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mercoledì 12 maggio 2021

Heroes: Silencio and Rock & Roll il documentario di Netflix sugli Héroes del Silencio

É uscito ad aprile del 2021 il documentario di Netflix Heroes: Silencio and Rock & Roll che narra la storia degli Héroes del Silencio, al più famosa rock band iberica di ogni tempo, e dei quattro album che il quartetto aragonese ha composto durante la sua attività tra il 1987 e il 1995.

Il racconto del documentario copre tutte le fasi della vita del gruppo, dalla nascita come band new wave nei locali di Saragozza, alla svolta rock con i primi due album per poi approdare a un suono più hard rock con gli ultimi due. Il documentario è ricco di testimonianze dirette dei protagonisti delle vicende narrate, dai produttori ai membri della band; scopriamo così dalle voci dei testimoni quanto fu difficile l'avvio della band che non veniva dalle scene vibranti di Madrid o Barcellona ma una città considerata di minore importanza, di quanto fosse inaspettato il successo quando arrivò e molti altri aspetti umani che hanno caratterizzato gli anni della loro attività tra i quali come nacquero le tensioni interne alla band che portarono allo scioglimento dopo la pubblicazione di Avalancha e del conseguente tour. L'ultima parte del video è dedicata alla reunion del 2007 dopo la quale la band si sciolse definitivamente.

Insieme al documentario è stato pubblicato anche un doppio CD che porta lo stesso titolo e che ne fa da colonna sonora, purtroppo la compilation non contiene materiale inedito ma recupera la tracce migliori dei quattro album in studio, dei live e di Rarezas, la raccolta di inediti e b-side pubblicata nel 1998. In ogni caso tutti i dischi realizzati dagli Héroes sono composti unicamente di tracce di altissimo livello e non vi si trova un solo filler, pertanto qualunque selezione sarebbe stata ottima per questo greatest hits.

Oltre a regalare un'ora e mezza di storia del rock questo video raggiunge l'importantissimo risultato di risvegliare l'interesse su quella che può a pieno titolo essere considerata la band "più sottovalutata della storia"; la musica degli Héroes del Silencio brilla infatti per qualità e creatività, con la loro mescolanza di sonorità latine e hard rock, e non ha nulla da invidiare ai mostri sacri del rock di ogni tempo, purtroppo però al di fuori della Spagna non godono del blasone che meriterebbero. Inoltre questo documentario dimostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, che operazioni come questa in cui vengono interpellati i veri protagonisti delle vicende raccontate sono molto più meritevoli dei biopic che tanto vanno di moda negli ultimi anni e che distorcono la realtà per renderla più appetibile al grande schermo.

Non resta quindi che sperare che l'interesse risvegliato dal documentario non si fermi qui e che a breve le case discografiche recuperino qualche registrazione inedita, se ne esistono. Ed è questo il meglio che si può sperare visto che una nuova reunion appare del tutto improbabile considerando che la carriera solista di Bunbury viaggia alla grande, anche se su terreni molti lontani rispetto a quelle di questo periodo leggendario, e che quindi difficilmente sente il bisogno di un ritorno al passato.

sabato 2 maggio 2015

Héroes del Silencio: gli eroi del rock iberico

Gli Héroes del Silencio nacquero a Saragozza nel primi anni '80. I fratelli Pietro e Juan Valdivia fondarono insieme al cugino Javier un gruppo rock che inizialmente si chiamò Zumo de Vidrio, ma la formazione iniziale durò poco. Il gruppo conobbe Enrique Ortiz de Landazuri (che poco dopo avrebbe iniziato a usare il nome d'arte Enrique Bunbury prendendo il cognome da uno dei personaggi della commedia di William Shakespeare L'importanza di chiamarsi Ernesto) che dapprima avrebbe dovuto entrare nella band come bassista, ma dopo l'abbandono di Javier prese il posto del cantante. Nel gruppo entrarono quindi anche Joaqun Cardiel, come bassista, e Pedru Andreu che andò a sostituire Pedro Valdivia come batterista.

La nuova formazione cambiò il nome in Héroes del Silencio, tratto dal titolo di una delle canzoni già scritte, e durante un'esibizione dal vivo fu notata dal chitarrista del gruppo disco Olé Olé Gustavo Montesano che li mise in contatto con la EMI per la registrazione di un EP. L'accordo con la EMI fu che se l'EP avesse venduto almeno 5000 copie, il gruppo avrebbe potuto registrare un intero LP.

Il primo EP uscì nel 1987 e si intitolò Héroe de leyenda; vendette in breve tempo 30.000 copie e aprì le porte agli Héroes del Silencio per la registrazione del primo album nel 1988 dal titolo El mar no cesa. L'album si distinte per il suono singolare della band che mischiava una forte sezione ritmica con ricchi arpeggi di chitarra a unire suoni hard rock con una vena latina e mediterranea tipica spagnola. Il disco contiene alcuni capolavori, come No mas lascrimas e Flor venenosa, che resteranno tra i migliori brani di sempre della band. L'album raggiunse quota 150.000 copie che per una band esordiente è un ottimo risultato.

Il secondo album degli Héroes del Silencio intitolato Senderos de traiciòn uscì nel 1990. In questo secondo disco, pur continuando sulla strada intrapresa dal primo, il suono inizia a farsi leggermente più duro e tra i brani si trova Entre dos tierras che rimarrà per sempre il loro più grande successo. L'album vendette in due settimana 400.000 copie e visto il successo conseguito in patria il gruppo fu invitato a partecipare a Berlino al concerto Rock Against Racism che consentì loro finalmente di raccogliere interesse anche al di fuori dei confini spagnoli. Negli stessi mesi uscì l'album live Senda 91 registrato durante il tour seguito all'uscita del secondo album.

Nel 1992 gli Héroes del Silencio raccolsero consensi anche in Italia dove furono invitati a partecipare al Festivalbar proprio con Entre dos tierras che finì anche nella compilation della rassegna musicale di quell'anno.

Nel 1993 vide la luce anche il terzo album del gruppo intitolato El espiritu del vino in cui la band vira ancora con più decisione verso l'hard rock. Per registrare l'album la band si avvalse della collaborazione del tastierista Copi Corellano e per la prima volta incise con cinque elementi. L'album contiene altri capolavori come El camino del exceso, brano hard rock molto potente e veloce, e Bendecida e Bendecida 2 dedicate a Bendetta Mazzini, figlia della cantante Mina, che al tempo era sentimentalmente legata al cantante Enrique e che in seguito si sarebbe legata anche al rapper J-Ax. "Bendecida", infatti, significa proprio "benedetta" in spagnolo.

L'album raggiunse le 600.000 copie e portò il gruppo a un tour di 134 date. Dopo un periodo di pausa, nel primi mesi del 1995 il gruppo tornò in studio, questa volta a Los Angeles e non più in Spagna, per registrare il quarto album intitolata Avalancha e prodotto da Bob Ezrin, già produttore tra gli altri di Alice Cooper e Kiss. Il disco prosegue sulla scia del precedente e contiene altri brani storici come la title-track e La chispa adecuada (Bendecida 3), dedicata ancora a Benedetta Mazzini.

Dopo la pubblicazione dell'album, che non raggiunse il successo dei precedenti fermandosi a 200.000 copie, il gruppo intraprese un tour che li portò per la prima volta a esibirsi dal vivo in Nord America. Nel 1996 la band pubblicò anche un doppio album dal vivo, registrato per metà a Madrid e per meta a Saragozza, intitolato Parasiempre ma a dispetto del titolo fu l'ultimo lavoro realizzato dal gruppo che nel giro di poco si sciolse a causa di dissapori interni.

Nonostante di fatto gli Héroes non esistessero più, la EMI nel 1998 pubblicò l'album Rarezas contenete alcuni b-side, alcune versione inedite di brani precedentemente pubblicati e qualche pezzo nuovo. Il disco in realtà è piuttosto scadente. Dopo lo scioglimento della band Enrique Bunbury intraprese una carriera solista in cui rinunciò completamente al rock per virare verso un etnofolk cantautorale.

Nel 2007 la band si riunì per un tour in Spagna e America al termine del quale si sciolse di nuovo senza pubblicare nulla di inedito.

La fama degli Héroes del Silencio in Italia è penalizzata dall'essere troppo spesso tacciati di aver copiato i nostrani Litfiba per via di alcune sonorità simili. Effettivamente il cantato di Enrique è molto simile a quello di Piero Pelù, ma questo non implica che uno abbia copiato l'altro: si tratta semplicemente di due cantanti latini, coevi e dallo stile simile che si ispirano ad alcuni modelli, ad esempio David Bowie, in comune. Ed effettivamente alcuni brani dei Litfiba hanno sonorità mediterranee che si possono accostare a quelle degli Héroes, ad esempio Il volo, Woda woda o Cangaceiro; ma le similitudini tra i due gruppi finiscono qui. I Litfiba hanno spaziato musicalmente più degli Héroes passando dalla new wave, all'hard rock, al disco pop; mentre gli iberici sono sempre rimasti fedeli al modello iniziale. Inoltre le tematiche toccate sono notevolmente diverse: mentre i Litfiba cantano spesso di politica e problemi sociali, gli Héroes trattano temi intimistici.

In ultimo, spesso si legge in rete che gli Héroes del Silencio abbiano tratto il proprio nome da due brani dei Litfiba: Eroi nel vento e Re del silenzio. Ma Eroi nel vento è uscita lo stesso anno in cui il gruppo spagnolo ha assunto il suo nome finale, e Re del silenzio ben due anni dopo. Inoltre, come scritto prima, gli Héroes del Silencio trassero il loro nome da una canzone scritta quando ancora si chiamavano Zumo de Vidrio e che fu poi reintitolata Héroe de leyenda.

Semplicemente, in sintesi, si tratta di due grandi gruppi: ma nessuno dei due ha copiato dall'altro.

E' un vero peccato che la carriera degli Hèroes del Silencio sia durata così poco perché nonostante abbiano inciso solo quattro album sono uno dei pochi gruppi rock non anglofoni che possano competere con le leggende angloamericane. Ma forse vista la qualità della loro musica si può per una volta invertire il discorso e constatare che sono pochi i gruppi blasonati che possono reggere il confronto con gli iberici Héroes.