mercoledì 24 luglio 2019

Gianluigi Cavallo - Base Ribelle

Sono passati quattro anni da quando la scena rock italiana è stata travolta dal ritorno discografico di Gianluigi "Cabo" Cavallo, ex frontman dei Litfiba dal 2000 al 2006, con l'album E=MC2 - Essenza di Macchina Cuore Cervello della nuova formazione denominata ilNero. E dopo un lungo tour che ha alternato performance in elettrico a altre in acustico, il 2019 vede finalmente l'uscita del nuovo album del cantante parmense, questa volta firmato con il suo solo nome e cognome e intitolato Base Ribelle.

Il disco è composto di dodici pezzi a cui ha collaborato come assistente anche il figlio Sebastiano, detto Zeb. Come suggerisce il titolo stesso, e come è normale aspettarsi dal passato di Cabo, tutte le tracce dell'album trasudano di un rock puro, genuino e diretto i cui testi parlano spesso della ribellione e del rifiuto dell'omologazione. E se questo aspetto era facilmente intuibile anche prima dell'ascolto, il disco presenta anche molti lati inattesi, come la sperimentazione e la contaminazione di musica etnica con cui Cabo ha arricchito la propria produzione.

L'uscita dell'album è stata preceduta dalla pubblicazione di due tracce che hanno dato un assaggio di quello che si trova nel disco intero con pezzi ricchi di riff di chitarra e con melodie che valorizzano appieno la straordinaria voce baritonale di Cabo. I primi due brani pubblicati sono stati Di Questo Mondo, che è il pezzo più pesante dell'intero album caratterizzato da suoni pesanti ai confini con il metal e con spruzzate di grunge nello stile di In Utero sul ritornello, e il midtempo Leggero che invece si muove su atmosfere più raccolte e distantissime da quelle del pezzo precedente.

Sonorità aggressive da heavy metal si trovano anche in Il Crocevia dei Miracoli ed E Fuoco Sia, impreziosita dai vocalizzi in stile gitano dello stesso Cabo prima e dopo l'ultimo ritornello. Tra i pezzi "d'assalto" troviamo anche Faccia al Vento, grintoso hard rock che cita anche uno stralcio di un'intervista a Giovanni Falcone sul non rimanere prigioniero della paura.


Nel disco spiccano anche alcuni pezzi influenzati dallo stoner rock dalla velocità non troppo elevata e che risultano anche essere quelli che mettono più in luce le capacità vocali di Cabo. Tra questi troviamo Destino, Sei e Orizzonte che è uno dei momenti più interessanti del disco grazie alle sua mescolanza di stoner, psichedelia e influenze mediterranee.

Come anticipato, non mancano momenti più melodici come il midtempo Quello Che Ho, anch'essa influenzata dal med rock, e l'etera Nuvole ricca di venature new wave e synth pop. Completano il disco il rock and roll della title track, introdotta da una citazione del compianto presidente Sandro Pertini sull'importanza del seguire i propri ideali per distinguersi dalla massa, e la lenta e profonda traccia di chiusura Le Nostre Verità.

In conclusione questo album è sicuramente una delle uscite migliori di questo 2019, grazie a dodici tracce ricche di spunti diversi che meriterebbero tutte una pubblicazione in singolo. Che Cabo fosse uno dei migliori autori e interpreti del rock italiano è noto fin da Elettromacumba, ma con questo album, che è il suo primo da solista, ha sicuramente alzato l'asticella dando pieno sfogo alla sua creatività. Base Ribelle è un assoluto capolavoro di rock, l'ennesimo della carriera di Cabo, e ora non resta che aspettare di poter sentire la potenza di questi pezzi deflagrare dal vivo nel prossimo tour.

5 commenti:

MikiMoz ha detto...

Grande Cabo!
Non sapevo di questa uscita.
Lui ha pagato caro il prezzo di aver sostituito momentaneamente un mostro sacro. Perché Cabo a me piace, ha una bella voce e scrive bei testi. Il danno è stato quello... e probabilmente partito dalla sua fazione di fans, che iniziò a denigrare Pelù scatenando una guerra (con forum tipo ToroLocovalepoco e amenità simili).
Peccato, Cabo merita tanto. Ascolterò questo suo lavoro: più che altro sono incuriosito dagli inserti etnici, visto che coi Litfiba ha lasciato poco spazio a questo aspetto :)

Moz-

Leonardo Salvaggio ha detto...

Cabo è un grande artista, molto sottovalutato. Come però spesso capita a chi sostituisce "mostri sacri", come John Coraby, John Bush, Ripper Owens, Sammy Hagar... e la lista potrebbe continuare molto a longo.

MikiMoz ha detto...

Esattamente, boss.
Il clima creato dai fan dei Litfiba dopo la separazione con Pelù non ha giovato a Cabo stesso...

Moz-

Leonardo Salvaggio ha detto...

È stato un periodo molto strano, con i Litfiba che cambiarono stile in modo radicale e imprevisto e Pelù che sembrava fare cose senza un filo conduttore, a volte buone a volte brutte.

MikiMoz ha detto...

Diciamo che inizialmente il filo fu questo: primo album dei nuovi Litfiba, doveva essere un po' più dark e non mediterraneo (insomma, lo stile Litfiba base, senza sound aggiunti); Pelù era richiamato a ripetere il successo di Infinito, con un rock leggero e sonorità etniche.

Moz-