Horus Black è un giovanissimo cantante esordiente il cui primo album intitolato Simply ha da poco visto la luce. Il disco è composto da dieci tracce caratterizzate fortemente dalla singolare voce del cantante che è ispirata in modo molto evidente al re del rock and roll, Elvis Presley, nel periodo degli ultimi anni sessanta e di album quali From Elvis in Memphis e From Memphis to Vegas/From Vegas to Memphis, quando il cantante di Tupelo abbandonò la carriera cinematografica per tornare a tempo pieno alla musica.
Il primo singolo estratto dall'album si intitola The March of Hope e da subito mostra come la musica di Horus Black prenda spunto dai suoni di quel periodo per portarli ai giorni nostri, e così come Elvis aveva spaziato in vari generi musicali contaminando il proprio sound con spunti presi da ogni angolo degli Stati Uniti (e non solo) anche Horus Black attinge da vari stili e generi dando anche molti tocchi di modernità all'impostazione classica dei modelli a cui si ispira.
L'album parte con due tracce di puro rock and roll, con la title track e con la potente We Are Alone Tonight, ma giunti già al terzo brano appare evidente come i produttori di Horus Black si siano divertiti a spaziare tra suggestioni diverse. Il brano intitolato Lonely Melody è infatti una bellissima commistione tra il canto nello stile del blue eyed soul che spopolava nel Regno Unito negli anni 70 con una base musicale che unisce jazz, tex-mex e rock psichedelico. Il pezzo sembra nato da un incontro tra Tom Jones e i Calexico ed è sicuramente uno dei migliori momenti di questo straordinario album. Le ispirazioni psichedeliche non finiscono qui, il pezzo di chiusura intitolato We Can't Go On This Way propone infatti altre atmosfere di quel genere, unite a qualche spruzzata di stoner rock che lo rendono il brano più sostenuto dell'intero album.
Tra i brani migliori troviamo anche I Know That You Want che sembra presa di peso dai già citati album di The King e trasportata ai giorni nostri, con un ritornello particolarmente energico che consente a Horus Black di dare sfoggio non solo del proprio timbro singolare, ma anche della sua notevole potenza vocale. Tra le sperimentazioni musicali di Horus Black si trova anche la vibrante Sophie che mischia uno stile canoro più simile ai primi album di Elvis con una base musicale che presenta qualche influenza caraibica e che in parte rimanda al mambo di Perez Prado. Tra i pezzi più allegri troviamo anche il rockabilly di Cock A Doodle Doo ispirata ai brani più noti di Bill Haley & His Comets che diedero vita a questo genere musicale negli anni 50.
Completano il disco due tracce più lente con le ballad In My Bed influenzata da sonorità country, genere al quale Elvis dedicò un album nei primi anni 70, e Miss Candy che riporta invece alle atmosfere di Blue Hawaii.
Quello di Horus Black è uno dei dischi di esordio più interessanti di quest'anno, che mette in mostra un interprete dalla voce assolutamente atipica sfruttata al meglio dai suoi autori che hanno saputo costruire un tessuto musicale nato dall'unione di tradizione e modernità. L'esperimento è riuscito in pieno e Simply è un album divertente e che si ascolta con piacere, perché offre un tuffo nel passato con così tanti stili diversi che sembra incredibile sia stato realizzato dallo stesso gruppo di persone. Questo album è sicuramente frutto del lavoro di musicisti tra i migliori del pianeta e porta una bella ventata di aria fresca nel panorama musicale del nostro paese, un po' troppo simile a sé stesso da almeno vent'anni.
Il primo singolo estratto dall'album si intitola The March of Hope e da subito mostra come la musica di Horus Black prenda spunto dai suoni di quel periodo per portarli ai giorni nostri, e così come Elvis aveva spaziato in vari generi musicali contaminando il proprio sound con spunti presi da ogni angolo degli Stati Uniti (e non solo) anche Horus Black attinge da vari stili e generi dando anche molti tocchi di modernità all'impostazione classica dei modelli a cui si ispira.
L'album parte con due tracce di puro rock and roll, con la title track e con la potente We Are Alone Tonight, ma giunti già al terzo brano appare evidente come i produttori di Horus Black si siano divertiti a spaziare tra suggestioni diverse. Il brano intitolato Lonely Melody è infatti una bellissima commistione tra il canto nello stile del blue eyed soul che spopolava nel Regno Unito negli anni 70 con una base musicale che unisce jazz, tex-mex e rock psichedelico. Il pezzo sembra nato da un incontro tra Tom Jones e i Calexico ed è sicuramente uno dei migliori momenti di questo straordinario album. Le ispirazioni psichedeliche non finiscono qui, il pezzo di chiusura intitolato We Can't Go On This Way propone infatti altre atmosfere di quel genere, unite a qualche spruzzata di stoner rock che lo rendono il brano più sostenuto dell'intero album.
Tra i brani migliori troviamo anche I Know That You Want che sembra presa di peso dai già citati album di The King e trasportata ai giorni nostri, con un ritornello particolarmente energico che consente a Horus Black di dare sfoggio non solo del proprio timbro singolare, ma anche della sua notevole potenza vocale. Tra le sperimentazioni musicali di Horus Black si trova anche la vibrante Sophie che mischia uno stile canoro più simile ai primi album di Elvis con una base musicale che presenta qualche influenza caraibica e che in parte rimanda al mambo di Perez Prado. Tra i pezzi più allegri troviamo anche il rockabilly di Cock A Doodle Doo ispirata ai brani più noti di Bill Haley & His Comets che diedero vita a questo genere musicale negli anni 50.
Completano il disco due tracce più lente con le ballad In My Bed influenzata da sonorità country, genere al quale Elvis dedicò un album nei primi anni 70, e Miss Candy che riporta invece alle atmosfere di Blue Hawaii.
Quello di Horus Black è uno dei dischi di esordio più interessanti di quest'anno, che mette in mostra un interprete dalla voce assolutamente atipica sfruttata al meglio dai suoi autori che hanno saputo costruire un tessuto musicale nato dall'unione di tradizione e modernità. L'esperimento è riuscito in pieno e Simply è un album divertente e che si ascolta con piacere, perché offre un tuffo nel passato con così tanti stili diversi che sembra incredibile sia stato realizzato dallo stesso gruppo di persone. Questo album è sicuramente frutto del lavoro di musicisti tra i migliori del pianeta e porta una bella ventata di aria fresca nel panorama musicale del nostro paese, un po' troppo simile a sé stesso da almeno vent'anni.