giovedì 29 aprile 2021

Alice Cooper - Detroit Stories


Nonostante gli oltre cinquant'anni di carriera alle spalle, Alice Cooper resta uno degli artisti più prolifici della scena rock contemporanea e in questo 2021 ci regala con Detroit Stories il terzo album in pochi anni che segue i recenti Rise degli Hollywood Vampires (terzetto di cui fanno parte anche Joe Perry e Johnny Depp) del 2017 e Paranormal del 2017.

Come dice il titolo stesso l'album vuole essere un omaggio alla città di Detroit, a partire dalla copertina che mostra il Guardian Building avvolto nella nebbia. Il disco è composto da quindici tracce di puro rock and roll, grezzo, diretto e divertente di cui quattro cover e undici pezzi inediti. Le cover, come è normale aspettarsi, sono principalmente di artisti di Detroit; troviamo infatti l'allegro rock di Our Love Will Change the World degli Outrageous Cherry, Sister Ann dei pionieri dell'hard rock MC5 e East Side Story di Bob Seger. Ad esse si somma Rock & Roll dei Velvet Underground, unica band omaggiata a non avere legami con la motor city.

Il resto dell'album spazia tra i vari generi musicali che hanno contraddistinto la musica della metropoli nell'ultimo secolo, con una buona dose di hard rock e con ricchi sconfinamenti in altri campi. Il disco ha il chiaro intento di divertire, i pezzi più energici sono infatti smaccatamente festaioli come Go Man Go e Shut Up And Rock. Come anticipato l'album contiene molte sfumature musicali diverse; $1000 High Heel Shoes è infatti un chiaro omaggio al soul della Motown che vede come ospiti le Sister Sledge come coriste. Gli esperimenti in chiave black non si fermano qua, nel disco troviamo anche due brani di forte impronta blues (genere di cui Detroit è stata una delle città fondatrici) quali Drunk and in Love e Wonderful World che contiene anche forti innesti di stoner rock. Tra i brani migliori del disco troviamo anche Independence Dave che costituisce una sorta di crossover tra i generi più caratteristici degli anni cinquanta e sessanta con un connubio di rock and roll, rockabilly e punk.

Nell'album trova spazio anche Hanging On by a Thread (Don't Give Up), nuova edizione di Don't Give Up del 2020 dedicata alla pandemia da COVID-19, in questa nuova versione il testo è stato cambiato nella seconda strofa in modo da renderlo più adattabile a ogni tipo di difficoltà umana. Il disco contiene una seconda reinterpretazione di un brano del passato, Detroit City dell'album The Eyes of Alice Cooper del 2003 è infatti stata reincisa e inserita con il titolo Detroit City 2021

Detroit Stories è quindi un album valido che nonostante gli stili diversi riesce a mantenere un'identità precisa e solida. Con questo LP Alice Cooper ha realizzato proprio ciò che serviva in questo momento storico così difficile, cioè un disco intriso di forza e voglia di andare avanti, che al contempo conferma quanto questo artista sia eclettico e come sappia dare sfumature diverse a ogni stile musicale in cui si cimenta.

giovedì 22 aprile 2021

Blackmore's Night - Nature's Light

Dopo soli tre mesi dall'EP natalizio Here We Come A-Caroling tornano i Blackmore's Night, duo composto dallo storico chitarrista dei Deep Purple Ritchie Blackmore e dalla moglie Candice Night, con un nuovo LP intitolato Nature's Light che come dice il titolo stesso vuole celebrare la bellezza e il costante miracolo della natura.

L'album ripropone la formula classica del gruppo che rimane molto simile a sé stessa fin dall' esordio discografico di Shadow of the Moon del 1997 con basi folk ispirate alla musica rinascimentale a cui si somma lo stupendo cantato della voce angelica di Candice Night. Sicuramente l'album di per sé funziona alla grande, con pezzi ottimi come le due tracce di apertura Once Upon December e Four Winds o la title track; il problema di questa composizione è semmai che il paradigma musicale dei Blackmore's Night difficilmente si può evolvere, perché è legato a spunti appartenenti al passato remoto. Per quanto godibile e di ottimo livello, il disco può quindi dare l'effetto déjà vu a chi conosce la band da tempo.

Non mancano in ogni caso spunti interessanti, come le due tracce strumentali Darker Shade of Black, il cui titolo rimanda ai Procol Harum e che musicalmente si discosta dal resto del disco per le sue atmosfere gotiche con qualche contaminazione al confine tra Vangelis ed Ennio Morricone, e Der Letze Musketier, dalle nette venature blues, o la cover di Second Element di Sarah Brightman, che è uno dei pezzi più pop e lontani dal crossover della soprano inglese. Tuttavia ad eccezione di questi pezzi, resta poco di nuovo da scoprire. Nell'album si trova anche una nuova versione di Wish You Were Here dei Rednex (da non confondere con l'omonimo brano dei Pink Floyd), già incisa dai Blackmore's Night nel loro primo LP. Nature's Light è stato stampato anche in versione doppio disco, con una sorta di greatest hits sul secondo volume con i pezzi storici che si ascoltano sempre con piacere.

Nature's Light è quindi sicuramente un buon disco, che deve però essere approcciato con le giuste aspettative: chi ci vorrà trovare qualcosa di nuovo verrà in gran parte deluso, chi cerca la conferma delle ben note doti straordinarie di questo combo rimarrà invece sicuramente soddisfatto.

mercoledì 14 aprile 2021

La Storia del Rap di Andrea Di Quarto

Tra il 2017 e il 2018 il giornalista Andrea Di Quarto ha pubblicato i due volumi dedicati alla storia della musica rap intitolati La Storia del Rap: il primo libro copre il periodo che va dal 1973 al 1997, mentre il secondo va dal 1998 al 2018. Il racconto di Di Quarto parte dalla nascita di questo nuovo genere musicale tra le strade di uptown New York fino ai giorni nostri, narrando in dettaglio le biografie e le discografie di tutti gli esponenti più importanti, e non solo, degli ormai cinque decenni trascorsi dalle origini ad oggi.

L'opera di Di Quarto prende quindi le mosse dall'intuizione geniale di DJ Kool Herc nell'agosto del 1973, per arrivare all'epoca della rivalità tra le due coste, fino alla nascita del movimento del sud e dei casi di Chicago, Atlanta e Toronto (in realtà con il solo Drake). La ricerca compiuta in questi due libri è veramente ottima sia dal punto di vista della correttezza delle informazioni riportate sia per la loro completezza. L'autore ha attinto da una mole impressionante di fonti, risalendo il più possibile fino alle origini; nell'introduzione del primo volume infatti Di Quarto racconta come abbia compiuto diversi viaggi negli USA per la scrittura del testo e di come abbia incontrato personaggi centrali come Grandmaster Caz e Rahiem (uno dei rapper della crew di Grandmaster Flash & the Furious Five).

Il racconto di Di Quarto è sempre vivido e vibrante, al punto che nelle prima fasi sembra proprio di trovarsi tra le strade dei quartieri neri di New York e di sentire i rumori e gli odori che i protagonisti del movimento nascente sentivano in quegli storici momenti. Il testo è anche ricco di note e digressioni sul contesto sociale in cui il rap si è sviluppato e sul tessuto che ha portato a quelle condizioni, spiegando ampiamente quale sia stato il lascito dei movimenti del black power dei decenni precedenti, come i Black Panthers o la Nation of Islam. L'autore è inoltre sempre obiettivo nelle sue valutazioni e non nasconde quanto alle volte i messaggi dei musicisti di questo genere siano miopi o contraddittori.

Quella di Di Quarto è quindi un'opera monumentale che spicca nel panorama del giornalismo italiano per qualità e dedizione a quello che resta comunque un argomento di nicchia per la stampa del nostro paese. I due volume de La Storia del Rap sono un ottimo compendio della storia di un movimento che, come spiegato correttamente dall'autore, valica i confini musicali per sfociare nella protesta sociale e in una cultura a sé stante che deve essere conosciuta e compresa anche per capire molti dei folli avvenimenti del mondo contemporaneo.