Visualizzazione post con etichetta 2007. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta 2007. Mostra tutti i post

martedì 12 maggio 2020

La discografia degli Eagles successiva alla reunion del 1994

Gli Eagles sono una delle band più influenti degli anni 70, alcune delle loro hit come Hotel California e Tequila Sunrise sono classici senza tempo del rock e il sound della band, con le sue sonorità country rock e i cori polifonici, è tra i più riconoscibili della musica di ogni genere.

Gli Eagles interruppero l'attività nel 1980 dopo la pubblicazione del live Eagles Live e negli anni seguenti Don Henley affermò varie volte che la band si sarebbe riunita solo quando l'inferno fosse congelato. Nonostante l'evento fosse quindi ritenuto estremamente improbabile, la band si riunì davvero a metà degli anni 90, con la stessa formazione a cinque che aveva realizzato The Long Run nel 1979, e l'album frutto della reunion si intitola proprio Hell Freezes Over. Il disco contiene un live registrato nell'aprile del 1994 per uno speciale su MTV più quattro inediti: tre ballad quali The Girl From Yesterday, Love Will Keep Us Alive e Learn To Be Still, e un solo unico pezzo veloce intitolato Get Over It che rappresenta uno dei brani più energici che la band abbia mai realizzato. Nel live che compone il resto del disco la band reinterpreta undici dei propri pezzi storici, tra cui una versione acustica di Hotel California con percussioni latine che è stata pubblicata anche in singolo. La versione in DVD di Hell Freezes Over include anche i quattro inediti in versione live, oltre a tre tracce aggiuntive quali Help Me Through the Night di Joe Walsh, The Heart of the Matter di Don Henley e una versione rimasterizzata di Seven Bridges Road di Steve Young tratta da Eagles Live.

Nel 2003, dopo l'uscita dal gruppo del chitarrista Don Felder, la band ha pubblicato la compilation The Very Best Of che contiene trentadue tracce storiche tratte dagli album precedenti più l'inedito Hole in the World dedicato agli attentati dell'11 settembre 2001.

Nel 2007, a tredici anni dalla reunion, la band ha inciso quello che finora resta l'unico album in studio successivo alla reunion intitolato Long Road Out of Eden. L'album è composto da venti tracce su due dischi, tutte di alto livello al punto che viene da pensare che con il materiale pubblicato avrebbero potuto realizzare due album.

Il disco ha esattamente le sonorità che ci si aspettano da un progetto del genere, che riprende gli stilemi del passato con brani melodici e ricchi cori eseguiti da tutti i membri del gruppo che spesso fanno quattro voci diverse. Dall'album sono stati estratti cinque singoli, quali How Long (cover dell'omonimo brano di J.D. Souther dal suo primo album del 1971), Busy Being Fabulous, No More Cloudy Days, What Do I Do With My Heart, e I Don't Want to Hear Anymore.

Tra le tracce del disco spiccano anche Center of the Universe caratterizzata da un ritmo ispirato alla musica mariachi e Last Good Time in Town dalle sonorità vagamente caraibiche; la scelta stupisce solo in parte perché anche Hotel California ha influenze messicane e caraibiche al punto che nella versione demo era intitolata Mexican Reggae.

Da allora la band ha intrapreso vari tour e concerti, ma a seguito della morte di Glen Frey nel 2016 sicuramente non inciderà null'altro di inedito. Il combo californiano appartiene quindi alla storia, almeno a livello di dischi nuovi in studio, e in parte l'ha scritta, con il loro stupendo soft rock che spazia dal disco eponimo del 1972 fino a Long Road Out of Eden del 2007.

lunedì 22 gennaio 2018

Northern Kings: il supergruppo dei re finlandesi

Nel 2007 quattro tra le migliori voci maschili del panorama symphonic metal finlandese hanno formato un supergruppo vocale per reinterpretare alcuni classici dei decenni passati. Il quartetto porta il nome di Northern Kings ed è composto da Jarkko Ahola (cantante tra gli altri dei Teräsbetoni e degli Ahola), Marco Hietala (Nightwish), Tony Kakko (Sonata Arctica) e Juha-Pekka Leppäluoto (Charon e Harmaja).

Il primo album dei Northern Kings si intitola Reborn ed è composto da cover di pezzi rock anni 80 (con la sola aggiunta di Creep dei Radiohead che appartiene al decennio successivo) reinterpretati in chiave symphonic metal; lo scopo principale di queste revisioni è mettere in luce le notevoli capacità canore dei quattro interpreti, con Leppäluoto, unico basso della formazione, ad eseguire le voci più basse mentre i tre tenori eseguono quelle più alte ognuno nel proprio stile distintivo. Ogni pezzo è cantato principalmente da uno dei quattro, con gli altri tre che eseguono i cori. In questo primo album fa eccezione solo la cover di We Don't Need Another Hero di Tina Turner che è invece cantata da tutti e quattro; il brano è aperto con le sonorità basse di Leppäluoto a cui si aggiungono gli altri tre, di particolare effetto è il duetto tra lo stesso Leppäluoto e Kakko nella seconda strofa con il secondo a fare la voce alta e il primo quella inferiore.

I pezzi vengono spesso reinterpretati cambiandone la melodia o la natura stessa. La linea vocale del ritornello della già citata We Don't Need Another Hero è infatti diversa da quella originale. Rebel Yell di Billy Idol, qui cantata da Leppäluoto, diventa una lunga ballata gotica di quasi otto minuti; I Just Died in Your Arms dei Cuttin Crew qui interpretata da Jarkko Ahola è trasformata invece in una power ballad. In The Air Tonight di Phil Collins, eseguita dalla ruggente voce di Hietala, rispecchia la struttura della versione originale con la prima metà più lenta della seconda, ma in questa occasione l'ultimo ritornello è molto più graffiante di come interpretato dall'ex batterista dei Genesis.

Anche Hello di Lionel Ritchie, in origine un melodico brano soul, diventa qui veloce e aggressivo guidato dalla forte voce di Ahola con un bellissimo coro degli altri vocalist in sottofondo. Fallen on Hard Times dei Jethro Tull, interpretata da Hietala, trasforma un folk progressivo un pezzo di potente metal, il rock elettronico di Don't Bring Me Down degli Electric Light Orchestra qui cantato da Ahola viene riletto in una versione particolarmente veloce che rasenta lo speed metal; mentre altri brani come Sledgehammer di Peter Gabriel (affidata alla voce di Tony Kakko) e Don't Stop Believing dei Journey (cantata da Hietala) si mantengono più simili alle melodie originali.

Inoltre la Special Edition di Reborn include anche la versione orchestrale di We Don't Need Another Hero, in cui le voci dei quattro spiccano ancora di più, e un remix più cupo di Creep.

L'anno seguente i Northern Kings hanno realizzato il loro secondo, e fino a ora ultimo, album intitolato Rethroned. L'album ripropone la formula del precedente, con una serie di brani presi principalmente dagli anni 80 reinterpretati in stile symphonic metal, ma a differenza del primo album in Retrhoned sono cinque i pezzi cantanti dai quattro vocalist insieme. Tra questi troviamo Kiss From a Rose di Seal che qui diventa un pezzo veloce e grintoso, A View to Kill dei Duran Duran, Take On Me degli A-Ha e Killer di Adamski che da sommesso brano trip hop diventa molto energico, con i quattro cantanti che tirano fuori una potenza vocale nel ritornello che sarebbe inaspettata conoscendo il pezzo originale.

Tra i brani migliori di questo secondo disco troviamo Nothing Compares 2 U cantata da Jarkko Ahola che rielabora il pezzo di Prince (anche se qui siamo sicuramente più vicini alla versione di Sinead O'Connor) in una power ballad in cui di nuovo sfodera la sua potenza vocale modificando anche la linea vocale in modo da adeguarla alle sue caratteristiche. Lo stesso Ahola interpreta anche My Way in uno stile magistrale dando di nuovo sfoggio delle sue straordinarie doti vocali e trasformando il pezzo in uno ruvido e graffiante ricco di riff di chitarra.

Il quartetto chiude l'edizione standard del disco con Róisín Dubh (Black Rose): A Rock Legend dei Thin Lizzy, ovvero un medley di quattro brani folk americani e britannici realizzando così il pezzo più melodico e raccolto dell'album dalla notevole durata di oltre sette minuti.

L'edizione giapponese dell'album contiene anche la cover di They Don't Care About Us di Micheal Jackson cantato dall'intero quartetto, lo stesso pezzo è disponibile in versione orchestrale solo sull'edizione dell'album venduta su iTunes.

Oltre ai due album, i Northern Kings realizzarono un solo singolo nel 2010 con una cover di Lapponia di Monica Aspelund, brano con cui la Finlandia partecipò all'Eurovision Song Contest del 1977. Il pezzo è ovviamente cantato da tutti e quattro e mantenendo fede al brano originale ha un approccio molto più allegro e leggero di quanto registrato dai quattro nei loro due album.

Purtroppo la sperimentazione dei Northern Kings è durata molto poco ed è difficile che dopo otto anni di inattività il gruppo si possa riunire. Queste incisioni di facile ascolto, trattandosi di cover, possono però aiutare anche i non appassionati a conoscere questi quattro straordinari vocalist e le loro band che producono dell'ottimo metal sinfonico che pone molta cura alla qualità delle parti vocali.

venerdì 8 dicembre 2017

A.A. V.V. - Monster Ballads Xmas

Nel 2007 la serie di compilation intitolata Monster Ballads è arrivata al suo quarto volume con un disco di incisioni nuove realizzate apposta per l'occasione in cui dodici famosi interpreti della scena hard and heavy degli anni 80 e 90 reinterpretano i classici della tradizione natalizia. Tra le band e i cantanti coinvolti in questa impresa troviamo gli Skid Row che interpretano Jingle Bells, Kip Winger (frontman dell'omonima band) che interpreta Happy Christmas (War Is Over), Run Rudolph Run degli L.A. Guns, Blue Christmas cantata da Tom Keifer dei Cinderella e molti, molti altri.

La formula del disco è molto semplice: i brani originali vengono reinterpretati lasciando le melodie immutate ma interpretate in chiave hard rock con i suoni potenti e allegri. Il risultato è sicuramente efficace e divertente, vista sia la qualità dei pezzi scelti che quella dei gruppi e dei cantanti coinvolti. Tra i pezzi migliori troviamo sicuramente Jingles Bells, che nell'interpretazione degli Skid Row assume un sapore punk e Santa Claus is Coming to Town interpretata dai Dokken con la potente voce di Don Dokken che è uno dei migliori vocalist presenti in questa compilation.

Degne di nota anche White Christmas interpretata dai Queensrÿche in cui Geoff Tate dà prova delle sue capacità canore anche in un classico natalizio, e Blue Christmas in cui Tom Keifer mostra un lato poco consueto della sua vocalità, in un canto normale anziché nelle note altissime al limite dello scream che eseguiva ai tempi dei Cinderella.

L'unico pezzo non inedito presente sul disco è I'll Be Home for Christmas dei Twisted Sister con Lita Ford, tratto dall'album natalizio della band A Twisted Christmas uscito l'anno prima.

Monster Ballads Xmas è una buona alternativa da ascoltare durante il pranzo di Natale e da inserire in mezzo a compilation più classiche come quelle di Mariah Carey o Whitney Houston, per cambiare un po' il suono e anche per ricordare che i classici hanno sempre innumerevoli risvolti e che sono stupendi anche cambiandone radicalmente l'approccio.


mercoledì 20 settembre 2017

Magni Animi Viri - Heroes Temporis

Il 2007 ha visto la nascita della prima rock-opera interamente in italiano, il progetto musicale guidato dal maestri Giancarlo Trotta e Luca Contegiacomo porta il nome di Magni Animi Viri e il loro album si intitola Heroes Temporis.

Il disco si basa su basi musicali suonate dalla band composta da chitarre, bassi e batteria a cui si unisce la Bulgarian Symphony Orchestra diretta dal maestro Giacomo Simonelli. Il suono prodotto da questa larga schiera di oltre cento musicisti unisce le sinfonie della musica classica al suono più moderno del power metal, a questo tessuto musicale si sommano le splendide voci del tenore operistico Francesco Napoletano e della cantante pop-rock Ivana Giugliano, invertendo quindi il paradigma del metal sinfonico che spesso vede voci liriche femminili accanto a voci maschili dallo stile moderno.

L'album narra del viaggio nella vita del protagonista della storia, interpretato da Napoletano, che ripensa alle diverse fasi della propria esistenza e in questo percorso incontra varie figure quali quella di un genitore e ovviamente quella della donna amata con cui ha un rapporto contrastato. Alla fine del proprio viaggio il protagonista scoprirà di aver vissuto un sogno.

Dal punto di vista musicale il risultato è semplicemente meraviglioso e l'unione di due mondi musicali così diversi è incredibilmente armoniosa. La vera forza di questo disco è la voce di Napoletano che dà sfoggio della propria potenza ed estensione per tutta la durata dell'album. I due vocalist si alternano, si amalgamano e spesso duettano, con Napoletano che fa le voci più alte e la Giugliano che interpreta quelle più basse, come nel pezzo centrale dell'opera Vorrei e nella leggera Sai Cos'è, unico pezzo del disco a essere suonato con chitarre acustiche. Bellissimo è anche il controcanto della Giugliano sul ritornello finale di Come Un Falco cantato da Napoletano.

Alcuni brani sono eseguiti dalla sola Giuglano che sfodera una voce graffiante e versatile in pezzi che risultano più tradizionalmente pop-rock che power metal operistico. Tra questi troviamo la ballad Finché, la rockeggiante Pensieri e l'onirico midtempo Immenso.

I brani migliori del disco sono quelli in cui Napoletano mostra al meglio le doti della sua magnifica voce, tra essi troviamo i due pezzi di apertura Heroes... e ...temporis, le già citate Vorrei e Come Un Falco e la poderosa Mai Più.

Il disco è impreziosito dalla presenza di sostenuti cori in molti dei pezzi che spesso regalano una bellissima alternanza tra la sezione femminile e quella maschile. Alcune parti sono invece solo lette per aggiungere segmenti narrati alla vicenda, la voce del lettore è prestata da Matteo Salsano.

Nove anni dopo la pubblicazione iniziale, Trotta e Contegiacomo sono tornati in studio per realizzare la world edition di Heroes Temporis cantata in inglese da due vocalist d'eccezione: Russell Allen (cantante tra gli altri dei Symphony X e degli Adrenaline Mob) alla voce maschile e Amanda Somerville (Trillium, Avantasia, Exit Eden e molti altri) alla voce femminile. La parte del narratore è invece interpretata da Clive Riche. La tracklist è leggermente più corta perché mancano alcuni brevi inserti musicali, ma le parti cantante restano immutate, e i titoli dei brani sono tradotti in inglese.

Le melodie sono le medesime del disco in italiano e Russell Allen sfodera una prova magistrale mostrando una versatilità inaspettata nel tentativo di eseguire un canto operistico che sarebbe al di fuori del suo repertorio tradizionale, il risultato è decisamente buono ma per quanto vada lodata la prova di Allen gli manca ancora quel qualcosa in più per raggiungere le vette di Napoletano che rimangono ancora lontane. Amanda Somerville è invece semplicemente inarrivabile, del resto Amanda è una delle migliori cantanti al mondo e ben poche possono avvicinarsi al suo stile; il suo canto è limpido, dolce e deciso e, senza nulla togliere alla pur bravissima Giugliano, regala un'altra performance stellare.

Questo album, in entrambe le sue versioni, è un capolavoro di assoluto valore e di grande effetto. Una volta ascoltata per intero la versione originale viene subito voglia di inserire nel lettore la versione in inglese per poi rimettere quella in italiano e ricominciare l'ascolto dall'inizio. Le melodie di questo album e la voce di Napoletano entrano in testa come un martello pneumatico e non ne escono più e subito dopo il primo ascolto ci si ritrova già a canticchiare Siamo gocce di un oceano, specchio delle luci su di noi.

Ma nonostante questo sia un disco che convince sotto ogni aspetto, ascoltando la world edition resta un grande dubbio e un invito che vogliamo rivolgere a Giancarlo Trotta e Luca Contegiacomo: quanto sarebbe bella una terza versione di Heroes Temporis cantata da Francesco Napoletano e Amanda Somerville ognuno nella propria lingua?

Speriamo che i due maestri raccolgano il nostro invito e che questo non resti solo un sogno, così da poterci un giorno togliere la curiosità.

giovedì 22 ottobre 2015

Aesma Daeva - Dawn of the New Athens

Nonostante il symphonic metal sia di norma un genere musicale radicato e sviluppato in Europa, principalmente tra Paesi Bassi, Germania e Finlandia, anche gli Stati Uniti ne hanno prodotto ottime band come gli Alas o i gli Echoterra. La migliore espressione del variegato mondo del symphonic metal statunitense sono forse gli Aesma Daeva, band che propone un suono basato sul doom metal arricchito dalla voce lirica delle bravissime cantanti che si sono susseguite alla guida del gruppo.

Il loro album Dawn of the New Athens del 2007 è il primo registrato con l'attuale vocalist Lori Lewis che ha sostituito Melissa Ferlaak e offre una musica cupa, lenta e ricca di riff a cui si somma la voce cristallina di Lori. I brani sono in realtà tutti piuttosto simili, anche se sicuramente spicca la bellissima versione metal di D'Oreste D'Ajace dall'opera Idomeneo di Mozart cantata con il testo in italiano e ovviamente accelerata rispetto all'originale; anche in questo caso un po' atipico Lori dimostra di essere perfettamente all'altezza della prova, non che ne avesse bisogno vista la sua formazione classica.

L'unico pezzo del disco che avrebbe potuto essere evitato è Since the Machine in cui la cantante è affiancata da una voce maschile a imitazione dello stile di gruppi come gli Epica o gli After Forever. Fortunatamente gli Aesma Daeva evitano di rovinare la loro musica con grunt e growl ma il brano è comunque completamente inutile e francamente brutto. A parte questo piccolo momento di noia il resto del disco è molto valido, la band dimostra di essere conscia del fatto che la propria musica si deve reggere sulle doti vocali della cantante e tutto sembra proprio fatto apposta per valorizzarle.

Di sicuro gli Aesma Daeva non saranno ricordati tra i migliori esponenti del symphonic metal, anche perché la loro musica pur gradevole non presenta grandi varietà e rimane piuttosto uguale a sé stessa. Ma la loro commistione di doom e lirica è comunque interessante e questa band d'oltreoceano merita sicuramente di essere ascoltata.