venerdì 17 novembre 2017

Kid Rock - Sweet Southern Sugar

Tre anni dopo l'inspiegabilmente brutto First Kiss torna Kid Rock con il nuovo album intitolato Sweet Southern Sugar che fortunatamente smentisce le paure di chi temeva che la vena creativa del rocker di Detroit fosse ormai esaurita. Le dieci tracce dei disco regalano infatti 43 minuti di musica rock ricca di venature country e southern e di molte altre influenze che Kid Rock riesce ad amalgamare come ha saputo fare nel suo passato con grande maestria.

Il disco si apre con tre pezzi che erano stati pubblicati come singoli prima dell'uscita dell'album. La traccia di apertura Greatest Show on Earth è più dura ed energica di quanto il recente passato di Kid Rock possa suggerire, recuperando sonorità più simili a quelle di American Bad Ass uscita nel lontano 2000. Con la seconda traccia Po-Dunk iniziamo a trovare alcune delle sonorità più southern di cui Kid Rock ha fatto ampio uso nei suoi ultimi album, e con la terza Tennessee Mountain Top troviamo il primo il primo brano melodico del disco che, curiosamente, è reinciso rispetto alla pubblicazione in singolo, con la melodia pressoché identica ma affidata più al piano che alla chitarra.

Il disco è ricco di brani melodici, in cui i cori hanno un ruolo di particolare importanza. Troviamo tra essi la ballad American Rock 'n Roll in cui il coro esegue un vocalizzo di grande effetto come controcanto sul ritornello. La seconda ballad del disco è Back To The Otherside le cui strofe sono rappate (come accadeva nei vecchi album di Kid Rock come Devil Without a Cause e fino a Cocky), in questo pezzo il ritornello è affidato completamente al coro che lo esegue con sonorità vicine al gospel, non sembra una scelta casuale visto il testo toccante che parla di come sconfiggere la tentazione al suicidio. Anche il pezzo successivo, Raining Whiskey, è una ballad dal testo più tradizionale che narra del dolore causato dalla lontananza dalla donna amata, il brano presenta forti sfumature blues ed è retto dal suono del piano, anche in questo pezzo il coro sul ritornello ha un ruolo fondamentale.

Il resto del disco riporta i suoni su atmosfere più forti. Troviamo l'energica e speranzosa Stand The Pain, il cui suono sconfina nell'AOR e la grintosa Grandpa's Jam che di nuovo sembra riportare indietro ai tempi di American Bad Ass.

Completano l'album l'atipico pezzo elettronico a tratti funk I Wonder e una cover di I Can't Help Myself dei Four Tops, qui intitolata Sugar Pie Honey Bunch.

Con questo album Kid Rock cancella definitivamente il passo fasso precedente, regalando un disco di dieci tracce dal suono vario, ricco e soprattutto sempre convicente, sempre curato nelle musiche, nelle parti cantante e anche nei testi che non sono mai banali.

Tutti possono sbagliare, anche i migliori, perdoniamo quindi a Kid Rock lo scivolone di First Kiss e non possiamo che constatare che uno dei più creativi e sottovalutati rocker degli ultimi decenni è fortunatamente tornato con questo album al pieno della sua forma.

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