lunedì 14 marzo 2022
La discografia degli Alice in Chains successiva alla reunion del 2008
Negli anni 90 gli Alice in Chains sono stati tra i gruppi più influenti della scena grunge, insieme ad altri quali i Pearl Jam (che sono gli unici che sfornano dischi nuovi con continuità ancora adesso) e i ben più iconici Nirvana. Dopo tre album e due EP pubblicati tra il 90 e il 95, la carriera degli Alice in Chains si interruppe e sembrò andare incontro a una fine definitiva dopo la morte del cantante e chitarrista Layne Staley per overdose di speedball il 5 aprile del 2002, esattamente nell'ottavo anniversario della morte di Kurt Cobain.
Anni dopo i membri rimanenti, Jerry Cantrell, Mike Inez e Sean Kinney riunirono la band con l'aggiunta di William DuVall, cantante e chitarrista dei Comes With the Fall, in sostituzione di Staley e con la nuova formazione tornarono anche in studio per la registrazione di nuovi album. Il primo di essi si intitola Black Gives Way to Blue ed è stato pubblicato nel 2009. L'album non si distacca minimamente dal modello originale della musica degli Alice in Chains e regala un capolavoro di grunge grezzo e diretto che sembra preso di peso dagli anni 90.
Il disco è composto da undici tracce, più una bonus track nella versione digitale venduta da iTunes, in cui DuVall sostituisce Staley principalmente alla chitarra, mentre le voci principali sono eseguite da Jerry Cantrell. La maggior parte dei pezzi sono graffianti ed energici, ma non mancano momenti più melodici come le ballad When The Sun Rose Again, Acid Bubble e Private Hell. DuVall esegue la voce principale solo in Last of My Kind. Chiude il disco la struggente ballad che dà il titolo all'LP dedicata al vocalist scomparso e che vede Elton John come ospite al pianoforte.
Il secondo album con la rinnovata formazione uscì nel 2013 con il titolo di The Devil Put Dinosaurs Here. L'atipica copertina mostra due teste di triceratopo incrociate, di cui una verde e una rossa; ma essendo il case del CD rosso, quando il libretto viene infilato nel case la testa rossa scompare e si vede solo quella verde. Nel disco la musica degli Alice in Chains inizia ad allontanarsi dal grunge per approdare a una commistione di alternative metal e di doom metal, con atmosfere molto più cupe che nei dischi precedenti.
Il sound è generalmente più oscuro, come in tracce come Pretty Done o Phantom Limb, in cui i due vocalist si alternano alla voce, a la ruggente Hollow dalle forti venature stoner rock che apre il disco. Anche in questo caso non mancano pezzi più leggeri come Voices o più intimistici come Breath On A Window. Dopo The Devil Put Dinosaurs Here la band rimase ferma tre anni fino a quando pubblicò la cover di Tears dei Rush per la riedizione del loro album 2112 che conteneva un disco extra con i pezzi dell'album originale interpretati da altri.
La band tornò in studio per un nuovo album nel 2018 quando pubblicò Rainier Fog che resta ad oggi la loro produzione più recente. Il disco, composto da dieci tracce, è un concept album che funge da colonna sonora del film di fantascienza Black Antenna uscito lo stesso album. Il film, diretto da Adam Mason, narra di due extraterrestri, padre e figlia interpretati da Paul Sloan e Viktoriya Dov, che arrivano in California e che devono, con mezzi poco leciti, costruire un'antenna per stabilire una comunicazione con il loro pianeta di provenienza; al contempo dovranno combattere contro degli avversari che vogliono ucciderli. Dal film è stata estratta anche una web series con gli episodi che fanno da videoclip delle canzoni del disco.
Dal punto di vista musicale l'album prosegue sulla atmosfere cupe da doom metal del disco precedente. Il disco vede una prevalenza di brani aggressivi, tra cui spiccano i quattro singoli The One You Know, So Far Under, Never Fade e la title track. Nel disco sono presenti solo due pezzi più leggeri, quali la ballad Fly e All I Am che chiude l'album e che chiude anche Black Antenna.
Dal 2018 la band non pubblica materiale nuovo, solo un album solista di Jerry Cantrell intitolato Brighten uscito nel 2021 ha interrotto il digiuno. I tre album usciti dopo la reunion dimostrano che gli Alice in Chains sono uno dei pochi gruppi che non risentono degli anni che passano, riuscendo a modernizzare la propria proposta musicale e a sopravvivere al decesso del proprio cantante. Al momento il gruppo di Seattle ha all'attivo sei album di altissimo livello nessuno dei quali sfigura nella discografia di questa straordinaria band; non resta quindi che aspettare che tornino in studio a registrare musica nuova nella speranza che Rainier Fog non sia il loro disco di commiato.
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