martedì 18 dicembre 2018

Intervista a Giacomo Voli

Se fino a qualche anno fa veniva considerato il miglior cantante mai uscito da un talent show, oggi a Giacomo Voli questa etichetta inizia ad andare stretta, molto stretta. Il cantante di Coreggio ha infatti al suo attivo due dischi solisti e un album come vocalist dei TeodasiA, ha prestato la voce all'ultimo lavoro in studio di Edward De Rosa ed è attualmente il frontman e cantante dei Rhapsody of Fire.

Per parlare di tutti i suoi progetti e per raccontarci qualcosa di sé, Giacomo Voli ha accettato la nostra proposta di concederci una nuova intervista, dopo quella di qualche anno fa.

Ringraziamo Giacomo per la sua cortesia e disponibilità


125esima Strada: Ciao Giacomo e bentornato su questo blog! Parliamo anzitutto del tuo pezzo più recente Senza l'Autotiùn, ironico e tagliente. Come è nato questo pezzo? Che storia c'è dietro?

Giacomo Voli: Ciao a tutti! Il pezzo Senza l'Autotiùn è nato da una bozza di Filippo Martelli... della quale bozza non è rimasto nulla! Ahahaha... Scherzi a parte, ad inizio 2018 ho lavorato insieme ad un team per selezionare alcuni singoli in mezzo ad una decina di miei pezzi, e ho anche lavorato ad idee di Mr. Martelli per avere più spunti possibili. Musicalmente si trattava di un funky un po' 80, basato sulla chitarra acustica, il risultato dovrebbe lasciar capire come l'ho trasformato!

Dal punto di vista testuale ho lasciato libera la mente, è nato una sorta di "manifesto" di un rocker come tanti. Quelli come me che ascoltano e cantano generi anche più pesanti del pop italiano generalmente hanno apprezzato questo schiaffo simbolico alle abitudini della radio e della tv.

Ci sono molti riferimenti e potrei anche parlarne ma... preferisco lasciare a chiunque la libertà di riconoscere una propria battaglia o un proprio pensiero all'interno del testo!


125esima Strada: Recentissimamente hai partecipato alle selezioni per Sanremo Giovani, ma purtroppo non sei arrivato alla fase finale. Cosa ti resta di questa esperienza? Hai imparato qualcosa che ti porti a casa nel tuo bagaglio di esperienza?

Giacomo Voli: San Remo Giovani è stata una scelta difficile. Sicuramente ha creato non poche discussioni... D'altra parte, come credo tutti possano capire, queste occasioni sono quelle importanti per presentare la propria musica in ambiti molto conosciuti, che conservano una grande visibilità.

Ogni discussione legata alla qualità dell'ambiente, del "genere" che viene accettato lì... la lascio al tempo che trova. La musica che viene trasmessa e ascoltata è lo specchio di ciò che siamo, come la televisione. Mi sono detto che per rompere qualche muro qualcuno doveva pur cominciare!


125esima Strada: Da cosa pensi che sia dipesa la tua esclusione (non certamente dalla mancanza di talento!)? Forse il tuo stile non è abbastanza sanremese?

Giacomo Voli: Eh... ce ne sarebbe da dire. Ovviamente con precisione non lo saprò mai... Sicuramente il brano era "di rottura", così come è stato definito molte volte, e poteva essere un'arma a doppio taglio.

Io mi sono presentato con un'etichetta indipendente, Massarelli Production, e non avevamo nessuna possibilità di prevalere sulle grandi major e sui favoriti (Sony, Universal, Warner, Sugar ecc) perciò tutto dipendeva dai posti "vacanti" una volta che i favoriti fossero stati scelti. Spero di non dire cose scandalose...

Io sono sicuro di ciò che ho visto: Baglioni e la commissione si sono divertiti molto, tanto mi basta.


125esima Strada: Parliamo del futuro. Cosa ci puoi anticipare sull'EP di prossima uscita?

Giacomo Voli: Per adesso non ho una data precisa della pubblicazione... posso dire che raccoglierà sicuramente Senza l'autotiùn e l'altro singolo che era stato registrato (per iscriversi sono necessari due brani).

L'EP avrà un valore importante per me, perché racconterà la mia nuova maturità, nella scrittura, nella musica e nell'arrangiamento. In questi giorni sto lavorando assieme al management e al produttore per scegliere adeguatamente i prossimi passi da fare. Spero di potere dare presto notizie!


125esima Strada: Da due anni sei anche il vocalist dei Rhapsody of Fire, raccogliendo un'eredità pesante di cui sei sicuramente all'altezza. Quali spunti nuovi ti dà questa esperienza nel più importante gruppo metal del nostro paese?

Giacomo Voli: Sicuramente la vicinanza con un grande compositore come Alex Staropoli mi ha fatto crescere in modo esponenziale. Il mio compito, oltre che vocale, è stato quello di scrivere la nuova saga e i testi del primo disco con questa formazione, assieme a Roberto de Micheli (chitarrista). Tutti e tre abbiamo creato il nuovo cuore pulsante della band, con l'aiuto di una sezione ritmica paurosa (Alessandro Sala al basso e Manu Lotter alla batteria).

Ciò che ho imparato grazie a questa esperienza (appena cominciata) è sicuramente di aver approfondito ancora di più la capacità compositiva, le qualità delle diverse lingue (ho cantato una stessa canzone in quattro lingue, e uno dei singoli anche in una lingua orientale) e la loro musicalità. Queste cose hanno un valore inestimabile per me.


125esima Strada: La tua carriera solista è molto diversa da ciò che interpreti nei Rhapsody of Fire. Quali lati diversi della tua personalità metti in campo in queste attività così lontane tra loro?

Giacomo Voli: Come solista combatto una battaglia culturale, contro la musica italiana come la conosciamo. Credo fortemente che la bella musica non abbia genere, quando un brano è costruito bene (testo e musica) all'interno del proprio genere, non ha paragoni che reggano.

Il mio intento è di abituare anche me stesso all'idea che le sonorità rock che amo non devono essere così distanti dalla nostra cultura e dalla nostra bellissima lingua. Perché? Perché io parlo, sogno, desidero in italiano :D

Con i Rhapsody of Fire (nonostante il genere sia molto differente per ambientazione e potenza) ho potuto ritrovare il lato "lirico" e "cavalleresco" che come solista non esprimo, perciò sono due aspetti di me che sento complementari e coesistenti dentro di me, sono contento di avere più sfumature e lati da osservare... altrimenti sai che noia?


125esima Strada: Ci puoi anticipare qualcosa anche sul nuovo album dei Rhapsody of Fire di prossima uscita?

Giacomo Voli: La prima pietra di un bel viaggio! Credo che sarà ottimo "pane" per i denti dei fan di lunga data.
Abbiamo voluto conservare molti dei "cliché" tipici della storia della band, la saga, i termini epici e fieri, le battaglie, la magia... senza rinunciare alla freschezza della line up. Siamo molto fieri del nostro lavoro!


125esima Strada: Recentemente hai anche intrapreso una nuova attività in cui esegui delle cover dei Queen. Ci racconti qualcosa di questo nuovo progetto e anche di come è nata la tua passione per i Queen?

Giacomo Voli: Il primo amore non si scorda mai... giusto? Fin da quando avevo pochissimi anni ricordo i dischi A Kind of Magic e Innuendo come colonna sonora delle mie giornate. Questo piccolo "tributo" è stato frutto di una passione irrefrenabile che, in questa chiave, aveva senso di essere espressa. Esistono centinaia di tributi ai Queen, ma questa formula rende la nostra proposta differente dal solito. Francesca Mercury è un'enciclopedia ambulante del rock (oltre che una persona speciale) e racconta aneddoti e curiosità su Freddie e i Queen, Nik Messori è un chitarrista straordinario (suonava con Grignani e molti altri) e anche un ottimo corista. Io mi sono preso il compito di suonare anche il pianoforte, oltre che a cantare le parti del grande frontman. Mi emoziono ogni volta!

Vi aspetto anche lì.


125esima Strada: Grazie ancora del tempo che ci hai dedicato e buon lavoro!

Giacomo Voli: Grazie a voi per il sostegno! Alla prossima!

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