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lunedì 27 aprile 2020

Nightwish - Human. :II: Nature.

Cinque anni sono un periodo lungo, ed è questo il lasso temporale trascorso tra il precedente album dei Nightwish Endless Forms Most Beautiful del 2015 e il nuovo Human. :II: Nature. Ma se il precedente disco aveva convinto solo in parte, questa volta il gruppo finlandese ha sfruttato bene il tempo a disposizione componendo un disco ricco di suoni diversi e nuovi e che non assomiglia a nulla di quanto fatto in passato durante la loro variegata carriera.

L'album è composto da due dischi, il primo dei quali contiene nove tracce cantante, mentre il secondo ne contiene otto strumentali. I brani cantanti hanno un suono generalmente più orientato al pop e orecchiabile rispetto al passato, tuttavia i Nightwish arricchiscono il proprio sound con sonorità orchestrali (grazie alla Pale Blue Orchestra che affianca la band in tutto l'album), con suoni folk, etnici e maestosi a creare una commistione mai sentita prima. Floor alterna sapientemente, e come solo lei sa fare, il canto lirico a quello tradizionale dando vita a contrasti sonori di grande effetto.

Il disco parte forte con Music, la traccia dai suoni più duri dell'intero disco, per poi proseguire con la maestosa Noise che dà un primo assaggio dei poderosi cori che la band mette in campo in questo nuovo album. Shoemaker, dedicata allo scienziato Eugene Shoemaker come spiegato dalla stessa Floor in un video su YouTube, dà un primo serio assaggio della magia sonora che il disco ci regala, grazie a un pezzo dalla struttura completamente atipica chiuso con un vocalizzo lirico della frontwoman. La traccia successiva Harvest trova per la prima volta il chitarrista Troy Donockley alla voce principale, con Floor e Marco Hietala nell'inedito ruoli di coristi, e offre un brano leggero dalle atmosfere pop e folk di presa immediata; nel pezzo troviamo anche la presenza di Johanna Kurkela vocalist degli Auri e moglie del tastierista Tuomas Holopainen nel ruolo di narratrice.

Nella successiva Pan ritroviamo cori potenti e sonorità maestose che caratterizzano anche la traccia di chiusura Endless cantata da Marco Hietala. In How's the Heart e in Possession troviamo di nuovo sonorità tendenti al pop con Floor che esegue acuti e vocalizzi lirici di raffinata fattura. Completa il primo disco Tribal che aggiunge a questo album dei suoni tribali grazie anche alle percussioni etniche e al canto più aspro di Floor e Marco.

Il secondo disco è composto da otto pezzi di musica orchestrale, lontana dal metal e che spazia dalla classica, al folk al new age, con più di un rimando alle composizioni strumentali di Mike Oldfield; scelta che stupisce fino a un certo punto, visto che anche Èlan ricordava Man in the Rain da Tubular Bells III. Le otto tracce scorrono tra atmosfere mitologiche e oniriche, creando un disco di musica ai confini con l'ambient che può stupire, ma che resta di altissimo livello e molto efficace.

Human. :II: Nature. è quindi un album sorprendente, che rompe ogni legame con gli stilemi del passato della band. La qualità è innegabile ed è forse il migliore album che il sestetto finlandese abbia mai realizzato; le scelte stilistiche potrebbero scontentare i fan più affezionati al passato, ma anche in questo caso non si può negare che Human. :II: Nature. è sicuramente il loro disco più coraggioso e maturo.

lunedì 1 luglio 2019

Marko Hietala - Mustan Sydämen Rovio

Il 2019 vede l'esordio discografico da solista del bassista dei Nightwish Marko Hietala. La band finlandese è nota soprattutto per le straordinarie doti canore delle tre vocalist che si sono avvicendate come frontwoman, ma non va dimenticato che Hietala esegue tutte le voci maschili ed i cori sin da Century Child del 2002 ed è quindi l'unico e vero quarto cantante della band.

L'album solista di Hietala si intitola Mustan Sydämen Rovio ed è composto da dieci tracce cantate interamente in finlandese, aspetto che dona un tocco particolare al disco che manca alle incisioni dei Nightwish. Inoltre la musica solista di Marko si distanza notevolmente dal metal della band per assestarsi su un hard rock ricco di spunti diversi ma lontanissimo dal lirismo dei Nightwish.

L'album parte fortissimo con l'energica e maestosa Kiviä in cui Hietala dà subito una forte prova delle qualità della sua voce. Subito dopo troviamo Isäni ääni, la prima delle sei ballad del disco che rallenta i ritmi. Con la terza traccia Tähti, hiekka ja varjo troviamo marcate suggestioni elettroniche da AOR ottantiano che donano sonorità patinate molto lontane dal suono delle due tracce di apertura, ma che ritroveremo in abbondanza in altri pezzi. Sulle stesse atmosfere troviamo ad esempio Vapauden kuolinmarssi e la ballad Laulu sinulle. Come anticipato il disco è ricco di ballad e oltre a quelle già menzionate troviamo l'onirica Minä olen tie e Unelmoin öisin oltre a Kuolleiden jumalten poik che alterna strofe leggere a ritornelli più pesanti.

Completano il disco due pezzi dal sapore folk quali la grintosa Juoksen rautateitä e la ballad Totuus vapauttaa che chiude il disco.

Il primo album di Marko Hietala è in sintesi un ottimo disco che convince e intrattiene dal primo all'ultimo pezzo, ricco di contaminazioni diverse e che stupisce per quanto Hietala si sia allontanato da quanto fatto in passato. Mustan Sydämen Rovio piacerà ai fan dei Nightwish ma anche ai rocker di ogni genere e centra perfettamente l'obiettivo dei dischi solisti, cioè quello di dar modo ai musicisti di esprimersi anche in stili diversi da quelli delle loro band.

mercoledì 5 dicembre 2018

Nightwish Decades: World Tour - Assago, 4/12/2018

Avevo comprato il biglietto il 28 dicembre 2017, un anno prima. E vista l'attesa era ovvio che le aspettative fossero alte. Ma è bastato l'inizio con la melodia di Swanheart suonata da Troy Donockley alle uilleann pipes, prima ancora che il resto della band uscisse dai camerini, per capire che sarebbe stato un concerto memorabile, uno di quelli in cui sei dei migliori musicisti del mondo mettono al lavoro le loro capacità combinandole e creando insieme qualcosa di unico.

Credit: Francesco Prandoni
Il sestetto è salito sul palco poco prima delle 21 e il concerto è partito subito fortissimo con Dark Chest of Wonders seguita a ruota da Wish I Had An Angel e 10th Man Down. L'inizio del concerto è condito da lanci di fiamme sparate dall'apposita strumentazione posta appena davanti al palco e ad ogni uscita di fuoco il calore si sente forte anche sugli spalti, come se non bastasse il caldo infernale del Forum che contrasta non poco con la fredda serata di fine autunno che si vive all'esterno. Fin dalle prime note Floor domina la scena, ben consapevole delle sue doti canore e della sua fisicità che comunque l'aiuta parecchio, del resto nonostante il tacco non troppo alto sovrasta in altezza tutti i suoi cinque colleghi. Il Decades: World Tour serve a celebrare i vent'anni di attività del gruppo e la setlist viene adeguata di conseguenza, con pezzi presi da ogni album della discografia del gruppo. I più rappresentati sono Once, con quattro pezzi, e ovviamente Oceanborn e Wishmaster con tre pezzi ciascuno. Holopainen ci regala anche un piccolo mash-up tra due pezzi di Oceanborn quando inserisce uno snippet di Stargazers in Sacrament of Wilderness.

Credit: Francesco Prandoni
I pezzi suonati dal vivo sono generalmente più energici delle registrazioni in studio, spostando un po' l'equilibrio dei suoni verso quelli più duri; comunque non viene meno il connubio tra sonorità pesanti e melodia che è il segno distintivo dei Nightwish che restano in ogni caso gli inventori del metal sinfonico. Un tocco di musica nordica viene aggiunto in alcuni pezzi da Donockley che oltre alla chitarra suona le uilleann pipes e il tin whistle creando così la mescolanza musicale che da sempre contraddistingue questo gruppo.

Floor dialoga con il pubblico come solo lei sa fare, invitando la folla a cantare e a tenere il tempo con urla sincronizzate. Il pubblico la ripaga come merita seguendola in ogni mossa e sostituendosi a lei nel cantare i ritornelli di Élan e di Nemo. La frontwoman non perde un attimo nel dimostrare le proprie incredibili doti vocali, sia per estensione che per potenza che per la naturalezza con cui cambia stile adattandolo ad ogni pezzo, e proprio questo dimostra che Floor è la più completa tra le tre cantanti che si sono avvicendate in questo ruolo, sapendo interpretare perfettamente sia i pezzi scritti per Tarja che quelli scritti per Anette Olzon.

Nei duetti con Marco Hietala i due si amalgamano con grande maestria, con Marco che esegue le seconde voci nella maggior parte dei pezzi, ma i due si scambiano di ruolo ogni volta che Hietala interpreta le voci principali.

Il lato canoro non è comunque l'unico in cui Floor (in una serata semplicemente perfetta) si muove alla grande, la sua capacità di tenere la scena è straordinaria mentre si muove sul palco con una grazia incantevole quando non canta ed esibendosi spesso in lunghi head banging in cui fa roteare la sua voluminosa chioma.

Credit: Francesco Prandoni
Quando Tuomas Holopainen inizia a suonare The Greatest Show on Earth appare chiaro che il concerto sta volgendo al termine e guardando l'orologio ci si accorge che sono passate quasi due ore anche se si ha l'impressione che siano passati pochi minuti, tanto l'esibizione dei Nightwish è stata bella e coinvolgente. La lunga composizione che chiude il più recente album viene inframezzata da Ghost Love Score appena prima dei saluti finali in cui la band ringrazia il pubblico per l'affetto e il pubblico ricambia e ringrazia per l'ottimo show.

Uscendo dal Forum e prima di rituffarsi nella fredda serata della periferia milanese resta un solo rimpianto, cioè la consapevolezza che il concerto avrebbe potuto essere prolungato all'infinito perché ogni pezzo della discografia di questo straordinario gruppo meritava di entrare nella setlist di un tour commemorativo. E mentre si torna a casa, appena superato il casello di Assago nell'autoradio non può che girare Decades, l'ultima compilation del gruppo, e riascoltando o i pezzi appena ascoltati anche live non resta che sperare che il prossimo disco con Floor alla voce non si faccia attendere troppo e che il prossimo tour riporti presto i Nightwish a Milano.

sabato 28 marzo 2015

Nightwish - Endless Forms Most Beautiful

Con l'album Endless Forms Most Beautiful i finlandesi Nightwish entrano ufficialmente nella terza fase della loro carriera. Nei primi cinque magnifici album, con l'inarrivabile Tarja Turunen, la voce di impostazione lirica della cantante si univa perfettamente alla musica metal della band e creava una mescolanza la cui qualità non è mai stata raggiunta da nessun altro gruppo di symphonic metal: sia perché Tarja è l'unica cantante di questo genere in grado di tenere il registro lirico su ogni brano, ad ogni ritmo e con ogni tonalità, sia per l'assenza di voci growl che, a nostro giudizio, altro non fanno che rovinare i brani. Dopo l'abbandono di Tarja, che ha intrapreso una splendida carriera solista in cui continua a far vivere le atmosfere dei Nightwish degli inizi, il gruppo l'ha sostituita con Annete Olzon e la musica del gruppo ha perso l'originalità degli inizi per incanalarsi verso sonorità più banali e poco creative.

Nel 2012 anche Anette ha annunciato l'abbandono della band e il suo posto è stato quindi preso dalla brava Floor Jansen, già cantante degli After Forever e dei ReVamp (nei quali milita ancora), che a differenza di Anette vanta pure ha una formazione lirica al pari di Tarja. Dopo un primo live del 2013 intitolato Showtime, Storytime, Endless Forms Most Beautiful è il primo album registrato in studio con la nuova cantante.

Il disco è stato anticipato dal singolo Elan sorprendentemente morbido a radiofonico con sonorità che ricordano più Man in the Rain di Mike Oldfield che le produzioni passate dei Nightwish. L'album è composto da undici tracce e risulta nel suo insieme molto vario. A pezzi dal suono può duro in chiave puramente metal, come Weak Fantasy e Yours Is An Empty Hope, se ne alternano altri notevolmente più melodici come Our Decades In The Sun e My Walden che dimostrano che quello di Elan non è stato un esperimento isolato. E mentre i brani più duri richiamano alla memoria gli ultimi album della band, sono proprio quelli con forti componenti melodiche a dare un tocco di innovazione in questo disco rispetto al passato.

L'album si chiude con due pezzi decisamente particolari. La decima traccia The Eyes Of Sharbat Gula mischia musica sinfonica ad atmosfere mediorientali e la voce di Floor è del tutto assente e sostituita da vocalizzi corali. L'ultimo brano, intitolato The Greatest Show on Earth dura circa 24 minuti (e va notato che negli album precedenti la massima lunghezza per un brano dei Nightwish era di circa 13 minuti) ed è diviso in cinque sezioni che alternano parti sinfoniche ad altre più propriamente metal; il brano è molto bello in ogni sua componente e Floor dimostra di sapersi muovere bene in tutti  diversi stili in cui si esprime.

Fortunatamente il gruppo ha deciso di escludere dal disco il b-side di Elan intitolato Sagan e dedicato all'astronomo Carl Sagan: brano pessimo, insensato e scadente anche per essere un b-side.

Nel complesso Endless Forms Most Beautiful è un album godibile e di buon livello che non raggiunge i fasti del periodo di Tarja, ma è sicuramente superiore al periodo di Anette. Ma ci resta un ultimo dubbio. Considerato che la grandezza dei primi Nightwish era da imputare in gran parte alla voce di Tarja e che con Anette erano scesi a livelli mediocri, ora che hanno una cantante che si avvicina alla qualità di Tarja non si spiega perché abbiano deciso di farle cantare in lirica solo i primi pochi versi dell'ultimo brano relegandola nel resto del disco a fare cose buone che avrebbe potuto fare qualunque cantante di medio livello. Nonostante l'album sia comunque buono, alla luce di quest'ultima considerazione va in parte considerato come un'occasione sprecata.