Io c'ero. Arena di Verona, 11/6/2015, gradinata numerata, blocco 23, Fila 16, Posto 28 al concerto dei Kiss per il 40th Anniversary World Tour.
Siamo riusciti a entrare verso le 20 e il gruppo di supporto, i bravissimi Dead Daisies, era già a metà della sua esibizione tra brani della stessa band e classici del rock che spaziavano dai Deep Purple ai Beatles.
Ma il vero show, quello per cui eravamo lì, lo hanno fatto i Kiss che hanno aperto il concerto con Detroit Rock City, Deuce e Psycho Circus. Appena il telo nero con la scritta KISS si è sollevato, l'energia della band e il suono delle esplosioni dei cannoni hanno invaso il pubblico e la serata si è magicamente trasformata. Lo spettacolo è andato avanti per quasi due ore di ininterrotta energia tra i migliori brani della band privilegiando quelli del primo decennio, ma non rinunciando a qualcuno delle decadi successive. Il tutto condito da palle di fuoco sparate dai lati del palco, fuochi d'artificio ed esplosioni di cannone in una festa di luci, colori e immagini proiettate sui maxi schermi. Tutti i pezzi dal vivo suonavano molto più energici e potenti rispetto alle incisioni da studio e il pubblico ha risposto con l'entusiasmo che il gruppo merita.
Sulle gradinate e in platea c'erano mani alzate e magliette dei Kiss a perdita d'occhio e il gruppo rispondeva all'affetto dei fans come solo i Kiss sanno fare con Paul Stanley che si avvicinava al pubblico fino a farsi toccare mentre suonava e senza togliere le mani dalla chitarra.
E' stato bellissimo vedere la festa sul palco e tra il pubblico, con famiglie con nonni e bambini con le facce dipinte a inneggiare al più grande gruppo rock della storia. Perché la musica dei Kiss esprime gioia ed è stata proprio questa ad unire il pubblico e farci alzare le mani al cielo mentre dalle gradinate cantavamo con il gruppo.
Le uniche due interruzioni al fiume di energia sono state quando dopo War Machine Gene ha sputato fuoco e quando dopo Lick It Up ha ripetuto la scena del sangue dalla bocca, per poi alzarsi in volo sul palco e ripartite con God of Thunder.
La chiusura dello show, con I Was Made for Loving You e I Wanna Rock and Roll all Nite, è stata impreziosita da spari di cannone tra il pubblico che diffondevano nell'aria pezzi di carta bianca a colorare ancora di più l'atmosfera e a dare un tocco di unicità a quei momenti conclusivi.
Se proprio si vuole trovare una critica da muovere a questo concerto si potrebbe obiettare che hanno eseguito un solo brano del periodo dell'unmasking escludendo i brani di Hot in the Shade e Revenge. Ma francamente: chissenefrega! Anche perché per aggiungere altri brani avrebbero dovuto toglierne alcuni e la scelta sarebbe stata difficilissima perché sono stati tutti ottimi. E soprattutto il concerto è stato stupendo, due ore di gioia, due ore di energia. E questa è l'unica cosa che conta.
Siamo riusciti a entrare verso le 20 e il gruppo di supporto, i bravissimi Dead Daisies, era già a metà della sua esibizione tra brani della stessa band e classici del rock che spaziavano dai Deep Purple ai Beatles.
Ma il vero show, quello per cui eravamo lì, lo hanno fatto i Kiss che hanno aperto il concerto con Detroit Rock City, Deuce e Psycho Circus. Appena il telo nero con la scritta KISS si è sollevato, l'energia della band e il suono delle esplosioni dei cannoni hanno invaso il pubblico e la serata si è magicamente trasformata. Lo spettacolo è andato avanti per quasi due ore di ininterrotta energia tra i migliori brani della band privilegiando quelli del primo decennio, ma non rinunciando a qualcuno delle decadi successive. Il tutto condito da palle di fuoco sparate dai lati del palco, fuochi d'artificio ed esplosioni di cannone in una festa di luci, colori e immagini proiettate sui maxi schermi. Tutti i pezzi dal vivo suonavano molto più energici e potenti rispetto alle incisioni da studio e il pubblico ha risposto con l'entusiasmo che il gruppo merita.
Sulle gradinate e in platea c'erano mani alzate e magliette dei Kiss a perdita d'occhio e il gruppo rispondeva all'affetto dei fans come solo i Kiss sanno fare con Paul Stanley che si avvicinava al pubblico fino a farsi toccare mentre suonava e senza togliere le mani dalla chitarra.
E' stato bellissimo vedere la festa sul palco e tra il pubblico, con famiglie con nonni e bambini con le facce dipinte a inneggiare al più grande gruppo rock della storia. Perché la musica dei Kiss esprime gioia ed è stata proprio questa ad unire il pubblico e farci alzare le mani al cielo mentre dalle gradinate cantavamo con il gruppo.
Le uniche due interruzioni al fiume di energia sono state quando dopo War Machine Gene ha sputato fuoco e quando dopo Lick It Up ha ripetuto la scena del sangue dalla bocca, per poi alzarsi in volo sul palco e ripartite con God of Thunder.
La chiusura dello show, con I Was Made for Loving You e I Wanna Rock and Roll all Nite, è stata impreziosita da spari di cannone tra il pubblico che diffondevano nell'aria pezzi di carta bianca a colorare ancora di più l'atmosfera e a dare un tocco di unicità a quei momenti conclusivi.
Se proprio si vuole trovare una critica da muovere a questo concerto si potrebbe obiettare che hanno eseguito un solo brano del periodo dell'unmasking escludendo i brani di Hot in the Shade e Revenge. Ma francamente: chissenefrega! Anche perché per aggiungere altri brani avrebbero dovuto toglierne alcuni e la scelta sarebbe stata difficilissima perché sono stati tutti ottimi. E soprattutto il concerto è stato stupendo, due ore di gioia, due ore di energia. E questa è l'unica cosa che conta.
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