A marzo di quest'anno la celeberrima etichetta italiana Frontiers Records ha pubblicato il primo album dell'inedita coppia formata da Russell Allen, vocalist tra gli altri di Symphony X e Adrenaline Mob, e Anette Olzon, frontwoman dei Dark Element e seconda cantante dei Nightwish dopo Tarja e prima di Floor Jansen. Come è evidente l'esperimento si colloca sulla scia di altre produzioni simili, come la coppia formata dallo stesso di Allen con Jørn Lande, quella composta di Michael Kiske e Amanda Somerville e il duo tutto italiano di Fabio Lione e Alessandro Conti.
Il primo album di questo inedito combo si intitola Worlds Apart ed è composto da undici tracce il cui suono è esattamente quello che ci si aspetta da un duo di vocalist di altissimo livello come questi: rock melodico che mette pienamente in luce le capacità canore dei due che al mondo hanno pochissimi eguali. Ciascuno di loro canta da solo tre dei pezzi, e nei rimanenti cinque duettano, con Anette che fa le voci alte e Russell quelle basse, e se le doti canore della Olzon sono ampiamente note va sottolineato come Allen tiri fuori aspetti più melodici e in stile power metal di quanto faccia di solito; ci troviamo, ad esempio, lontanissimi dalle sonorità aspre degli Adrenaline Mob. Le basi sono smaccatamente ispirate all'AOR ottantiano da cui questo album attinge a piene mani e proprio per questo il disco è ricco di melodia in ogni traccia con anche una buona dose di power ballad, e questa commistione di suoni morbidi e patinati rende il disco piacevole e orecchiabile già al primo giro.
Le undici tracce convincono tutte, dalla prima all'ultima, ed è molto difficile individuare momenti migliori di altri. Tra i brani cantati dal solo Allen spicca comunque Lost Soul che ha strofe veloci e ritornelli da ballad; tra quelle soliste di Anette il brano migliore è sicuramente la power ballad Cold Inside che presenta atmosfere ottantiane ancora più marcate che altrove. Tra i duetti migliori troviamo la lenta What If I Live e la grintosa No Sign Of Life che sono i due brani che mettono meglio in luce l'amalgama tra i due, che sembrano cantare insieme da anni mentre invece sono alla prima prova in studio in coppia.
È ovvio che questo tipo di esperimenti non è fatto per scrivere la storia del rock, che questo album si basa su stilemi musicali noti e non fa dell'innovazione il suo punto di forza; ma ciò non toglie che questo disco è sicuramente un momento di ottimo rock melodico, che diverte e intrattiene per tutta la sua durata e propone una prova canora stupefacente delle voci limpide e potenti di questi due interpreti. E vista la qualità della prima opera non resta che sperare che questa coppia ci regali altri album dello stesso livello.
Il primo album di questo inedito combo si intitola Worlds Apart ed è composto da undici tracce il cui suono è esattamente quello che ci si aspetta da un duo di vocalist di altissimo livello come questi: rock melodico che mette pienamente in luce le capacità canore dei due che al mondo hanno pochissimi eguali. Ciascuno di loro canta da solo tre dei pezzi, e nei rimanenti cinque duettano, con Anette che fa le voci alte e Russell quelle basse, e se le doti canore della Olzon sono ampiamente note va sottolineato come Allen tiri fuori aspetti più melodici e in stile power metal di quanto faccia di solito; ci troviamo, ad esempio, lontanissimi dalle sonorità aspre degli Adrenaline Mob. Le basi sono smaccatamente ispirate all'AOR ottantiano da cui questo album attinge a piene mani e proprio per questo il disco è ricco di melodia in ogni traccia con anche una buona dose di power ballad, e questa commistione di suoni morbidi e patinati rende il disco piacevole e orecchiabile già al primo giro.
Le undici tracce convincono tutte, dalla prima all'ultima, ed è molto difficile individuare momenti migliori di altri. Tra i brani cantati dal solo Allen spicca comunque Lost Soul che ha strofe veloci e ritornelli da ballad; tra quelle soliste di Anette il brano migliore è sicuramente la power ballad Cold Inside che presenta atmosfere ottantiane ancora più marcate che altrove. Tra i duetti migliori troviamo la lenta What If I Live e la grintosa No Sign Of Life che sono i due brani che mettono meglio in luce l'amalgama tra i due, che sembrano cantare insieme da anni mentre invece sono alla prima prova in studio in coppia.
È ovvio che questo tipo di esperimenti non è fatto per scrivere la storia del rock, che questo album si basa su stilemi musicali noti e non fa dell'innovazione il suo punto di forza; ma ciò non toglie che questo disco è sicuramente un momento di ottimo rock melodico, che diverte e intrattiene per tutta la sua durata e propone una prova canora stupefacente delle voci limpide e potenti di questi due interpreti. E vista la qualità della prima opera non resta che sperare che questa coppia ci regali altri album dello stesso livello.