mercoledì 31 marzo 2021

Embrace of Souls - The Number of Destiny


L'inizio del 2021 ha visto l'uscita dell'album The Number of Destiny degli Embrace of Souls, progetto solista del batterista dei Chronosfear Michele Olmi che per l'occasione ha assemblato una squadra di livello stellare composta da Giovanni Paolo Galeotti alle chitarre, Davide Scuteri alle tastiere, Xavier Rota (che affianca Olmi anche nei Chronosfear) al basso e l'ormai leggendario Giacomo Voli (vocalist dei Rhapsody of Fire) alla voce.

L'album è di fatto una metal opera che narra della storia d'amore tra due anime vissute più di due secoli fa e che si cercano nell'universo fino a ritrovarsi. Il risultato è un compendio di ottimo power metal ricco di atmosfere luminose e speranzose e di forti influenze melodiche e patinate da AOR anni 80; il disco vanta anche un numero notevole di ospiti (tra cui spiccano Roberto Tiranti, Ivan Giannini e Michele Guaitoli) che insieme al resto della band vanno a comporre una sorta di dream team del metal italiano. L'album contiene tutti gli stilemi del metal melodico, dai pezzi aggressivi alle power ballad, che si combinano in un magnifico caleidoscopio di musica e narrazione.

Trattandosi di una metal opera, le sonorità del disco sono fortemente interconnesse tra di loro ed è difficile individuare pezzi migliori di altri. Non mancano comunque momenti di più alto splendore, come Shape Your Fate, che è la traccia che risente di più delle influenze ottantiane grazie anche al potente assolo di chitarra di Valentino Francavilla dei White Skull, e la cupa Prison impreziosita dalla teatrale prova vocale di Morby dei Domine. Tra i momenti più raccolti spicca In The Castle grazie soprattutto ai virtuosismi vocali di Giacomo che in questo album mostra la terza faccia della propria essenza visto che la sua performance si discosta sia da quella delle sue incisioni soliste sia da quella nei Rhapsody of Fire. Tra i featuring svetta la presenza di Michele Guaitoli, un altro dei titani del canto metal italiano voce maschile dei Temperance e dei Visions of Atlantis, che interpreta la poderosa To The End. Chiude il disco la solenne e magniloquente Il Numero Mistico che vede Giacomo duettare con Roberto Tiranti e che si stacca nettamente dal resto della composizione per il fatto di essere cantato in italiano.

The Number of Destiny è quindi un ottimo esempio di power metal luminoso che unisce potenza, lirismo e melodia. Olmi centra in pieno l'obiettivo realizzando un album ricco che appassiona nel racconto e funziona benissimo dal punto di vista musicale. Non resta da sperare che questo non sia un esperimento isolato che gli Embrace of Souls si riuniscano ancora per regalarci altri dischi di questo livello nel prossimi anni.

venerdì 19 marzo 2021

Temperance - Melodies of Green and Blue


Realizzare un album metal in acustico può sembrare un impresa impossibile, anzi una Mission Impossibile per citare il titolo di un brano di Viridian, l'ultimo LP dei Temperance pubblicato nel 2020. Riuscire in un'impresa del genere non è semplice e richiede musicisti versatili e dalle doti eccezionali; tuttavia c'è chi riesce a trasformare l'impossibile in possibile ed è questo il caso del nuovo EP della band, nato come un esperimento su YouTube durante la pandemia da COVID-19 che ha raccolto il favore dei fan fino a convincere il gruppo a realizzare un disco intero.

L'album è composto da otto pezzi di cui sei rielaborazioni di brani tratti da Viridian più due inediti che aprono il disco. Il disco rinuncia quindi alle atmosfere patinate e roboanti degli album precedenti, per approdare a emozioni più intime. Il risultato di questa sperimentazione è semplicemente perfetto e va a toccare le corde più intime dell'animo, risvegliando emozioni profonde e ancestrali. L'acustico ovviamente mette in luce maggiormente le doti canore degli interpreti, e in questo caso i Temperance mettono in campo una delle coppie miglior al mondo con il combo composto da Michele Guaitoli e Alessia Scolletti, che è la punta di diamante del metal italiano e che regala in queste incisioni un'altra prova magnifica soprattutto nei duetti, in cui Alessia fa la voce alta e Michele quella bassa.

Le melodie dei pezzi restano simili a quelle originali, per questo il disco si ascolta facilmente, anche la trasformazione in acustico li rende di fatto dei prodotti nuovi. Tra i pezzi migliori di questo EP troviamo sicuramente I Am the Fire che mantiene il proprio stampo ottantiano anche in questa versione acustica, l'ottima e sperimentale Nanook e My Demons Can't Sleep nel cui finale troviamo un divertente assaggio di musica latina cantato in spagnolo dai due vocalist.

Con Melodies of Green and Blue i Temperance confermano quindi le proprie capacità e soprattutto mostrano una maturità che poche band hanno; perché dimostrano di sapere uscire dai propri binari e di saperlo fare benissimo. L'ecletticità di questo gruppo non è del tutto una novità, perché già Viridian aveva mostrato ricche contaminazioni sonore di ottimo livello. Questo nuovo EP conferma quindi che creatività e la capacità di questo gruppo non hanno confini e lascia la curiosità di scoprire quali altri confini i Temperance possano valicare, regalandoci ancora dischi meravigliosi come questo.

martedì 9 marzo 2021

Michael Jackson e le presunte canzoni fasulle di Michael

Michael Jackson morì a cinquant'anni il 26 giugno del 2009 e l'anno seguente a dicembre uscì il primo album postumo di materiale completamente inedito. Il disco si intitola Michael ed è composto da dieci tracce che spaziano tra l'R&B, il soul, il rock e il pop, con qualche spruzzata di hip hop come già avvenuto in passato, ad esempio, in HIStory.

Tuttavia già da prima dell'uscita dell'album, si sollevarono aspre polemiche dalla stessa famiglia di Jackson secondo cui tre delle canzoni del disco, più altre nove al tempo non pubblicate e da allora emerse in rete, non sarebbero state cantante da Michael Jackson ma da un altro vocalist. I pezzi oggetto della discussione sono Breaking News, Keep Your Head Up, e Monster, pubblicati nel disco, più All I Need, All Right, Black Widow, Burn Tonight, Everything's Just Fine, Let Me Fall in Love, Ready 2 Win, Soldier Boy, Stay e Water pubblicati online in seguito. Le canzoni in questione, stando a quanto riportato sul booklet del CD, sono state scritte da Jackson insieme a Eddie Cascio e James Porte e sono state registrate nello studio casalingo di Cascio che ne è anche il produttore, per questo sono note come Cascio tracks. I primi a sollevare i dubbi furono la madre di Jackson, la sorella La Toya, i nipoti e il produttore will.i.am a cui poi si aggregò un nutrito gruppo di fan. Il fratello Randy Jackson aggiunse che alla famiglia non fu permesso di entrare nello studio durante la realizzazione del disco e che già dal primo ascolto capì che la voce non era di Michael.

Prima della pubblicazione di Breaking News la Sony pubblicò una dichiarazione in cui diceva che a seguito di approfondite indagini era sicura che la voce in tutti i pezzi dell'album era quella di Michael Jackson. Pochi giorno dopo anche l'avvocato della Michael Jackson Estate, Howard Weitzman, pubblicò una lettera in cui comunicava di aver sottoposto le registrazioni a un altro musicologo forense, diverso da quello interpellato dalla Sony, che giunse alla medesima conclusione.

Il 6 dicembre del 2010 Eddie Cascio fu ospitato da Oprah Winfrey nella celebre trasmissione Oprah per un'intervista nella quale confermò che la voce in tutte le tracce del disco era quella di Michael Jackson e mostrò anche delle foto dello studio dove erano state fatte le registrazioni. Alcune settimane dopo il produttore Teddy Riley tentò di spiegare l'apparente mistero, ammettendo che siccome l'album era postumo Jackson non aveva potuto registrare la propria voce sulla versione finale della base, pertanto i produttori avevano dovuto utilizzare un software di editing vocale chiamato Melodyne per aggiustare l'intonazione, questo potrebbe aver distorto la voce di Jackson fino a renderla irriconoscibile.

Alcuni fans avanzarono invece un'ipotesi diversa, cioè che il vocalist che aveva registrato le tracce fosse in realtà il praticamente sconosciuto cantante R&B Jason Malachi che al tempo aveva inciso un solo album e la cui voce effettivamente assomiglia a quella di Michael Jackson. A gennaio del 2011 Malachi ammise sul proprio profilo di Facebook di essere stato lui a registrare la parte vocale dei pezzi incriminati di Michael, tuttavia lo stesso giorno il cantante scrisse su MySpace che gli era stata rubata la password di Facebook e che non era stato lui a scrivere quel post prendendo le distanze dallo stesso. Il manager di Malachi aggiunse che il suo cliente non aveva avuto alcun ruolo nella registrazione di Michael.

Nel 2014 l'avvocato di Los Angeles Vera Serova avviò una class action contro la Sony sostenendo di essere stata truffata, perché aveva comprato il CD di Michael pensando che fosse cantato da Jackson ma alcune delle tracce erano in realtà cantante da altri. L'accusatrice basò la propria azione legale sulla perizia del celebre audiologo forense George Papcun che confrontò il canto di Jackon nelle Cascio tracks con quello dei dischi precedenti e giunse alla conclusione che con estrema probabilità i pezzi oggetto di indagine erano stati incisi da un altro vocalist. Lo studio di Papcun superò anche il peer review di un collega. Gli accusati invocarono il Primo Emendamento per sostenere che la Sony avrebbe avuto il diritto di attribuire a Jackson i pezzi del disco indipendentemente da chi li avesse veramente cantati. Il giudice respinse la mozione e nel 2018 si diffuse in rete la notizia secondo cui la Sony aveva ammesso che le Cascio tracks fossero state cantate da qualcun altro; tuttavia il giorno dopo l'avvocato della casa discografica, Zia Modabber, smentì la diceria.

Il procuratore generale della California ha recentemente portato il caso alla Corte Suprema della California. Il caso quindi non è chiuso. Seguiranno quindi sicuramente degli sviluppi, anche se possiamo immaginare che qualunque sia la decisione del tribunale ci sarà sempre chi crederà alla versione opposta. Purtroppo questa brutta storia di presunte frodi ai danni di Michael Jackson e dei suoi fans è ben lontana dall'essere chiusa.

giovedì 25 febbraio 2021

Inner Circle - Da Bomb

Nel 1996 la carriera discografica degli Inner Circle si trovò a un bivio: dopo i successi commerciali di Bad Boys e Sweat tra la fine degli anni 80 e l'inizio dei 90 il vocalist Calton Coffie lasciò il gruppo per intraprendere la propria carriera solista e la band si lanciò in una nuova avventura sostituendolo con l'esordiente Kris Bentley.

Il primo album con la nuova formazione uscì nel 1996 con il titolo Da Bomb e nonostante il periodo difficile nella storia della band risulta essere uno dei dischi più divertenti di tutta la loro produzione. La band realizza un reggae di facile presa e intriso di contaminazioni pop, dancehall e urban che rendono l'ascolto più immediato anche a chi non ha familiarità con il reggae. Il disco è composto da dodici pezzi rilassati e leggeri che si lasciano ascoltare con piacere, tra cui spicca la bellissima cover di The Book of Rules degli Heptones del 1973 che apre il disco e che è il brano più convincente dell'album. Tra i pezzi migliori di Da Bomb troviamo anche la title track dalle forti influenze dancehall, oltre a Tell Me e Senoritas Le Gustan El Reggae che è l'unico pezzo in spagnolo del disco e che contiene espliciti rimandi alla musica latina che in quegli anni aveva grande successo nelle classifiche. L'esperimento non è comunque isolato, perché atmosfere latine si trovano in parte anche in I Think I Love You.

Con Da Bomb gli Inner Circle produssero quindi un prodotto di alto livello che al tempo si attirò comunque le critiche dei puristi che videro la band confezionare un disco lontanissimo dal loro stile originario degli anni 70 sia da un punto di vista musicale sia da quello dei contenuti, visto che in Da Bomb si parla solo di feste e di divertimento e non vi è traccia dell'impegno sociale degli inizi.

Dal punto di vista prettamente musicale resta comunque innegabile che questo album funziona bene sotto tutti i punti di vista e che è un ottimo ascolto per un'ora di musica senza troppi pensieri.

giovedì 18 febbraio 2021

La morte di Dolores O'Riordan

Il 15 gennaio del 2018, la cantante irlandese e leader dei Cranberries Dolores O'Riordan fu trovata senza vita nella stanza numero 2005 del London Hilton on Park Lane, nel quartiere Mayfair della capitale del Regno Unito. La cantante abitava a New York ed era a Londra per lavoro; era arrivata il 14 gennaio e durante la sua permanenza in Inghilterra avrebbe dovuto incontrare il produttore Martin Glover per completare il lavoro sul secondo album della sua band parallela, i D.A.R.K, e degli esponenti della BMG per discutere del nuovo album dei Cranberries. Al momento della morte la cantante aveva quarantasei anni.


Intorno a mezzanotte Dolores chiamò il servizio in camera e due ore dopo parlò al telefono con la madre. Circa alla stessa ora aprì il frigobar della stanza per l'ultima volta. La mattina seguente alle 9:05 il personale delle pulizie entrò nella stanza, non sentendo rumore all'interno, e trovò la cantante in pigiama dentro la vasca da bagno piena d'acqua, priva di sensi, a faccia in su e con la testa sommersa nell'acqua.

Il personale dell'albergo chiamò subito i soccorsi e la polizia arrivò pochi minuti dopo e iniziò un tentativo di rianimazione. I paramedici arrivarono alle 9:16 e constatarono che la cantante era deceduta. La polizia emanò un cominicato alla stampa il giorno seguente in cui chiariva che il decesso di Dolores O'Riordan non era considerato sospetto. Del resto la scena non presentava segni di colluttazione, ma al contrario riportava chiari indizi di ciò che era successo: nella stanza furono trovate sei mini bottiglie di alcolici vuote, di cui cinque di superalcolici e una di champagne, un pacchetto di sigarette vuoto che era stato interamente fumato nella stanza e medicinali che le erano stati prescritti.

L'inchiesta (nel common law, fase dell'indagine in cui vengono presentate testimonianza e rapporti scientifici davanti a un giudice o una giuria al fine di individuare le cause della morte di un soggetto) sulla morte della cantante si tenne il 6 settembre e il coroner della contea di Westminster Shirley Radcliffe riportò che la causa del decesso fu l'intossicazione da alcolici: il tasso alcolemico della cantante era di 330 milligrammi per cento millilitri di sangue, oltre quattro volte il limite legale per poter guidare un autoveicolo nel Regno Unito. A causa dell'alcol Dolores O'Riordan cadde nella vasca piena e morì annegata. Le medicine che aveva assunto non ebbero un ruolo nel decesso della cantante perché ne aveva assunto una corretta quantità. Lo psichiatra Seamus O'Ceallaigh, che aveva curato Dolores in Irlanda, chiarì che il motivo per cui la cantante assumeva quei farmaci era che soffriva di disturbo bipolare, per il quale, aggiunse lo psichiatra Robert Hirschfield che l'aveva in cura a New York e che l'aveva sentita l'ultima volta il 26 dicembre, mostrava segni di miglioramento. O'Ceallaigh aggiunse che Dolores potrebbe essere stata spinta all'abuso di alcol da un episodio maniacale caratterizzato da umore elevato, uno dei sintomi più frequenti del disturbo bipolare.

La cantante combatteva da anni contro la propria dipendenza dagli alcolici. Negli ultimi mesi sembrava che stesse vincendo anche questa lotta, anche se a volte soprattutto nei periodi di stress tendeva a ricaderci. In una recente intervista aveva anche confessato di non voler tenere in casa pastiglie per dormire, perché se le avesse avute ne avrebbe abusato.


Hischfield nella sua testimonianza aggiunse un dettaglio drammatico: a settembre del 2017 la cantante dopo aver bevuto una quantità eccessiva di alcol e aver assunto ansiolitici iniziò a scrivere un messaggio di addio, ma perse conoscenza mentre lo scriveva. Dolores aveva manifestato tendenze suicide negli anni varie volte e una volta nel 2013 tentò di sucidarsi per overdose, ma non ci riuscì. Inoltre nel 2014 fu arrestata all'aeroporto di Shannon dopo che durante un volo da New York aggredì una hostess, fratturandole un piede, e sputò a un poliziotto; in quel caso le venne inflitta solo una pena pecuniaria perché il giudice le riconobbe un disturbo mentale che la rendeva incapace di valutare le proprie azioni.

Purtroppo quanto accaduto nella stanza 2005 del London Hilton è tanto semplice quanto triste: una delle cantanti più famose al mondo è rimasta schiacciata dallo stress e da un disturbo mentale che la tormentavano da anni.


Fonti aggiuntive oltre a quelle linkate:

venerdì 5 febbraio 2021

Sortilège: metal anni 80 da Parigi

I Sortilège, nati a Parigi nel 1981, sono una delle realtà di punta della ricca scena metal francese degli anni 80. Il gruppo, che ha conservato formazione originale per tutta la sua carriera, era composto da Christian Augustin alla voce, Daniel Lapp al basso, Jean-Philippe Dumont alla batteria e Stephane Dumont e Didier Demajean alle chitarre.

L'anno dopo la fondazione, il gruppo aprì i concerti dei Def Leppard in Francia e l'anno seguente realizzò il primo EP che porta il nome del gruppo stesso. Il disco è composto da sole cinque tracce di puro metal anni 80 ispirato agli stilemi della NWOBHM, con sonorità basate su poderosi riff di chitarra e su lirismi vocali, grazie al frontman Christian Augustin che è la vera punta di diamante della band e che si dimostra da subito in grado di eseguire acuti potentissimi. Il disco è contraddistinto da sonorità veloci; tra le cinque tracce spiccano Gladiateur che mostra un maggiore aspetto melodico, e la title track ispirata ad atmosfere horror. L'edizione in CD del disco contiene anche sei bonus track in inglese, di cui tre sono autocover prese da Sortilège e tre dall'album seguente; i brani in inglese rimangono ottimi anche se perdono un po' dell'originalità data dalla lingua francese.

L'anno seguente la band pubblicò il proprio secondo album Métamorphose in cui la band ripropone la stessa formula dell'EP precedente, ma con produzioni migliorate e suono più raffinato. Il disco è composto da nove tracce e per la prima volta troviamo due ballad quali Hymne à La Mort e Délire D'un Fou. Il disco si chiude con l'ottima title track che si apre con un vocalizzo di Augustin accompagnato solo dalla chitarra, prima che entrino gli altri strumenti e la canzone acceleri. L'album è stato inciso anche integralmente il lingua inglese con il titolo di Metamorphosis.

Dopo il successo di Métamorphose, che portò i Sortilège a suonare a a festival metal in Germany, Paesi Bassi, Svizzera, Belgio e Francia, la band realizzò un secondo LP intitolato Larmes de Héros in cui si allontana parzialmente dal metal per approdare a un hard rock più morbido e patinato e tendente all'hair metal. Il disco è molto più ricco di power ballad, che sono quattro su un totale di nove tracce, e in generale il canto di Augustin e i riff di Dumont si fanno meno aggressivi. Alcuni pezzi, come Le Dernier Des Travaux D'Hercules, mostrano ancora sonorità potenti e affini ai dischi precedenti, ma in generale la presenza di vere power ballad come Mourir Pour Une Princesse indicano una netta virata verso sonorità meno aggressive. Anche in questo caso il disco è stato ristampato in inglese con il titolo di Hero's Tears.

Purtroppo lo scarso successo commerciale portò la band a interrompere l'attività dopo l'uscita del terzo disco e da allora non hanno più prodotto musica nuova. I Sortilège si riunirono nel 2019 per una serie di concerti, alcuni dei quali sono stati rimandati a causa della pandemia da COVID-19, ma all'orizzonte per ora non si vedono nuovi album, né live né da studio.

Purtroppo i Sortilège sono praticamente sconosciuti al di fuori della Francia nonostante la loro musica sia paragonabile per qualità a quella dei mostri sacri del genere americani e britannici. Non resta da sperare che il loro nuovo tour serva a ridare vigore e notorietà al gruppo.

mercoledì 27 gennaio 2021

The Undisputhed Truth - The Undisputed Truth

Nel 1970 il produttore dei Temptations Norman Whitfield assemblò un altro gruppo vocale con il quale sperimentare nuove commistioni e sonorità senza esporsi alla critica di pubblico e stampa che riteneva che il produttore stesse daneggiando il proprio gruppo principale distorcendone la natura a proprio piacimento. Il gruppo che prese vita da questa decisione furono gli Undispited Truth, composti da Joe "Pep" Harris, Billie Rae Calvin e Brenda Joyce Evans

L'album di esordio del gruppo porta lo stesso nome della band e fu pubblicato nel 1971. Il disco è composto da undici tracce che offrono quarantaquattro minuti di black music molto varia e di facile presa. Nel disco si trovano tutti gli stilemi delle sonorità della Motown: passando dall'R&B classico, al soul, al funk, alla psichedelia e anche qualche tocco di rock. L'unico brano inedito del disco è il divertente pezzo di apertura You Got The Love I Need, ai confini tra R&B e disco. Delle restanti tracce, quattro (Save My Love For A Rainy Day, Ball of Confusion, Smiling Faces Sometimes e Since I've Lost You) furono incise in quegli anni anche dai Temptations, sia nelle loro incisioni più vicine al Motown sound sia a quelle psichedeliche coeve di questo album. Tra le altre troviamo anche alcuni classici degli anni 60 come Aquarius, dal musical Hair, Ain't No Sun Since You've Been Gone, I Heard It Through the Grapevine, Like a Rolling Stone di Bob Dylan, California Soul, incisa in precedenza dai 5th Dimension e da Marvin Gaye e Tammi Terrell, e We've Got a Way Out Love degli Originals.

Lo schema base delle canzoni è che Harris esegue la voce principale, con gli altri due vocalist impegnati in controcanti e doppie voci (ci sono comunque un paio di eccezioni, ad esempio in Aquarius la voce principale è quella di Brenda). Alcune delle cover sono eseguite mantenendo la stessa atmosfera dei pezzi originali, mentre altre sono completamente riviste, come Like a Rolling Stone in cui la polifonia vocale trasforma il pezzo originale in uno completamente diverso. Lo stesso vale per Ball of Confusion il cui arrangiamento è completamente diverso da quello dei Temptations e per I Heard It Through the Grapevine, notevolmente accelerata e arricchita di cori e controcanti. Non mancano le ballad classiche, nello stile originale della Motown, come Ain't No Sun Since You've Been Gone e We've Got a Way Out Love.

Gli Undispited Truth danno quindi prova già da loro primo album di essere un prodotto solido, capace di reinterpretare pezzi noti in chiavi diverse. Purtroppo la vita del gruppo vide molte vicissitudini; dopo altri due album focalizzati principalmente sulla revisione di cover contemporanee, il gruppo si divise e Harris venne affiancato da nuovi vocalist. L'anno seguente gli Undisputed Truth lasciarono la Motown per la Whitfield e in breve tempo sparirono dalle scene. E' un vero peccato che la loro fama sia così limitata, perché anche se non godono del blasone dei gruppi più noti della Motown hanno comunque confezionato una buona quantità di dischi di alto livello, che meritano di essere conosciuti e ascoltati.