martedì 12 febbraio 2019

La discografia solista di Freddie Mercury

Il nome di Freddie Mercury è indissolubilmente legato a quello dei Queen, eppure durante la ventennale carriera del quartetto, il vocalist riuscì a realizzare numerose incisioni soliste trovando spazio nella fitta discografia del gruppo.


In realtà la prima registrazione solista di Freddie Mercury risale a prima ancora che i Queen si formassero con il singolo I Can Hear Music realizzato con lo pseudonimo di Larry Lurex. Il 45 giri conteneva la cover dell’omonimo brano delle Ronettes (portato al successo anche dai Beach Boys) e come B-side la cover di Goin’ Back di Gerry Goffin e Carole King. Tuttavia al progetto di Larry Lurex presero parte anche Brian May e Roger Taylor ed è quindi forse più corretto considerare il disco come la prima incisione della band che si stava formando, piuttosto che un disco solista di Freddie Mercury

La prima incisione solista di Freddie Mercury dopo l’esordio discografico dei Queen risale al 1984 con il brano Love Kills realizzato per la colonna sonora di Giorgio Moroder del leggendario film muto Metropolis del 1927. L’anno seguente Freddie realizzò quello che resta tuttora il suo unico album solista dal titolo Mr. Bad Guy. L’album contiene tutti i pezzi più celebri della discografia solista del cantante, come la title track, I Was Born to Love You, Foolin’ Around e Your Kind of Lover. Ciò che distingue maggiormente questo album dalle incisioni dei Queen è che le basi sono generalmente più semplici, le chitarre hanno un ruolo meno predominante e le sonorità si allontanano dal rock per muoversi verso il pop o la disco, come testimoniato da pezzi come Let’s Turn it On o Living On My Own. Nel disco troviamo anche un esperimento di reggae con My Love Is Dangerous e non mancano ballad più tradizionali come Made in Heaven, Love Me Like There's No Tomorrow e There Must Be More To Life Than This.

Due tracce di questo album, Made in Heaven e I Was Born to Love You, furono poi inserite nell’ultimo album dei Queen con Freddie Mercury alla voce, cioè il postumo Made in Heaven del 1995. Per l’occasione la band reincise le basi rendendole più simile allo stile dei Queen grazie ad arrangiamenti più vicini al rock.

L’anno seguente Freddie prestò la voce a due tracce nel concept album Time di David Clark, la title track e In My Defence, due power ballad di ottima fattura che mettono perfettamente in luce le straordinarie doti canore del cantante. Nel 1987 Freddie Mercury realizzò un altro dei suoi singoli più celebri, la sontuosa cover di The Great Pretender dei Platters il cui B-side è l’altrettanto celebre Exercises In Free Love. Come dice il titolo stesso questa seconda traccia è un esercizio canoro in cui Freddie esegue un vocalizzo, su una base suonata al piano da Mike Moran, imitando una voce da soprano, il pezzo fu infatti immaginato per la voce di Monserrat Caballé con cui l’anno seguente avrebbe inciso Barcelona.

Barcelona resta la più celebre incisione di Freddie Mercury senza i Queen, l’album è composto da otto tracce che coniugano sapientemente le capacità vocali di questi due incredibili cantanti così diversi ma che si amalgamano benissimo. Oltre alla title track, scritta per celebrare le Olimpiadi di Barcellona del 1992, il disco contiene altri capolavori realizzati con lo stesso stile, come La Japonaise in cui i due cantano anche in giapponese, The Golden Boy impreziosita dalla presenza di un corposo coro gospel e How Can I Go On che vede la presenza di John Deacon al basso.

L’LP realizzato con Monserrat Caballé fu anche l’ultima pubblicazione di Freddie Mercury senza il resto del Queen prima della sua morte sopraggiunta nel 1991. Dopo il decesso del cantante sono state pubblicate molte compilation che raccolgono i suoi successi solisti, la prima di esse è The Freddie Mercury Album del 1992 che contiene sette remix di pezzi già editi più le versioni originali di Barcelona, Love Kills, Exercises in Free Love e The Great Pretender. Nel mercato americano la compilation fu sostituita da un’altra intitolata The Great Pretender in cui anche la title track e Love Kills sono in versioni remixate, il disco presenta anche una versione diversa di Mr. Bad Guy, manca Barcelona e al suo posto si trova un remix di My Love Is Dangerous. Inoltre vi si trovano due versioni di Living On My Own.

L’anno seguente fu pubblicata una compilation di soli sei pezzi intitolata Remixes, che come dice il titolo stesso contiene dei remix dei pezzi pubblicati da Freddie in vita. Tra le tracce del disco si trovano due versioni di Living on My Own (una delle quali è stata pubblicata anche in singolo) e una versione hard rock di My Love is Dangerous (la stessa pubblicata sulla compilation The Great Pretender) che si allontana tantissimo dalla versione contenuta su Mr Bad Guy.

Nel 2000 fu pubblicata la raccolta The Solo Collection composta da dodici dischi che contiene tutti i singoli completi di B-side, demo e versioni inedite. Nel 2006 uscì la compilation doppia Lover of Life, Singer of Songs che contiene nuove versioni di Love Kills e Living on My Own oltre a una demo di Mr. Bad Guy mai pubblicata prima. Nel 2016 fu data alle stampe quella che è ad oggi l’ultima raccolta dedicata all’attività solista di Freddie Mercury dal titolo Messenger of the Gods: The Singles che ha il merito di recuperare un altro pezzo fino ad allora inedito: la versione di Exercises in Free Love cantata da Montserrat Caballé.

Vista l’ampia mole di bootleg e la lunga lista di pezzi mai pubblicati, è molto probabile che la discografia solista di Freddie Mercury non si esaurisca qui e che in futuro possano emergere altre registrazioni. Nel frattempo non resta che ascoltare quelle pubblicate fino ad oggi, in cui Freddie Mercury ha dato più spazio alla propria creatività creando spesso sonorità molto lontane da quelle che ha realizzato con il resto del suo celebre quartetto ma ovviamente altrettanto geniali e memorabili.

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