Nonostante la sua notorietà non sia all'altezza di quella di altre leggende del blues, Little Walter fu uno dei più grandi e influenti musicisti di ogni tempo; è a lui che si deve la nascita dell'harmonica blues grazie alla sua intuizione di amplificare il suono dell'armonica in modo da poter competere, quanto a volume sonoro, con i chitarristi suoi contemporanei. Marion Walter Jacobs, questo era il suo vero nome, trovò la morte il 15 febbraio del 1968 in seguito a una rissa nella periferia di Chicago.
Negli ultimi giorni della sua vita Walter viveva a casa di una donna chiamata Katherine, al numero 209 E della 54esima strada, che aveva conosciuto grazie ad Armilee Thompson (una delle ex ragazze di Walter e sedicente madre del suo unico figlio). La sera prima del giorno della sua morte Walter si esibì in un locale chiamato Theresa's Lounge all'incrocio tra la 48esima strada e South Indiana (la foto sopra mostra come appare il luogo oggi, la scala d'ingresso al locale che era al piano interrato è visibile in basso a sinistra sul marciapiede) dove suonavano regolarmente altri grandi musicisti come Buddy Guy e Junior Wells. Durante una pausa dell'esibizione Walter si spostò con altri musicisti e avventori sulla strada per una partita di dadi. L'uomo con cui Walter stava giocando lanciò i dadi, ma colpì lo stesso Walter. Cadendo, i dadi diedero la combinazione vincente; ma Walter contestò che avendo i dadi colpito proprio lui quella non poteva essere considerata una vittoria legittima. L'avversario si allungò per prendere i soldi, ma Walter lo anticipò; l'avversario allora afferrò un oggetto metallico e colpì Walter alla testa.
A distanza di quasi cinquant'anni vi sono ancora grossi dubbi su come il fatto si sia svolto e in particolare su che oggetto metallico l'uomo abbia usato per colpire Walter alla testa: secondo quando raccontato da Katherine ad Armilee lo stesso Walter le avrebbe riferito di essere stato colpito con un tubo di ferro; ma due testimoni oculari riportano versioni diverse dell'accaduto. Il primo di questi fu il bluesman Big Guitar Red, secondo cui Walter sarebbe stato colpito con un'armonica, e il secondo fu il ben più noto Junior Wells, la cui versione è riportata in modo esteso nell'autobiografia del leggendario bluesman Buddy Guy, che sostiene che Walter fu colpito con un martello, oggetto molto più simile a un tubo di ferro di quanto non lo sia un'armonica.
Wells prosegue raccontando che il colpo subito non stese Walter, che non cadde nemmeno a terra e non diede l'impressione di essere stato colpito a morte. Walter non riuscì comunque a riprendere a cantare e tornò verso casa di Katherine. Arrivato a casa intorno alle 23:30 disse a Katherine di avere un forte mal di testa; quindi telefonò all'amico musicista Sam Lay, che era abituato alle chiamate di Walter a tarda ore, a cui disse di essere stato colpito alla testa da un pugno sferratogli dal fratello di Katherine infuriato perché Walter aveva preso l'orologio della donna e lo aveva ceduto in pegno a seguito di una partita persa, Walter chiese a Sam di andare da lui perché sapeva che l'amico aveva una pistola, ma questi non poté accontentarlo perché non aveva un'automobile a disposizione. Katherine gli diede quindi un'aspirina; il musicista si stese a letto e poche ore dopo, intorno alle 3:00, la donna lo trovò morto accanto a sé.
Il certificato di morte redatto dal dottor William Monabola attribuisce la causa della morte a trombosi coronarica, non menziona la possibilità di un omicidio né visibili danni esteriori e questo unito alla testimonianza di Wells suggerisce che il colpo riportato peggiorò una situazione di salute già compromessa e non fu esso stesso la causa della morte. Il medico non ravvisò nulla che facesse pensare a un omicidio, la polizia non condusse alcuna indagine e non ci fu nessuna autopsia.
Resta il rimpianto di non sapere quanto altro blues di ottimo livello avrebbe potuto scrivere Little Walter se non fosse morto a soli trentotto anni. Probabilmente sarebbe ricordato come un musicista fondamentale come il suo mentore Muddy Waters, ma purtroppo la sua vita sregolata lo portò via prima del tempo.
Le fonti che abbiamo utilizzato per la nostra ricerca sono la biografia di Little Walter Blues with a Feeling: The Little Walter Story di Tony Glover,Scott Dirks e Ward Gaines; l'autobiografia di Buddy Guy When I Left Home: My Story; e il volume Highway 61: Crossroads on the Blues Highway di Derek Bright.
Negli ultimi giorni della sua vita Walter viveva a casa di una donna chiamata Katherine, al numero 209 E della 54esima strada, che aveva conosciuto grazie ad Armilee Thompson (una delle ex ragazze di Walter e sedicente madre del suo unico figlio). La sera prima del giorno della sua morte Walter si esibì in un locale chiamato Theresa's Lounge all'incrocio tra la 48esima strada e South Indiana (la foto sopra mostra come appare il luogo oggi, la scala d'ingresso al locale che era al piano interrato è visibile in basso a sinistra sul marciapiede) dove suonavano regolarmente altri grandi musicisti come Buddy Guy e Junior Wells. Durante una pausa dell'esibizione Walter si spostò con altri musicisti e avventori sulla strada per una partita di dadi. L'uomo con cui Walter stava giocando lanciò i dadi, ma colpì lo stesso Walter. Cadendo, i dadi diedero la combinazione vincente; ma Walter contestò che avendo i dadi colpito proprio lui quella non poteva essere considerata una vittoria legittima. L'avversario si allungò per prendere i soldi, ma Walter lo anticipò; l'avversario allora afferrò un oggetto metallico e colpì Walter alla testa.
A distanza di quasi cinquant'anni vi sono ancora grossi dubbi su come il fatto si sia svolto e in particolare su che oggetto metallico l'uomo abbia usato per colpire Walter alla testa: secondo quando raccontato da Katherine ad Armilee lo stesso Walter le avrebbe riferito di essere stato colpito con un tubo di ferro; ma due testimoni oculari riportano versioni diverse dell'accaduto. Il primo di questi fu il bluesman Big Guitar Red, secondo cui Walter sarebbe stato colpito con un'armonica, e il secondo fu il ben più noto Junior Wells, la cui versione è riportata in modo esteso nell'autobiografia del leggendario bluesman Buddy Guy, che sostiene che Walter fu colpito con un martello, oggetto molto più simile a un tubo di ferro di quanto non lo sia un'armonica.
Wells prosegue raccontando che il colpo subito non stese Walter, che non cadde nemmeno a terra e non diede l'impressione di essere stato colpito a morte. Walter non riuscì comunque a riprendere a cantare e tornò verso casa di Katherine. Arrivato a casa intorno alle 23:30 disse a Katherine di avere un forte mal di testa; quindi telefonò all'amico musicista Sam Lay, che era abituato alle chiamate di Walter a tarda ore, a cui disse di essere stato colpito alla testa da un pugno sferratogli dal fratello di Katherine infuriato perché Walter aveva preso l'orologio della donna e lo aveva ceduto in pegno a seguito di una partita persa, Walter chiese a Sam di andare da lui perché sapeva che l'amico aveva una pistola, ma questi non poté accontentarlo perché non aveva un'automobile a disposizione. Katherine gli diede quindi un'aspirina; il musicista si stese a letto e poche ore dopo, intorno alle 3:00, la donna lo trovò morto accanto a sé.
Il certificato di morte redatto dal dottor William Monabola attribuisce la causa della morte a trombosi coronarica, non menziona la possibilità di un omicidio né visibili danni esteriori e questo unito alla testimonianza di Wells suggerisce che il colpo riportato peggiorò una situazione di salute già compromessa e non fu esso stesso la causa della morte. Il medico non ravvisò nulla che facesse pensare a un omicidio, la polizia non condusse alcuna indagine e non ci fu nessuna autopsia.
Resta il rimpianto di non sapere quanto altro blues di ottimo livello avrebbe potuto scrivere Little Walter se non fosse morto a soli trentotto anni. Probabilmente sarebbe ricordato come un musicista fondamentale come il suo mentore Muddy Waters, ma purtroppo la sua vita sregolata lo portò via prima del tempo.
Le fonti che abbiamo utilizzato per la nostra ricerca sono la biografia di Little Walter Blues with a Feeling: The Little Walter Story di Tony Glover,Scott Dirks e Ward Gaines; l'autobiografia di Buddy Guy When I Left Home: My Story; e il volume Highway 61: Crossroads on the Blues Highway di Derek Bright.