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venerdì 4 marzo 2022

Intervista ad Annalisa Parisi

Offriamo di seguito ai nostri lettori un'intervista alla cantante jazz milanese Annalisa Parisi, che nel 2018 ha pubblicato un tributo al compositore Irving Berlin con l'album Blue Skies. Nell'intervista Annalisa, che ringraziamo per la sua cortesia e disponibilità, ci racconta qualcosa di sé e della sua passione per la musica jazz.




125esima Strada: Ciao Annalisa e anzitutto grazie per il tempo che ci stai dedicando. Raccontaci qualcosa di te, come e quando è nata la tua passione per la musica jazz?

Annalisa Parisi: Grazie a te, per aver scritto di me e del disco con parole così lusinghiere. La mia passione per il jazz è nata per caso e non è stato un amore a prima vista. Quindici anni fa circa, mi iscrissi a lezione di canto moderno in una scuola. Dopo poco, per praticare davvero, presi parte all'unico corso di musica d'insieme, senza sapere che si sarebbe suonato jazz. Lì cominciai ad incuriosirmi ma è stato lungo il tempo in cui ho percepito questo genere, di cui fino a quel momento ero stata a digiuno, come difficile da ascoltare e lontano dal mio sentire. La passione e' arrivata grazie all'incontro con Daniela Panetta e Cinzia Roncelli, due maestre meravigliose.


125esima Strada: Le tue incisioni si ispirano ai quartetti della West Coast degli anni 50, se non sbaglio a interpretare. Per quale motivo ami questo stile di jazz più degli altri, se così si può dire?

Annalisa Parisi: Non so bene cosa risponderti. È solo questione di pancia, mi appartiene di più. Non amo la musica spigolosa.


125esima Strada: Parliamo dei tuoi album e partiamo da Strings, in cui interpreti dei classici della musica pop nel tuo stile cool jazz. I brani sono molto eterogenei, come li hai scelti?

Annalisa Parisi: Durante il lockdown dell'anno scorso, il bravissimo fonico Vins de Leo, ha avuto l'idea di invitare nel suo studio piccoli ensemble per registrare dei mini live che, senza alcun ritocco, sarebbero stati trasmessi su YouTube. Avevamo poco tempo a disposizione e poche occasioni per provare, per via della situazione. Così ho scelto di presentarmi con una formazione particolare ma con la quale, anni fa, avevamo già imbastito un progetto sui Beatles. Tra quei brani e altri che avevo in repertorio con Andrea Rotoli, abbiamo scelto quelli nei quali l'intesa tra noi era massima e che avrebbero potuto mantenere viva l'attenzione dell'ascoltatore.


125esima Strada:
Invece in Blue Skies reinterpreti degli standard di Irving Berlin, sempre con un tocco di originalità. Cosa ti lega a Berlin che ti ha portato a questa scelta?

Annalisa Parisi: Nel mio percorso ho affrontato percorsi monografici dedicati allo studio del repertorio dei grandi compositori della storia del jazz. I brani di Berlin mi hanno sin da subito rapita; la musica e le parole mi fanno viaggiare con la fantasia e quando li interpreto mi ritrovo dentro alle situazioni che vengono raccontate. Un po' come quando Mary Poppins entra nel dipinto e diventa protagonista della scena. In Change partners, Always, I used to be color blind, When I lost you... vivo davvero la sensazione dell'attesa, la tristezza, lo stupore, la gioia e spero di riuscire a trasmetterlo.


125esima Strada: Molti dei brani di Berlin hanno le loro più celebri interpretazioni in quelle di Ella Fitzgerald. Com'è confrontarsi con una leggenda di tale portata? Ti ispiri a lei nel tuo canto?

Annalisa Parisi: Meglio non pensare al confronto, sono già abbastanza ansiosa :-) Lei è pazzesca e inarrivabile. Per un anno circa, durante gli spostamenti in macchina, ho ascoltato lei, solo lei.


125esima Strada: Oltre a Ella chi sono le cantanti del passato o del presente che ti hanno più influenzata?

Annalisa Parisi: In primis Carmen McRae con la sua voce così comunicativa e un timbro dalle infinite sfumature. Poi Shirley Horn, Nina Simone, Natalie Cole, Diana Krall. Molti gli uomini: Chet Baker, Nat King Cole, Tony Bennett, Mel Tormé, Kurt Elling.


125esima Strada: Oltre al jazz quali altri generi musicali e quali altri artisti ti piacciono?

Annalisa Parisi: Mi piace la musica rock e la musica leggera. Ho amato e amo i Queen, The Beatles, Pino Daniele, Enzo Jannacci, Niccolò Fabi...


125esima Strada: Cosa hai in programma per il tuo futuro dal punto di vista discografico?

Annalisa Parisi: Per ora non ho le idee chiare. Marzo sarà un mese denso di concerti e nel repertorio del quartetto inseriremo qualche brano nuovo. Chissà che non ci venga qualche idea...

martedì 2 novembre 2021

Annalisa Parisi Quartet - Blue Skies


Nel 2018 la cantautrice jazz Annalisa Parisi ha pubblicato il proprio tributo al compositore Irving Berlin con l'album Blue Skies, che trae il proprio titolo da un brano di Berlin scritto per il musical Betsy del 1926. Il disco è composto da tredici standard che attingono dal repertorio dell'autore compreso nel periodo che va dal 1912 al 1938 ed è stato realizzato da un quartetto che vede oltre ad Annalisa Parisi alla voce anche Niccolò Cattaneo al piano, Alex Orciari al contrabbasso e Roberto Paglieri alla batteria.

I tredici brani sono riarrangiati in stile cool jazz, con un chiaro rimando ai quartetti della West Coast degli anni 50. La forza di queste composizioni risiede sicuramente nella voce rovente di Annalisa che trasforma in oro tutto ciò che tocca e che si muove con incredibile maestria sul tessuto sonoro creato dai tre strumentisti. Molti dei brani, come Isn't This a Lovely Day? o Cheek to Cheek o la title track, trovano le loro interpretazioni più famose in quelle di Ella Fitzgerald con cui Annalisa regge benissimo il confronto aggiungendo un'ottima dose di sensualità che mancava alle incisioni precedenti.

Oltre alle capacità interpretative, il quartetto guidato da Annalisa Parisi dà anche grande prova di creatività nel saper reinterpretare i classici dando loro risvolti nuovi; infatti se alcuni dei pezzi sono molto fedeli alle versioni originali, altri ne escono profondamente reinventati come Puttin' on the Ritz o Top Hat, White Tie and Tails che vengono qui presentati in una versione cool lontana da come erano nati.

Blue Skies è in sintesi un album che funziona sotto tutti i punti di vista grazie alle atmosfere rétro che riesce a creare, al punto che basta chiudere gli occhi per ritrovarsi in uno dei locali della New York di un secolo fa. Il disco si presta particolarmente all'ascolto durante un aperitivo come cocktail jazz, ma in realtà è adatto anche a qualunque altro contesto, perché la voce della first lady of songs del jazz italiano sa dare un tocco di magia in ogni occasione in cui la si ascolti.