grazie a gruppi prodotti principalmente in Europa come i Deep Forest, con la loro <i>Sweet Lullaby</i> del 1992, o gli Enigma che nei primi anni del decennio assestarono due importanti successi con <i>Sadness</i> e <i>Return to Innocence</i>. L'importanza della new age in quel periodo fu tale che molti altri generi musicali ne vennero contaminati, ad esempio la cantante irlandese Enya creò un'inedita mescolanza tra musica celtica e new age e verso la fine del decennio nacque anche un crossover tra new age e canto gregoriano con i tedeschi Gregorian, che reinterpretavano nel loro inedito stile alcuni dei pezzi rock e pop più famosi degli ultimi decenni. Anche Mike Oldfield, precursore di questo genere già da due decenni prima, in quel periodo si avvicinò a sonorità simili a quelle degli Enigma con l'album <i>The Songs of Distant Earth</i>.<br />
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All'interno del movimento new age di quel periodo nacque anche un progetto tedesco, prodotto nei Paesi Bassi, chiamato Sacred Spirit il cui primo album <i>Chants and Dances of the Native Americans</i> del 1994 voleva essere una raccolta di reinterpretazioni di canti dei nativi americani. Il disco, edito dalla Virgin Records, fu pubblicato in Italia con il titolo <i>Indiani</i> e conteneva il brano <i>The Counterclockwise Circle Dance (Ly-O-Lay Ale Loya)</i> che divenne celebre qualche anno dopo quando venne usata in uno <a href="https://www.youtube.com/watch?v=2bAOcWOJAEw">spot della bevanda energetica Gatorade</a> che narrava l'apologo africano del leone e della gazzella (evidentemente gli autori non si chiesero cosa c'entrassero i nativi americani con l'Africa).<br />
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Il pezzo ebbe notevole successo e per anni venne considerato il più iconico canto dei nativi americani, venne inserito nella compilation del 2004 <i>Indiani Platinum Collection</i>, edita anch'essa dalla Virgin, e in <a href="https://www.amazon.it/Songs-Native-Americans-Various-Artists/dp/B00FURK0GW/ref=pd_bxgy_img_sccl_2/257-0724645-6150210?pd_rd_w=U7lZu&content-id=amzn1.sym.021d3b67-e6af-4e84-bd7c-b0e39059f4f1&pf_rd_p=021d3b67-e6af-4e84-bd7c-b0e39059f4f1&pf_rd_r=00V0641M88RB60M3VQ1D&pd_rd_wg=Qf9k7&pd_rd_r=2e57be61-39c0-4ade-81c4-63905811fa5a&pd_rd_i=B00FURK0GW&psc=1">altre raccolte</a> che lo indicavano come un canto dei Navajo. Tuttavia tredici anni dopo si scoprì che il vocalizzo era un vero e proprio furto e che non apparteneva alla tradizione dei nativi americani. <a href="https://www.nrk.no/sapmi/millionkrav-til-virgin-records-1.4364954">Nel 2007 emerse infatti</a> che la registrazione della linea vocale veniva da una trasmissione televisiva olandese in cui un ospite eseguì uno joik (cioè un canto tradizionale) dei sami (popolazione del nord della Scandinavia, spesso definiti in italiano lapponi) intitolato <i>Normo Jovnna</i>. Nonostante Channel 4, il canale televisivo olandese presso cui avvenne l'esibizione, neghi di aver venduto alla Virgin la registrazione, questa finì in qualche modo alla casa discografica che la usò per il disco. Non è ad oggi possibile verificare l'esistenza della registrazione che sarebbe stata rubata, ma che <i>Ly-O-Lay Ale Loya</i> non sia un canto dei nativi americani ma del popolo sami è facilmente riscontrabile perché su YouTube esistono <a href="https://www.youtube.com/watch?v=fvajez-olTQ">varie versioni di <i>Normo Jovnna</i></a> e il vocalizzo è proprio lo stesso di quello di <i>Ly-O-Lay Ale Loya</i>.<br />
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Curiosamente quello dei Sacred Spirit non è l'unico caso di new age etnico la cui parte cantata è stata usata illecitamente, la già citata <i>Sweet Lullaby</i> dei Deep Forest <a href="http://artsites.ucsc.edu/faculty/abeal/4classes/lullaby:feld.pdf">contiene infatti una registrazione</a> di un canto delle Isole Salomone usato senza autorizzazione.<br />
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Una volta scoperto il furto, l'organizzazione <a href="https://samikopiija.org/">Sámikopiija</a>, che si occupa della difesa dei diritti d'autore dei sami, ha chiesto alla Virgin il riconoscimento delle royalties per <i>Ly-O-Lay Ale Loya</i>; per ora non ha avuto successo e difficilmente, visto il tempo trascorso, ne avrà mai.Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-68745304311490596952023-03-03T20:38:00.002+01:002023-03-03T21:49:45.181+01:00Una sera a Camden Town, sulle tracce di Amy WinehouseEro stato una volta sola a Camden Town, una fredda mattina dei primi di gennaio di ormai sei anni fa. Da allora, nonostante molti altri viaggi a Londra, non ci ero ancora tornato e, trovandomi di nuovo nella capitale del Regno Unito per tutt'altri motivi, questa volta ho deciso di tornarci. Anche perché ricordavo bene il mercato, i musicisti che vendono i propri CD lungo il marciapiede (e al tempo ne avevo anche comprato uno del rapper Terra Slim), e le folli insegne tridimensionali dei negozi, ma non ero riuscito ad andare a Camden Square, dove Amy Winehouse aveva passato l'ultimo anno della sua vita e dove è morta nel luglio del 2011.<br />
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L'atmosfera di Camden Town è sempre singolare, indescrivibile per chi non si è mai trovato in questo turbinio di suggestioni in cui la musica fa da sfondo ad ogni cosa. Esco dalla stazione della metropolitana e sento una band che suona dal vivo <i>Jumpin' Jack Flash</i> in un pub, cammino verso la zona del mercato e vengo sopraffatto dall'atmosfera punk e dark che diede i natali a questi generi musicali nel fermento della <i>swinging London</i>. Qui i segni del passaggio di Amy si vedono praticamente ovunque, non solo nei luoghi più celebri come la statua a grandezza naturale, infatti scopro anche un graffito dipinto su una serranda abbassata (che mi fa ricredere sui miei dubbi sull'opportunità di venire qui quando i negozi e il mercato sono chiusi) e un negozio di arte al numero 279 di Camden High Street (a cui purtroppo ho dimenticato di fare una foto) che espone in vetrina dei suoi ritratti.<br /><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjf4hUVAh68QOkwPFutRARxrk9Av7lDQF6xY_1IQsInnW94VCDglJUtu3R3o4K-2o-jG54Oi5butwTYZno7sfIgw9D5YtL8MkX_hpigO-XJ9SiMsq-05CIr87IDC_HgdwgAD7CX-hcI-bOWrAoxHkoSFeljetFGnz630z1nYhjjGftwiplIW9lRK5fJ/s1600/20230227_201845.jpg" style="display: block; margin-left: auto; margin-right: auto; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="4000" data-original-width="3000" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjf4hUVAh68QOkwPFutRARxrk9Av7lDQF6xY_1IQsInnW94VCDglJUtu3R3o4K-2o-jG54Oi5butwTYZno7sfIgw9D5YtL8MkX_hpigO-XJ9SiMsq-05CIr87IDC_HgdwgAD7CX-hcI-bOWrAoxHkoSFeljetFGnz630z1nYhjjGftwiplIW9lRK5fJ/s1600/20230227_201845.jpg" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Graffito al 269a di Camden High Street</td></tr></tbody></table>
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È difficile stabilire da quanto tempo sia lì il ritratto di Amy sulla serranda dello studio di tatuaggi <i>Boys Don't Cry</i>, che ovviamente omaggia l'omonima canzone dei Cure nel nome, al numero 269a di Camden High Street, ma <a href="https://www.google.com/maps/place/269+Camden+High+St,+London+NW1+7BX,+UK/@51.5408986,-0.1444405,3a,75y,222.03h,90t/data=!3m7!1e1!3m5!1sDyncWPlw_IRDqHgIGVu8fQ!2e0!5s20210101T000000!7i16384!8i8192!4m6!3m5!1s0x48761ae17b9e21c3:0x181647288e451f1!8m2!3d51.540791!4d-0.1445479!16s%2Fg%2F11bw4hsngv">Google Street View ci viene in aiuto</a> e ci mostra che a gennaio del 2021 il graffito non c'era, l'opera è quindi recentissima e infatti è ancora perfetta.<br />
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La prima tappa che mi ero prefissato per questo giro e è la statua di bronzo, e quando ci arrivo devo aspettare un attimo prima di scattare una foto, perché davanti a me c'è una fila di persone che vogliono fare lo stesso. La statua è bellissima come me la ricordo e fa riflettere una volta in più sul perché una ragazza al pieno del successo si sia distrutta con le sue mani. Ciò che colpisce di questa ricostruzione a grandezza naturale è quanto Amy fosse minuta e come una voce come quella potesse uscire da un corpo così ridotto; perché la statua è alta un metro e 75 centimetri, ma solo includendo la base e la folta chioma ispirata a quelle delle Ronettes a cui Amy si rifaceva nello stile. In ogni caso, è talmente realistica da sembrare vera grazie alla posa spontanea in cui la cantante è stata riprodotta e prima di fare una foto viene voglia di chiederle il permesso.<br /><br /><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAo8eBe8WFeIzRVvnORwyj_lhE6gpoEEwgXPypCCCMWjd7ZPkwtzXKHTN2jkB0KajMwxDrqK3z-e7eppavkKil0BmJqhCqWnfG3Q7CfQ_-iDRVKXGP20Cnu88PTB9wf2XCi8YGTI9p9K0IElMfz1OyZIRhQ4kKHEO9kkNJTriKetSJOyQvIMQuICdj/s1600/20230227_202318.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="4000" data-original-width="3000" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAo8eBe8WFeIzRVvnORwyj_lhE6gpoEEwgXPypCCCMWjd7ZPkwtzXKHTN2jkB0KajMwxDrqK3z-e7eppavkKil0BmJqhCqWnfG3Q7CfQ_-iDRVKXGP20Cnu88PTB9wf2XCi8YGTI9p9K0IElMfz1OyZIRhQ4kKHEO9kkNJTriKetSJOyQvIMQuICdj/s1600/20230227_202318.jpg" /></a></div>
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La seconda tappa è la sua casa di Camden Square, che dalla statua dista circa un chilometro e mezzo di vie interne che si dipanano in una zona residenziale. Le case di Camden Square, che sono distribuite sulle due strade che costeggiano il parco, sulle prime sembrano tutte uguali, ma quella al numero 30, dove visse Amy, è diversa per almeno due motivi. Anzitutto è l'unica con porta e finestre oscurate in modo che da fuori non si veda completamente nulla degli interni. In secondo luogo per via del memoriale nato spontaneamente su un albero di fronte all'ingresso grazie a biglietti, foto, fiori e qualunque altra cosa i fan abbiano lasciato in ricordo della cantante.<br /><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-VdYyC-M385wmgb1jaVPwHdGfu_lFEmuwu4wiEnsZAgasnILbn2HVdyRB07kwdH_e-WTqtFnvbu39nSxdufiK8RiLDKd4F6R876MEARxYpRkGwo0fOzxclWsngaNr57iBvoSnaSwAqJnmcRqupH5BtVyOkRSrCi7tt7Uq2EGanDEkHPBiHkvZh4lZ/s1600/20230227_204147.jpg" style="display: block; margin-left: auto; margin-right: auto; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="3000" data-original-width="4000" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-VdYyC-M385wmgb1jaVPwHdGfu_lFEmuwu4wiEnsZAgasnILbn2HVdyRB07kwdH_e-WTqtFnvbu39nSxdufiK8RiLDKd4F6R876MEARxYpRkGwo0fOzxclWsngaNr57iBvoSnaSwAqJnmcRqupH5BtVyOkRSrCi7tt7Uq2EGanDEkHPBiHkvZh4lZ/s1600/20230227_204147.jpg" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La casa al numero 30 di Camden Square dove visse e morì Amy Winehouse</td></tr></tbody></table><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfQp3V0ngJe7o9iguRTzP5gh0Ra1zSoAnFuLb0_AK7LNgY1OxZncQrbeufF-ME7EFQ4zQWtWocxUFd8XgnkAhP9Lf1qtIhKf9zSMpuyy0r49fm55CaPIigyxobZjzUANSwLNbj5coLgV-4emvkEDq5gEfTw7otP0vgGY4_2MzFCBcMHai3iXP7FpAj/s1600/20230227_204237.jpg" style="display: block; margin-left: auto; margin-right: auto; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="4000" data-original-width="3000" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfQp3V0ngJe7o9iguRTzP5gh0Ra1zSoAnFuLb0_AK7LNgY1OxZncQrbeufF-ME7EFQ4zQWtWocxUFd8XgnkAhP9Lf1qtIhKf9zSMpuyy0r49fm55CaPIigyxobZjzUANSwLNbj5coLgV-4emvkEDq5gEfTw7otP0vgGY4_2MzFCBcMHai3iXP7FpAj/s1600/20230227_204237.jpg" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il memoriale davanti alla casa</td></tr></tbody></table>
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È tempo di tornare verso la stazione della metro, ma mi accorgo che se metto <i>Amy Winehouse</i> su Google Maps il completamento automatico mi segnala anche un murale che dovrebbe essere vicino all'insegna di Camden Lock e che è stato realizzato dall'<a href="https://www.instagram.com/jxcdesigns/">artista grafico JXC</a> in occasione del decimo anniversario della morte della cantante. Decido di andarci, ma arrivato sul posto non lo trovo. Chiedo a due passanti mostrando la foto sul cellulare, ma nessuno mi sa aiutare. Lo trovo, dopo minuti di ricerca, in una strada stretta che porta a uno dei cortili del quartiere. Nonostante non si veda dalla strada principale, il murale è immenso, con il buio e lo vedo a fatica ma comunque trasmette quanto questo quartiere sia tuttora legato a lei.<br /><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3a02eDHauLJdG94-HBqV3nwX6vM24dOAWs6Oxh9itlxFFnfEhbwxPj2oN4EQN0YMed5i61M1VDpznsHUklfwonl7c6U3uT-LRDhZjfUfveoJtfmtr4r-X3YcuqRgTO5B2o8fEginNnSptELvg0pxU9eLElMqE3C8cMCLVMFfWz1PdOZiafT4JVv3L/s1600/20230227_210409.jpg" style="display: block; margin-left: auto; margin-right: auto; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="3000" data-original-width="4000" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3a02eDHauLJdG94-HBqV3nwX6vM24dOAWs6Oxh9itlxFFnfEhbwxPj2oN4EQN0YMed5i61M1VDpznsHUklfwonl7c6U3uT-LRDhZjfUfveoJtfmtr4r-X3YcuqRgTO5B2o8fEginNnSptELvg0pxU9eLElMqE3C8cMCLVMFfWz1PdOZiafT4JVv3L/s1600/20230227_210409.jpg" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il murale di JXC</td></tr></tbody></table>
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Adesso il giro è finito davvero e torno veramente verso la stazione in cerca di un pub per mangiare, e mentre mi allontano rifletto su quanto Amy Winehouse abbia influenzato Camden Town e su quanto la sua vita sia legata a doppio filo a questo quartiere dove la si vede ovunque e la si sente ovunque. Perché anche se Amy ci ha lasciato il 23 luglio del 2011 tra queste strade è ancora viva.Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-61143503450786497792023-02-16T12:38:00.001+01:002023-02-16T12:38:28.988+01:00Musica e cinema: The Warriors (I Guerrieri della Notte, 1979)<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEd3gmWTd-LAJbLxFZb_n2sUZjgcY_Yx1XKre42VSDnv8beX3HFRJNm52jYutK_7H5hbd61NuKvqtV1dAxkxwvNlNe9mkLMSHv4VUDWdKCZ8eurUMMniYdxPjXJcwAug7Nj5zENaSwfaYkyoQlas1Vt9fqGzM3-tRspQcY4enAPeIqtCpS4hB-rJr8/s1600/download.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" data-original-height="1397" data-original-width="2045" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEd3gmWTd-LAJbLxFZb_n2sUZjgcY_Yx1XKre42VSDnv8beX3HFRJNm52jYutK_7H5hbd61NuKvqtV1dAxkxwvNlNe9mkLMSHv4VUDWdKCZ8eurUMMniYdxPjXJcwAug7Nj5zENaSwfaYkyoQlas1Vt9fqGzM3-tRspQcY4enAPeIqtCpS4hB-rJr8/s1600/download.jpg"/></a></div>
<br /><i>The Warriors</i> di Walter Hill del 1979 è uno dei film più iconici di ogni tempo e più rappresentativo del periodo compreso tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli anni 80, al punto che la sua iconografia ha influenzato la cultura pop dei decenni a seguire per tutto quanto riguardi il mondo delle gang, dal video di <i>Bad</i> di Michael Jackson fino a videogiochi come <i>Final Fight</i> o <i>Double Dragon</i>. Il film, che in italiano si intitola <i>I Guerrieri della Notte</i>, è tratto dal romanzo omonimo di Sol Yurick del 1965 che a sua volta è ispirato all'<i>Anabasi</i> di Senofonte.<br />
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Il film, così come il romanzo a cui è ispirato, racconta di una gang chiamata Warriors (i Guerrieri, nella traduzione italiana) che deve partecipare a un raduno di tutte le bande di New York nel Bronx il cui scopo è sancire un'alleanza tra i gruppi che controllano varie zone della città al fine di prendere insieme il controllo della città stessa. L'incontro viene tuttavia sabotato dall'uccisione di Cyrus, leader dei Riffs e organizzatore del tentativo di alleanza, e dell'omicidio vengono ingiustamente accusati i Warriors che nella notte dovranno sfuggire agli attacchi delle altre bande che li ritengono responsabili dell'accaduto per tornare a Coney Island, a Brooklyn.<br />
<br />Negli scontri perde la vita anche Cleon, il capo dei Warriors, e il comando del gruppo viene preso da Swan, interpretato da Michael Beck che negli anni seguenti avrebbe recitato in film di un certo rilievo quali <i>Xanadu</i>, con Olivia Newton-John, <i>Megaforce</i> di Hal Needham e <i>Chiller</i> di Wes Craven. I Warriors devono quindi sotto la guida del nuovo leader attraversare una terra piena di minacce e attanagliata dalle gang rivali per tornare alla propria base, trovandosi quindi in una situazione che ricalca quella dei diecimila mercenari ellenici narrati da Senofonte che dovettero abbandonare l'impero persiano dopo la morte di Ciro (da cui, non a caso, prende il nome Cyrus). Curiosamente anche nel film <i>Southern Comfort</i> (in italiano <i>I guerrieri della Palude Silenziosa</i>) del 1981 Walter Hill riprese il concetto dell'<i>Anabasi</i> trasferendolo questa volta nelle paludi della Louisiana in uno scontro tra soldati e bracconieri.<br />
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The Warriors</i> è anche una parabola, risalente a ben prima che ci fosse consapevolezza del problema, di quanto le fake news possano creare danni; i Guerrieri infatti non hanno davvero ucciso Cyrus, ma il fatto che ne vengano accusati scatena attacchi contro di loro e fa saltare l'accordo di pace.<br />
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Ciò che spicca di questo film non è solo l'opera cinematografica in sé ma anche la colonna sonora, uscita contestualmente al film, che costituisce un compendio degli stili musicali dell'epoca in cui si trova rock, funk, disco, R&B e salsa. L'album è composto da dieci pezzi, di cui tre strumentali e sette canzoni. Tra i tre pezzi strumentali troviamo ovviamente il celeberrimo tema introduttivo di Barry De Vorzon <i>Theme from ‘The Warriors’</i>, presente anche nella versione alternativa che fa da sottofondo allo scontro tra i Warriors e i Furies, la più pericolosa delle bande incontrate dai protagonisti in quanto armati di mazze da baseball e con una pittura facciale che li rende particolarmente minacciosi.<br />
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I sette brani cantanti hanno ruoli ben specifici all'interno del film e fanno da commento sonoro ad altrettante scene. Vi si trova ad esempio la cover di <i>Nowhere to Run</i> di Martha and the Vandellas della Motown qui interpretata da Arnold McCuller che nel film viene trasmessa dalla radio delle gang, della cui speaker si vedono solo le labbra che parlano al microfono, quando i Warriors iniziano la propria fuga. Alcune canzoni si possono ascoltare nel film dal jukebox della casa dove si nascondono le Lizzies, l'unica band femminile della città, come i vibranti funk di <i>You're Movin' Too Slow</i> interpretata da Johnny Vastano e <i>Love is a Fire</i> di Genya Ravan.<br />
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Nel disco troviamo anche un brano di salsa con <i>In Havana</i> di Kenny Vance & Ismael Miranda che nel film si sente in sottofondo quando i Rogues (un'altra delle bande rivali) assaltano un negozio di dolciumi. In un accenno di AOR troviamo anche <i>Last of an Ancient Breed</i> di Desmond Child, mentre il brano più famoso del disco è sicuramente <i>In The City</i> di Joe Walsh che si sente sui titoli di coda, quando i Guerrieri sono ormai giunti a Coney Island e il sole si alza sul mare, che gli Eagles inserirono anche nel loro album <i>The Long Run</i> dello stesso anno.<br />
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Quella pubblicata nel 1979 non è l'unica versione della colonna sonora che sia stata pubblicata; nel 2013 infatti ne è stata pubblicata una versione Extended che contiene undici tracce strumentali aggiuntive di Barry De Vorzon tra cui si trovano anche versioni alternative e outtakes.<br />
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The Warriors</i> è in sintesi uno dei migliori esempi di come il cinema di allora sapesse mischiare immagini e musica e di come la colonna sonora completasse l'opera cinematografica incastonandosi al suo interno. Non a caso, come era d'uso al tempo, tutte le tracce del disco compaiono nel film e ne sono parte integrante. Quella di <i>The Warriors</i> è una delle migliori colonne sonore di ogni epoca ed è anche, purtroppo, un ottimo esempio di come l'industria cinematografica abbia perso la capacità di realizzare film in cui le musiche siano così curate e importanti.Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-56872018699023914632023-01-30T13:38:00.001+01:002023-01-30T13:38:33.316+01:00Rap criminale - Tupac, Biggie e gli altri martiri del gangsta rap di F.T. Sandman<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_dd86mDQbaPO5QtMfq13n5h49jGCujZzh0QN7qhmfP2j2VVJnmf3T0bSilD2_Vhjia1Oe5mKZPHriYeMXiPpVSMXkfty3JJos_w9gMPCqwnxS0_SnjKo41a3X9rka6YpqpdR8okMIGUBBoGBux5wIVM7zxgTTXgIY3uvZmyfFeIVxSEEgSvVS9jq-/s1600/71Tz00PQx3L.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="2400" data-original-width="1715" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_dd86mDQbaPO5QtMfq13n5h49jGCujZzh0QN7qhmfP2j2VVJnmf3T0bSilD2_Vhjia1Oe5mKZPHriYeMXiPpVSMXkfty3JJos_w9gMPCqwnxS0_SnjKo41a3X9rka6YpqpdR8okMIGUBBoGBux5wIVM7zxgTTXgIY3uvZmyfFeIVxSEEgSvVS9jq-/s1600/71Tz00PQx3L.jpg" /></a></div><br />
<br />A maggio del 2022 lo scrittore Federico Traversa, sotto lo pseudonimo di F.T. Sandman, ha pubblicato il volume intitolato <i>Rap criminale - Tupac, Biggie e gli altri martiri del gangsta rap</i> in cui narra le vicende delle morti illustri nel mondo dell'hip hop. Il libro è dedicato per la maggior parte ai casi più celebri di Tupac e Notorious B.I.G, che analizza in modo dettagliato, per poi dedicare l'ultima parte del testo ad altri casi che non hanno raggiunto lo stesso livello di notorietà.<br />
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Il libro di Sandman offre un'ottima visione d'insieme su un tema così controverso, dedicando ampie parti non solo alle morti dei protagonisti ma anche alle loro vite; oltre a essere una narrazione delle morti di Tupac e Biggie ne è infatti anche una biografia che dà al lettore il contesto completo dei fatti drammatici che hanno portato i due protagonisti a una morte violenta. Sandman dedica anche un ampio capitolo alle indagini sulle morti dei due, vagliando con rigore quali sono le conclusioni più realistiche e quelle più fantasiose, spiegando in modo chiaro ed esaustivo come tutte le indagini sono giunte alla stessa conclusione sull'omicidio di Tupac ed evidenziando le differenze, e anche le notevoli similitudini, tra le varie versioni sulla morte di Notorious.<br />
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L'ultimo capitolo è dedicato ad altri casi illustri di omicidi nel mondo del rap spiegando quanto sia folle il livello di violenza in questo genere musicale. L'autore parte dal DJ dei Boogie Down Productions Scott La Rock nel 1987 ed arriva fino a XXXTentacion (a cui non a caso è dedicato il trentesimo capitolo, cioè il numero XXX) del 2018, passando ovviamente per il celeberrimo caso di Jam Master Jay, probabilmente l'unico non ascrivibile al genere <i>gangsta</i>.<br />
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Nella sue ricostruzione dei fatti, che spaziano tra le storie di sette rapper deceduti in circostanze criminali, Traversa attinge sempre dalla fonti originali, partendo dai racconti diretti dei protagonisti, o da scritti di biografi e giornalisti tra i più attendibili, realizzando così un prodotto di rara fattura su un argomento che resta comunque di nicchia all'interno del giornalismo italiano.<br />
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In conclusione <i>Rap Criminale</i> è sicuramente un ottimo testo adatto a qualunque tipo di lettore interessato. È adatto ai neofiti, perché racconta i fatti narrati dall'inizio e in modo esaustivo; è adatto al contempo ai lettori più esperti perché offre un compendio completo e mostra il quadro d'insieme di un fenomeno sociale di spaventosa follia.Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-73255637823368703162023-01-13T11:54:00.004+01:002023-01-13T12:40:27.167+01:00Rimosse le tracce contestate da Michael, il primo album postumo di Michael Jackson<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV23wSZanxiIyrrCfohkE0V9YtS1tL-WKeU4sW-cBinohM2DcrraDjKK3otTBAMKmYNkP37FMyO2E-TzvWIhwWAybx77-84XnBaQSOSLgjHGlNPiscvxs4--ya0xTimnSXDeq-U4AT8xKtHLL8857LIj6dAdWJCD5Hvm3BU0HdOO-TKtv9AxxrUYkX/s1600/_125808024_michaerl.jpg.webp" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="549" data-original-width="976" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV23wSZanxiIyrrCfohkE0V9YtS1tL-WKeU4sW-cBinohM2DcrraDjKK3otTBAMKmYNkP37FMyO2E-TzvWIhwWAybx77-84XnBaQSOSLgjHGlNPiscvxs4--ya0xTimnSXDeq-U4AT8xKtHLL8857LIj6dAdWJCD5Hvm3BU0HdOO-TKtv9AxxrUYkX/s1600/_125808024_michaerl.jpg.webp" /></a></div><br />
<br />Nel luglio del 2022 la Sony Music e la Michael Jackson Estate hanno raggiunto un accordo con l'avvocato di Los Angeles Vera Serova che nel 2014 aveva avviato una class action contro la casa discografica in cui sosteneva di essere stata truffata perché tre delle canzoni di <i>Michael</i>, il primo album postumo di Michael Jackson, <a href="https://125esimastrada.blogspot.com/2021/03/michael-jackson-e-le-presunte-canzoni.html.html">non sarebbero state cantate da MJ</a> ma da un altro vocalist. L'accordo prevede la rimozione delle tre tracce contestate, che erano <i>Breaking News</i>, <i>Keep Your Head Up</i> e <i>Monster</i>, dai servizi di streaming e dalle ristampe dell'album. Il CD è già stato ristampato a partire dal 9 settembre del 2022 senza le tre tracce contestate e ora è composto dal solo sette canzoni.<br />
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La causa è in attesa di giudizio da parte della Corte Suprema della California e un portavoce della casa discografica e della Michael Jackson Estate ha dichiarato a <i><a href="https://eu.usatoday.com/story/entertainment/music/2022/08/11/michael-jackson-fake-vocals-lawsuit-settlement-sony-music/10296433002/">USA Today</a></i> che indipendentemente dal giudizio del tribunale le due parti hanno raggiunto un accordo che pone una fine alla vicenda. Sony Music <a href="https://eu.usatoday.com/story/entertainment/music/2022/07/06/michael-jackson-songs-removed-from-streaming-services-fake-vocals-claims/7825327001/">ha inoltre dichiarato</a> che questo non deve essere inteso come un'ammissione del fatto che le canzoni siano state cantante da una persona diversa da Michael Jackson, ma come l'intenzione di chiudere una vicenda che sta distraendo i fan da troppo tempo. La considerazione delle due parti accusate suona comunque incredibilmente ingenua: togliere le tracce dalle stampe ufficiali non sederà la discussione, perché resterà il dubbio tra fan e appassionati su chi abbia cantato quei tre pezzi. La polemica sembra comunque lontanissima da una fine.Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-35130671548134587902023-01-07T11:21:00.002+01:002023-05-04T17:49:34.547+02:00Straight Outta Compton: il biopic sulla vita degli N.W.A<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfedzzGFO4phpy-ZwYR84-O4KXdIUlZ4qvkOYToaI-Z3Ul_w5zo8i2RgCzLIKGLOB02oFRXPH36o500_sxxAZYsLIhyLJYDFhKcYSIhhGR2ezrzSDlLTL0GhZ5G2CmRy-bvuwH3AtBE4Zjg6UbJhNn2YDlOw-JmcpFXOOQ0MzSvFppFx1yNhXwtqHA/s1600/LwoaE.0.0.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="854" data-original-width="1280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfedzzGFO4phpy-ZwYR84-O4KXdIUlZ4qvkOYToaI-Z3Ul_w5zo8i2RgCzLIKGLOB02oFRXPH36o500_sxxAZYsLIhyLJYDFhKcYSIhhGR2ezrzSDlLTL0GhZ5G2CmRy-bvuwH3AtBE4Zjg6UbJhNn2YDlOw-JmcpFXOOQ0MzSvFppFx1yNhXwtqHA/s1600/LwoaE.0.0.jpg" /></a></div>
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<br />Nel 2015 è uscito nelle sale cinematografiche il biopic <i>Straight Outta Compton</i> sulle vite e sulle carriere discografiche degli N.W.A, la più importante crew losangelina che gettò le basi del gangsta rap di ogni epoca. La storia narrata va dagli inizi nel 1986 fino alla morte per AIDS di Eazy-E nel 1995.<br />
<br />
Il film si pone sulla scia dei biopic del mondo dell'hip hop che prima di <i>Straight Outta Compton</i> aveva visto film analoghi prodotti sulle vite di Eminem, 50 Cent e Notorious B.I.G. e che sarebbe poi proseguita con il più celebre <i><a href="https://125esimastrada.blogspot.com/2017/09/all-eyez-on-me-il-biopic-sulla-vita-di.html">All Eyez On Me</a></i> dedicato a Tupac Shakur. Dal punto di vista cinematografico <i>Straight Outta Compton</i> è sicuramente godibile ed è anche molto efficace nel raccontare il contesto sociale in cui la vicenda si svolge: dalle difficoltà estreme della vita nei ghetti fino alle tensioni nella città di Los Angeles seguite all'assoluzione dei poliziotti che aggredirono Rodney King nel 1991. In particolare è molto azzeccata, per somiglianza e atteggiamenti simili, la scelta di O'Shea Jackson Jr, figlio di Ice Cube, nel ruolo del padre.<br />
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Anche dal punto di vista storico il film è tutto sommato corretto. Di fact checking ne sono stati realizzati molti e da molte testate diverse, tra cui quelle di <i><a href="https://screenrant.com/straight-outta-compton-true-fictionalized/">Screen Rant</a></i> e <i><a href="https://www.theguardian.com/film/2015/aug/13/straight-outta-compton-film-ice-cube">The Guardian</a></i> che confermano come il quadro complessivo sia stato riprodotto fedelmente. Tuttavia una pecca di questo film è quella di aver tagliato troppo, difetto comune a praticamente tutti i biopic che in due ore o poco più devono raccontare una storia di anni o decenni. Nel film ad esempio vengono quasi del tutto ignorati il film <i>Boyz n the Hood</i>, a cui Ice Cube partecipò nel 1991, e il secondo album degli N.W.A <i>Efil4zaggin</i> realizzato dopo l'uscita dello stesso Ice Cube dal gruppo. Vedendo il film sembra al contrario che l'ultima opera degli N.W.A sia stato l'EP <i>100 Miles and Runnin'</i>.<br />
<br />
Manca inoltre completamente la figura di Arabian Prince, membro della prima formazione degli N.W.A e che partecipò attivamente al primo album, e viene notevolmente ridimensionata la figura di MC Ren come autore, come sottolineato su <a href="https://twitter.com/realmcren/status/632653568902729728">Twitter dallo stesso rapper</a>, per dare spazio ai membri più noti del gruppo.<br />
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<i>Straight Outta Compton</i> è quindi un buon film che incappa nei soliti limiti di questo tipo di produzioni, ma è comunque un valido compendio di una storia interessante e un altrettanto valido punto di partenza per chi si approccia per la prima volta alla musica e alle storie di Dr Dre, Ice Cube e i loro soci.Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-57440442837947284952022-12-23T17:47:00.000+01:002022-12-23T17:47:01.460+01:00White Christmas: la storia dietro la nascita della canzone<i>White Christmas</i> è uno dei classici della musica natalizia che tutti conosciamo ed è entrata ormai da decenni nell'immaginario collettivo del Natale. Nonostante il brano sia famosissimo, la sua genesi non è per nulla chiara e tuttora ci sono dubbi su quando e dove sia stato composto. L'autore è il celebre compositore Irving Berlin, ebreo russo nato nel 1888 nella città siberiana di Tjumen' con il nome di Israel Beilin e trasferitosi a New York all'età di cinque anni. Berlin divenne americano nel 1916 e fu anche arruolato nell'esercito per la prima guerra mondiale.<br /><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgINXMNMZ5NQQKQo3VAlBfhLhuGFJxcMUhBMyXhhnIV4KkbR_wbQTn3N4UXb59NR22oajR5Y-Y5kLNL0I4wLDyrSZEiEOK9W46kNHcs386i1U5_Ape3doXUKURATaqj07NRqCi9iE8LR3kIvF9pmSzqD81a6G_ozs_ah4wUCM9C3AGvm13N7reKLt93/s1600/GettyImages-1296904202-copy.webp" style="display: block; margin-left: auto; margin-right: auto; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="376" data-original-width="668" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgINXMNMZ5NQQKQo3VAlBfhLhuGFJxcMUhBMyXhhnIV4KkbR_wbQTn3N4UXb59NR22oajR5Y-Y5kLNL0I4wLDyrSZEiEOK9W46kNHcs386i1U5_Ape3doXUKURATaqj07NRqCi9iE8LR3kIvF9pmSzqD81a6G_ozs_ah4wUCM9C3AGvm13N7reKLt93/s1600/GettyImages-1296904202-copy.webp" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ivring Berlin e Bing Crosby</td></tr></tbody></table>
<br />
Berlin scrisse <i>White Christmas</i> per un musical di Broadway sulle vacanze invernali in America che però non vide mai la luce. Su questo dettagli concordano sia la figlia di Berlin, Linda Emmet, interpellata sul tema <a href="https://www.npr.org/2000/12/25/1116021/white-christmas">dal network NPR</a>, sia il giornalista Jody Rosen che nel 2002 scrisse il volume <i>White Christmas: The Story of an American Song</i>. Su quando l'autore iniziò a stendere il brano non c'è però unità di pareri: secondo la figlia questo avvenne tra il 1938 e il 1939, mentre Rosen ritiene più probabile che Berlin abbia iniziato a scriverla nel 1937 mente si trovava in California lontano dalla famiglia per lavorare al film <i>Alexander's Ragtime Band</i> (noto in Italia con il titolo <i>La Grande Strada Bianca</i>).<br />
<br />
In ogni caso Berlin non completò la scrittura del brano in California, ma ne scrisse solo una bozza. Il lavoro venne poi completato in altri luoghi tra cui l'hotel Arizona Biltmore a Phoenix, che <a href="https://web.archive.org/web/20140813101126/http://arizonabiltmore.com/About/History.aspx">riportava sul proprio sito</a> che Berlin scrisse la canzone seduto a una delle sue piscine; secondo la ricostruzione di Rosen parte del brano fu scritto anche nella residenza di famiglia sui monti Catskill nello stato di New York.<br />
<br /><i>White Christmas</i> fu cantata per la prima volta da Bing Crosby nel programma radiofonico <i>The Kraft Music Hall</i> la notte di Natale del 1941, quando il senso patriottico americano era molto alto per via dell'attacco a Pearl Harbor avvenuto poche settimane prima. La canzone fu stampata su disco nel luglio successivo nella colonna sonora del film <i>Holiday Inn</i> (noto in Italia come <i>La Taverna dell'Allegria</i>), film nato dall'idea del musical abbandonato per il quale il pezzo era stato scritto, dove venne cantata ancora da Bing Crosby che ne era anche il protagonista. Sulle prime il brano non ebbe grande successo, venendo oscurato dalla notorietà di <i>Be Careful, It's My Heart</i> tratto dallo stesso film e cantanta anch'essa da Crosby, tuttavia <i>White Christmas</i> balzò in vetta alla classifica dei dischi più venduti già nell'ottobre del 1942 e vi rimase per più di tre mesi.<br /><br /><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_ltqm4Q7QygRXHY06Zaazpy8uSmlEMjFfgLtBq9iMpYPXVX_orKFHoWYyxLPavJEoY3I2yDOzx3omnL8CL7684T_EkkzuNKzlL_ZXnFbW6r4D6fpQA3qyUkyKJA1XtRKOf9hA353D_nSqJjm_ZMu0aqbVeUY25ZNg6ff5TBoA4i-UkI3_K6BoaDLi/s1600/71yp0zgB0tL._AC_SL1178_.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1178" data-original-width="1170" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_ltqm4Q7QygRXHY06Zaazpy8uSmlEMjFfgLtBq9iMpYPXVX_orKFHoWYyxLPavJEoY3I2yDOzx3omnL8CL7684T_EkkzuNKzlL_ZXnFbW6r4D6fpQA3qyUkyKJA1XtRKOf9hA353D_nSqJjm_ZMu0aqbVeUY25ZNg6ff5TBoA4i-UkI3_K6BoaDLi/s1600/71yp0zgB0tL._AC_SL1178_.jpg" /></a></div>
<br />
Il testo del brano parla del Natale da un punto di vista sociale, senza particolari riferimenti religiosi, e Linda Emmit sostiene che il padre fosse particolarmente affezionato a questi aspetti perché erano una parte della cultura americana che amava in modo speciale, soprattutto considerando che per via delle sue origini povere non festeggiava il Natale nella natia Russia. Tuttavia il testo che siamo abituati a sentire, che inizia con <i>I'm dreaming of a white Christmas</i>, non è quello completo e originale. Ne esiste infatti una versione estesa, che venne cantata per la prima volta dallo stesso <a href="https://www.youtube.com/watch?v=Hr1kITD4X6U">Bing Crosby nel 1968</a> che inizia con:
<blockquote><i>The sun is shining, the grass is green<br />
The orange and palm trees sway<br />
There’s never been such a day<br />
In Beverly Hills, L. A.<br />
But it’s December the 24th<br />
And I am longing to be up north….<br />
I’m dreaming of a white Christmas…<br /></i>
</blockquote>Questi versi aggiuntivi descrivono l'ambiente della California dove la prima stesura del brano prese forma, sottolineando come in origine il testo era il lamento di un uomo che doveva passare il Natale lontano dalla famiglia per impegni di lavoro.<br />
<br /><i>
White Christmas</i> assunse da subito un valore patriottico anche perché veniva trasmessa sulla radio dell'esercito degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale così che i soldati impegnati all'estero potessero sentirsi parte delle celebrazioni in patria. Il brano venne analogamente utilizzato negli anni 70 quando le truppe americane erano impegnate in Vietnam.<br />
<br />
Dal 1941 ad oggi <i>White Christmas</i> vanta innumerevoli cover, da quelle classiche di Dean Martin, Elvis Presley e Frank Sinatra fino a quelle hard rock più moderne dei Twisted Sister o dei Queensrÿche.<br />
<br />
Molte fonti, tra cui il libro di Rose, riportano che quando Irvin Berlin disse a uno dei suoi collaboratori <i>I just wrote the best song I've ever written - heck, I just wrote the best song that anybody's ever written!</i> (<i>Ho appena scritto la migliore canzone che abbia mai scritto - anzi no, ho scritto la migliore canzone che chiunque abbia mai scritto!</i>). Il fatto che oggi, a distanza di oltre ottant'anni, <i>White Christmas</i> sia il singolo più venduto di ogni tempo conferma che quel giorno il suo autore aveva ragione.<br /><br /><br />
<i>Fonti:
<ul>
<li>"Astaire Dancing – The Musical Films" di John Mueller</li>
<li>"White Christmas: The Story of a Song" di Jody Rosed</li>
<li><a href="http://www.hymnsandcarolsofchristmas.com/Hymns_and_Carols/white_christmas.htm">The Hymns and Carols of Christmas</a></li>
<li><a href="https://www.wsj.com/articles/SB10001424052748703499404574561734246276554">The Wall Street Journal</a></li>
<li><a href="https://www.broadwayworld.com/article/Anatomy-of-a-Showtune-Irving-Berlins-White-Christmas-20161224">Broadway World</a></li>
<li><a href="https://americacomesalive.com/white-christmas-the-story-behind-the-song/">America Comes Alive</a></li>
<li><a href="https://web.archive.org/web/20040313102838/http://www.kcmetro.cc.mo.us/~crosby/whitxmas.htm">The Bing Crosby Internet Museum</a></li>
</ul>
</i>Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-65066878839008541682022-12-17T10:49:00.003+01:002022-12-17T11:00:59.691+01:00Raskasta Joulua - Viides adventti<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghqjZfynLGV_TmnjHVdulJsuLwEB7ywQW6BV-diB63ZjT3b-7bmvlflhqDdwrBYMLlFir3QQ_DwglJbE266uGhWBEgreJjgMiX8-IFepo7CCFppU61jG8s2YKlGc07PdPlEsAGVwcWb4PDpqSyb98nY3tAHaKFOaI4ByxVdSkvuIM2ZuCUHH89s91W/s1600/brs-raskasta-joulua-viides-adventti_1800x1800.webp" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="728" data-original-width="701" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghqjZfynLGV_TmnjHVdulJsuLwEB7ywQW6BV-diB63ZjT3b-7bmvlflhqDdwrBYMLlFir3QQ_DwglJbE266uGhWBEgreJjgMiX8-IFepo7CCFppU61jG8s2YKlGc07PdPlEsAGVwcWb4PDpqSyb98nY3tAHaKFOaI4ByxVdSkvuIM2ZuCUHH89s91W/s1600/brs-raskasta-joulua-viides-adventti_1800x1800.webp" /></a></div><br />
A cinque anni dall'ultimo album <i>Raskasta Joulua IV</i> torna lo straordinario combo dei Raskasta Joulua, superguppo formato dai migliori interpreti del symphonic metal finlandese che dal 2004 compone album di musica natalizia reinterpretata nel loro stile.<br />
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Il nuovo album è intitolato <i>Viides Adventti</i> ed è composto da dieci pezzi che si aprono con il celeberrimo canto del sedicesimo secolo <i>Gaudete</i> eseguito solo dal coro e qui realizzato in un inedito mash-up con <i>We Wish You a Merry Christmas</i>. Il disco si snoda poi principalmente tra brani della tradizione locale, poco noti al di fuori della Finlandia stessa, interpretati da vocalist di eccezione del calibro Marko Hietala, ex bassista dei Nightwish, Elize Ryd degli Amaranthe, Juha-Pekka Leppäluoto, Noora Louhimo dei Battle Beast, Tony Kakko dei Sonata Artica e Tommy Karevik vocalist dei Seventh Wonder e dei Kamelot. Tra i pezzi finlandesi spiccano la magnoliquente <i>Vinter</i> interpretata da Elize Ryd e Tommy Karevik con atmosfere da power ballad ottantiana e la potente <i>Jouluun Uskotaan</i> cantata da Pekka Heino con la sua voce distintiva in stile AOR.<br />
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Tra i brani celebri troviamo <i>Avaruus</i>, adattamento di <i>Walking in the Air</i> dal film <i>The Snowman</i> del 1982 cantata da Nora Louhimo con il testo realizzato per l'album <i>Joulusydän</i> del giornalista e presentatore Timo Torsti Antero Mikkonen che nel 1989 realizzò un album di cover in finlandese di canti natalizi, e <i>Kyllä Pukki Tietää</i>, adattamento finlandese di <i>Run Rudolph Run</i> di Chuck Berry cantata da JP Leppäluoto e Ilja Jalkanen. Chiudono il disco due pezzi cantanti da tutti i vocalist del disco che sono anche i più celebri e facili da apprezzare al primo ascolto, quali <i>Stars</i> realizzata nel 1985 dal supergruppo metal Hear 'n Aid capitanato di Ronnie James Dio, Jimmy Bain e Vivian Campbell, e una traduzione in finlandese di <i>Silent Lucidity</i> dei Queensrÿche realizzata apposta per quest'album con il titolo di <i>Kehtolaulu</i>.<br /><br /><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1WG9hOj6haRBWVkc_4_jNOafbagIJ4dkxx8uEu_JfcvtLgdn9qqBqBclj4VOPFq5I7p_FZl4_Uv8-VGAOx6mhm_36ybZ0LMoEK6ftKEalkN1nuZeK8lyU1-YqbPqzkSP3eIyv6qCd59bLhFtnuktZvt4OZLL8csMJORE6lrIHrzISGZVdzmM01vYJ/s1600/316550566_709210530565064_5209800414266160191_n.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="360" data-original-width="820" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1WG9hOj6haRBWVkc_4_jNOafbagIJ4dkxx8uEu_JfcvtLgdn9qqBqBclj4VOPFq5I7p_FZl4_Uv8-VGAOx6mhm_36ybZ0LMoEK6ftKEalkN1nuZeK8lyU1-YqbPqzkSP3eIyv6qCd59bLhFtnuktZvt4OZLL8csMJORE6lrIHrzISGZVdzmM01vYJ/s1600/316550566_709210530565064_5209800414266160191_n.jpg" /></a></div>
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Parallelamente all'uscita dell'album i Raskasta Joulua hanno anche quest'anno intrapreso la loro tournée in Finlandia, come accade durante ogni stagione natalizia, nella quale portano nelle arene queste ottime reinterpretazioni di classici che mischiano tradizione e modernità come solo questo <i>dream team</i> del metal sa fare. <i>Viides adventti</i>, così come le precedenti opere in studio dei Raskasta Joulua, regala un'ora di ottima musica interpretata dai migliori vocalist del panorama symphonic metal del mondo, che può dare un tocco diverso alle feste di Natale di chi ama il metal e di chi ama i classici.Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-3906129477293901172022-12-07T12:42:00.002+01:002022-12-07T12:42:31.344+01:00Storia di Thank God it's Christmas dei Queen<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrvJ8g_JSoDg0NQA6GlNK2ptuIuIq2Tmp9Yj0lM9L1o4TG08tzgj92Vu1TBeUblhEjKp4h0_nW8EjdgWL92VkMKeJljKRORHyny5EwL0W_29o3i-hN6PLSNV5nbq3_9TcEMAw7oASxAkHm9c_S1KO7r1YPFKa4NL1yd1bRQ6pKsm2NRGXbSux2fYnl/s1600/71gq1sEgY3L._AC_SL1025_.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" data-original-height="1025" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrvJ8g_JSoDg0NQA6GlNK2ptuIuIq2Tmp9Yj0lM9L1o4TG08tzgj92Vu1TBeUblhEjKp4h0_nW8EjdgWL92VkMKeJljKRORHyny5EwL0W_29o3i-hN6PLSNV5nbq3_9TcEMAw7oASxAkHm9c_S1KO7r1YPFKa4NL1yd1bRQ6pKsm2NRGXbSux2fYnl/s1600/71gq1sEgY3L._AC_SL1025_.jpg"/></a></div>
<br /><br /><i>Thank God it's Christmas</i> del 1984 è l'unico singolo natalizio che i Queen abbiano realizzato nella loro ventennale discografia. La genesi del brano è forse poco nota ed è stata raccontata da Brian May in un'intervista del 1997 riportata nel volume <i>Queen: Complete Works</i> dell'autore americano Georg Purvis.<br />
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L'idea di realizzare un singolo natalizio venne a Brian May e Roger Taylor nell'estate del 1984 dopo la pubblicazione dell'album <i>The Works</i> e prima di partire per il tour che li avrebbe portati in Europa, Asia, Sud America e Oceania. Roger e Brian si trovarono per comporre la canzone e arrivarono entrambi con una proposta, alla fine decisero che la migliore era quella realizzata da Taylor e la composizione di May finì per essere riutilizzata per la bellissima e gioiosa <i>I Dream of Christmas</i> di Anita Dobson, che nel 2000 sarebbe diventata la moglie di Brian May. Il testo di <i>Thank God It's Christmas</i> era anche abbastanza atipico per un canto di Natale, visto che parla del periodo di riposo delle festività natalizie a seguito di un anno di lavoro intenso.<br />
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<a href="https://ultimateclassicrock.com/queen-thank-god-its-christmas/">May aiutò dapprima Taylor</a> a completare la scrittura del brano aggiungendo il ritornello che mancava alla stesura originale, quindi insieme a John Deacon registrarono la base musicale a Londra nel luglio del 1984. Non è altrettanto chiaro dove Freddie Mercury abbia registrato la parte vocale. May disse nell'intervista citata che Freddie registrò la sua parte a Montreux, mentre il sito <a href="http://www.queenpedia.com/index.php?title=Thank_God_It%27s_Christmas">Queenpedia</a> scrive che Freddie incise la linea vocale a Monaco di Baviera dove si trovava per la registrazione del suo album solista <i>Mr. Bad Guy</i> che effettivamente fu realizzato nella città tedesca in quei mesi.<br />
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Il singolo uscì il 27 novembre del 1984 avendo come B-side <i>Man on the Prowl</i> e <i>Keep Passing the Open Windows</i> tratte da <i>The Works</i>. <i>Thank God it's Christmas</i> rimase in classifica nel Regno Unito fino al gennaio del 1985, ma si fermò al numero 21 e negli USA non venne stampato del tutto. Il pezzo soffrì infatti una terribile concorrenza, quella di essere uscito nello stesso anno di <i>Do They Know It's Christmas?</i> che vista la lineup leggendaria poteva godere di un consenso ben più ampio. Inoltre del brano dei Queen all'epoca non fu realizzato un video, impedendo così che potesse essere diffusa in televisione; <a href="https://www.youtube.com/watch?v=EIfZXSXRsYI">l'unico video</a> venne realizzato nel 2019, ben 35 anni dopo, e mostra delle persone che si godono le feste nelle loro case in una notte innevata. <i>Thank God it's Christmas</i> dovette attendere ancora qualche anno per raggiungere un maggior successo, ad esempio quando nel 1995 fu ristampata come B-side di <i>A Winter's Tale</i> dall'album postumo <i>Made in Heaven</i>. Da allora è stata inserita nella compilation <i>Greatest Hits III</i> del 1999 e come bonus track nella versione rimasterizzata di <i>The Works</i> del 2011.<br />
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<i>Thank God it's Christmas</i> non ebbe quindi da subito la notorietà che merita, anche se oggi grazie anche alla rinnovata popolarità della band dovuta al biopic <i>Bohemian Rhapsody</i> è stata riscoperta ed è considerata a pieno titolo uno dei "classici moderni" della musica natalizia.Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-9744748664534412112022-11-15T22:27:00.003+01:002023-01-30T13:01:51.483+01:00Intervista all'ex detective della polizia di Los Angeles Greg KadingGreg Kading, ex dectective della polizia di Los Angeles, ha guidato la task force che investigò sull'omicidio di Notorious BIG. Per parlare dei dettagli dell'indagine, Greg ha accettato la nostra proposta di un'intervista che offriamo di seguito ai nostri lettori.<br />
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L'intervista è disponibile solo in inglese.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe class="BLOG_video_class" allowfullscreen="" youtube-src-id="rE2KmPI_Dmc" width="400" height="322" src="https://www.youtube.com/embed/rE2KmPI_Dmc"></iframe></div>Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-67361012379347571112022-11-12T09:34:00.001+01:002022-11-12T09:35:42.199+01:00Intervista a Jane Odintsova degli Imperial AgePer parlare del loro più recente album <i>New World</i>, uscito lo scorso settembre, la vocalist degli Imperial Age Jane Odintsova ha accettato la nostra proposta di un'intervista che offriamo di seguito ai nostri lettori.<br />
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L'intervista è disponibile solo in inglese.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="322" src="https://www.youtube.com/embed/NRrH37itoGo" width="400" youtube-src-id="NRrH37itoGo"></iframe></div><br />Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-12978916246642874692022-10-14T22:48:00.001+02:002023-02-08T10:38:02.031+01:00Xandria + Visions of Atlantis - Milano, 13/10/2022Questo concerto era inizialmente previsto per settembre del 2020 e anche allora avevo deciso che ci sarei andato, perché dopo aver visto <a href="http://125esimastrada.blogspot.com/2020/02/visions-of-atlantis-wanderers-tour.html">i Visions of Atlantis al Dadga</a> di Retorbido sapevo che non avrei potuto perdermi altre loro date live nelle vicinanze. Purtroppo la pandemia ha costretto la band a posticipare di due anni, ma almeno il ritardo ha consentito di arricchire il piatto perché nel frattempo gli Xandria si sono rimessi al lavoro con una cantante nuova e le due band hanno unito le forze partendo per questo tour insieme.<br /><br /><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge0cXMbqPbjNK_151dvgNdbbNsO2dI2t3_QWa2zJV2D5WAnQSHM8EvbvpTiBnEAiwtDL3QX2nROaHrl_eG2hQ6HoQiPo3bPBIOm-wvROyJCm6-i1SvZr9tnv8hoAVsQPTIQjJuimJbTGCUD1oGydTzoRO-tNQs_QkMrqHw65dE9e2DD66rPsRBtDgP/s1600/311312392_3420049528223028_6126272474190303934_n.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="811" data-original-width="1440" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge0cXMbqPbjNK_151dvgNdbbNsO2dI2t3_QWa2zJV2D5WAnQSHM8EvbvpTiBnEAiwtDL3QX2nROaHrl_eG2hQ6HoQiPo3bPBIOm-wvROyJCm6-i1SvZr9tnv8hoAVsQPTIQjJuimJbTGCUD1oGydTzoRO-tNQs_QkMrqHw65dE9e2DD66rPsRBtDgP/s1600/311312392_3420049528223028_6126272474190303934_n.jpg" /></a></div>
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La nuova data è il 13 ottobre 2022, la location è la stessa della pianificazione originale: il Legend di Milano che è uno di quei locali in cui funziona praticamente tutto, essendo in periferia quanto basta da non dover attraversare il traffico metropolitano, con un parcheggio poco distante e il bar appena fuori. Purtroppo mi perdo l'apertura dei Ye Banished Privateers perché essendo una giornata di lavoro non riesco ad arrivare in tempo, ma arrivo con anticipo per gli Xandria che con Ambre Vourvahis dimostrano subito di avere ancora intatta la propria potenza di fuoco. La band esegue i tre brani scritti e realizzati con la cantante nuova, uno dei quali intitolato <i>Ghosts</i> è ancora inedito, e completa la propria esibizione con pezzi tratti da tutta la loro discografia da <i>Ravenheart</i> fino a <i>Death to The Holy</i> dall'ultimo album <i>Theater of Dimensions</i>. Ambre, che si muove sul palco con la sicurezza di una diva di lunga esperienza, si confronta quindi con le tre vocalist che l'hanno preceduta e ne esce a testa altissima mostrando carisma e una notevole capacità di passare dal growl, al canto tradizionale alla lirica con una disinvoltura incredibile.<br /><br /><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9CYlvawd36bheL1JdtgMfYcG5-CH-WD7BkJJT-AZ92E4GdTHSdBeR5xsoX1E9gWuI2d65s4Q19QKX4T4CcZrxfubNtG2x_QACdcILxRHNKedUS_mig_joi0399IvaeMTGXiI3V6Q-kCBnxjOH1OKjHwt90pi7PFSSqyC1DwqR42hWtsKaswwJGI6-/s1600/20221013_210631.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="3000" data-original-width="4000" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9CYlvawd36bheL1JdtgMfYcG5-CH-WD7BkJJT-AZ92E4GdTHSdBeR5xsoX1E9gWuI2d65s4Q19QKX4T4CcZrxfubNtG2x_QACdcILxRHNKedUS_mig_joi0399IvaeMTGXiI3V6Q-kCBnxjOH1OKjHwt90pi7PFSSqyC1DwqR42hWtsKaswwJGI6-/s1600/20221013_210631.jpg" /></a></div>
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Poco dopo la band tedesca, salgono sul palco i Visions of Atlantis e se possibile l'asticella si alza ancora. La band apre la propria performance con <i>Master the Hurricane</i> e i due vocalist, Clémentine Delauney e Michele Guaitoli, dimostrano subito che la loro intesa è sempre più solida mentre si alternano e duettano mostrando un'amalgama perfetta. La scaletta prevede otto pezzi dall'ultimo album <i>Pirates</i> e il tema piratesco e del viaggio che combina speranza e incertezza contraddistingue ogni cosa: dall'abbigliamento della band, all'ambientazione, all'introduzione dei pezzi con cui i due vocalist raccontano le storie dietro a ciascuna delle loro canzoni. Questa volta però si nota qualcosa di diverso, mentre Michele in forma straripante dialoga con il pubblico in italiano non traspare solo la passione per la musica ma anche la gioia di poter tornare alla normalità dopo due anni terribili. La positività che la band vuole esprimere sprizza da ogni gesto; il sorriso non manca mai, Clémentine scherza lanciando tra il pubblico il cappello da pirata di Michele e lo stesso Michele dice chiaro che questo non è un concerto ma una festa quando invita il pubblico a saltare durante l'esecuzione di <i>Melancholy Angel</i>. Ovviamente tutti seguiamo l'invito e mentre salto e canto con loro mi viene un dubbio: ma come fa Clémentine a passare al registro lirico mentre salta?<br /><br /><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOKkX4YJb9INu3AwV-96mURguLGVuD2039e1m-qjdqvNPK0nMB8TiQGJZlfkuH1Um2N1Bw-2DS3XIMhuDkUE0i0VdyktcFy7EtNpaQNbmzKoGUiNm6nzvGLV7ET6q-Q-7q9dthKgsz1cmOV95g8yvZYSWJp7hFMfrjTD1ZjnrDtliulNMiA1h6Tj5j/s1600/20221013_220417.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="3000" data-original-width="4000" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOKkX4YJb9INu3AwV-96mURguLGVuD2039e1m-qjdqvNPK0nMB8TiQGJZlfkuH1Um2N1Bw-2DS3XIMhuDkUE0i0VdyktcFy7EtNpaQNbmzKoGUiNm6nzvGLV7ET6q-Q-7q9dthKgsz1cmOV95g8yvZYSWJp7hFMfrjTD1ZjnrDtliulNMiA1h6Tj5j/s1600/20221013_220417.jpg" /></a></div>
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Quando Clem annuncia che siamo giunti all'ultima canzone guardo l'orologio perché non ci credo, mi sembra che dall'inizio siano passati dieci minuti e invece devo riconoscere che la band suona da un'ora e mezza. Sarà che ho divorato <i>Pirates</i> e lo so a memoria, ma questo concerto è davvero volato. Lo show si chiude con <i>Pirates Will Return</i> e <i>Legion of the Seas</i>, ma anche quando si spengono le luci non c'è una gran fretta di andare a casa e la scelta è vincente perché la band di ferma a bere qualcosa di fresco con il pubblico e Michele e il chitarrista Christian Douscha sono anche ben disponibili per chi vuole fare una foto con loro.<br />
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La serata a questo punto volge al termine davvero, ma quello che resta mentre riprendiamo l'autostrada con <i>Pirates</i> nell'autoradio è una sensazione di positività che dopo un concerto non si respirava da tempo, perché la gioia che la band ha voluto trasmetterci ci ha coinvolto in pieno e ce la portiamo a casa. Ed è quello che serve per riprendere il mondo come lo conoscevamo. E alla fine non resta che ringraziare chi ha reso possibile tutto questo.<br />
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Grazie Xandria, grazie Visions of Atlantis e grazie Legend. Grazie a tutti.Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-26724243976363015502022-09-28T09:10:00.003+02:002022-09-28T09:10:59.735+02:00Omicidio di Tupac: intervista a Chris Carroll, il primo poliziotto che intervenne sulla scena dopo la sparatoriaÈ disponibile sul mio canale YouTube un'intervista a Chris Carroll, ex sergente della polizia di Las Vegas che intervenne sulla scena dopo la sparatoria che portò alla morte di Tupac Shakur avvenuta il 7 settembre del 1996.<br />
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L'intervista è disponibile solo in inglese.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe class="BLOG_video_class" allowfullscreen="" youtube-src-id="CRsGZYAunmg" width="400" height="322" src="https://www.youtube.com/embed/CRsGZYAunmg"></iframe></div>Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-90633692180076717402022-08-30T15:57:00.003+02:002022-08-31T10:52:46.147+02:00Sui luoghi dell'omicidio di Tupac Shakur<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRz97K1MjEdqo5OfzcCoddHpV5KdGfNpr1_0clQcE2qtFI-FonoURJtBPmNH5sZXhwc1b-6k_a1XIIm95xa9XORcViDldBrZXwPloHpnVI4AIixKixptSBMgVbd7ANpvBq4Iwd7Sy4kj1O0m306A7-JCm2pdZ34iLRukW3aqFPAxMXoMx163Y4F0D1/s1600/Tupac.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="621" data-original-width="1104" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRz97K1MjEdqo5OfzcCoddHpV5KdGfNpr1_0clQcE2qtFI-FonoURJtBPmNH5sZXhwc1b-6k_a1XIIm95xa9XORcViDldBrZXwPloHpnVI4AIixKixptSBMgVbd7ANpvBq4Iwd7Sy4kj1O0m306A7-JCm2pdZ34iLRukW3aqFPAxMXoMx163Y4F0D1/s1600/Tupac.jpg" /></a></div>
<br />Finalmente, dopo due anni di rinvio dovuti alla pandemia, sono riuscito a fare il tanto atteso viaggio americano che aveva Las Vegas come prima tappa. Non ci ero mai stato e forse, tutto sommato, ho scelto il periodo migliore visto che tante delle caratteristiche di questa città del deserto sono nate negli ultimi anni, come la presenza di due squadre in altrettante leghe sportive professionistiche le cui pubblicità si vedono praticamente ovunque: i Vegas Golden Knights della NHL e i Las Vegas Raiders della NFL trasferitisi nel 2019 da Oakland alla più grande città del Nevada. Trovandomi a Las Vegas, era inevitabile andare a vedere i luoghi in cui il 7 settembre del 1996 si svolse la sparatoria in seguito alla quale Tupac Shakur perse la vita a venticinque anni.<br /><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirgdH93aq_AEOH3OnsTCLVEM56U_WE1mTla-oN8GMJeycfuzL9a_HHyhpK2z0aHLzWBLn4vtGt2-EsI7_5K106vlBznxYJcT_vxZSdggu0Xr7uFP4Cym9gWEMiWhJ2T5bTQwjbF1HVDaCdvCFGc4Xde5nrX1KLLPwcoEZ_ANRFKFgALaAMYz-QpXu-/s1600/IMG_3018.JPG" style="display: block; margin-left: auto; margin-right: auto; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="3000" data-original-width="4000" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirgdH93aq_AEOH3OnsTCLVEM56U_WE1mTla-oN8GMJeycfuzL9a_HHyhpK2z0aHLzWBLn4vtGt2-EsI7_5K106vlBznxYJcT_vxZSdggu0Xr7uFP4Cym9gWEMiWhJ2T5bTQwjbF1HVDaCdvCFGc4Xde5nrX1KLLPwcoEZ_ANRFKFgALaAMYz-QpXu-/s1600/IMG_3018.JPG" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'incrocio tra Koval Lane e Flamingo Road</td></tr></tbody></table>
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Il punto principale è ovviamente l'incrocio tra Koval Lane e Flamingo Road, quello in cui la misteriosa Cadillac bianca affiancò sulla destra la BMW di Suge Knight e dove l'assassino seduto sul sedile posteriore sinistro esplose vari colpi di pistola in direzione di Tupac Shakur che si trovava sul sedile anteriore destro della BMW. Dapprima ho tentato di andarci dopo cena, verso le 23, percorrendo Harmon Avenue, ma la zona non sembrava raccomandabile a quell'ora con il buio e quindi ho abbandonato l'intento. Ho ritentato il giorno dopo con la luce del sole e percorrendo Flamingo Road anziché Harmon Avenue. Flamingo Road, superati i primi alberghi più vicini a Las Vegas Strip, non mi ha dato l'impressione di essere particolarmente più sicura di Harmon Avenue con il buio, ma di giorno era sicuramente praticabile e mi ha dato la possibilità di avvicinarmi all'incrocio seguendo proprio il percorso di Suge e Tupac.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD_6g8nHr4nX7gaws4BwyxD5M7tXPOXEgtbbHnK06IsSG_16cLMiYbxIisZnivpkzgNBFQaWy-BaFEFq95DIyU4Rd9W8lblmypOdqFzNxE11gwvk9VGw6-D6YFOKCNVmGeeVbvHBiIuOgvs-XTLw3_YIQdtJHfgNlDaHAg4ApJIft4obq2oTKixtEC/s4000/IMG_3019.JPG" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="3000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD_6g8nHr4nX7gaws4BwyxD5M7tXPOXEgtbbHnK06IsSG_16cLMiYbxIisZnivpkzgNBFQaWy-BaFEFq95DIyU4Rd9W8lblmypOdqFzNxE11gwvk9VGw6-D6YFOKCNVmGeeVbvHBiIuOgvs-XTLw3_YIQdtJHfgNlDaHAg4ApJIft4obq2oTKixtEC/s320/IMG_3019.JPG" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il memoriale su Flamingo Road</td></tr></tbody></table>L'incrocio con Koval Lane oggi è un semplice incrocio di due strade trafficate se non fosse per un memoriale, del tutto spontaneo e non ufficiale, nato dalle scritte e dai disegni lasciati dai fan negli oltre venticinque anni trascorsi dalla notte della sparatoria su un palo della luce di Flamingo Road.<br />
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Dopo la sparatoria la BMW guidata da Suge Knight fece inversione per tornare verso Las Vegas Strip, in direzione dell'ospedale, e si fermò all'incrocio con Harmon Avenue davanti all'Hotel Bellagio a causa di ben tre gomme bucate, e fu lì che la polizia della città riuscì a intervenire. Dopo aver visto l'incrocio tra Koval e Flamingo, avevo appuntamento per cena con Chris Carroll, l'ex sergente della polizia che fu il primo a intervenire in bici quando l'auto di fermò. Durante la cena, a base della migliore carne e del miglior vino che si possano trovare a Las Vegas, l'argomento di Tupac è uscito varie volte nella conversazione e Chris mi ha confermato molte cose emerse <a href="http://125esimastrada.blogspot.com/2020/01/omicidio-di-tupac-shakur-intervista.html">nell'intervista</a> che mi rilasciò due anni fa. Ad esempio mi raccontò che le prime parole che gli rivolse Tupac furono <i>Fuck You</i>, che sulle prime fu costretto ad allontanare Suge Knight anche minacciandolo in quanto non sapeva chi fosse e poiché in quella circostanza poteva rappresentare un pericolo, o che la guardia del corpo Frank Alexander non era presente sulla scena e che i racconti da lui proposti tra il 1995 e il 2013 (anno del suo suicidio) sono in ottima parte frutto di fantasia.<br /><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZPdQF-jgiBxelkQ6OmVfRa5ZXumJuMq3fGAKbZD75q_u2hSbq0RNC2iI08IpyDoe4_h8jSW8Pfji-lKFe1H66g62QfWOYn7TKDW9Nei9SuSKvfp2wXdXTUc-mjaPLhSx_guBozOr6D4gL51Ts_MBnhoCp1K4eTiZhQ1pDBtMzF3G0s97ykb95lA3w/s1600/297424229_2036668179861710_9060322401372171314_n.jpg" style="display: block; margin-left: auto; margin-right: auto; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="399" data-original-width="527" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZPdQF-jgiBxelkQ6OmVfRa5ZXumJuMq3fGAKbZD75q_u2hSbq0RNC2iI08IpyDoe4_h8jSW8Pfji-lKFe1H66g62QfWOYn7TKDW9Nei9SuSKvfp2wXdXTUc-mjaPLhSx_guBozOr6D4gL51Ts_MBnhoCp1K4eTiZhQ1pDBtMzF3G0s97ykb95lA3w/s1600/297424229_2036668179861710_9060322401372171314_n.jpg" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Io e Chris Carroll dopo la nostra cena a Las Vegas</td></tr></tbody></table>
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Il dettaglio più importante del racconto di Chris riguarda ovviamente l'autore dell'omicidio: secondo l'ex poliziotto si tratta del gangster Orlando Anderson, cui cui Tupac ebbe uno scontro fisico all'MGM Grand dopo l'incontro tra Mike Tyson e Bruce Seldon poche ore prima della sparatoria. Anderson è morto nel 1998 in un omicidio legato alle rivalità tra gang, slegato dalla morte di Tupac, e questo ha in qualche modo chiuso i conti.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlD1v6aBEmURjWHH7AAqJUxOhaTgeoa-DGn7pDYS0NteyBqX6qO57KCsL3gqEkCzpDddYBG-t4VKE9RQyDZKaH_zmFcg5Q7dmq5wDCG6xM1iuZ3jjU_M0qrajDekiHmgkf_EEE54boo1tlVv437B_cYom7QTx7FlPAwqcWruXxL2X9wzHYH9FoRVkP/s4000/IMG_3223.JPG" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="3000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlD1v6aBEmURjWHH7AAqJUxOhaTgeoa-DGn7pDYS0NteyBqX6qO57KCsL3gqEkCzpDddYBG-t4VKE9RQyDZKaH_zmFcg5Q7dmq5wDCG6xM1iuZ3jjU_M0qrajDekiHmgkf_EEE54boo1tlVv437B_cYom7QTx7FlPAwqcWruXxL2X9wzHYH9FoRVkP/s320/IMG_3223.JPG" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il 723 della 7th Avenue</td></tr></tbody></table>Una delle tappe successive del viaggio è stata New York e il mio albergo era a pochi isolati da dove Tupac subì un'altra sparatoria a seguito di un tentativo di rapina nel 1994. L'aggressione avvenne nella lobby del decimo piano del numero 723 della Settima Avenue, poco distante da Times Square, sede dei Quad Studios dove il rapper si trovava per registrare alcune strofe per un mixtape dell'amico Ron G. Due uomini in tenuta militare obbligarono Tupac e i suoi amici a stendersi a terra e derubarono il rapper della sua gioielleria, Tupac tentò di ribellarsi ed estrarre la Beretta che aveva con sé e gli aggressori gli spararono cinque colpi di pistola. Tupac incolpò Puff Daddy e Notorious BIG di essere i mandanti dell'aggressione e l'evento avviò l'escalation di tensione che culminò nell'omicidio dello stesso Tupac e in quello di Notorious. Ho potuto vedere il luogo della sparatoria solo da fuori, dal livello della strada, perché essendo uffici privati non è consentito entrare. Ho anche incontrato un ragazzo che usciva dallo stabile portando con sé altoparlanti e strumenti musicali, indice che proveniva proprio dai Quad Studios, a cui ho chiesto se fosse possibile entrare, ma purtroppo mi rispose di no. Ebbi un'esperienza simile cinque anni prima, quando provai ad entrare nell'edifico di Merrick Boulevard del quartiere di Jamaica, nel Queens, dove fu ucciso nel 2002 il DJ dei Run DMC Jam Master Jay trovando la porta chiusa (e quella volta non c'era nessuno a cui chiedere).<br />
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Purtroppo di posti da andare a vedere ce ne sarebbero stati altri, come l'MGM Grand o l'incrocio tra Wilshire Boulevard e South Fairfax Avenue a Los Angeles (anch'essa tappa del viaggio) dove fu ucciso Notorious B.I.G, ma questa volta ne è mancato il tempo. Sarà per il prossimo giro sulla West Coast, perché spesso per capire l'arte di personaggi singolari come Tupac Shakur è necessario vedere anche i luoghi dove il loro cammino ha incontrato una drammatica fine.Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7290300508581649983.post-79531340573222336402022-07-21T16:05:00.002+02:002022-07-21T18:21:00.249+02:00Max Pezzali e gli anni 90Dopo il concerto a San Siro dello scorso 16 luglio molte testate musicali e generaliste hanno dedicato almeno un articolo a celebrare Max Pezzali, dapprima voce degli 883 e poi cantante solista, come icona e alfiere degli anni 90. Quello che scrivono i giornali è sicuramente corretto e il cantante pavese ha dei grossi meriti nell'avere creato canzoni iconiche di quel periodo e per l'effetto dirompente che ebbe la sua musica sulla scena musicale italiana dell'epoca, ma quello che sfugge a molti di quelli che hanno scritto quegli articoli è che forse dopo un inizio scoppiettante la creatività di Pezzali si è esaurita troppo in fretta.<br /><br /><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmWJSwgpaRLZiMPdYXEe-8TRtCJlxR8JmPctfuBs_U89dfKLtF57aQe1sKrHZpJEsq3d1BrBa_y1vQK6vQBylre54K6vvVuQeF-FHtrZcIvnwgN7ksJt27biNsDR-qRNdjoaliGS5kmzwS7FHH_DUAfRVBVSlHLVREzfPllFdwu5Whs-nYZQBXWbxI/s1600/Max_Pezzali_Mauro_Repetto_Instagram.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="600" data-original-width="1280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmWJSwgpaRLZiMPdYXEe-8TRtCJlxR8JmPctfuBs_U89dfKLtF57aQe1sKrHZpJEsq3d1BrBa_y1vQK6vQBylre54K6vvVuQeF-FHtrZcIvnwgN7ksJt27biNsDR-qRNdjoaliGS5kmzwS7FHH_DUAfRVBVSlHLVREzfPllFdwu5Whs-nYZQBXWbxI/s1600/Max_Pezzali_Mauro_Repetto_Instagram.jpg" /></a></div>
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<i>Hanno Ucciso l'Uomo Ragno</i> e <i>Nord Sud Ovest Est</i> pubblicati back-to-back nel 1992 e nel 1993 furono detonanti nel portare una ventata di qualcosa che in Italia non si era mai visto e che nessuno faceva come gli 883. Non furono certo i soli innovatori di quel periodo, basti pensare che Jovanotti era uscito con l'album di esordio ben quattro anni prima del duo composto da Max Pezzali e Mauro Repetto e che gli Articolo 31 di J-Ax e DJ Jad pubblicarono il primo album <i>Strade di Città</i> nel 1993 più o meno in contemporanea a <i>Nord Sud Ovest Est</i>. Ma gli 883, con il logo tondo che chissà perché nessuno riporta negli articoli di questi giorni in favore del successivo ovale, parlavano una lingua diversa, che si rivolgeva direttamente ai teenager usando il loro gergo e raccontando storie in cui chiunque poteva identificarsi, come le cotte giovanili, gli <i>esami a settembre, estate fottuta</i> incubo di tutti i liceali o la mamma che <i>s'inkazza</i> se non si rispettano le regole inveterate di casa.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3cMdJFSxbUIeW_R6doJPAzlAm8NaOGUps6iNy-gWrUjKCxMwwZy0iMqzIyqupge_mpOTNEuH0pCmrH-Q37irNCJl7mxzh9sADvjX4ZvYapjdlLEf9UzCkbXDLxlyGQIc2wxSa03cvGcsy3qZI_g__FqbqOmaczjwDgTyKi_TogzRiQcJheYUSn9on/s600/R-4821164-1376560077-3820.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="439" data-original-width="600" height="234" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3cMdJFSxbUIeW_R6doJPAzlAm8NaOGUps6iNy-gWrUjKCxMwwZy0iMqzIyqupge_mpOTNEuH0pCmrH-Q37irNCJl7mxzh9sADvjX4ZvYapjdlLEf9UzCkbXDLxlyGQIc2wxSa03cvGcsy3qZI_g__FqbqOmaczjwDgTyKi_TogzRiQcJheYUSn9on/s320/R-4821164-1376560077-3820.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il CD single di <i>Hanno Ucciso l'Uomo Ragno</i> con il primo logo </td></tr></tbody></table>Dopo i primi due album Repetto, che nelle esibizioni live di fatto non aveva un ruolo e veniva identificato come un comprimario, lasciò il duo per intraprendere un'avventura folle cercando di conquistare la modella americana Brandi Quinones. Il marchio 883 restò al solo Pezzali che cambiò il logo e andò avanti da solo per altri quattro album prima di abbandonare il nome del gruppo e proseguire da solista. Dopo l'abbandono di Repetto, gli 883 pubblicarono <i>Remix 94</i> nel 1994, una raccolta di remix con il validissimo inedito <i>Chiuditi Nel Cesso</i>, per tenere viva la propria immagine sul mercato, perché negli anni 90 i social network non c'erano e per gli artisti italiani era fondamentale pubblicare almeno una canzone nuova o una raccolta all'anno quando non si aveva un album di inediti pronto (gli artisti internazionali potevano permettersi di saltare qualche stagione, ma non era sicuramente il caso di Pezzali). Il primo album senza Repetto fu <i>La Donna il Sogno & il Grande Incubo </i>realizzato nel 1995 con la band fino ad allora nota come Elefunky di cui facevano parte anche Paola e Chiara, il disco è sicuramente più maturo e molto valido con pezzi iconici come <i>Gli Anni</i>, la sanremese <i>Senza Averti Qui</i>, la festaiola <i>La Radio a 1000 Watt</i> e la bellissima ghost track <i>Non 6 Bob Dylan</i>. Eppure già allora qualcosa si era rotto: il disco era patinato, i testi più ricercati e nel complesso era più che buono ma mancava quella rozza freschezza e strafottenza dei primi due.<br />
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Per avere un altro album in studio si dovrà attendere il 1997 con <i>La Dura Legge del Gol!</i>, l'anno prima Pezzali ancora con il nome 883 aveva pubblicato un solo singolo per le radio intitolato <i>Dimmi Perché</i> e pubblicato nella raccolta <i>Cecchetto Compilation</i> che raccoglieva brani nuovi o remix di artisti della scuderia di Claudio Cecchetto come Nikki e i B-Nario. Prima dell'album uscì il singolo <i>Un Giorno Così</i> che sembrava assestarsi sulla qualità de <i>Il Grande Incubo</i>, ma purtroppo il disco semplicemente rovinava tutto. L'atteggiamento dei primi due album da Beastie Boys all'italiana (senza arrivare a testi così espliciti, un po' come aveva fatto Jovanotti ispirandosi ai primi rapper d'oltreoceano ma con testi molto più blandi e leggeri) se n'era andata per sempre e Pezzali si era semplicemente messo sulla scia mainstream dei cantautori italiani con testi di maniera e poco coinvolgenti.<br />
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Non è un caso che la setlist del concerto di San Siro contenga per intero i primi due album e pezzi sparsi dai seguenti, perché l'essenza iconica di Pezzali è in realtà relegata ai primi due album, quelli con Mauro Repetto che forse non era un comprimario ma metà dell'anima del gruppo che senza di lui rimase monco. Da lì in poi la vena creativa del solo Pezzali è andata appiattendosi e l'atteggiamento ribelle degli inizi si è perso per strada.<br />
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Max Pezzali è stato quindi sicuramente un ottimo cantore di un'epoca: ma quest'epoca non è durata un decennio come i giornali scrivono in questi giorni. Il periodo d'oro cantato da Pezzali è molto più corto, è durato solo poco più di solo due anni.Leonardo Salvaggiohttp://www.blogger.com/profile/08356932704086595497noreply@blogger.com2