mercoledì 4 agosto 2021

Intervista a Chez Kane

L'originale in inglese è disponibile qui.

La cantante rock britannica Chez Kane ha pubblicato il suo album di esordio quest'anno con l'etichetta italiana Frontiers Records. Per parlare del suo album ispirato alla musica anni 80, Chez ha accettato la nostra proposta di un'intervista che offriamo oggi ai nostri lettori.

Ringraziamo Chez Kane per averci concesso questa intervista.





125esima Strada: Ciao Chez e anzitutto grazie del tempo che ci stai dedicando. Iniziamo dal tuo album di debutto, da dove viene il tuo amore per la musica ispirata agli anni 80?

Chez Kane:
Ciao, di nulla e grazie a te! Il mio amore per la musica ispirata agli anni 80 è iniziato quando avevo circa tredici anni. Ho sentito Pour Some Sugar On Me dei Def Leppard alla radio e mi sono subito innamorata! I miei genitori a quel punto mi hanno comprato l’album e il resto è storia. Ahaha.


125esima Strada: Come sono nate queste canzoni? Che storia c’è dietro?

Chez Kane: Le canzoni del mio primo album sono state scritte dall’ottimo Danny Rexon, frontman dei Crazy Lixx. È un bravissimo autore e mi sento fortunata ad aver potuto lavorare con un uomo di tale talento per lanciare la mia carriera solista. Adoro questo stile musicale e ha fatto un ottimo lavoro nel portare nel mio album le atmosfere della fine degli anni 80 con un approccio moderno.


125esima Strada: A me piace Defender of The Heart perché è più melodica delle altre canzoni e perché anche il testo è particolare. Qual è la storia di questa canzone?

Chez Kane: Non posso dire precisamente quali storie ci siano dietro alle canzoni perché non le ho scritte io, dovremmo chiedere a Danny, ma sono completamente d’accordo con ciò che hai detto, è la canzone più melodica dell’album ed è molto potente e piena di sentimento.


125esima Strada: Chi sono i tuoi preferiti della scena anni 80 che ti hanno influenzato di più?

Chez Kane: È iniziato tutto con i Def Leppard, poi ho scoperto Pat Benatar e Robin Beck e mi ricordo di esserne stata subito rapita e di aver pensato che fossero molto brave, avevano un look veramente figo e ne sono stata immediatamente ispirata!


125esima Strada: Parliamo anche del tuo canale YouTube. Ci sono molte cover, la maggioranza delle quali sono power ballad come Alone degli Heart o Forever dei Kiss; qual è la tua preferita di queste canzoni e perché?

Chez Kane: È una domanda difficile perché ho avviato il canale YouTube per la passione di cantare canzoni che mi piace cantare e amo genuinamente tutte le canzoni che ho registrato per il mio canale. Così su due piedi… Edge of a Broken Heart delle Vixen è stata molto divertente da cantare, ma come ho detto le amo tutte. Hehe!


125esima Strada: Una cosa che trovo sorprendente è che ci sono molte ballad sul tuo canale, ma non ce n’è nell’album solista. Come mai? Non è una scelta strana, specialmente per un album AOR?

Chez Kane: Non credo sia una scelta strana, abbiamo discusso se nell’album servisse una ballad ma io e Danny eravamo d’accordo che non se ne sentiva il bisogno quando abbiamo ascoltato l’album dall’inizio alla fine perché Defender of the Heart si distingueva fortemente come quella che più assomigliava a una ballad.

Sono sicura che prima o poi arriverà una ballad, siamo solo all’inizio!


125esima Strada: Tu sei anche una delle frontwomen del gruppo Kane’d in cui le altre due cantanti sono le tue sorelle. Il suono dei Kane’d è molto diverso dalle tue incisioni soliste, molto più orientato all’hard rock. Sono le due facce della tua personalità musicale?

Chez Kane: Sì, al 100%. Mi piacciono molti stili diversi di musica rock. È iniziato tutto con il rock ispirato agli anni 80 e avrò sempre un debole per questo genere, ma ho attraversato molti generi di rock e si vede bene nella scrittura delle canzoni dei Kane’d.


125esima Strada: Cosa hai in programma per il futuro? Altri album solisti? Altri album dei Kane’d? Entrambe le cose?

Chez Kane: Al momento sono molto impegnata nel preparare lo show per i miei concerti imminenti e ci sono un paio di cose in corso dietro le quinte di cui adesso non posso parlare ma per chiunque stia leggendo, restate connessi con me sui social network per essere informati degli sviluppi futuri.


125esima Strada: Grazie ancora del tempo che ci hai dedicato, è stato un onore parlare con te.

Chez Kane: Grazie a te per la chiacchierata, è stato un piacere!

domenica 1 agosto 2021

Giacomo Voli - Cremona, 31/7/2021

Una delle cose che mi mancavano di più durante il periodo peggiore della pandemia è stata la possibilità di assistere a concerti dal vivo; è più di un anno che non ne vedo uno, e quindi quest'occasione di vedere un'acustico di Giacomo Voli a Cremona arriva proprio come se fosse un piccolo tassello di normalità dopo questo periodo così strano.


La location è insolita, la trattoria Antico Borgo di Cremona, ma è anche incredibilmente funzionale, con un ampio giardino all'aperto coperto da una tettoia e la serata parte benissimo perché anche il cibo è ottimo e questo proprio non guasta. Giacomo, che alterna sapientemente la propria attività solista con quella di lead singer dei Rhapsody Of Fire, apre il concerto intorno alle 21:30 accompagnandosi con chitarra e tastiera, con la quale sopperisce anche all'assenza degli altri strumenti. Chiudendo gli occhi si può infatti quasi credere di non essere di fronte all'esibizione solista ma a quella di una band al completo, perché la definizione di acustico va decisamente stretta alla straripante performance che è appena iniziata.

Si vede subito che le emozioni di un'esibizione dal vivo mancavano anche al nostro vocalist, perché l'energia che mette in campo è travolgente. Giacomo mischia le carte, e di molto: oltre al rock degli anni 70 e 80 con pezzi di Aerosmith, Queen e Led Zeppelin, aggiunge tanto altro con divagazioni nel pop di Every Breath You Take dei Police e nel funk di I Wish di Stevie Wonder oltre a tanta, tanta musica italiana che viaggia da Zucchero a Ligabue ai Matia Bazar, a conferma che i dardi nella faretra di Giacomo sono tanti e forse inesauribili.

Che al nostro Jack piacciano i Queen non è una novità, quello che forse è invece inaspettato è che durante Another One Bites The Dust il locale si trasformi in una sala da ballo. Gli avventori spostano alcuni tavoli e molti dei clienti del ristorante si scatenano improvvisando balli nella sala che proseguiranno per il tutto il resto del concerto. Non so quanti del pubblico siano venuti apposta a sentire Giacomo e quanti si siano invece trovati coinvolti in questa magia per caso: i primi probabilmente erano consapevoli, i secondi possono sicuramente considerarsi incredibilmente fortunati.

Dopo due ore, che sono letteralmente volate via, Giacomo annuncia che il concerto volge al termine, ma il pubblico ovviamente vuole un encore e il nostro vocalist concede ben più di un pezzo tra cui Radio Gaga, chiesto proprio dal pubblico, When I Was Your Man di Bruno Mars e Sally di Vasco che chiude lo spettacolo. Guardiamo l'orologio e ci chiediamo "Ma Giacomo non si stanca?", perché canta e suona da solo da due ore ma sembra fresco e carico come all'inizio della serata.

Con un giro di saluti finisce questa serata di cena e concerto e si riparte verso casa, consci che in questa nottata di fine luglio ha magicamente funzionato tutto alla grande e che è proprio così che aspettiamo che torni il mondo dopo la pandemia. E forse questo concerto è stato proprio uno degli anelli della lunga catena del ritorno al mondo che conoscevamo fino a un anno e mezzo fa.

martedì 27 luglio 2021

Hail Satin: l'omaggio dei Foo Fighters ai Bee Gees


A pochi mesi dall'uscita dell'album Medicine at Midnight i Foo Fighters tornano con un nuovo album disponibile solo in vinile e in MP3; il disco, intitolato Hail Satin e firmato con il nome di Dee Gees, è un'omaggio ai Bee Gees e vede la band di Dave Grohl reinterpretare cinque classici dei fratelli Gibb.

La scelta cade su tre pezzi dalla colonna sonora di Saturday Night Fever, quali You Should Be Dancing, Night Fever e More Than a Woman, a cui si aggiungono Tragedy, dall'album successivo Spirits Having Flown e Shadow Dancing di Andy Gibb (che non fece mai parte dei Bee Gees) scritta insieme ai suoi fratelli.

Dave Grohl interpreta il falsetto dei fratelli Gibb con evidenti aiuti software, mentre il compito del batterista Taylor Hawkins, che canta Shadow Dancing, è sicuramente più semplice. Il risultato è un divertente connubio tra rock e disco, con le melodie dei pezzi che rimangono fedeli alle versioni originali ma con l'aggiunta di chitarre e un pizzico di rock a dare un tocco più grintoso. Trattandosi di canzoni famosissime, il disco si ascolta con piacere già al primo giro, con i cinque pezzi che entrano in testa subito.

L'unica pecca di questo disco è quello di essere troppo breve, le restanti cinque canzoni sono infatti registrazioni live di altrettanti brani di Medicine at Midnight di cui forse, dopo così poco tempo dalla pubblicazione, non si sentiva il bisogno. Al contrario il disco avrebbe potuto essere completato con brani da diverse fasi della carriera dei Bee Gees, perché le canzoni scelte spaziano solo dal 1976 al 1979 e magari avrebbe potuto trovare spazio qualche ballad del passato come I've Gotta Get a Message to You o Massachusetts. Ma alla fine Hail Satin funziona bene anche così com'è: un bel disco dal sapore rétro ma non troppo, un bel connubio tra passato e presente che convincerà sia i fan dei Bee Gees sia quelli dei Foo Fighters.

lunedì 19 luglio 2021

Chez Kane - Chez Kane


Il 2021 ha visto l'esordio discografico solista di Chez Kane, nuova giovane interprete proveniente dal Regno Unito prodotta dalla celeberrima Frontiers Records. Chez, il cui nome completo è Cheryl Kane, ha già all'attivo tre album in studio pubblicati tra il 2013 e il 2018 con i Kane'd, gruppo di cui è frontwoman insieme alle sorelle Stephanie e Stacey. Ma mentre nel terzetto con le sorelle interpreta un hard rock grintoso e aggressivo, nel suo disco solista abbandona questa strada in favore del rock melodico di cui la Frontiers ha fatto il suo marchio di fabbrica.

L'album solista di Chez è composto da dieci pezzi caratterizzati da una formula tanto semplice quanto efficace: tastiere, melodia e la voce potente di Chez che creano un perfetto connubio di AOR ottantiano ispirato ai giganti dell'epoca. Il disco è improntato sui brani veloci, tanto che i ritmi sono rallentati solo dal midtempo Defender of The Heart. I restati nove brani sono invece energici e coinvolgenti, ricchi di cori e dai ritornelli che entrano in testa già dal primo giro.

Tra i pezzi meglio riusciti troviamo sicuramente la velocissima Rocket On The Radio, impreziosita dal coro sul ritornello, e la poderosa traccia di apertura Better Than Love il cui intro di tastiera riporta alle atmosfere di Runaway dei Bon Jovi. Spiccano anche All of It, ricca di richiami ai Def Leppard, e la gioiosa Get It On in cui Chez attacca a cantare a secco prima che entrino gli strumenti e che il brano decolli.

Stupisce in parte la scelta di non includere neanche una ballad in questo album, perché il ricco canale YouTube di Chez mostra invece che la sua voce è adattissima a quel genere di canzone visto il numero di cover in cui si cimenta che spaziano da Alone degli Heart, fino a Open Arms dei Journey e Forever dei Kiss, brani in cui mostra una potenza e un'espressività uniche. Ma alla fine poco importa, perché questo disco è fresco e divertente e non ha momenti bassi. La carriera di Chez Kane è solo all'inizio e siamo sicuri che molti altri aspetti della sua ottima vocalità le regaleranno molta gioia in futuro e a noi porteranno tanta altra ottima musica come quella del suo primo disco.

mercoledì 14 luglio 2021

La discografia di Grandmaster Flash tra il 1985 e il 1987

Nonostante The Message sia uno dei brani rap più celebri e iconici di ogni tempo, la carriera musicale di Grandmaster Flash & The Furious Five divenne incredibilmente contorta subito dopo la pubblicazione del loro singolo più famoso, con scioglimenti, band parallele che usavano nomi simili e la reunion pochi anni dopo. Nel periodo della frattura, in cui tre dei Furious Five lasciarono Grandmaster Flash per prendere una strada a parte, il DJ barbadiano continuò la propria attività con Rahiem e Kidd Creole dei Furious Five a cui si aggiunsero i tre vocalist Lavon, Mr. Broadway e Larry Love.

Il primo album realizzato con la nuova formazione è They Said It Couldn't Be Done del 1985 con cui il gruppo tenta un primo allontanamento dalle atmosfere da strada che aveva contraddistinto The Message, come conferma la foto sul retro della copertina che vede il sestetto in giacca e cravatta. Il disco sperimenta diversi stili, passando dall'R'n'B in pezzi come The Joint Is Jumpin' o Who's The Lady, fino al rap rock crossover di Rock The House che percorre la strada già battuta l'anno prima dai Run-D.M.C. nel loro album di esordio. Non manca comunque la denuncia sociale, come nel brano Sign Of The Times, pubblicata anche in singolo e di cui è stato realizzato anche un video che vede i rapper in abiti da strada anche se il video non è girato in esterni ma al chiuso con un graffito alle spalle, dettaglio che edulcora non poco l'apparente aspetto stradaiolo.

Nel disco sono presenti comunque anche brani puramente hip hop, quali Girls Love The Way He Spins, pubblicata anche in singolo, e Larry's Dance Theme. Il terzo e ultimo singolo estratto dall'album fu Alternate Groove, brano dall'impronta hip hop che sconfina nel soul e nel pop sul ritornello.

Il secondo album realizzato da Grandmaster Flash senza i Furious Five al completo fu The Source del 1986; la formazione è la stessa del disco precedente con l'unica differenza che Mr. Broadway cambiò il proprio nome in Broadway (abbandonando il prefisso "Mr."). Il disco ha generalmente un suono più monolitico rispetto al disco precedente con meno divagazioni in generi diversi e con un ritorno verso l'hip hop da strada e l'abbandono di atmosfere più patinate. L'ottima traccia di apertura, la cui base ossessiva ricorda non poco Hard Times dei Run-D.M.C., detta subito la rotta del disco, con sonorità dure in cui i vocalist si alternano al microfono mettendosi di nuovo sulla scia del triod del Queens, come confermato poco dopo da Ms. Thang in cui si sentono echi di Sucker M.C.'s. Dal disco sono stati estratti due singoli: Style (Peter Gunn Theme), che campiona il Peter Gunn Theme di Henry Mancini (la cui notorietà era stata rinverdita pochi anni prima dai Blues Brothers nel loro film), e Behind Closed Doors che anticipa di un anno l'esperimento di LL Cool J di realizzare una canzone d'amore rap con I Need Love. Chiude l'album la bellissima Freestyle che come dice il nome stesso vede i cinque vocalist rappare su una base improvvisata da Grandmaster Flash, l'atmosfera del pezzo è particolarmente coinvolgente per via delle urla della folla che accompagnano il freestyle.

Il terzo e ultimo disco prima della reunion fu Ba-Dop-Boom-Bang del 1987. Per l'occasione Broadway tornò a chiamarsi Mr. Broadway e il disco ha un suono più leggero e pop, come testimoniato anche dal nome del gruppo in copertina scritto in caratteri chiari, luminosi e tridimensionali. Anche in questo caso il disco è piuttosto monolitico, con sonorità pop rap e tematiche leggere. Dall'album sono stati estratti due singoli: All Wrapped Up e U Know What Time It Is. Tra i brani più celebri del disco spicca anche We Will Rock You che campiona l'omonimo e celeberrimo pezzo dei Queen.

Poco dopo l'uscita di Ba-Dop-Boom-Bang il gruppo ricucì lo strappo riformando Grandmaster Flash & The Furious Five che nel 1988 tornarono con l'album On The Strength, ma la reunion durò molto poco e da allora di nuovo nacquero formazioni parziali e parallele che aumentarono la confusione nella già intricata storia di questo tormentato combo. Purtroppo i dischi realizzati durante il periodo della separazione non godono della giusta notorietà, nonostante si tratti di tre album di buon livello e godibili che andrebbero sicuramente riscoperti.

venerdì 9 luglio 2021

Billy Gibbons - Hardware

Mentre gli ZZ Top sono di fatto fermi dall'ormai lontano 2012, quindi uscì il loro più recente album La Futura, il frontman Billy Gibbons ha sfornato tre album nel giro di sei anni, a partire da Perfectamundo del 2015, passando per The Big Bad Blues del 2018, fino al nuovo Hardware uscito in questo 2021.

Mentre il primo album di Gibbons era orientato verso suoni caraibici e il secondo (come dice il titolo stesso) verso il blues del profondo sud, con Hardware il barbuto vocalist e chitarrista esplora invece le sonorità del deserto con un mix di stoner rock, southern rock, blues e tanto rock 'n roll.

L'album si assesta principalmente su ritmi veloci, con brani incalzanti ricchi di riff di chitarra e della voce di Gibbons che in questa composizione sembra più graffiante del solito per via delle atmosfere roventi che crea. Tra i brani migliori troviamo il pezzo di apertura My Lucky Card caratterizzato da un poderoso e quasi ossessionante riff di chitarra, il blues dalle atmosfere tarantiniane di West Coast Junkie e She's on Fire dalle atmosfere più leggere. Spiccano anche S-G-L-M-B-B-R che richiama le sonorità più tipiche degli ZZ Top, la cover di Hey Baby Que Paso dei Texas Tornados che Gibbons condisce con venature caraibiche già esplorate in Perfectamundo e Stackin' Bones che vede la presenza come ospiti del gruppo roots rock Larkin Poe le cui vocalist eseguono i cori.

L'album contiene anche due pezzi più lenti, quali la ballad Vagabond Man e il blues Spanish Fly. Chiude il disco il talking blues di Desert High che tiene proprio per la chiusura dell'album il pezzo che più di tutti gli altri richiama le origini del genere.

In questo disco praticamente tutto funziona benissimo, così come nei precedenti due, e Gibbons realizza l'ennesimo prodotto solido della propria lunga discografia. Non resta che sperare che gli ZZ Top non siano al capolinea per vedere il trio ancora in azione insieme, in ogni caso le produzioni soliste di Gibbons non fanno per nulla rimpiangere la band al completo.

lunedì 28 giugno 2021

Miranda Lambert, Jack Ingram e Jon Randall - The Marfa Tapes


Nato dalla collaborazione di tre dei più importanti esponenti del country contemporaneo, The Marfa Tapes è il nuovo album di Miranda Lambert, Jack Ingram e Jon Randall che prende il nome dalla città di Marfa, in Texas, dove è stato registrato. Come suggerisce la copertina stessa, il disco è lontanissimo dalle produzioni in studio dei tre perché è realizzato con solo voci e chitarre e registrato completamente in acustico. Il suono è grezzo e basilare, come se i tre si fossero ritrovati per caso attorno a un falò nel deserto per cantare qualche canzone nel silenzio della natura, al punto che al termine delle canzoni spesso si sente la voce dei tre vocalist che commentano il pezzo tra di loro.

Il pattern delle canzoni prevede che uno dei tre a turno esegua le voci principali, con gli altri due a eseguire i cori. I tre vocalist si dividono equamente canzoni e strofe, anche se è innegabile che la parte della regina e leader di questo terzetto spetti a Miranda Lambert che esegue la voce principale del singolo In His Arms e di cui nel disco sono presenti due autocover scritte proprio insieme a Jack Ingram and Jon Randall: Tin Man, tratta dall'album The Weight of These Wings del 2016 che canta da sola accompagnandosi con la chitarra, e Tequila Does da Wildcard del 2019.

Miranda inoltre adatta molto la sua voce a questo nuovo contesto, rinunciando allo stile pop con cui mischia il country nei suoi dischi solisti per risalire alle origini di questo stile. A lei si affiancano Ingram, con lo stile aspro che lo contraddistingue, e Randall con la sua tipica voce bassa e patinata.

Lo scopo dell'album sembra essere quello di liberare il country dalle contaminazioni di rock, pop e alle volte anche rap con cui attualmente è sempre più mischiato, per riportarlo alle sue atmosfere originali. Ed effettivamente in questo contesto il disco funziona benissimo, perché si lascia ascoltare con piacere proprio per l'atmosfera intima e raccolta che crea, mostrando per la prima volta in decenni la vera essenza di un genere che in Italia è purtroppo completamente ignorato.