Visualizzazione post con etichetta 1992. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta 1992. Mostra tutti i post

giovedì 21 luglio 2022

Max Pezzali e gli anni 90

Dopo il concerto a San Siro dello scorso 16 luglio molte testate musicali e generaliste hanno dedicato almeno un articolo a celebrare Max Pezzali, dapprima voce degli 883 e poi cantante solista, come icona e alfiere degli anni 90. Quello che scrivono i giornali è sicuramente corretto e il cantante pavese ha dei grossi meriti nell'avere creato canzoni iconiche di quel periodo e per l'effetto dirompente che ebbe la sua musica sulla scena musicale italiana dell'epoca, ma quello che sfugge a molti di quelli che hanno scritto quegli articoli è che forse dopo un inizio scoppiettante la creatività di Pezzali si è esaurita troppo in fretta.


Hanno Ucciso l'Uomo Ragno e Nord Sud Ovest Est pubblicati back-to-back nel 1992 e nel 1993 furono detonanti nel portare una ventata di qualcosa che in Italia non si era mai visto e che nessuno faceva come gli 883. Non furono certo i soli innovatori di quel periodo, basti pensare che Jovanotti era uscito con l'album di esordio ben quattro anni prima del duo composto da Max Pezzali e Mauro Repetto e che gli Articolo 31 di J-Ax e DJ Jad pubblicarono il primo album Strade di Città nel 1993 più o meno in contemporanea a Nord Sud Ovest Est. Ma gli 883, con il logo tondo che chissà perché nessuno riporta negli articoli di questi giorni in favore del successivo ovale, parlavano una lingua diversa, che si rivolgeva direttamente ai teenager usando il loro gergo e raccontando storie in cui chiunque poteva identificarsi, come le cotte giovanili, gli esami a settembre, estate fottuta incubo di tutti i liceali o la mamma che s'inkazza se non si rispettano le regole inveterate di casa.

Il CD single di Hanno Ucciso l'Uomo Ragno con il primo logo 
Dopo i primi due album Repetto, che nelle esibizioni live di fatto non aveva un ruolo e veniva identificato come un comprimario, lasciò il duo per intraprendere un'avventura folle cercando di conquistare la modella americana Brandi Quinones. Il marchio 883 restò al solo Pezzali che cambiò il logo e andò avanti da solo per altri quattro album prima di abbandonare il nome del gruppo e proseguire da solista. Dopo l'abbandono di Repetto, gli 883 pubblicarono Remix 94 nel 1994, una raccolta di remix con il validissimo inedito Chiuditi Nel Cesso, per tenere viva la propria immagine sul mercato, perché negli anni 90 i social network non c'erano e per gli artisti italiani era fondamentale pubblicare almeno una canzone nuova o una raccolta all'anno quando non si aveva un album di inediti pronto (gli artisti internazionali potevano permettersi di saltare qualche stagione, ma non era sicuramente il caso di Pezzali). Il primo album senza Repetto fu La Donna il Sogno & il Grande Incubo realizzato nel 1995 con la band fino ad allora nota come Elefunky di cui facevano parte anche Paola e Chiara, il disco è sicuramente più maturo e molto valido con pezzi iconici come Gli Anni, la sanremese Senza Averti Qui, la festaiola La Radio a 1000 Watt e la bellissima ghost track Non 6 Bob Dylan. Eppure già allora qualcosa si era rotto: il disco era patinato, i testi più ricercati e nel complesso era più che buono ma mancava quella rozza freschezza e strafottenza dei primi due.

Per avere un altro album in studio si dovrà attendere il 1997 con La Dura Legge del Gol!, l'anno prima Pezzali ancora con il nome 883 aveva pubblicato un solo singolo per le radio intitolato Dimmi Perché e pubblicato nella raccolta Cecchetto Compilation che raccoglieva brani nuovi o remix di artisti della scuderia di Claudio Cecchetto come Nikki e i B-Nario. Prima dell'album uscì il singolo Un Giorno Così che sembrava assestarsi sulla qualità de Il Grande Incubo, ma purtroppo il disco semplicemente rovinava tutto. L'atteggiamento dei primi due album da Beastie Boys all'italiana (senza arrivare a testi così espliciti, un po' come aveva fatto Jovanotti ispirandosi ai primi rapper d'oltreoceano ma con testi molto più blandi e leggeri) se n'era andata per sempre e Pezzali si era semplicemente messo sulla scia mainstream dei cantautori italiani con testi di maniera e poco coinvolgenti.

Non è un caso che la setlist del concerto di San Siro contenga per intero i primi due album e pezzi sparsi dai seguenti, perché l'essenza iconica di Pezzali è in realtà relegata ai primi due album, quelli con Mauro Repetto che forse non era un comprimario ma metà dell'anima del gruppo che senza di lui rimase monco. Da lì in poi la vena creativa del solo Pezzali è andata appiattendosi e l'atteggiamento ribelle degli inizi si è perso per strada.

Max Pezzali è stato quindi sicuramente un ottimo cantore di un'epoca: ma quest'epoca non è durata un decennio come i giornali scrivono in questi giorni. Il periodo d'oro cantato da Pezzali è molto più corto, è durato solo poco più di solo due anni.

mercoledì 27 novembre 2019

La discografia degli Offspring tra il 1989 e il 1992

Gli Offspring sono ad oggi tra i più importanti esponenti del punk californiano; negli anni 80 le città di Los Angeles e San Francisco sfornarono band come i NOFX, i Rancid o i Pennywise, ma in quella moltitudine di gruppi che si ispiravano al punk britannico del decennio precedente, la band di Dexter Holland ha sempre occupato un posto di spicco. Il loro successo commerciale partì con Smash del 1994, ma la loro discografia iniziò ben prima con altri due album e un EP che non raggiunsero la notorietà degli album successivi ma che contengono comunque delle perle di punk.

Il primo album degli Offspring porta il nome stesso del gruppo ed è stato pubblicato nel 1989; nella versione originale in vinile conteneva undici tracce. Il disco offre un punk duro, grezzo, diretto e lontanissimo dai suoi sempre più raffinati dei dischi successivi. Le tracce dell'album hanno un suono tutte piuttosto simile, con brani veloci e senza rallentamenti dei ritmi. In realtà si può comunque individuare qualche traccia più convincente delle altre, come il pezzo di apertura Jennifer Lost the War e Tehran che contiene qualche sonorità arabeggiante e che è l'unica traccia che spezza almeno in parte il suono monolitico del disco.

A sinistra la copertina del vinile, a destra la copertina del CD.

Nel disco compare anche Behaeded, che il gruppo reincise nel 1999 per la colonna sonora del film Idle Hands, nel quale interpretano anche una cover di I Wanna Be Sedated dei Ramones. Nell'album The Offspring si trova anche la traccia Kill The President, che per i suoi contenuti ritenuti pericolosi non è stata reinserita nella versioni in CD e vinile del 2001 e 2018. Nella versione in cassetta dell'album è presente anche la cover di Hey Joe di Billy Roberts portata al successo nel 1967 da Jimi Hendrix.

Dopo il primo album e prima di inciderne un secondo, la band tornò in studio per realizzare l'EP Baghdad, pubblicato nel 1991, che contiene quattro pezzi. Il primo di essi è una versione di Get It Right che verrà reincisa nell'album successivo e che mostra una maturità superiore rispetto al primo disco, con melodie più ricche e con la voce di Holland notevolmente migliorata. Le altre tracce dell'EP sono una nuova versione di Tehran, rinominata Baghdad e che dà il titolo al disco, che dà più spazio alle sonorità arabe, la strumentale The Blurb, che getta le basi per Genocide e Change the World, e una nuova versione di Hey Joe.

Il secondo LP degli Offspring uscì nel 1992 con il titolo Ignition. Le dodici tracce che lo compongono mostrano suoni più puliti e ricchi rispetto all'album di esordio, con melodie più vicine a quelle di Smash e con i celebri cori della band che finalmente trovano spazio per la prima volta. Tra i pezzi migliori troviamo sicuramente i due di apertura Session e We Are One; spiccano anche Kick Him When He's Down e la nuova versione di Get It Right che danno un primo assaggio del sound ricco di controcanti che si troverà in Smash e negli album successivi.

In un periodo in cui il grunge dominava le classifiche non poteva mancare un pezzo tendente al Seattle sound come Dirty Magic il cui riff iniziale ricorda da vicino quello di Come As You Are. Durante le sessioni di Ignition fu registrato anche il pezzo Mission from God che non trovò spazio nella composizione finale dell'album ma che fu pubblicata per la prima volta solo nella compilation Punk-O-Rama volume 10 del 2005. Le sonorità del pezzo sono più aggressive di quelle di tutto il resto del disco, e se è vero che in realtà sarebbe stata la traccia migliore di Ignition se fosse stata inclusa è altrettanto vero che non si lega bene al resto del disco e avrebbe potuto forse trovare spazio in uno degli album successivi (cosa che comunque non avvenne).

Con Smash del 1994 gli Offspring abbatterono tutte le barriere e grazie a pezzi di facile presa come What Happened to You?, Self Esteem e Come Out and Play hanno raggiunto il successo planetario grazie anche ai numerosi passaggi radiofonici e su MTV. Da lì in avanti la discografia degli Offspring è andata in crescendo fino ad arrivare alle sonorità pop di Americana e degli album successivi. Ad oggi la band non realizza album da oltre sette anni e mentre aspettiamo un nuovo disco di Dexter, Noodles e soci possiamo riascoltare i primi due e meno noti album.

giovedì 11 febbraio 2016

Hei Bao - Hei Bao

Gli Hei Bao (黑豹乐队 in ideogrammi cinesi e spesso chiamati Black Panther nei testi occidentali) sono una delle band di punta della scena rock cinese che negli anni 80 e 90 ha prodotto molte formazioni di rilievo. Il gruppo è stato fondato a Hong Kong nel 1987 dal cantante Dou Wei (che dopo il primo album del gruppo avvierà una carriera solista di successo), dal chitarrista Li Tong, dal batterista Zhao Mingyi, dal bassista Wang Wenjie e dal tastierista Luan Shu e ha pubblicato il proprio primo ed eponimo album nel 1992.

Il disco che porta il nome della band è composto da dieci tracce e si apre con il forte e trascinante brano Wu Di Zi Rong (无地自容) che rimarrà negli anni il pezzo più rappresentativo della produzione della band in cui il suono delle chitarre e il potente cantato di Dou Wei mostrano da subito quali sono le caratteristiche distintive del gruppo. La musica degli Hei Bao si basa infatti su un rock graffiante e di grande presa che resta subito in testa e che non necessita di molti ascolti per venire apprezzato. L'album contiene anche ben cinque brani lenti molto melodici in cui anche il suono delle tastiere esce con prepotenza come Kao Jin Wo (靠近我), Pai Ni Wei Zi Ji Liu Lang (怕你为自己流泪), Bie Qui Zao Ta (别去糟蹋), Take Care e Don't Break My Heart (il titolo delle ultime due è riportato in inglese anche sui dischi originali e cantato nella medesima lingua); in particolare quest'ultima è uno dei pezzi migliori dell'album e grazie alle suo sonorità morbide e patinate ricorda molto le ballad di gruppi angloamericani dello stesso periodo. Non mancano anche due brani di rock più allegro e dalle tonalità più festose come Lian Pu (脸谱) e Yan Guang Li (眼光里), ma i migliori restano quelli più energici come la già citata traccia di apertura, Ti Hui (体会) e Bie Lai Jiu Chan Wo (别来纠缠我) che danno modo al cantante di mostrare la sua notevole estensione vocale.

Gli Hei Bao creano un rock divertente e di facile presa e anche grazie alla varietà dei suoni che la band riesce a creare l'album non stanca mai perché non ci sono due brani che si assomiglino. Il primo disco non ha costituito un'eccezione nella produzione del gruppo che da allora continua a sfornare ottimi album di puro rock divertente e trascinante nonostante i numerosi cambi di formazione. Dow Wei infatti abbandonerà il gruppo subito dopo l'uscita del primo album lasciando dapprima il ruolo al tastierista Luan Shu che pure lascerà la band nel 1994 per essere sostituito da altri vocalist. Gli unici che restano tuttora della formazione originaria sono Li Tong, Zhao Mingyi e Wang Wenji che riescono a distanza di quasi tre decenni a dare continuità al suono del gruppo che nonostante il passare degli anni suona ancora fresco ed energico come agli inizi.

giovedì 27 agosto 2015

Body Count - Body Count

Ice-T è noto al grande pubblico per essere un celeberrimo gangsta rapper (forse il migliore di sempre), un attore di successo di cinema e di serie televisive e il protagonista di ben due reality show. Ma oltre a tutto questo è anche il front man di un gruppo metal da lui stesso fondato: i Body Count. E mentre altri passano da carriere di gruppo a quelle soliste e anche al cinema per dimostrare di non saper far nulla di tutto ciò (come ad esempio Rob Zombie), la grandezza di Ice-T sta anche nel fatto che gli riesce bene ogni avventura in cui si cimenta.

Il primo ed eponimo album dei Body Count è uscito nel 1992 e unisce per la prima volta la voce forte e tonante di Ice-T al suono di chiara ispirazione thrash metal dei quattro musicisti. La musica, va notato, non raggiunge i livelli di velocità o di ricchezza di suoni di altre band più tradizionali del genere, come gli Anthrax o i Metallica, e parimenti la voce di Ice-T non arriva all'estensione dei cantanti di genere più navigati. Ma poco importa: l'effetto è voluto, perché quando si incontrano generi musicali così diversi è ovvio che ognuna delle due componenti deve rinunciare alle sue frange più estreme. In nessuno dei brani, comunque, Ice-T rappa come fa nei suoi dischi solisti; quando è alla guida dei Body Count canta dimostrando di sapersi difendere bene anche in questo campo.

Tra i brani migliori troviamo sicuramente l'energica title track che era già stata proposta uguale nel disco di Ice-T dell'anno precedente: O.G. Original Gangster, che rappresenta anche il punto più alto della sua carriera; peccato che nell'album della band manchi la divertente introduzione in cui il rapper si scagliava contro chi lo accusava di essersi venduto. Anche Voodoo è un pezzo di grande effetto in cui Ice-T imita il cantato di Screamin' Jay Hawkins. Tra i brani di punta troviamo anche la contestatissima e censuratissima Cop Killer, brano di grande impatto sonoro che però oggi fa sorridere pensando che chi nel 1992 cantava Cop Killer nel giro di pochi anni avrebbe interpretato per innumerevoli stagioni proprio un poliziotto nella serie televisiva Law and Order, ma dal punto di vista della qualità della musica poco importa.

Nonostante, come abbiamo già scritto, Ice-T canti più che rappare quando è alla guida dei Body Count, questo disco è considerato come una delle pietre miliari che hanno inaugurato il genere del rap metal insieme a Bring the Noise nella versione dei Public Enemy insieme agli Anthrax uscita nel 1991 (lo stesso anno di O.G. Original Gangster).

Come ogni tentativo di unire genere musicali all'apparenza opposti, anche questo album dei Body Count ha raccolto molte critiche da parte dei sostenitori più estremisti dei due generi musicali di cui è formato. Ma vista la qualità della musica proposta, a questi non possiamo che rispondere con le parole dello stesso Ice-T: I feel sorry for anybody who only listens to one form of music.

giovedì 9 luglio 2015

Tang Dynasty - A Dream Return to Tang Dynasty

I pechinesi Tang Dynasty sono spesso definiti il primo gruppo metal cinese. Francamente non ci sembra che la musica dei Tang Dynasty sia annoverabile nel metal, siamo più propensi a definirlo hard rock, ma a parte le etichette quello che importa è che la musica della band è decisamente di alto livello ha portato una bella ondata di novità fin dal loro album di esordio intitolato A Dream Return to Tang Dynasty pubblicato nel 1992.

La peculiarità dei Tang Dynasty è che la loro musica fonde elementi dell'hard rock, con forti chitarre di chiara ispirazione NWOBHM, con sonorità tradizionali cinesi suonate con gli strumenti della loro terra. Ne sono ottimi esempi i brani A Dream Return to Tang Dynasty e la ballad The Sun (sulla copertina del CD i titoli dei brani sono riportati in inglese e non in ideogrammi cinesi, almeno nella copia in nostro possesso). In alcuni casi le due componenti musicali sono semplicemente accostate, mentre in altri sono proprio mischiate. Il canto di Ding Wu spazia dalla tradizione del canto cinese all'hard rock di stampo più occidentale fino a lanciarsi in acuti, come nei brani Nine Four e Dream of Doomsday, che effettivamente sono l'unica componente di questo disco che si avvicina all'heavy metal, non raggiunge di certo i livelli di Bruce Dickinson o Rob Halford (a cui comunque si ispira), ma dal punto di vista estetico l'esito è comunque molto bello da ascoltare.

Il disco offre un'ottima varietà di pezzi veloci, in cui il suono delle chitarre si fa più forte, e di ballad, come la già citata The Sun e la suggestiva The Moon Hangs High. Ma la vera perla di questo album è il brano di apertura: il famoso inno socialista Internationale qui riproposto in chiave hard rock che pur mantiene l'impatto sonoro di un inno grazie al canto corale di grande effetto. Tra i brani spicca anche Paradise dalle forti atmosfere AOR per via della melodia più marcata e del trascinante coro che chiude il brano.

Nonostante non siano molto prolifici e a volte fanno passare anni e anni tra una pubblicazione e l'altra i Tang Dynasty sono ancora in piena attività e continuano a sfornare album di buon livello sulla scia dei loro inizi e dimostrando che in ogni zona del mondo esiste buona musica, spesso impreziosita dalla tradizione locale.