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lunedì 1 giugno 2015

L'omicidio di Notorious B.I.G.

Dopo soli sei mesi dalla sparatoria in cui perse la vita Tupac Shakur, anche il suo acerrimo rivale Notorious B.I.G. incontrò la morte in una situazione molto simile.

La sera dell'8 marzo del 1997 Notorious B.I.G aveva partecipato come ospite all'edizione di quell'anno dei Soul Train Music Awards allo Shrine Auditorium di Los Angeles. Lo staff della Bad Boy Records quella sera doveva infatti premiare la vincitrice della categoria Best R&B/Soul Single, Female; salirono sul palco il cantante Brian McKnight, il quartetto degli 112, Notorious B.I.G. e il rapper e produttore Puff Daddy. Fu proprio Puff Daddy, che in quanto CEO della Bad Boy era il leader indiscusso di quel gruppo, a iniziare la premiazione con la frase "The nominees for the best R&B/Soul Single are" e gli 112 a turno lessero i nomi delle quattro candidate alla vittoria: Mary J. Blige, Brandy (che era conduttrice della serata insieme a LL Cool J e Gladys Knight), Tony Braxton e Monica. Notorious quindi si avvicinò al microfono per leggere il nome della vincitrice, ma appena lo fece il pubblico di Los Angeles lo accolse con sonori fischi e il rapper non poté nascondere lo stupore chiedendo alla platea "What's up, Cali?" prima di annunciare il nome della vincitrice, la bella e brava Toni Braxton, che salì sul palco a ritirare il premio mentre lo staff della Bad Boy usciva dal palco dietro di lei.

Al termine della cerimonia la rivista Vibe aveva organizzato una festa al Petersen Automotive Museum che avrebbe dovuto essere privata, ma evidentemente le cose andarono diversamente e in breve tempo il museo fu sovraffollato. Notorious si divertì alla festa, nonostante dovesse rimanere per gran parte del tempo seduto a causa di un infortunio alla gamba da cui non si era ancora ripreso del tutto e che lo obbligava a camminare con una stampella. Verso le 00:30 nel museo c'erano oltre 2000 persone e il dipartimento dei pompieri decise di imporre la chiusura della festa per motivi di sicurezza legati al sovraffollamento. Notorious e il suo staff lasciarono il museo su tre autoveicoli: il primo era lo Chevrolet Suburban di Puff Daddy su cui oltre allo stesso Puff viaggiava la sua guardia del corpo Eugene Deal; dietro di loro vi era un altro Suburban guidato dalla guardia di Notorious, Gregory "G-Money" Young, su cui viaggiavano lo stesso Notorious (che curiosamente non aveva la patente) sul sedile del passeggero anteriore e i rapper Lil' Cease e D-Roc sul sedile posteriore. Dietro ai due Suburbam seguiva uno Chevrolet Blazer che portava il resto delle guardie del corpo del gruppo.

Lo scopo del gruppo era quello di proseguire la propria festa in un altro club ma a meno di 50 metri dal museo, poco prima dell'incrocio tra Fairfax Avenue e Wilshire Boulevard, una Toyota Land Cruiser bianca fece un'inversione a U costringendo il Blazer a staccarsi dall'auto di Notorious. Quando il Suburban di Puff Daddy arrivò all'incrocio superò il semaforo e l'auto di Notorious rimase ferma al rosso. Alcune ragazze che passeggiavano sul marciapiede alla sinistra di Notorious attirarono l'attenzione del rapper e proprio in quel momento una Chevrolet Impala gli si affiancò sulla destra (come nel fotogramma sopra tratto dal documentario Famous Crime Scene: The Notorious B.I.G.), il guidatore abbassò il finestrino ed estrasse una pistola con cui sparò sei colpi verso Notorious.

Lil' Cease vide in faccia lo sparatore e riportò che si trattava di un giovane afroamericano poco oltre i vent'anni vestito con abito, camicia e cravatta. D-Roc aggiunse che dall'espressione di Notorious gli parve che la vittima conoscesse il suo assassino.

Avendo sentito gli spari, Deal fece un'inversione e tornò davanti all'auto ferma di Notorious, nel fare questa manovra videro l'Impala dello sparatore voltare a destra e sparire nel traffico. Puff scese dall'auto e corse a verificare le condizioni dell'amico. Intanto Deal si lanciò all'inseguimento dell'Impala lungo Wilshire Boulevard ma l'Impala poteva viaggiare molto più veloce del Suburban a causa di un limitatore di velocità montato per legge su tutti i Suburban prodotti dal 95 al 98, tra cui quello guidato da Deal. Eugene decise tra la frustrazione di abbandonare l'inseguimento e tornò sulla scena del crimine. Nel frattempo alle 00:49 qualcuno chiamò il 911.

Deal decise a quel punto di non attendere l'ambulanza e prese il comando del veicolo di Notorious e lo portò al Cedars-Sinai Medical Center. Lil' Caese ricorda che quando il corpo di Notorious fu estratto dall'auto non sanguinava né mostrava segni di sanguinamento precedente. Probabilmente la massa grassa del corpo di Notorious aveva trattenuto il sangue in uscita. Nonostante gli sforzi dei medici per rianimarlo, Notorious B.I.G. fu dichiarato morto all'1:15.

I risultati dell'autopsia sono stati pubblicati sono nel 2012, quindici anni dopo la sparatoria, e hanno chiarito che Notorious è stato colpito da quattro dei sei colpi sparati di cui uno solo mortale.

Come in tutte le morti violente di personaggi noti, anche in questo caso sono nate una ridda di ipotesi più o meno fantasiose su chi siano i mandanti e gli esecutori dell'omicidio. La teoria più nota vuole che i mandanti dell'omicidio siano Suge Knight, CEO e fondatore della Death Row Records, e l'ex agente dell'LAPD David Mack (che di lì a poco sarebbe finito in galera per tutt'altri motivi) e che l'esecutore materiale dell'omicidio sia un associato di Mack chiamato Amir Muhammad il quale casualmente somiglia all'identikit dello sparatore fatto sulla base della testimonianza di Lil' Cease e di altri testimoni oculari. Purtroppo l'unica fonte per questa teoria è la testimonianza di un informatore dell'FBI chiamato Kevin Hackie il quale sostiene di essere stato una guardia del corpo per la Death Row Records e di avere pertanto avuto accesso a questo informazioni. Ma in seguito Hackie, come risulta della indagini del giornalista Chuck Philips, ha ammesso di avere pessima memoria, di aver mentito in questo specifico caso e si è anche autodescritto come paranoico e schizofrenico. Non un buon curriculum per chi vuole essere informatore chiave di un caso di omicidio.

A distanza di 18 anni l'omicidio rimane insoluto.

Le fonti che abbiamo usato per la nostra ricerca sono il libro The Murder of Biggie Smalls di Cathy Scott, il documentario Famous Crime Scene: The Notorious B.I.G. e gli articoli di giornale The Unsolved Mystery of the Notorious B.I.G. di Randall Sullivan, Notorious B.I.G. Autopsy Report Released di Steven Horowitz e Informant in Rap Star's Slaying Admits Hearsay e Witness in B.I.G. case says his memory's bad di Chuck Philips.

domenica 24 maggio 2015

L'omicidio di Tupac Shakur

Il 7 settembre del 1996 al MGM Grand di Las Vegas Mike Tyson sconfisse Bruce Seldon in 1 minuto e 49 per KO nell'ultimo incontro prima della famigerata doppia sfida con Evander Holyfield. Tra gli spettatori del match era seduto il rapper Tupac Shakur con il suo produttore Suge Knight, accanto a loro vi erano anche la guardia del corpo Frank Alexander e un amico di Suge chiamato Sal. I quattro assistettero all'evento circondati da altre celebrità come Charlie Sheen e Louis Gossett Jr.

Al termine dell'incontro i quattro avrebbero dovuto incontrare Tyson davanti al suo spogliatoio, ma mentre lo attendevano Suge disse qualcosa nell'orecchio a Tupac: i piani cambiavano, Iron Mike non era più disponibile a incontrarli, sarebbero andati via subito. Prima di abbandonare il palazzetto, attesero nella lobby di riunirsi con il resto dei loro amici formato dall'entourage di Suge e dalla crew che cantava con Tupac, gli Outlawz, e quando tutto il gruppo fu ricompattato si avviarono verso l'uscita. Mentre stavano abbandonando la struttura, Sal vide nella lobby il gangster Orlando Anderson, della gang dei Crips, che qualche mese prima aveva rapinato insieme ad alcuni suoi compagni di banda uno dei membri della Death Row Records, la casa discografica fondata da Suge Knight e Dr Dre per la quale incideva, tra gli altri, anche lo stesso Tupac. Sal indicò Anderson a Tupac che corse verso il gangster e gli chiese "You from the south?", quindi gli sferrò quindi un pugno al volto facendolo cadere a terra. Orlando reagì colpendo a sua volta Tupac al viso. In un attimo Alexander si precipitò addosso a Tupac per sedare la rissa e i due furono finalmente divisi grazie anche all'intervento dalla security dell'albergo.

Il gruppo di Tupac e Suge non fu fermato, né arrestato in alcun modo. Orlando non fece denuncia, né la fece la polizia. Come si può tuttora visionare dai video delle telecamere di sicurezza dell'MGM Grand Tupac e i suoi amici semplicemente lasciarono la struttura per andare a piedi al Luxor Hotel dove il rapper alloggiava. Tupac salì nella camera che condivideva con la fidanzata Kidada Jones, figlia del noto musicista e produttore Quincy Jones, per cambiarsi dagli abiti casual a quelli da strada con cui siamo abituati a vederlo nei suoi video. Poco dopo uscì da solo dalla stanza, Kidada rimase nuovamente in albergo, rinunciando eccezionalmente al giubbotto antiproiettile che spesso indossava ma che nel deserto del Nevada gli avrebbe tenuto troppo caldo. Tupac si riunì al gruppo di amici e chiese ad Alexander di non salire in macchina con lui e Suge, ma gli diede le chiavi dell'auto di Kidada e gli disse di salire in auto insieme agli Outlawz e di seguirli. Il gruppo andò a casa di Suge, a Paradise Valley, affinché anche Suge potesse cambiarsi. Quindi verso le 22 lasciarono la casa di Suge per andare al Club 662 al numero 1700 di East Flamingo Road, dove però non arriveranno mai.

Il convoglio era composto da quattro auto: la BMW 750 nera di Suge, l'auto con Alexander e gli Outlawz che li seguiva e altre due macchine con a bordo l'entourage di Suge. Sulla BMW Suge sedeva al posto del guidatore, mentre Tupac era seduto sul sedile anteriore destro. Sull'auto di Kidada, Alexander era alla guida, accanto a lui era seduto il rapper degli Outlawz Yaki Kadafi, il resto del gruppo era seduto dietro. Il convoglio percorse il Las Vegas Boulevard con il suo traffico continuamente bloccato dai semafori e intorno alle 23 l'auto di Suge fu fermata da alcuni poliziotti in bicicletta attirati dal volume eccessivamente alto dell'autoradio, inoltre l'auto di Suge non aveva la targa né davanti, né dietro. La polizia chiese ai due di scendere dall'auto e di aprire il bagagliaio, dopo una breve discussione li lasciò andare.

Il convoglio svoltò a destra su Flamingo Road e si fermò al semaforo all'incrocio con Koval Lane. Le quattro auto erano disposte come nel fotogramma sopra, tratto dal documentario 2pac Before I wake. Un attimo dopo una Chrysler berlina, inspiegabilmente assente nel fotogramma del documentario, arrivò dietro all'auto di Travon e le quattro ragazze che erano a bordo attirarono l'attenzione di Suge e Tupac. Nello stesso istante una Cadillac bianca li affiancò dall'altro lato e l'uomo seduto sul sedile posteriore sinistro abbassò il finestrino ed esplose numerosi, almeno 13, colpi di pistola verso Tupac. In diverse occasioni Alexander ha raccontato l'accaduto e lo ha sempre fatto mimando il gesto dello sparo con il braccio destro, quindi lo sparatore ha dovuto torcere il busto per girarsi verso Tupac. Il rapper tentò di sottrarsi al fuoco scappando sul sedile posteriore attraverso il varco tra i due sedili, ma rimase bloccato dalla cintura di sicurezza e fu colpito al petto, all'addome e a una mano. Anche Suge rimase colpito, ma solo di striscio, alla nuca e non al collo come spesso si legge. I colpi esplosi verso Tupac perforarono la portiera e finestrino e bucarono due delle gomme della BMW. Alcuni poliziotti in bicicletta assistettero alla sparatoria e chiamarono rinforzi oltre al soccorso medico.

La Cadillac sparì nel traffico svoltando a destra su Koval Lane, Frank Alexander scese dall'auto per avvicinarsi a quella di Knight pensando che entrambi i passeggeri fossero morti vista la moltitudine di colpi esplosi, ma Suge, nonostante fosse stato colpito e nonostante le condizioni dell'auto gravemente danneggiata, fece un'inversione a U e tornò sul Las Vegas Boulevard in direzione dell'ospedale. Alexander tornò in macchina e fece la stessa manovra di Suge per seguirlo. L'auto di Suge, che nel frattempo aveva colpito un cordolo spartitraffico e aveva una terza gomma bucata, si fermò all'incrocio tra il Las Vegas Boulevard e Harmon Avenue. Nell'immagine accanto è mostrato il tragitto percorso dalla BMW di Suge dopo la sparatoria, il punto della sparatoria è cerchiato in azzurro, il punto dell'arresto del veicolo è cerchiato in rosso.

La polizia nella confusione del momento pensò che Knight fosse uno degli aggressori e lo costrinse a sdraiarsi a terra con la faccia in giù nonostante stesse sanguinando. Alexander arrivò circa un minuto dopo e dopo essersi identificato come una delle guardie del corpo spiegò alla polizia che Knight era una delle vittime e non un aggressore. La polizia concesse a Suge di rialzarsi e tentò quindi di aprire la portiera dell'auto per far scendere Tupac ma, forse per la deformazione dovuta ai colpi, la portiera non si aprì e fu proprio Suge con la forza che riuscì ad aprirla. Knight e Alexander trassero Tupac, ancora cosciente, dall'auto e lo stesero sull'asfalto. Poco dopo fu caricato sull'ambulanza e portato all'ospedale. Solo a Suge fu concesso di salire in ambulanza con Tupac. "I'm dying, man" disse il rapper al suo produttore. Purtroppo aveva ragione, Tupac Shakur morì per emorragia interna dovuta a colpi di arma da fuoco il 13 settembre del 1996.

Dalla morte di Tupac sono scaturite innumerevoli teorie del complotto, la più celebre delle quali vuole che la sparatoria sia stata una messinscena organizzata dallo stesso Tupac per fingere la propria morte e nascondersi da qualche parte, non si capisce bene a che scopo. In rete si possono facilmente trovare le 18 argomentazioni del leader dei Public Enemy Chuck D secondo cui Tupac sarebbe ancora vivo. Francamente gli argomenti sono talmente assurdi e risibili da non meritare considerazione. Chuck D immagina scenari in cui la polizia, i paramedici e tutti i passanti sarebbero parte di un'immensa cospirazione di cui nessuno ha ancora capito lo scopo. A Chuck D ha già risposto adeguatamente il giornalista Jordan Pelaez e non intendiamo affrontare l'argomento anche noi.

Una teoria un po' meno assurda vuole che il mandante dell'omicidio sia lo stesso Suge spinto dal fatto che Tupac voleva lasciare la Death Row. Anche questa ipotesi è comunque molto fantasiosa ed è sostenuta solo dai teorici del complotto: né la polizia, né Frank Alexander hanno mai sostenuto nulla del genere. Questa teoria è spesso riproposta per il fatto che nell'intro del primo disco postumo di Tupac, intitolato The Seven Days Theory - The Don Killuminati e inciso con lo pseudonimo di Makaveli, si sente una voce, da molti attribuita a Tupac, dire qualcosa che sembra "Suge shot me". Premesso che non è chiaro a nessuno come Tupac avrebbe potuto incidere questo verso da morto, e premesso anche che questo stesso disco è stato prodotto proprio da Suge Knight, la teoria è completamente infondata perché quel breve verso e il rumore di fondo che si sente al contempo sono un campionamento dal video Da Funk dei Daft Punk uscito l'anno prima (la frase è presente solo nel video dei Daft Punk, non sul CD) e a un ascolto più attento si capisce che dice tutt'altro. Non è chiarissimo ma la versione più probabile è che in realtà la frase dica "Shoulda shot me".

In realtà basta anche il buon senso a capire che è completamente folle l'idea di commissionare l'omicidio di qualcuno che è seduto in auto accanto a sé, non a caso Suge è rimasto ferito. Se avesse voluto davvero architettare la morte di Tupac avrebbe potuto anche trovare una scusa qualunque per scendere dall'auto o fare in modo che lo sparatore si trovasse frontalmente rispetto all'auto anziché lateralmente, in modo da non rischiare di rimanere ferito o ucciso.

Un'altra teoria piuttosto nota vorrebbe che l'omicidio sia stato materialmente compiuto dai Crips e commissionato dal rapper Notorious B.I.G. che sarebbe morto sei mesi dopo in circostanze analoghe a Los Angeles. Ma anche questa è solo una chiacchiera giornalistica senza alcun sostegno fattuale.

Solo due mesi dopo, il 10 novembre, uno dei testimoni chiave, il rapper Yaki Kadafi che era seduto accanto ad Alexander, è stato ucciso con un colpo di pistola sparato accidentalmente da un amico. Tutt'oggi questa sembra solo una tragica fatalità e non ci sono elementi fattuali che colleghino i due omicidi.

A distanza di quasi vent'anni l'omicidio di Tupac Shakur è ancora insoluto e probabilmente lo resterà per sempre visto che nel 2013 anche Frank Alexander (foto accanto) è morto per un colpo di pistola autoinflitto. Ora anche l'ultimo testimone chiave non potrà più dare il proprio contributo nel dipanare la matassa della morta di Tupac.

Le fonti che abbiamo usato per la nostra ricerca sono i libri The Killing of Tupac Shakur di Cathy Scott, Suge Knight di Jake Brown e Got Your Back di Frank Alexander, i documentari Tupac Shakur Before I Wake e Famous Crime Scene: Tupac Shakur e gli articoli di giornale New Theories Stir Speculation On Rap Deaths di John Leland, Who Killed Tupac Shakur? di Chuck Philips, To Die Like A Gangsta, Witness to Rapper's Killing Is Shot to Death e Frank Alexander, Tupac Shakur's Former Bodyguard, Found Dead