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lunedì 4 aprile 2022

La discografia solista di Melle Mel tra il 1982 e il 1985

Subito dopo la pubblicazione di The Message nel 1982 il gruppo di Grandmaster Flash & The Furious Five andò incontro a separazioni interne praticamente subito. Melle Mel, il principale vocalist dei Furious Five, uscì dal gruppo e iniziò la propria avventura solista pochi mesi dopo l'uscita di The Message con il primo singolo Message II (Survival), registrando quindi da solo il follow up del più grande successo del gruppo, insieme al turnista Duke Bootee. L'anno dopo seguì la celeberrima White Lines (Don't Don't Do It) realizzata dal solo Melle Mel nonostante il fatto che venne pubblicata con i nomi di Grandmaster & Melle Mel o Grandmaster Flash & Melle Mel anche se il DJ delle Barbados ovviamente non prese parte al progetto.

Melle Mel realizzò il primo album senza Grandmaster Flash nel 1984 e per l'occasione assemblò un nuovo sestetto di cui facevano parte Cowboy e Scorpio (anche nel ruolo di polistrumentista), provenienti dai Furious Five, a cui si aggiunsero King Lou, Kami Kaze e Tommy Gunn. Alle sessioni di registrazione parteciparono anche il turnista Clayton Savage e il DJ E.Z. Mike con il nome di Grandmaster E. Z. Mike. L'album si intitola Grandmaster Melle Mel and the Furious Five, anche se in alcuni mercati al di fuori degli USA è stato venduto come Work Party, con il titolo scritto sulla stessa copertina sopra alla foto del gruppo. Il disco è composto da nove tracce, di cui cinque propongono un hip hop da strada molto simile a quello di The Message. Tra i brani più tradizionali spicca un remix di White Lines, per il resto il disco spazia in altri generi di black music, passando dal funk di Hustlers Convention alle sonorità soul di Can't Keep Running' Away, At the Party e Yesterday, ballad che non avrebbe sfigurato in un disco della Motown.

Dopo l'uscita dell'album Melle Mel pubblicò tra il 1984 e il 1985 un corposo numero di singoli, accreditati con vari nomi diversi:
  • 1984:
    • Continuous White Lines (Remix) come Grandmaster Melle Mel and the Furious Five
    • Jesse come Grandmaster Melle Mel
    • Beat Street Breakdown (altresì noto come Beat Street e pubblicato in questo caso con la B-side Internationally Known) come Grandmaster Melle Mel and the Furious Five, dalla colonna sonora di Beat Street di Stan Lathan
    • Step Off  come Grandmaster Melle Mel and the Furious Five
    • We Don't Work for Free (tratto dall'album Grandmaster Melle Mel and the Furious Five) come Grandmaster Melle Mel and the Furious Five)
    • World War III / The Truth come Grandmaster Melle Mel and the Furious Five o come Grandmaster Melle Mel
  • 1985:
    • King Of the Streets come Grandmaster Melle Mel
    • Pump Me Up come Grandmaster Melle Mel and the Furious Five
    • Vice / World War III come Grandmaster Melle Mel
    • The Mega-Melle Mix (mix di Step Off, The Message, Beat Street, New York New York, World War III e It's Nasty) come Melle Mel
Nel 1985 uscì anche la raccolta Stepping Off a nome Grandmaster Melle Mel & The Furious Five che non contiene brani inediti ma una raccolta di tracce tratte dalla carriera solista di Melle Mell e di Grandmaster Flash and the Furious Five, aumentando così la confusione tra le discografie delle varie formazioni.

Dal 1985 e il 1987 Melle Mel non realizzò altre incisioni, fino alla reunion di Grandmaster Flash & The Furious Five con l'album On the Strength, ma la reunion durò poco e Melle Mel tornò con poco successo alla carriera solista. Nel 1988 partecipò al progetto Sun City contro l'apartheid promosso da Steven Van Zandt, nel 1989 pubblicò un nuovo album intitolato Piano come Grandmaster Melle Mel and the Furious Five e da allora le sue incisioni si fecero sempre più sporadiche e vennero pressoché ignorate dal pubblico.

Purtroppo in Italia Melle Mel è noto solo per The Message, White Lines e poco altro; tuttavia la sua discografia è molto più ricca e andrebbe riscoperta a partire proprio dal periodo compreso tra i due album del gruppo principale che è anche quello del suo maggiore splendore che di certo non si esaurisce ai singoli più noti.

venerdì 5 febbraio 2021

Sortilège: metal anni 80 da Parigi

I Sortilège, nati a Parigi nel 1981, sono una delle realtà di punta della ricca scena metal francese degli anni 80. Il gruppo, che ha conservato formazione originale per tutta la sua carriera, era composto da Christian Augustin alla voce, Daniel Lapp al basso, Jean-Philippe Dumont alla batteria e Stephane Dumont e Didier Demajean alle chitarre.

L'anno dopo la fondazione, il gruppo aprì i concerti dei Def Leppard in Francia e l'anno seguente realizzò il primo EP che porta il nome del gruppo stesso. Il disco è composto da sole cinque tracce di puro metal anni 80 ispirato agli stilemi della NWOBHM, con sonorità basate su poderosi riff di chitarra e su lirismi vocali, grazie al frontman Christian Augustin che è la vera punta di diamante della band e che si dimostra da subito in grado di eseguire acuti potentissimi. Il disco è contraddistinto da sonorità veloci; tra le cinque tracce spiccano Gladiateur che mostra un maggiore aspetto melodico, e la title track ispirata ad atmosfere horror. L'edizione in CD del disco contiene anche sei bonus track in inglese, di cui tre sono autocover prese da Sortilège e tre dall'album seguente; i brani in inglese rimangono ottimi anche se perdono un po' dell'originalità data dalla lingua francese.

L'anno seguente la band pubblicò il proprio secondo album Métamorphose in cui la band ripropone la stessa formula dell'EP precedente, ma con produzioni migliorate e suono più raffinato. Il disco è composto da nove tracce e per la prima volta troviamo due ballad quali Hymne à La Mort e Délire D'un Fou. Il disco si chiude con l'ottima title track che si apre con un vocalizzo di Augustin accompagnato solo dalla chitarra, prima che entrino gli altri strumenti e la canzone acceleri. L'album è stato inciso anche integralmente il lingua inglese con il titolo di Metamorphosis.

Dopo il successo di Métamorphose, che portò i Sortilège a suonare a a festival metal in Germany, Paesi Bassi, Svizzera, Belgio e Francia, la band realizzò un secondo LP intitolato Larmes de Héros in cui si allontana parzialmente dal metal per approdare a un hard rock più morbido e patinato e tendente all'hair metal. Il disco è molto più ricco di power ballad, che sono quattro su un totale di nove tracce, e in generale il canto di Augustin e i riff di Dumont si fanno meno aggressivi. Alcuni pezzi, come Le Dernier Des Travaux D'Hercules, mostrano ancora sonorità potenti e affini ai dischi precedenti, ma in generale la presenza di vere power ballad come Mourir Pour Une Princesse indicano una netta virata verso sonorità meno aggressive. Anche in questo caso il disco è stato ristampato in inglese con il titolo di Hero's Tears.

Purtroppo lo scarso successo commerciale portò la band a interrompere l'attività dopo l'uscita del terzo disco e da allora non hanno più prodotto musica nuova. I Sortilège si riunirono nel 2019 per una serie di concerti, alcuni dei quali sono stati rimandati a causa della pandemia da COVID-19, ma all'orizzonte per ora non si vedono nuovi album, né live né da studio.

Purtroppo i Sortilège sono praticamente sconosciuti al di fuori della Francia nonostante la loro musica sia paragonabile per qualità a quella dei mostri sacri del genere americani e britannici. Non resta da sperare che il loro nuovo tour serva a ridare vigore e notorietà al gruppo.

mercoledì 23 dicembre 2020

George Thorogood & The Destroyers ‎– Rock And Roll Christmas

Nel momento più alto della sua carriera, dopo la pubblicazione del suo iconico album Bad to the Bone il rocker del Delaware George Thorogood ha inciso il suo primo e finora unico singolo di Natale dal titolo Rock And Roll Christmas. Pubblicato nel 1983, il brano è allegro, festaiolo e dal ritmo incalzante proprio come ci si aspetta da una canzone di George Thorogood, di cui contiene tutti gli stilemi con una forte impronta blues e rock and roll e con menzioni nel testo a Elvis Presley, Chuck Berry e Buddy Holly. Il pezzo si apre con uno snippet di Joy to the World suonato al sassofono da Hank "Hurricane" Carter (che ha fatto parte dei Destroyers dal 1980 al 2003) e il suono del sax è preponderante durante tutto il pezzo.

Il B-side di Rock And Roll Christmas è New Year's Eve Party, anch'essa ispirata al rock and roll degli anni 50, con ritmi meno forsennati del brano sul lato A, ma senza rinunciare alle atmosfere di festa a cui questo singolo è dedicato. Anche il questo caso Hank Carter ci regala uno snippet al sassofono: quello di Auld Lang Syne, noto in Italia come Valzer delle Candele.

Rock and Roll Christmas è in realtà uno dei pezzi meno noti di Thorogood, che non compare in nessuno dei suoi album e nemmeno nelle raccolte, ciò nonostante si tratta di un pezzo di ottima fattura, divertente e allegro, che realizza un'ottima commistione tra tradizione e modernità e che costituisce un'ottima aggiunta alla collezione di canti natalizi rock, per dare alle feste un tocco più moderno.

martedì 7 agosto 2018

La discografia di Grandmaster Flash & the Furious Five

Grandmaster Flash & the Furious Five sono uno dei gruppi più importanti tra i pionieri dell'hip hop e oltre a essere stati tra i precursori di questo genere musicale la loro notorietà è tale da renderli una delle formazioni fondamentali della storia della musica nera di ogni stile.

Nonostante la loro indiscutibile importanza storica, la discografia del sestetto è molto contorta perché nella sua carriera il gruppo ha visto varie divisioni, progetti paralleli, collaborazioni e sottoinsiemi che hanno usato negli anni nomi diversi ma simili tra loro.

La formazione originale era composta da Grandmaster Flash (DJ barbadiano trapiantato a New York) e dai cinque rapper Melle Mel, The Kidd Creole, Keef Cowboy, Scorpio e Rahiem. Il gruppo iniziò la propria attività discografica nel 1979 con tre singoli; il primo di essi fu We Rap More Mellow, inciso con il nome di The Younger Generation, il secondo fu un'incisione dal vivo di Flash to the Beat in cui il nome del gruppo diventò Flash and The Five, mentre con il terzo singolo Superrappin' il nome del combo divenne finalmente Grandmaster Flash and the Furious Five.

Nel 1982 il gruppo realizzò il proprio primo e più rappresentativo album intitolato The Message, il disco è composto da sette tracce (più una bonus track presente solo nell'edizione europea del vinile) tra cui la celeberrima title track che oltre a essere uno dei pezzi hip hop più famosi di ogni epoca è anche il primo a trattare argomenti di carattere sociale, come la povertà e la durezza della vita nel ghetto. Tutte le tracce del disco sono caratterizzate dal suono tipico del sestetto con un tessuto sonoro fatto di campionamenti e basi elettroniche a cui si somma la voce dei cinque vocalist, con Melle Mel che predomina sugli altri eseguendo la maggior parte delle voci principali. Nell'album troviamo altri pezzi storici del gruppo come She's Fresh, It's Nasty e Dreamin' che sorprendentemente è un vero e proprio brano soul cantato nello stile della Motown e lontanissimo dal rap.

In realtà nella registrazione dell'album Grandmaster Flash ebbe un ruolo minimo e oltre a dare il nome al gruppo il suo unico contributo è limitato alla base musicale della bonus track The Adventures of Grandmaster Flash on the Wheels of Steel, costituita dai campionamenti di numerosi pezzi tra cui Another One Bites The Dust dei Queen e Rapture dei Blondie; per il resto gli unici ad aver contribuito alla realizzazione dell'album sono i Furious Five e in particolar modo Melle Mel. La title track infatti è interpretata solo da quest'ultimo e dal turnista della casa discografica Duke Bootee, anche se nel video la parte di Bootee è eseguita da Rahiem in playback.

L'anno dopo la pubblicazione del primo album il gruppo andò incontro a dissapori di carattere legale ed economico e si divise in due formazioni distinte. Il primo dei due gruppi era formato dal DJ con The Kidd Creole e Rahiem (a cui si aggiunsero altri tre rapper) e continuarono la loro attività discografica con il nome di Grandmaster Flash; il secondo gruppo era formato da Melle Mel con Keef Cowboy e Scorpio (a cui pure si unirono altri rapper) che assunsero il nome di Grandmaster Melle Mel and the Furious Five. Il primo singolo pubblicato dopo lo scioglimento fu White Lines (Don't Do It), brano di denuncia contro l'uso dilagante della cocaina, che venne pubblicato con il nome di Grandmaster and Melle Mel, ma a dispetto del nome il DJ non prese parte al progetto.

Durante il periodo della divisione furono pubblicate due compilation a nome Grandmaster Flash & the Furious Five. La prima di esse si intitola proprio Grandmaster Flash & the Furious Five e fu pubblicata nel 1983, la seconda si intitola Greatest Messages e uscì nel 1984. Entrambe le compilation (che contengono numerosi brani in comune) sono raccolte di pezzi editi (sia in singolo, sia sull'unico album fino ad allora pubblicato) e pezzi nuovi, tra cui New York New York, un altro dei brani più famosi della discografia del sestetto, che compare in entrambe le compilation.

Ad aumentare la confusione sull'intricata discografia di questo storico gruppo, entrambe queste compilation contengono anche brani incisi da Melle Mel in alcuni dei suoi progetti paralleli seguiti allo scioglimento della band. La prima compilation contiene infatti proprio White Lines (Don't Do It), mentre la seconda contiene Message II (Survival) realizzata da Melle Mel con Duke Bootee come Melle Mel & Duke Bootee.

La formazione originale tornò finalmente insieme nel 1987 e l'esito della reunion fu l'album On The Strength del 1988 che, nonostante non abbia ottenuto il risultato commerciale del primo, contiene comunque musica hip hop di alta qualità dallo stile molto simile a quello degli esordi. Il disco è composto da undici pezzi che spaziano tra influenze musicali diverse. Troviamo infatti brani old school come la traccia di apertura intitolata Gold e quella di chiusura dall'eloquente titolo Back in the Old Days of Hip-Hop, ma include anche momenti più melodici e di nuovo vicini al soul come The King (dedicata a Martin Luther King) e la lenta Fly Girl. Il disco contiene anche un bellissimo esperimento di commistione tra rock e rap (che al tempo era molto popolare grazie ad altri gruppi di New York come i Run DMC e i Beastie Boys) come Magic Carpet Ride, cover dello storico pezzo degli Steppenwolf che vede proprio il gruppo di Los Angeles come ospite. John Kay canta le strofe come nella versione originale, mentre una strofa aggiuntiva è rappata da Melle Mel.

Dopo On The Strength il gruppo si sciolse definitivamente e da allora ha pubblicato solo compilation e remix, purtroppo la discografia di questo gruppo e dei progetti dei singoli membri che hanno avuto vita tra l'83 e l'87 è talmente confusa che spesso le attribuzioni nelle compilation sono sbagliate. Uno dei casi più significativi è ad esempio il triplo CD Adventures on the Wheels of Steel del 1999, in cui come spiegato su Wikipedia gli errori sono moltissimi e notevoli.

Tuttavia nonostante le vicissitudini Grandmaster Flash & the Furious Five restano tra gli artisti che più hanno contribuito a forgiare l'hip hop e a influenzare altri generi musicali, basti pensare che The Message è ad oggi uno dei brani più riconoscibili dei primi anni 80 e che White Lines vanta anche una cover dei Duran Duran. La discografia di questo gruppo merita comunque di essere riscoperta, perché è ricca di pezzi di valori che riportano alle vere atmosfere dei ghetti in cui è nata e perché ricordarli solo per The Message è sicuramente troppo riduttivo.

giovedì 26 novembre 2015

Come nasce un capolavoro: Moonlight Shadow

Moonlight Shadow è uno dei brani più noti dello straordinario compositore e polistrumentista britannico Mike Oldfield, autore tra le varie sue opere di capolavori come tutta la serie dei dischi intitolati Tubular Bells. Secondo una leggenda abbastanza diffusa Moonlight Shadow sarebbe stata ispirata dalla morte di John Lennon per via del verso He was shot six times by a man on the run; in realtà non solo quanto narrato dal verso in questione non collima con la realtà (a Lennon furono sparati cinque colpi, non sei; e Mark Chapman era tutt'altro che un uomo in fuga perché dopo aver sparato a Lennon si sedette sul marciapiede in attesa della polizia) ma lo stesso Oldfield nella sua autobiografia intitolata Changeling: The Autobiography of Mike Oldfield spiegò come nacque il pezzo e la sua genesi è molto diversa da quanto sostenuto dalle leggende metropolitane.

Oldfield partì a sviluppare la melodia lavorando su alcuni accordi che aveva in testa, affidò dapprima la stesura del testo alla cantante Hazel O'Connor che ne scrisse una prima versione intitolata Midnight Passion, ma il musicista non fu soddisfatto del risultato. Dopo averci ragionato per tre mesi decise che a cantarla sarebbe stata Maggie Reilly e si accordò con lei per una sessione di registrazione, la notte prima Oldfield rimase sveglio per stendere il testo. L'ispirazione gli venne guardando fuori dalla finestra la Luna che illuminava il paesaggio circostante e dal film Houdini (Il Mago Houdini, nella versione italiana) con Tony Curtis e Janet Leigh. Riguardo all'ipotetica ispirazione alla morte di Lennon, Oldfield aggiunge che anche lui si trovava a New York quel fatidico giorno e che forse qualche pensiero su quei fatti gli rimase nel subconscio, ma nulla di più e nulla di intenzionale.

Oldfield ricorda anche che Maggie non cantava come lui si aspettava perché pronunciava le parole con la cadenza tipica del soul e quindi per lei il brano era Moonlight Shahdoah. Dopo aver speso molto tempo con grande concentrazione e impegno da parte di entrambi affinché la cantante scandisse le sillabe secondo le aspettative di Oldfield, l'esito fu finalmente quello desiderato e il successo fu superiore alle aspettative.

L'album in cui è inserito questo capolavoro si intitola Crisis, ma proprio grazie a Moonlight Shadow e all'altrettanto bella Foreign Affair fu tutto tranne che un momento di crisi.

giovedì 3 settembre 2015

TSA - TSA

I TSA sono una delle formazioni di punta della scena metal polacca e più in generale del ricco panorama rock dell'Europa orientale. Il loro nome procede sulla tradizione polacca di usare acronimi di tre lettere come nomi delle band anche se il significato esteso, ammesso che ne esista uno, non è mai stato chiarito. Il loro primo ed eponimo album risale al 1983 e getta le basi di quello che sarà il suono distintivo del gruppo per tutta la sua carriera. La musica dei TSA si ispira ampiamente a diversi gruppi della NWOBHM come i Judas Priest o i Saxon ma attinge anche largamente dal rock anni '70 prendendo spunti da band come i Deep Purple o gli Uriah Heep. I TSA infatti spaziano nei loro suoni dal metal classico, allo speed metal, all'hard rock fino al blues rock.

Degli otto brani, sette sono veloci e potenti e ad essi si aggiunge una sola ballad intitolata Trzy zapałki dalle sonorità marcatamente blues che a nostro giudizio rappresenta il punto più basso del disco, ma tolto questo breve momento di noia i restanti pezzi si assestano su una qualità decisamente alta. Tra i brani spiccano il trascinante pezzo di apertura Wysokie Sfery e quello più palesemente speed metal intitolato Na co cie stać. Non è solo la musica della band a caratterizzare i brani ma anche il potente cantato del vocalist Marek Piekarczyk che si lancia spesso in acuti e urli imitando le leggende del metal come Rob Halford e dimostrando di esserne ampiamente capace.

Il risultato è un album di ottima musica, molto energica e divertente che dimostra che i gruppi dell'est Europa possono competere a testa alta con quelli angloamericani più noti e celebrati. A un solo anno di distanza dalla pubblicazione l'album è stato ristampato con gli otto brani cantati in inglese e con il titolo Spunk!, francamente abbandonando la lingua madre la musica dei TSA perde un po' della sua originalità e quindi preferiamo la versione in polacco.

Il primo album non rappresenta un'eccezione nella discografia dei TSA che realizzarono ottimi album per tutta la loro carriera e anche il secondo, intitolato Heavy Metal World, fu poi tradotto in inglese ma senza cambiarne il titolo. Purtroppo i TSA hanno registrato in totale solo 5 album in studio di cui l'ultimo risale al 2004, dopo oltre dieci anni dal precedente; da allora la band ha concentrato la sua attività sulle esibizioni dal vivo senza quindi produrre materiale nuovo ma mantenendo così viva la propria ottima tradizione musicale.