giovedì 25 giugno 2015

La morte di Jim Morrison

James Douglas Morrison, universalmente noto come Jim, morì a 27 anni a Parigi la mattina del 3 luglio del 1971. L'unico testimone delle ultime ore di vita del cantante è la compagna dell'ultimo periodo della sua vita, Pamela Courson che al tempo aveva 24 anni, cui con abitava nell'appartamento affittato dalla ragazza al quarto piano del numero 17 di rue Beautreillis. La sera del 2 luglio i due erano usciti per andare al cinema dove videro Pursued (che in italiano si intitola Notte senza fine) con Robert Mitchum; dopo il cinema si fermarono per la cena in un ristorante cinese su rue Saint-Antoine e all'una tornarono a casa.

Jim si sedette davanti a un blocco per appunti sperando che gli venisse un'ispirazione per scrivere qualche poesia mentre beveva whisky direttamente dalla bottiglia e mentre Pamela tagliava strisce di eroina su uno specchio usando una carta di credito. Morrison odiava l'eroina e rimproverava a Pamela la sua dipendenza da questa sostanza, ma quella notte trasgredì al suo stesso principio; forse sistemandola in strisce la ragazza riuscì a fargli credere che si trattasse di cocaina. Jim non riusciva a scrivere nulla e i due iniziarono a tirare l'eroina insieme usando delle banconote arrotolate. Per un po' guardarono alcuni filmini in Super-8 delle loro vacanze passate, mentre ascoltavano in sottofondo vecchie canzoni dei Doors. Jim era irrequieto e nonostante fosse piena notte aprì la porta di casa e uscì sul pianerottolo a schiamazzare finché Pamela non lo riportò all'interno dell'appartamento.

Andarono a dormire intorno alle tre, dopo un'altra striscia di eroina. Un'ora dopo Pamela si svegliò disturbata dai lamenti di Jim che sembrava stesse soffocando e annegando nella sua stessa saliva. Non era la prima volta che questo accadeva e la ragazza provò a svegliarlo, lo prese anche a sberle e dovette farlo più e più volte e con molta forza prima che lui rinvenisse. Jim decise quindi di farsi un bagno caldo e dopo che il cantante si stese nella vasca la ragazza tornò a dormire. Poco dopo Pamela fu svegliata di nuovo: Jim stava vomitando. La ragazza si precipitò in bagno e lo trovò che rimetteva grumi di sangue e pezzi di ananas, corse quindi in cucina a prendere una casseruola che gli portò affinché potesse vomitarci dentro anziché sporcare l'acqua della vasca. La donna quindi gettò il vomito nel lavandino e lavò la casseruola, compì questa operazione per tre volte. Intorno alle cinque Jim disse che si sentiva meglio, ma restò nella vasca mentre Pamela tornò a letto.

Circa un'ora dopo Pamela si svegliò di nuovo e notò che Jim non era tornato nel letto con lei. Corse in bagno e lo trovò ancora nella vasca in stato di incoscienza; provò a svegliarlo ma senza alcun risultato. In preda al panico e cosciente del fatto che il suo francese non era sufficiente a chiamare un'ambulanza, Pamela chiamò l'amico di Jim Alain Ronay a cui chiese, tra i singhiozzi e a voce bassa, di chiamare un'ambulanza per lei. Alain e la sua compagna Agnes Varda chiamarono quindi i vigili del fuoco che arrivarono in pochi minuti, guidati dal colonnello Alain Raisson (la cui testimonianza è stata raccolta sia dal documentario francese Gli ultimi giorni di Jim Morrison sia da Final 24: Jim Morrison), e lo trovarono immerso nell'acqua tinta di rosa dal sangue e ancora calda. I pompieri lo estrassero dalla vasca e lo stesero sul pavimento della camera da letto seguendo le indicazioni di Pamela. Raisson gli praticò un massaggio cardiaco, ma capì subito che Jim era deceduto. I due pompieri allora sollevarono il cadavere per deporlo sul letto.

Già fin qui alcune cose non sono chiare. Come abbiamo già detto secondo tutte le fonti Pamela si svegliò alle 6 e trovò Morrison in stato di incoscienza. Ciò nonostante la telefonata ai pompieri, come riferito dallo stesso Raisson, arrivò solo alle 9:20 e i pompieri arrivarono in quattro minuti. A questo punto si apre anche il quesito di a che ora Pamela abbia telefonato a Ronay, secondo il biografo Stephen Davis, autore del volume Jim Morrison: Life, Death, Legend, questa telefonata avvenne alle 7:30. Ci sono quindi due voragini temporali impossibili da spiegare.

Comunque, poco dopo l'intervento dei pompieri arrivarono anche Alain Ronay e Agnes Varda e dopo di loro, alle 9:45, arrivò anche l'ispettore di polizia Jacques Manchez che raccolse la deposizione di Pamela. Tutti e tre i presenti dichiararono alla polizia che il morto si chiamava Douglas James Morrison in modo che non venisse identificato e che non si destasse clamore e siccome neanche i pompieri lo avevano riconosciuto ancora nessuno al di fuori dei tre amici di Jim sapeva che un noto cantante rock era morto nella vasca. Poco dopo arrivò anche il medico legale che, anche grazie al lavoro di Ronay che tradusse per lui le risposte di Pamela, stabilì in pochi minuti che si era trattato di un decesso per cause naturali e lasciò loro un modulo compilato da portare all'anagrafe per ottenere il certificato di morte. Ma quello stesso pomeriggio l'ufficio dell'anagrafe rifiutò di emettere il certificato ritenendo non sufficienti le frettolose spiegazioni del medico legale.

Fu inviata una nuova squadra di polizia, questa volta guidata dall'ispettore Berry il quale sospettava che Morrison fosse morto di overdose. L'uomo interrogò Ronay e Pamela a lungo e riprese vigorosamente la ragazza per aver abbandonato Jim nella vasca per tre volte per lavare la casseruola in cui aveva vomitato. I due ammisero che Morrison aveva consumato alcol, ma tacquero riguardo alle droghe che nel frattempo avevano fatto sparire dalla casa. Berry ordinò un nuovo controllo da parte di un altro medico e il dottor Max Vassille arrivò alle 18 per constatare, di nuovo in pochi minuti, che si era trattato di arresto cardiaco per cause naturali e convinse Berry a non insistere. Il corpo rimase steso nel letto fino al 5 luglio e per due notti Pamela dormì accanto al cadavere di Jim.

Un racconto leggermente diverso su come sono andati i fatti fu raccolto da alcuni amici di Jean de Breteuil, nobile francese discendente da una famiglia di marchesi e noto spacciatore da cui si riforniva abitualmente proprio la Courson, pochi giorni dopo in Marocco. Jean raccontò che quando Pamela si svegliò alle 6 del 3 luglio trovò la porta del bagno chiusa a chiave dall'interno. La ragazza chiamò Jim e bussò con forza, ma non ottenne risposta. Alle sei e trenta Pamela chiamò quindi proprio Jean il quale si trovava a letto con la ben nota Marianne Faithfull a cui disse di dover andare via perché aveva ricevuto la telefonata di Pamela. Arrivò da lei in circa mezz'ora, ruppe il vetro della porta del bagno e finalmente i due poterono entrare e furono i primi a vedere il cadavere di Jim Morrison.

Lo trovarono senza vita mentre dal naso e dalla bocca perdeva ancora sangue e con due lividi violacei sul petto. Pamela iniziò a urlare, entrò nella vasca e prese a sberle Jim nella speranza di risvegliarlo, fin quando Jean la prelevò di forza e la portò fuori dal bagno, quindi le disse che a breve sarebbe partito per il Marocco e di chiamare Alain.

Il racconto di Jean è poco realistico per una serie di motivi. Anzitutto come si vede dal fotogramma accanto tratto da Gli ultimi giorni di Jim Morrison (che mostra le vere stanze dell'appartamento in cui è morto il cantante, al contrario di Final 24 che mostra invece una ricostruzione grossolanamente sbagliata) e considerando che, come specificato da Raisson, Morrison era steso con la testa dalla parte opposta della vasca rispetto alla porta, per chiudere a chiave Jim avrebbe dovuto alzarsi, camminare per alcuni metri fuori o dentro la vasca, girare la chiave e tornare a stendersi nella vasca. E' uno scenario poco realistico per un uomo che si sente male e che non riesce a tornare a letto. In secondo luogo pensare che Pamela da sola non fosse in grado di sfondare il vetro è semplicemente ridicolo, si trattava probabilmente di un vetro singolo che avrebbe potuto rompere a mani nude o con qualunque utensile casalingo. In ultimo Raisson nel suo racconto non menziona mai la presenza di vetri rotti a terra e se ci fossero stati sarebbero stati un dettaglio degno di menzione. Potremmo anche aggiungere che dalle immagini del documentario francese la porta in questione non ha alcun vetro, ma ovviamente negli anni le porte potrebbero essere state sostituite e quindi si tratta di una considerazione molto debole.

Secondo una ricostruzione ancora diversa Jim sarebbe invece morto intorno alle 3 di notte del 3 luglio al night club Rock'n'Roll Circus che frequentava abitualmente. Jim si sarebbe chiuso in bagno e sarebbe morto di overdose da eroina iniettata in vena nel bagno del locale e poi sarebbe stato trascinato fuori attraverso un altro locale, l'Alcazar che è collegato al Circus da un tunnel, e portato a casa dove è stato deposto nella vasca da bagno. Questa versione è sostenuta dall'ex proprietario del Circus Sam Bernett (che però ammette di non aver visto Jim e che la vicenda gli è stata raccontata) e da alcuni avventori del locale presenti quella sera. A parte l'evidente assurdità di portare fuori un cadavere da un locale gremito e trasportarlo per tre chilometri da rue Mazarine (dove si trova l'Alcazar, il Circus invece dava su rue de Seine) a rue Beautreillis senza essere visti da nessuno, se Jim avesse avuto buchi nelle braccia questi sarebbero stati notati da entrambi i medici legali e anche dai pompieri che invece non hanno ravvisato nulla di strano. Inoltre non si capisce perché Pamela avrebbe dovuto prestarsi a una simile sceneggiata. La cosa più probabile è che gli avventori del bar abbiano scambiato un altro cliente per Jim Morrison.

Nel 2014 è emersa ancora un'altra teoria sostenuta proprio da Marianne Faithfull che è in contraddizione con tutte le precedenti. Sostenne la Faithfull in un'intervista alla rivista musicale Mojo che la sera del 2 luglio Jean si recò a casa della Courson per consegnare a Morrison una dose di eroina che si rivelò fatale, il cantante morì poi nella vasca dove è stato trovato. Sebbene questa teoria sia meno folle delle altre e non prevede improbabili trasporti di cadaveri, siamo restii a prenderla per buona perché la fonte è assolutamente inattendibile. La Faithfull nella sua autobiografia uscita nel 1994 e intitolata Faithfull sostenne la prima versione secondo cui Jean andò a casa di Pamela dopo la telefonata di questa e non giustifica questo suo disinvolto cambio di versione né in base a cosa ritiene di aver individuato la causa della morte di Morrison. In ultimo di nuovo non si capisce perché Pamela avrebbe dovuto mentire e scagionare Jean.

Altre teorie sulla morte di Morrison vogliono che abbia finto la propria morte e che sia ancora vivo. Altre dicono invece che sia davvero morto e che il suo fantasma appaia magicamente nelle foto scattate sulla sua tomba. Ma si tratta di sciocchezze talmente risibili da non meritare alcuna trattazione.

Sebbene il quadro generale sia chiaro e delineato è innegabile che qualche mistero nella morte di Jim Morrison resti. Purtroppo Jean de Breteuil morì lo stesso anno a Tangeri e nel 1974 a 27 anni anche Pamela Courson morì nella sua casa di Los Angeles per overdose. I misteri sulla morte della storica voce dei Doors resteranno per sempre tali.

2 commenti:

Daniele ha detto...

Di droga si muore. Nessun mistero!

Leonardo Salvaggio ha detto...

Ottima sintesi, Daniele.