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lunedì 18 luglio 2016

Ossian - Keresztút

Gli ungheresi Ossian (da non confondere con l'omonima band scozzese) sono uno dei gruppi più longevi, costanti e qualitativamente migliori non solo della scena rock e metal del loro paese ma di tutta l'area dell'ex blocco sovietico. Il gruppo fu fondato nel 1986 dall'ex bassista Endre Paksi che dopo la sua breve esperienza nei Pokolgép fondò il nuovo gruppo in cui ricopre tuttora il ruolo di cantante. Da allora la band non ha mai interrotto la propria attività nonostante numerosi cambi di formazione che hanno lasciato il solo Paksi come unico membro fisso dalla nascita del gruppo fino ad oggi; l'unica sospensione nell'attività del gruppo nei tre decenni della sua carriera è avvenuta per tre anni e mezzo tra il 94 e il 98 al termine dei quali Paksi rifondò la band cambiando tutti i musicisti.

Ma nonostante queste vicissitudini nei loro trent'anni di carriera gli Ossian hanno inciso oltre venti dischi tra demo, album in studio e live e tra gli album più rappresentativi della loro carriera troviamo l'ultimo pubblicato prima della momentanea scissione nel 1994 intitolato Keresztút.

Il disco è caratterizzato da sonorità di metal classico robusto e grintoso che si basa sulla forza, sapientemente alternata alla melodia, delle chitarre e sulla voce potente di Paksi dotata di una notevole estensione sia verso l'alto che verso il basso. L'album e composto da da 10 tracce e parte fortissimo con l'energica e trascinante A Magam Útját Járom impreziosita da un poderoso coro sul ritornello. Tra i brani migliori si trova anche A Pénz Dala caratterizzata da un cantato che tende verso il post punk e Mikor Eltalál Téged che ripropone lo stille dell'inno metal del primo brano. Dei dieci brani otto sono veloci,  potenti e ricchi di assoli di chitarra di chiara ispirazione NWOBHM; a questi si aggiungono la ballad Árnyék-ember e la melodica Éjszaka che è il brano più leggero di tutto l'album. Come nella miglior tradizione delle band dell'est Europa comunque questo album non conosce un attimo di noia e offre dieci ottime tracce di sano metal energico e sanguigno.

L'Ungheria è uno dei principali produttori mondiali di musica metal ed è un vero peccato che gruppi dalla lunga carriera come gli Ossian, ma anche come i già citati Pokolgép o i Kalapacs, non varchino mai i confini nazionali perché questo gruppi possono competere a testa alta con i più grandi esponenti del metal europeo e meriterebbero di riempire le nostre classifiche. E tra questi tesori del metal sicuramente gli Ossian occupano un posto di rilievo sia per la qualità che per la longevità, il gruppo di Paksi è infatti ancora in attività e loro ultimo e ottimo album, intitolato Fényárban és Félhomályban è stato pubblicato nell'aprile dei quest'anno a conferma del fatto che l'energia e la qualità della band non accenna a diminuire.

giovedì 29 ottobre 2015

Pokolgép - Pokoli Színjáték

Gli ungheresi Pokolgép sono, insieme ad altri quali gli Ossian e gli Omen (da non confondersi con l'omonima band americana), tra i gruppi storici del metal ungherese e nella loro trentennale carriera hanno sfornato ottimi dischi che hanno contribuito a rendere la loro nazione uno dei principali produttori del genere.

Dopo un buon primo album nel 1986 intitolato Totális Metál la band è tornata ad un solo anno di distanza con il loro secondo lavoro intitolato Pokoli Színjáték che riesce nella difficile impresa di superare il primo quanto a qualità della musica. La band si cimenta bene in diversi stili musicali e il disco è di grande impatto non solo per l'energia trasmessa dalla musica in sé ma anche per la varietà dei suoni: i Pokolgép passano dallo speed metal, come nei brani Tökfej e Vallomás, all'heavy metal di stampo più classico, come nell'energica Tisztítótűz, fino alle potenti atmosfere hard rock tipiche della fine degli anni 80 con i brani Halálra Szeretlek e la title track che costituiscono i pezzi migliori dell'intero album. Nel disco è presente anche una ballad piuttosto tradizionale intitolata Ítélet Helyett.

Ciò che contraddistingue la musica dei Pokolgép è il forte suono delle chitarre che sanno coniugare bene energia e melodia spesso valorizzata da potenti assoli; altro punto di forza della band è la voce del cantante József Kalapács dotata di una notevole estensione che lo porta ad esprimersi benissimo anche negli acuti in cui si lancia. Inoltre i ritornelli sono molto trascinanti e, come nel caso di Tisztítótűz o Pokoli Színjáték, arricchiti dal canto corale del resto del gruppo che si somma alla voce del cantante.

La lunga carriera dei Pokolgép è stata particolarmente turbolenta con numerosi cambi di formazione che hanno lasciato il chitarrista Gábor Kukovecz come unico membro fisso della band dalle sue origini. Ma l'avvicendarsi di musicisti e di cantanti di alto livello e con caratteristiche diverse ha consentito al gruppo di produrre ben 13 album in studio tutti caratterizzati da buona varietà di suoni offrendo sempre dell'ottimo metal ai propri ascoltatori.