Jimi Hendrix è un'icona mondiale della musica e la leggenda incontrastata del rock psichedelico: e su questo non ci sono dubbi. Ma al contrario sulle ultime ore della sua vita di dubbi ce ne sono parecchi e quanto accadde è ancora oggi, a 45 anni di distanza, oggetto di racconti contrastanti molto fumosi
Hendrix morì il 18 settembre del 1970 in un appartamento del Samarkand Hotel, al numero 22 di Lansdowne Crescent nel quartiere londinese di Notting Hill, preso in affitto dalla pattinatrice tedesca Monika Dannemann, la donna che Hendrix frequentava durante l'ultimo periodo della sua vita.
Intorno alle 15 del giorno precedente i due uscirono insieme dall'appartamento di Monika perché avevano necessità di prelevare dei soldi in banca. Quindi proseguirono verso il quartiere di Kennington dove Jimi acquistò una giacca di pelle e ordinò un paio di scarpe con delle decorazioni particolari fatte apposta per lui. Lì incontrò anche la sua ex ragazza Kathy Etchingham che Jimi invitò ad andare a trovarlo intorno alle 20 di quella sera, ma la ragazza declinò. Quindi la coppia si spostò al mercato di Chelsea dove il cantante comprò altri vestiti e della carta da lettere che avrebbe usato per scrivere i testi di alcune canzoni nuove. Ripresero quindi l'automobile per spostarsi al Cumberland Hotel dove Hendrix aveva una suite. Durante il tragitto incontrarono Devon Wilson, altra fiamma di Jimi che pochi giorni prima aveva manifestato al cantate la sua gelosia per il fatto che questi frequentasse altre donne, che camminava lungo King's Road; il cantante chiese a Monika di fermare l'auto per potersi fermare a parlare con Devon. Monika acconsentì riluttante mostrandosi gelosa e durante la breve conversazione lanciò alcune occhiate rabbiose a Devon. Quest'ultima invitò Jimi a una festa a casa di Pete Cameron, socio in affari di Hendrix, per quella sera.
Poco dopo, mentre l'auto di Monika e Jimi si dirigeva al Cumberland Hotel fu affiancata nella zona di Marble Arch dalla Mustang di Phillip Harvey, figlio di un Lord del Parlamento inglese, che si trovava in compagnia di due amiche. Philipp lo invitò a casa sua per un the, Jimi accettò dicendo che prima doveva passare dall'albergo per ritirare alcuni messaggi.
Nella suite Hendrix fece e ricevette numerose telefonate. Quindi dopo la sosta in albergo, verso le 17:30, Jimi e Monika andarono all'appartamento di Harvey trovandolo ancora insieme alle due amiche che erano precedentemente in auto con lui; tutti e cinque fumarono hashish e bevvero thè e vino. Intorno alle 22 Monika, ingelosita dalle attenzioni di Jimi per le due ragazze e sentendosi esclusa dalla conversazione, uscì bruscamente dall'appartamento e il cantante la rincorse per le scale. L'alterco tra i due fu molto animato e durò circa mezz'ora durante la quale Harvey si vide costretto a chiedere a entrambi di calmarsi per non attirare l'attenzione del resto del condominio. Harvey dichiarò in seguito che Monika attaccò verbalmente Jimi con molta violenza e che lui stesso temette per l'incolumità del cantante.
Poco dopo i due tornarono all'appartamento di Monika, dove consumarono una cena preparata dalla ragazza e bevvero un'altra bottiglia di vino. Poi, verso le 1:45 Monika accompagnò Jimi alla festa a cui lo aveva invitato Devon, festa alla quale Monika non era stata invitata. Alla festa Jimi discusse animatamente con Pete, il padrone di casa, riguardo ad alcuni problemi economici e assunse almeno una pasticca di anfetamine.
Mezz'ora dopo averlo lasciato, Monika (insieme ad Hendrix nell'immagine a fianco) tornò dove si stava tenendo la festa e suonò al citofono chiedendo di Jimi. Le rispose una delle ospiti, Stella Douglas, che le disse di tornare più tardi; quando Monika tornò 15 minuti dopo Stella le rispose nuovamente in malomodo chiedendole di andarsene. Alla festa era presente anche Angie Burdon, ex moglie del cantante degli Animals Eric Burdon, la quale ricorda che Jimi si lamentava del fatto che Monika non lo lasciasse in pace, alcuni ospiti a quel punto si sporsero dalla finestra per urlarle di andarsene e lasciare che il cantante si divertisse con loro. Ma viste le insistenze di Monika, Jimi uscì a parlarle e poco dopo, intorno alle 3, lasciò la festa per andare via con lei.
Jimi tornò con Monika al Samarkand; il motivò per cui non rientrò al Cumberland è forse nel fatto che una delle sue chitarre era rimasta nella suite della ragazza.
L'unico testimone delle ultime ore di vita di Hendrix è ovviamente Monika Dannemann e da qui in avanti il suo racconto è molto confuso e la donna ha cambiato versione varie volte negli anni.
Dal momento in cui tornarono all'appartamento di Monika, la ragazza preparò due sandwich al tonno di cui Hendrix mangiò solo un boccone, poi intorno alle 4 Jimi le chiese della pastiglie per dormire, forse per via delle anfetamine assunte in precedenza che non lo lasciavano prendere sonno, ma la donna lo convinse a desistere nella speranza che si addormentasse naturalmente. Verso le 6 proprio Monika assunse dei sonniferi e intorno alle 7 entrambi si addormentarono.
Secondo la prima dichiarazione della Dannemann, raccolta dalla polizia nel pomeriggio del 18 settembre, dopo essersi addormentata con in cantante Monika si svegliò alle 11 trovandolo con il volto coperto di vomito che respirava a fatica. La ragazza chiamò l'ambulanza e un attimo dopo notò che dalle sue confezioni mancavano 9 pastiglie di sonnifero.
Quando fu intervistata dagli inquirenti Monika cambiò versione. Disse di essersi svegliata intorno alle 10:20 e di aver trovato Hendrix che dormiva normalmente. Quindi uscì a comprare le sigarette a Portobello Road e al suo ritorno trovò il cantante in stato di incoscienza che non rispondeva ai suoi richiami, Monika provò ripetutamente a svegliarlo e il volto di Jimi si riempì di vomito. A quel punto la donna chiamò l'ambulanza.
L'anno seguente Monika cambiò nuovamente versione, scrisse infatti nel suo testo mai pubblicato With a Little Help From Jimi's Spirit di essersi svegliata alle 10.
Ma le contraddizioni nella versione di Monika non finiscono qui: Eric Burdon raccontò di aver ricevuto una telefonata dalla ragazza alle prime luci dell'alba che gli chiedeva il numero telefonico del medico di Hendrix. Inoltre prima di chiamare l'ambulanza la ragazza telefonò anche a due amiche, Judy Wong e Alvinia Bridges, per far loro la stessa domanda. Monika non menzionò mai nessuna di queste tre telefonate nelle interviste con gli inquirenti.
L'unica cosa certa è che Monika chiamò l'ambulanza alle 11:18 e che questa arrivò alle 11:27. Ciò che successe dopo è ancora una volta poco chiaro. Monika raccontò in ogni occasione di essere stata sull'ambulanza con Hendrix e di averlo accompagnato all'ospedale. Ma i paramedici raccontarono invece agli inquirenti che quando arrivarono nell'appartamento non trovarono nessuno oltre a Hendrix inconscio e che Monika non li seguì all'ospedale. La circostanza fu chiarita definitivamente nel 1992 dal London Ambulance Service in un comunicato ufficiale seguito a un'indagine approfondita.
I paramedici lo trovarono a letto con il volto coperto di vomito. Alle 11:30 arrivò anche la polizia, chiamata dai paramedici, e alle 11:35 l'ambulanza lasciò il Samarkand per portare Hendrix al St Mary Abbot's Hospital dove arrivò alle 11:45 già morto. I medici tentarono di rianimarlo, senza successo, per oltre mezz'ora.
Poco dopo il decesso, un portavoce dell'ospedale dichiarò alla stampa che la causa della morte fosse overdose e la notizia si sparse sui giornali. Al contrario alcuni giorni dopo il coroner, Gavin Thurston, chiarì che la causa della morte fu il soffocamento perché le vie respiratorie di Hendrix erano occluse del suo stesso vomito causato da un'intossicazione da barbiturici. Monika dichiarò che Hendrix aveva assunto a sua insaputa 9 pastiglie per dormire, mentre la dose normale era di mezza pastiglia.
Nel 1992 Kathy Etchingham (insieme ad Hendrix nell'immagine sopra) condusse un'indagine privata sulla morte di Hendrix che la portò alla conclusione che il cantante sarebbe morto nelle prime ore del mattino, e non intorno alle 11, pertanto e che quindi Monika avrebbe atteso molte ore prima di chiamare l'ambulanza. Sulla base di quanto evidenziato da Kathy, Scotland Yard riaprì il caso ma l'indagine non portò a nulla e dopo alcuni mesi fu richiusa anche perché a distanza di oltre vent'anni non sarebbe stata di alcuna utilità
Nel 1996 Monika Dannemann dopo aver perso una causa per diffamazione intentata verso di lei dalla Etchingham si suicidò con il gas di scarico della sua Mercedes portandosi così via per sempre gli ultimi segreti sulla morte di Hendrix.
Nel 2009 il medico che ricevette Hendrix all'ospedale, l'australiano John Bannister, sostenne che la quantità di vino presente nello stomaco e nei polmoni di Hendrix era tale far credere che gli sia stata fatta ingerire con la forza e che quindi è plausibile ritenere che Hendrix sia stato ucciso. Nello stesso anno il tecnico del suono James Wright, che aveva lavorato sia con Hendrix che con gli Animals, pubblicò un libro in cui asserì che il manager di Jimi, Mike Jeffery, gli avrebbe confessato di aver volontariamente ucciso in cantante proprio secondo le modalità descritte da Bannister al fine di incassare i soldi dell'assicurazione. Jeffery non poté smentire perché era morto nel 1973, ma Bob Levine, manager di Jimi per gli Stati Uniti, smentì quanto asserito da Wright sostenendo che si sia trattata solo di una trovata commerciale per vendere il libro.
Oltre alle smentite di Levine, anche il buon senso suggerisce che le cose non sono andate come sostanuto da Bannister e Wright. Anzitutto va notato che Bannister non è da ritenersi una fonte attendibile in quanto nel 1992 è stato radiato dall'ordine dei medici Australiani per condotta fraudolenta: non un buon curriculum per chi vuole essere testimone chiave di un omicidio. Inoltre Bannister trattò Hendrix al Pronto Soccorso, ma una quantità di vino ingerita sospetta avrebbe dovuto essere rilevata dal medico legale, che invece non ravvisò alcuna stranezza. Inoltre come metodo di omicidio il soffocamento con il vomito ci sembra un po' bizzarro: come avrebbero potuto gli aspiranti assassini prevedere che il vomito gli avrebbe occluso le vie respiratorie?
Le stranezze nella versione di Bannister e Wright non finiscono qui.
Hendrix era giovane e in salute e se avesse subito un tentativo di omicidio avrebbe quantomeno tentato una difesa, ma nei rapporti medici non sono menzionati segni di colluttazione.
Inoltre se Monika fossa stata parte di un complotto per eliminare Hendrix, e non è possibile immaginare una cospirazione in questo senso che non includa Monika, la ragazza avrebbe dovuto spingere Hendrix a passare la notte al Cumberland da cui avrebbe potuto fuggire senza il fardello di doversi liberare del cadavere. In ultimo la motivazione che avrebbe spinto il manager è veramente risibile: Hendrix gli sarebbe stato molto più utile e remunerativo da vivo, con la possibilità di fare dischi e concerti, che non da morto.
Con questo non vogliamo dire che non ci siano misteri in questa storia ma come in ogni morte illustre anche in questo caso le teorie del complotto appaiono fantasiose e poco fondate. Ancora non si spiega comunque perché Monika abbia cambiato versione così tante volte, ma purtroppo con la morte della donna questi misteri resteranno per sempre con lei nella tomba. Forse semplicemente aveva scarsa memoria, offuscata ancora di più dalle droghe e dallo shock.
Oltre agli articoli menzionati sopra, le fonti che abbiamo utilizzato sono i libri Jimi Hendrix: The Final Days di Tony Brown, Cross, Room Full of Mirrors: A Biography of Jimi Hendrix di Charles R. Cross e Jimi Hendrix: The Ultimate Experience di Johnny Black e il documentario Jimi Hendrix: The Last 24 Hours
Hendrix morì il 18 settembre del 1970 in un appartamento del Samarkand Hotel, al numero 22 di Lansdowne Crescent nel quartiere londinese di Notting Hill, preso in affitto dalla pattinatrice tedesca Monika Dannemann, la donna che Hendrix frequentava durante l'ultimo periodo della sua vita.
Intorno alle 15 del giorno precedente i due uscirono insieme dall'appartamento di Monika perché avevano necessità di prelevare dei soldi in banca. Quindi proseguirono verso il quartiere di Kennington dove Jimi acquistò una giacca di pelle e ordinò un paio di scarpe con delle decorazioni particolari fatte apposta per lui. Lì incontrò anche la sua ex ragazza Kathy Etchingham che Jimi invitò ad andare a trovarlo intorno alle 20 di quella sera, ma la ragazza declinò. Quindi la coppia si spostò al mercato di Chelsea dove il cantante comprò altri vestiti e della carta da lettere che avrebbe usato per scrivere i testi di alcune canzoni nuove. Ripresero quindi l'automobile per spostarsi al Cumberland Hotel dove Hendrix aveva una suite. Durante il tragitto incontrarono Devon Wilson, altra fiamma di Jimi che pochi giorni prima aveva manifestato al cantate la sua gelosia per il fatto che questi frequentasse altre donne, che camminava lungo King's Road; il cantante chiese a Monika di fermare l'auto per potersi fermare a parlare con Devon. Monika acconsentì riluttante mostrandosi gelosa e durante la breve conversazione lanciò alcune occhiate rabbiose a Devon. Quest'ultima invitò Jimi a una festa a casa di Pete Cameron, socio in affari di Hendrix, per quella sera.
Poco dopo, mentre l'auto di Monika e Jimi si dirigeva al Cumberland Hotel fu affiancata nella zona di Marble Arch dalla Mustang di Phillip Harvey, figlio di un Lord del Parlamento inglese, che si trovava in compagnia di due amiche. Philipp lo invitò a casa sua per un the, Jimi accettò dicendo che prima doveva passare dall'albergo per ritirare alcuni messaggi.
Nella suite Hendrix fece e ricevette numerose telefonate. Quindi dopo la sosta in albergo, verso le 17:30, Jimi e Monika andarono all'appartamento di Harvey trovandolo ancora insieme alle due amiche che erano precedentemente in auto con lui; tutti e cinque fumarono hashish e bevvero thè e vino. Intorno alle 22 Monika, ingelosita dalle attenzioni di Jimi per le due ragazze e sentendosi esclusa dalla conversazione, uscì bruscamente dall'appartamento e il cantante la rincorse per le scale. L'alterco tra i due fu molto animato e durò circa mezz'ora durante la quale Harvey si vide costretto a chiedere a entrambi di calmarsi per non attirare l'attenzione del resto del condominio. Harvey dichiarò in seguito che Monika attaccò verbalmente Jimi con molta violenza e che lui stesso temette per l'incolumità del cantante.
Poco dopo i due tornarono all'appartamento di Monika, dove consumarono una cena preparata dalla ragazza e bevvero un'altra bottiglia di vino. Poi, verso le 1:45 Monika accompagnò Jimi alla festa a cui lo aveva invitato Devon, festa alla quale Monika non era stata invitata. Alla festa Jimi discusse animatamente con Pete, il padrone di casa, riguardo ad alcuni problemi economici e assunse almeno una pasticca di anfetamine.
Mezz'ora dopo averlo lasciato, Monika (insieme ad Hendrix nell'immagine a fianco) tornò dove si stava tenendo la festa e suonò al citofono chiedendo di Jimi. Le rispose una delle ospiti, Stella Douglas, che le disse di tornare più tardi; quando Monika tornò 15 minuti dopo Stella le rispose nuovamente in malomodo chiedendole di andarsene. Alla festa era presente anche Angie Burdon, ex moglie del cantante degli Animals Eric Burdon, la quale ricorda che Jimi si lamentava del fatto che Monika non lo lasciasse in pace, alcuni ospiti a quel punto si sporsero dalla finestra per urlarle di andarsene e lasciare che il cantante si divertisse con loro. Ma viste le insistenze di Monika, Jimi uscì a parlarle e poco dopo, intorno alle 3, lasciò la festa per andare via con lei.
Jimi tornò con Monika al Samarkand; il motivò per cui non rientrò al Cumberland è forse nel fatto che una delle sue chitarre era rimasta nella suite della ragazza.
L'unico testimone delle ultime ore di vita di Hendrix è ovviamente Monika Dannemann e da qui in avanti il suo racconto è molto confuso e la donna ha cambiato versione varie volte negli anni.
Dal momento in cui tornarono all'appartamento di Monika, la ragazza preparò due sandwich al tonno di cui Hendrix mangiò solo un boccone, poi intorno alle 4 Jimi le chiese della pastiglie per dormire, forse per via delle anfetamine assunte in precedenza che non lo lasciavano prendere sonno, ma la donna lo convinse a desistere nella speranza che si addormentasse naturalmente. Verso le 6 proprio Monika assunse dei sonniferi e intorno alle 7 entrambi si addormentarono.
Secondo la prima dichiarazione della Dannemann, raccolta dalla polizia nel pomeriggio del 18 settembre, dopo essersi addormentata con in cantante Monika si svegliò alle 11 trovandolo con il volto coperto di vomito che respirava a fatica. La ragazza chiamò l'ambulanza e un attimo dopo notò che dalle sue confezioni mancavano 9 pastiglie di sonnifero.
Quando fu intervistata dagli inquirenti Monika cambiò versione. Disse di essersi svegliata intorno alle 10:20 e di aver trovato Hendrix che dormiva normalmente. Quindi uscì a comprare le sigarette a Portobello Road e al suo ritorno trovò il cantante in stato di incoscienza che non rispondeva ai suoi richiami, Monika provò ripetutamente a svegliarlo e il volto di Jimi si riempì di vomito. A quel punto la donna chiamò l'ambulanza.
L'anno seguente Monika cambiò nuovamente versione, scrisse infatti nel suo testo mai pubblicato With a Little Help From Jimi's Spirit di essersi svegliata alle 10.
Ma le contraddizioni nella versione di Monika non finiscono qui: Eric Burdon raccontò di aver ricevuto una telefonata dalla ragazza alle prime luci dell'alba che gli chiedeva il numero telefonico del medico di Hendrix. Inoltre prima di chiamare l'ambulanza la ragazza telefonò anche a due amiche, Judy Wong e Alvinia Bridges, per far loro la stessa domanda. Monika non menzionò mai nessuna di queste tre telefonate nelle interviste con gli inquirenti.
L'unica cosa certa è che Monika chiamò l'ambulanza alle 11:18 e che questa arrivò alle 11:27. Ciò che successe dopo è ancora una volta poco chiaro. Monika raccontò in ogni occasione di essere stata sull'ambulanza con Hendrix e di averlo accompagnato all'ospedale. Ma i paramedici raccontarono invece agli inquirenti che quando arrivarono nell'appartamento non trovarono nessuno oltre a Hendrix inconscio e che Monika non li seguì all'ospedale. La circostanza fu chiarita definitivamente nel 1992 dal London Ambulance Service in un comunicato ufficiale seguito a un'indagine approfondita.
I paramedici lo trovarono a letto con il volto coperto di vomito. Alle 11:30 arrivò anche la polizia, chiamata dai paramedici, e alle 11:35 l'ambulanza lasciò il Samarkand per portare Hendrix al St Mary Abbot's Hospital dove arrivò alle 11:45 già morto. I medici tentarono di rianimarlo, senza successo, per oltre mezz'ora.
Poco dopo il decesso, un portavoce dell'ospedale dichiarò alla stampa che la causa della morte fosse overdose e la notizia si sparse sui giornali. Al contrario alcuni giorni dopo il coroner, Gavin Thurston, chiarì che la causa della morte fu il soffocamento perché le vie respiratorie di Hendrix erano occluse del suo stesso vomito causato da un'intossicazione da barbiturici. Monika dichiarò che Hendrix aveva assunto a sua insaputa 9 pastiglie per dormire, mentre la dose normale era di mezza pastiglia.
Nel 1992 Kathy Etchingham (insieme ad Hendrix nell'immagine sopra) condusse un'indagine privata sulla morte di Hendrix che la portò alla conclusione che il cantante sarebbe morto nelle prime ore del mattino, e non intorno alle 11, pertanto e che quindi Monika avrebbe atteso molte ore prima di chiamare l'ambulanza. Sulla base di quanto evidenziato da Kathy, Scotland Yard riaprì il caso ma l'indagine non portò a nulla e dopo alcuni mesi fu richiusa anche perché a distanza di oltre vent'anni non sarebbe stata di alcuna utilità
Nel 1996 Monika Dannemann dopo aver perso una causa per diffamazione intentata verso di lei dalla Etchingham si suicidò con il gas di scarico della sua Mercedes portandosi così via per sempre gli ultimi segreti sulla morte di Hendrix.
Nel 2009 il medico che ricevette Hendrix all'ospedale, l'australiano John Bannister, sostenne che la quantità di vino presente nello stomaco e nei polmoni di Hendrix era tale far credere che gli sia stata fatta ingerire con la forza e che quindi è plausibile ritenere che Hendrix sia stato ucciso. Nello stesso anno il tecnico del suono James Wright, che aveva lavorato sia con Hendrix che con gli Animals, pubblicò un libro in cui asserì che il manager di Jimi, Mike Jeffery, gli avrebbe confessato di aver volontariamente ucciso in cantante proprio secondo le modalità descritte da Bannister al fine di incassare i soldi dell'assicurazione. Jeffery non poté smentire perché era morto nel 1973, ma Bob Levine, manager di Jimi per gli Stati Uniti, smentì quanto asserito da Wright sostenendo che si sia trattata solo di una trovata commerciale per vendere il libro.
Oltre alle smentite di Levine, anche il buon senso suggerisce che le cose non sono andate come sostanuto da Bannister e Wright. Anzitutto va notato che Bannister non è da ritenersi una fonte attendibile in quanto nel 1992 è stato radiato dall'ordine dei medici Australiani per condotta fraudolenta: non un buon curriculum per chi vuole essere testimone chiave di un omicidio. Inoltre Bannister trattò Hendrix al Pronto Soccorso, ma una quantità di vino ingerita sospetta avrebbe dovuto essere rilevata dal medico legale, che invece non ravvisò alcuna stranezza. Inoltre come metodo di omicidio il soffocamento con il vomito ci sembra un po' bizzarro: come avrebbero potuto gli aspiranti assassini prevedere che il vomito gli avrebbe occluso le vie respiratorie?
Le stranezze nella versione di Bannister e Wright non finiscono qui.
Hendrix era giovane e in salute e se avesse subito un tentativo di omicidio avrebbe quantomeno tentato una difesa, ma nei rapporti medici non sono menzionati segni di colluttazione.
Inoltre se Monika fossa stata parte di un complotto per eliminare Hendrix, e non è possibile immaginare una cospirazione in questo senso che non includa Monika, la ragazza avrebbe dovuto spingere Hendrix a passare la notte al Cumberland da cui avrebbe potuto fuggire senza il fardello di doversi liberare del cadavere. In ultimo la motivazione che avrebbe spinto il manager è veramente risibile: Hendrix gli sarebbe stato molto più utile e remunerativo da vivo, con la possibilità di fare dischi e concerti, che non da morto.
Con questo non vogliamo dire che non ci siano misteri in questa storia ma come in ogni morte illustre anche in questo caso le teorie del complotto appaiono fantasiose e poco fondate. Ancora non si spiega comunque perché Monika abbia cambiato versione così tante volte, ma purtroppo con la morte della donna questi misteri resteranno per sempre con lei nella tomba. Forse semplicemente aveva scarsa memoria, offuscata ancora di più dalle droghe e dallo shock.
Oltre agli articoli menzionati sopra, le fonti che abbiamo utilizzato sono i libri Jimi Hendrix: The Final Days di Tony Brown, Cross, Room Full of Mirrors: A Biography of Jimi Hendrix di Charles R. Cross e Jimi Hendrix: The Ultimate Experience di Johnny Black e il documentario Jimi Hendrix: The Last 24 Hours
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