sabato 16 ottobre 2021

The Unity - Pride



Uscito a marzo del 2020, Pride è il terzo album dei tedeschi The Unity, band nata per volere di Henjo Richter e Michael Ehré dei Gamma Ray e che vanta nelle proprie file anche l'italianissimo vocalist Gianbattista Manenti. Il disco è di norma etichettato come power metal, ma già da un primo ascolto si capisce come qualunque definizione vada stretta alla musica dei The Unity, perché Pride offre un caleidoscopio di suoni che spaziano tra stili e suggestioni diverse.

L'album, composto da dodici pezzi, parte con Hands of Time e Line and Singer, per le quali potrebbe essere coniato il neologismo di heavy AOR vista la sapiente combinazione di melodie vincenti di stampo ottantiano e di suoni energici, in particolare la seconda è contraddistinta da un ritornello che entra in testa come un trapano grazie alla potente esecuzione del nostro Jan. Il disco prosegue su suoni più tradizionalmente hard rock, come in Scenery of Hate o We Don't Need Them Here, e poco dopo si prendono di nuovo strade inaspettate con l'alt rock di Wave of Fear che sembra preso di peso da metà anni 90. Tra i brani più pesanti troviamo anche la teatrale Angel of Dawn in cui in canto di Gianbattista si fa più recitato, andando a creare un brano che ricorda le incisioni degli Avantasia.

Le sperimentazioni sonore non finiscono qui, il disco infatti chiude con due pezzi dalle sonorità inaspettate. È già sorprendente che in un album di power metal ci sia un pezzo intitolato Rusty Cadillac, e infatti il brano è un fresco e divertente rock and roll che si allontana da tutto il resto e ci porta con le sue atmosfere nell'America degli anni 50 a cui aggiunge un tocco di sonorità hard & heavy contemporanee. Chiude il disco la leggera You Don't Walk Alone con cui la band di concede una digressione più vicina al pop.

La forza di questo disco risiede nella straordinaria combinazione tra le melodie e la straripante voce di Gianbattista che regala una prestazione ottima in cui dimostra di sapere interpretare efficacemente praticamente ogni stile canoro in cui si cimenta. Una menzione speciale meritano i testi, mai banali e spessi impegnati, che toccano tematiche come l'ambientalismo e il razzismo. Completa l'album un secondo CD che contiene quatto registrazioni live di altrettanti pezzi tratti dai dischi precedenti, più la versione in studio della ruggente Nowhereland, pubblicata inizialmente come B-side di Never Forget.

La sfida di Pride è quindi completamente vinta, con un disco solido che convince e diverte per tutto l'ascolto e con il quale i The Unity si confermano una delle realtà più interessanti del panorama metal europeo.

giovedì 7 ottobre 2021

I trent'anni di Dangerous



Il 1991 fu un anno memorabile per la musica, tra gli album che in questo 2021 compiono trent'anni ci sono capolavori assoluti che travalicano i generi come Achtung Baby degli U2, Use Your Illusion dei Guns N' Roses, Innuendo dei Queen e Nevermind dei Nirvana. Tra le pietre miliari di quello straordinario anno ce ne fu una che aspettò proprio le ultime settimane dell'anno per arrivare nei negozi: il 26 novembre del 1991 uscì Dangerous di Michael Jackson.

Da Bad erano passati ben quattro anni e Dangerous segnava uno stacco netto del passato. I segnali erano abbondanti, a partire dall'interruzione della collaborazione con il produttore Quincy Jones che aveva trasformato in oro Off The Wall, Thriller e Bad; ma se Off The Wall era ancora solidamente legato al soul e al funk dell'epoca dei Jacksons, Thriller e Bad proponevano le stesse atmosfere di pop ricco di contaminazioni, mai banale ma sempre di facile presa e il modello non poteva essere ripetuto all'infinito.

Che Dangerous volesse rompere con il passato fu chiaro fin dalla copertina, incredibilmente complessa e ricca di simbolismi al posto delle foto di Michael che avevano caratterizzato gli album precedenti. E che la musica fosse altrettanto complessa e ricca di spunti lo si capì poco dopo. Il singolo di lancio Black or White, il cui titolo ironizzava sulle bizzarre teorie secondo cui Michael si schiariva la pelle per sembrare bianco, fece da ponte, con un suono decisamente accattivante e un testo che si scagliava contro il razzismo. Anche il video del pezzo, che ebbe molto airplay televisivo, era completamente diverso dai precedenti con Macaulay Culkin che litigava con il padre che gli chiede rudemente di abbassare il volume dell'intro rock della canzone e con l'enfant prodige di Mamma, Ho Perso l'Aereo che reagisce alzando al massimo; nel video si vede poi Jacko che balla con popoli di tutto il mondo e nella sequenza finale il registra John Landis fa ampio uso della tecnica del morphing (che in quell'anno fu resa celebre anche dal film Terminator 2: Judgment Day) per mostrare quanto gli esseri umani siano tutti uguali e connessi.

Se Black or White diede un assaggio, il resto dell'album regalò un sorprendente caleidoscopio di suoni che spaziavano fino alle sperimentazioni più ardite con le percussioni ossessive di Who Is It fino al gospel etereo e celestiale di Will You Be There, celebre anche grazie alle accuse di plagio di Al Bano smentite dai tribunali che hanno chiarito come entrambi si fossero ispirati a Bless You For Being An Angel degli Ink Spots, a sua volta ispirata a un canto dei Nativi Americani. Tra le suggestioni di questo album si trovano anche la celebre ballad Heal The World, il cui finale corale rimanda alle atmosfere di We Are The World, il new jack swing di Jam e di Remember The Time, fino alla ballad Keep The Faith anch'essa vicina al gospel e al contempo più simile alle sonorità dei dischi precedenti, visto che Jacko si era già cimentato in esperimenti del genere come ad esempio in Man in the Mirror. Oltre alla atmosfere anche i testi si fecero più complessi, trattando argomenti come l'inquinamento, il razzismo, l'AIDS e la disparità sociale.

Da Dangerous furono estratti ben nove singoli, su quattordici pezzi, a conferma di quanto questo disco fosse un capolavoro di un genio della musica. Del resto basta guardare la lista degli ospiti per capire quanti stili sono stati esplorati e come Dangerous sia un'opera monumentale, vi si trovano infatti un coro gospel, un'orchestra, Slash, Steve Porcaro, Jeff Porcaro, Siedah Garrett, il rapper Heavy D e il produttore Bill Bottrell che si improvvisa rapper. Gli ospiti dei video non erano meno illustri e oltre al già citato Macaulay Culkin apparvero Michael Jordan, Naomi Campbell. Eddie Murphy, Magic Johnson e molti altri.

Con Dangerous the King of Pop vinse la sua sfida, dimostrando al mondo che il suo talento non era limitato all'easy listening ma che sapeva fare anche cose ben più complesse. E soprattutto dimostrò che la nuova strada era appena iniziata.

sabato 25 settembre 2021

The Notorius B.I.G. - Il cielo è il limite, la graphic novel sulla vita di Notorious B.I.G.

È uscita ad agosto del 2021 la graphic novel The Notorious B.I.G. - Il cielo è il limite di Antonio Solinas (autore dei testi) e Paolo Gallina (autore dei disegni) sulla vita di Christopher Wallace, meglio noto come Notorious B.I.G. Il racconto dei due autori parte dalle origini povere del protagonista e dai problemi con lo spaccio di droga fino al successo e alla morte nel traffico di Los Angeles.

Il racconto dei due autori è coinvolgente e vibrante, tanto che sfogliando le pagine del libro sembra proprio di trovarsi tra le strade di New York e di Los Angeles in cui si svolgono le scene narrate: dapprima in mezzo alla povertà e allo spaccio, e poi nella ricchezza più sfrenata dello showbiz. Questo strano cocktail di atmosfere opposte emerge in tutta la sua crudezza, così come emergono le fragilità e le contraddizioni del protagonista nelle sue relazioni con Jan, la madre della sua unica figlia T'yanna, con Faith Evans e con la rapper Lil' Kim, che ha in seguito dichiarato di aver abortito un figlio di Notorious. Come è ovvio, gran parte del volume è dedicata al conflittuale rapporto di Biggie con l'amico, e poi acerrimo nemico, Tupac Shakur fino alla tragica morte di quest'ultimo.

Il libro funziona bene anche dal punto di vista informativo, fornendo un ottimo compendio della vita di uno dei rapper più influenti della storia e narra la sua storia musicale dai primi mixtape fino al successo dei due album realizzati in vita.

La graphic novel su Notorious B.I.G. arriva cinque anni dopo Tupac Shakur. Solo Dio può giudicarmi degli stessi autori e dedicato alla vita di Tupac, purtroppo il volume è ormai introvabile. Non resta quindi che godersi questo ottimo libro, che offre un preciso e dettagliato spaccato della vita gloriosa e tragica di una figura unica in cui lascito musicale perdura a quasi tre decenni di distanza.

domenica 19 settembre 2021

Cinema e musica: Space Jam


Space Jam del 1996 è uno dei film più iconici degli anni 90, reso famoso dalla sua strana commistione di storie vere, cartoni animati, sport e umorismo. Il film vede il leggendario Micheal Jordan finire nel mondo dei Looney Tunes per aiutare Bugs Bunny e i suoi amici a vincere una partita di pallacanestro contro un gruppo di mostri alieni, chiamati Monstars, che vuole catturarli per costringerli a lavorare come attrazioni nel parco divertimenti del loro padrone. Nel film la famiglia di Michael Jordan è interpretata da degli attori, ma nel cast ci sono altre stelle dell'NBA dell'epoca come Patrick Ewing, Charles Barkley, Larry Johnson, Muggsy Bogues e Shawn Bradley che interpretano sé stessi. Il film è particolarmente efficace perché ripropone la tecnica mista di coesistenza di attori umani e cartoni animati, che era stata inaugurata nel 1988 con Chi ha incastrato Roger Rabbit, facendo incontrare i protagonisti della Warner Bros con persone esistenti nella vita reale, anziché con personaggi fittizi.

Insieme al film fu pubblicata anche la colonna sonora intitolata Space Jam: Music from and Inspired by the Motion Picture che contiene, come è abbastanza ovvio vista l'ambientazione cestistica del film, un compendio della black music dell'epoca attingendo dalla scena hip hop e R&B degli anni 90. L'album parte con la bellissima cover di Fly Like an Eagle di Steve Miller realizzata da Seal, unico interprete non americano della compilation, il cui rimando allo slogan Come Fly With Me che già da anni accompagnava il merchandising di MJ è più che evidente. Il disco prosegue con The Winner di Coolio, brano non presente nel film, che trae il suo ritornello da We're a Winner degli Impressions di Curtis Mayfield. Coolio fa una seconda apparizione in un altro brano dell'album intitolato Hit 'Em High che è il tema che accompagna l'entrata in campo dei Monstars e che è interpretato da altri quattro rapper di rilievo quali B-Real, Busta Rhymes, LL Cool J e Method Man, ognuno dei quali dà la voce a uno dei mostri. Tra i brani più famosi troviamo anche la cover di Upside Down di Diana Ross interpretata dalle Salt-N-Pepa.

Come anticipato il disco contiene anche un buon numero di brani R&B partendo da I Found My Smile Again di D'Angelo, fino alla bellissima ballad For You I Will di Monica e alla cover di Basketball Jones del duo comico Cheech & Chong qui interpretata da Barry White e Chris Rock. Nel disco è presente anche la celebre title track dei Quad City DJ's che fu praticamente il loro unico successo, perché il gruppo ha all'attivo un solo album che risale proprio all'anno del film. Nella colonna sonora di Space Jam compare un solo brano non appartenente alla black music, la cover di That's the Way (I Like It) dei KC and the Sunshine Band interpretata dagli Spin Doctors con Biz Markie.

Del film fu pubblicato anche un secondo disco che contiene le musiche strumentali a commento sonoro delle scene del film realizzate da James Newton Howard e intitolato Space Jam Motion Picture Score.

Nonostante alcuni dei brani della colonna sonora compaiano solo nei titoli di coda, e sono quindi inseriti un po' a forza nella compilation, rispecchiano tutti le atmosfere del film e costituiscono un disco efficace e divertente che offre uno dei migliori esempi della musica nera di quel periodo. Non è un caso che molti di questi pezzi siano famosissimi ancora oggi, a riprova del fatto che la squadra di musicisti messa in campo dai produttori è stata vincente come quella composta da Michael Jordan e da Looney Tunes.

venerdì 3 settembre 2021

La strana collaborazione tra Puff Daddy e Chuck D

Nel 1999 la tensione tra la West Coast e la East Coast, almeno a livello mediatico, era ai massimi livelli: le recenti morti di Tupac Shakur e Notorious B.I.G bruciavano ancora e in questo scenario rovente il produttore e fondatore della Bad Boy Puff Daddy raccoglieva gran parte dell'odio proveniente dai sostenitori della costa occidentale, essendo il principale esponente dell'etichetta da lui stesso fondata. 

Per denunciare, o forse celebrare, la nomea di Nemico Pubblico #1, Puff Daddy (che al tempo usava ancora questo nome, prima di passare a essere chiamato Diddy o P. Diddy) decise di includere nel suo secondo album solista intitolato Forever una cover di Public Enemy #1 dei Public Enemy (incisa da gruppo di Chuck D nel loro album di esordio Yo! Bum Rush the Show del 1987) intitolata P.E. 2000. Il brano fu pubblicato come singolo di lancio prima che uscisse l'album intero e fu registrato in due versioni: la principale in inglese e una in spagnolo e di ciascuna di esse fu realizzato anche un video. In quello della versione in inglese, Puff scappa su una Lamborghini da presunti nemici che gli danno la caccia in elicotteri, nella versione in spagnolo il rapper si muove tra la folla vestito con i colori della bandiera di Porto Rico. Il pezzo di Puff Daddy utilizza la stessa base di quello dei Public Enemy e in parte ne ricalca anche il testo con la rapper Hurricane G (che al tempo aveva all'attivo un solo album intitolato All Woman uscito nel 1997) a interpretare le parti di Flavor Flav, ciò nonostante il brano cita nei crediti come unico campionamento quello di Public Enemy #1 e non quelli contenuti nel pezzo originale nel quale la base era presa di peso da Blow Your Head di Fred Wesley & The J.B.'s.


Puff Daddy inizialmente avrebbe voluto un featuring di Chuck D per P.E. 2000, ma il vocalist dei Public Enemy non si rese disponibile per la cover della sua stessa band. Puff allora rilanciò la proposta proponendo di realizzare insieme una versione rock crossover di Public Enemy #1 e questa volta Chuck D accettò. Il pezzo che ne uscì si intitola P.E. 2000 (Rock Remix) e a dispetto del titolo non è un remix di P.E. 2000 ma un brano completamente diverso, con una base rock e che ha come unico legame con la traccia originale il fatto di contenere le parole public enemy nel ritornello. La seconda delle tre strofe è rappata da Chuck D, mentre la prima e la terza sono di Puff. Il brano è stato pubblicato sulla versione americana del CD single di P.E. 2000, come B-side di Satisfy You (un altro dei singoli di Forever) e come CD single a sé stante. Ad aumentare le stranezze e la confusione, sul singolo di Satisfy You era presente un altro brano intitolato P.E. 2000 (Lost Remix) che vedeva la presenza come ospite di Shyne e che era anch'esso un brano slegato dall'originale se non per il fatto di contenere le parole public enemy number 1 nel ritornello

Entrambi i rapper avevano comunque un buon background nel crossover. Puff Daddy aveva realizzato una cover rock di un brano del suo album di esordio, It's All About the Benjamins, e nel 1998 aveva inciso Come With Me per la colonna sonora di Godzilla insieme a Jimmy Page e Tom Morello, il brano conteneva un riff di Kashmir dei Led Zeppelin e il CD single conteneva come B-side anche il remix di Morello ricco di distorsioni e vicino al metal. Chuck D fu uno dei pionieri del crossover grazie alla cover di Bring the Noise realizzata insieme agli Anthrax e nel 2000 avrebbe pubblicato l'album di esordio (l'unico mai uscito, in realtà) del suo gruppo crossover Confrontation Camp (in cui usava il nome Mista Chuck), e realizzato una traccia per la colonna sonora del film Bamboozled con Zach de la Rocha dei Rage Against The Machine. Non a caso sulla copertina del CD single di P.E. 2000 (Rock Remix) il nome di Chuck D è indicato come Mista Chuck of Confrontation Camp.

Se P.E. 2000 (Rock Remix) è sicuramente godibile e in linea con le tendenze musicali dell'epoca, non si può negare che la sua genesi sia quantomeno strana. Tuttavia ha unito due rapper agli antipodi della scena hip hop in un prodotto di buon livello che forse meritava in un posto anche in un album.

venerdì 20 agosto 2021

Perché lo standard jazz Stardust si intitola così?

Stardust è una delle più celebri composizioni jazz di ogni epoca, registrata per la prima volta nel 1927 ha trovato la sua incisione più famosa nel 1940 grazie all'interpretazione di Glenn Miller. L'autore originale del brano fu il celebre jazzista Hoagy Carmichael, nato a Bloomington, nell'Indiana, nel 1899.


Carmichael si iscrisse alla facoltà di legge dell'Indiana University nel 1922, dove si laureò nel 1926 nonostante un'interruzione nel 1923 per motivi economici. Negli anni universitari Carmichael maturò un'interesse per la musica jazz e arrivò a fondare un complesso chiamato Carmichael's Collegians, di cui era il cantante e pianista.

Nelle sue due autobiografie, intitolate Stardust Road e Sometimes I Wonder, Carmichael scrisse di aver composto Stardust negli anni universitari, prendendo ispirazione in una calda notte di fine estate dalla fine della sua storia d'amore con la compagna di studi Kathryn Moore, che finì per sposare il trombettista dei Carmichael's Collegians Art Baker. Secondo quanto riportato dal biografo Richard Sudhalter nel suo libro Stardust Melody: The Life and Music of Hoagy Carmichael del 2003, la stessa Kathryn Moore smentì questa versione sostenendo di aver frequentato Carmichael per poco tempo e che non si sia trattato di una storia importante. Sudhalter aggiunge che gran parte della storia di Stardust è avvolta nel mistero, creato ad arte appositamente dall'autore nelle sue memorie. In ogni caso che il pezzo sia stato composto ai tempi dell'università è certo, in quanto confermato anche dalla cantante Violet Deckard Gardner che al tempo si esibiva spesso con la band di Carmichael.

Un compagno di università chiamato Stuart Gorrell propose a Carmichael di intitolare il brano Star Dust, in quanto gli ricordava polvere di stelle che cadeva dal cielo d'estate (dust from stars drifting down through the summer sky). La prima incisione del pezzo porta proprio questo titolo diviso in due parole e fu incisa a nome di Hoagy Carmichael & His Pals nel 1927. Carmichaeal pubblicò il primo manoscritto presso lo United States Copyright Office (l'ente governativo americano che si occupa della tutela del diritto d'autore) il 5 gennaio 1928, poco prima di lasciare l'Indiana per trasferirsi a New York per lavorare come compositore per il produttore Irving Mills.

Mills incaricò quindi il paroliere Mitchell Parish di scrivere un testo per il brano. Mitchell avrebbe voluto rinominare il pezzo in Then I Will Be Satisfied ma decise infine, su suggerimento dell'arrangiatore della Mills Music Don Redman, di intitolarlo Stardust.

La composizione, con il titolo che oggi tutto conosciamo, fu incisa per la prima volta nel 1928 dai McKinney's Cotton Pickers, di cui Redman era il direttore musicale, e da allora da innumerevoli altri interpreti i più famosi dei quali furono negli anni 30 e 40 i direttori della grandi orchestre, come Glenn Miller, Cab Calloway o Benny Goodman che resero il brano celebre e immortale e lo portarono alla fama planetaria di cui oggi meritatamente gode.



Fonti:
  • "Stardust melody: the life and music of Hoagy Carmichael" di Richard Sudhalter
  • "The Book of World-famous Music: Classical, Popular, and Folk" di James Fuld
  • "Jelly Roll, Bix, and Hoagy: Gennett Records and the Rise of America's Musical Grassroots" di Rick Kennedy
  • "Tin Pan Alley: An Encyclopedia of the Golden Age of American Song" di David Jasen

mercoledì 4 agosto 2021

An interview with Chez Kane

An Italian translation is available here.

British rock singer Chez Kane published her debut solo album this year produced by Italian label Frontiers Records. To talk about her 80s inspired record, Chez accepted our proposal for an interview that we are today offering our readers.

We would like to thank Chez Kane for this interview.





125esima Strada: Hello Chez and first of all thanks for your time. Let's start from your debut album, where does your love for 80s inspired music come from?

Chez Kane:
Hey, no problem and thank you also! My love for 80s inspired music all began when I was around thirteen years old. I heard Def Leppard’s Pour Some Sugar On Me playing on the radio and instantly fell in love! My parents then bought me their album and you could say the rest is history. Haha.


125esima Strada: How were these songs born? What's the story behind them?

Chez Kane: The songs on my debut album were all written by the lovely Danny Rexon, frontman of the band Crazy Lixx. He is an incredible song writer and I feel so fortunate to have been able to work with such a talented guy to launch my solo career. I am so in love with this style of music and he has done such a great job in bringing that late 80s feel in to my album but with a fresh approach.


125esima Strada: I like Defender of The Heart because it's more melodic than the other songs and because the text is also quite peculiar. What is the story of this song?

Chez Kane: I can’t really answer what the story is behind the songs on the album as I am not the writer, we would need to ask Danny, but I totally agree with what you have said in the question, it is the more melodic song of the album and a very powerful song with great sentiment.


125esima Strada: Who are your favorites of the 80s scene that inspired you most?

Chez Kane: It started with Def Leppard, then I discovered Pat Benatar and Robin Beck and I always remember being blown away and thinking that they were so awesome, they looked so cool and I was instantly inspired!


125esima Strada: Let's talk about your YouTube channel also. You have a lot of covers, most of which are power ballads such as Alone by Heart or Forever by Kiss; which one is your favorite of all those songs and why?

Chez Kane: That is a tough question because I started my YouTube channel for the love of singing songs that I love to sing so I genuinely love every song that I have covered for my channel.
Just off the top of my head… Edge of a Broken Heart by Vixen was a really fun song to sing but like I said, I love all of them. Hehe!


125esima Strada: What I think is surprising is that you have a lot of ballads on your channel, but none on your solo album. How come? Isn't this a weird choice, especially for an AOR album?

Chez Kane: I don’t think it’s a weird choice, we did discuss whether the album needed a ballad but Danny and I both agreed that it wasn’t missing when we played the album through as Defender of the Heart was strongly standing alone as the closest to a ballad.

I’m sure a ballad will be on its way at some point in the near future, this is just the beginning!


125esima Strada: You are also one of the front-women of a band called Kane'd, in which the two other singers are your two sisters. The sound of Kane'd is very different from your solo recordings, much more hard rock oriented. Are these the two sides of your musical personality?

Chez Kane: Oh yes, 100%. I love lots of different styles of rock music. It all started with 80s inspired rock and I will always have a major soft spot for it, but I have also gone on to love lots of genres of rock and that definitely shows in the writing of the Kane’d songs.


125esima Strada: What do you plan for your future? More solo albums? More Kane'd? More of both?
I would like more of both and I’m sure there will be!

Chez Kane: I am currently very busy putting the show together for the upcoming solo gigs and I have a few things going on behind the scenes that I can’t discuss right now but for anyone reading this, please stay connected with me on my social media platforms for any future updates.


125esima Strada: Many thanks for your time again, it's been a privilege talking to you.

Chez Kane: Thank you for the chat, it’s been a pleasure!