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giovedì 1 marzo 2018

La morte di Chris Cornell

Nel 2017 la lista dei musicisti morti troppo giovani si è ancora tristemente allungata e tra questi ve n'è uno che negli anni 90 è stato una delle voci più influenti e caratteristiche del grunge e dell'alternative rock essendo stato il cantante dei Soundgarden e degli Audioslave. Nei primi minuti dopo la mezzanotte del 18 maggio del 2017 Chris Cornell fu trovato morto nella sua stanza dell'MGM Grand Hotel di Detroit all'età di cinquantadue anni.

Ad oggi i contorni generali di quanto successo in quel drammatico giorno in quella stanza di albergo sono noti oltre ogni ragionevole dubbio, in quanto due mesi dopo l'accaduto la polizia di Detroit ha rilasciato a seguito di una richiesta FOIA (Freedom Of Information Act) una notevole quantità di documenti e foto sulla morte di Cornell, oltre alla registrazione audio della chiamata al 911.

Secondo il racconto della sua guardia Martin Kirsten raccolto dalla polizia di Detroit, la sera del 17 maggio Cornell aveva tenuto un concerto con i Soundgarden al Fox Theater; dopo l'esibizione tornò in albergo verso le 23, dove firmò alcuni autografi per poi ritirarsi nella sua suite numero 1136. Prima di che Cornell entrasse nella sua stanza, Kirsten gli diede anche come di consueto due pastiglie per dormire che gli servivano per combattere l'ansia. Poco dopo, intorno alle 23:34, Cornell chiamò ancora Kirsten, che stava nella stanza 1128 poco distante dalla sua per lamentarsi che la sua Apple TV non funzionava correttamente; Kirsten chiamò l'assistenza dell'albergo e insieme a un tecnico dell'MGM Grand Hotel andò nella camera di Cornell per connettere l'apparato alla rete WiFi dell'albergo.

Alle 00:15 la moglie di Cornell Vicky chiamò Kirsten allarmata perché il marito non rispondeva al telefono e poco prima, circa alle 23:35 (in realtà l'orario è troppo vicino a quello che Kirsten riporta in relazione all'intervento sulla Apple TV, ma entrambi sono semplici ricordi di due persone lontane e quindi sono soggetti ad errori di qualche minuto), gli aveva parlato e le era sembrato intontito e continuava a ripetere di essere stanco. Kirsten andò di nuovo alla stanza di Cornell, ma non poté entrare nonostante avesse la chiave perché il chiavistello era chiuso dall'interno. Kirsten chiamò la sicurezza da un telefono interno del corridoio, ma questi si rifiutarono di aiutarlo, perché l'apertura forzata di una stanza poteva essere chiesta solo da chi occupa la stanza stessa; Kirsten ne informò Vicky, che rimase al telefono per tutto lo svolgimento dei fatti, e su richiesta della donna decise di abbattere la porta. Entrato nella suite trovò anche la porta della camera da letto chiusa dall'interno, chiese aiuto di nuovo alla sicurezza dell'albergo ottenendo un secondo rifiuto; la guardia chiese comunque allo staff dell'albergo di chiamare il 911 e i paramedici. Kirsten quindi abbatté anche la seconda porta e trovò il bagno socchiuso e il cantante steso a terra con una banda elastica per esercizi ginnici intorno al collo e sangue che gli usciva dalla bocca e che gli copriva in parte il viso. Kirsten allentò il laccio al collo e iniziò a praticare a Cornell il massaggio cardiaco.

Il personale paramedico dell'albergo arrivò sulla scena alle 12:56 e si sostituì a Kirsten nel proseguire il massaggio cardiaco al cantante, inoltre i soccorritori gli misero in bocca un tubo per l'intubazione. Pochi minuti dopo arrivò la prima squadra della polizia insieme all'ambulanza. Anche il personale medico dell'ospedale si unì ai tentativi di rianimazione, ma purtroppo ogni sforzo fu vano e quando all'1:40 arrivarono il detective della squadra omicidi Charles Weaver e il medico legale Angela Anderson-Cobb, Chris Cornell era già stato dichiarato morto.

Nonostante il quadro complessivo di quanto accaduto sia chiaro, il materiale rilasciato dalla polizia di Detroit non è esente da falle. Ad esempio non è chiaro quando Kirsten abbia dato le due pastiglie a Cornell, la trascrizione della testimonianza di Kirsten (che è ovviamente il più importante testimone di tutto l'accaduto) dice che gliele ha date prima che il cantante entrasse in camera, mentre secondo quanto riportato nel rapporto dell'agente di polizia Alonzo Tolefree (uno dei primi a intervenire sulla scena) gliele avrebbe date contestualmente alla risoluzione del problema legato alla Apple TV. Inoltre la documentazione rilasciata contiene almeno tre errori notevoli. Nel medesimo rapporto di Tolefree il nome della moglie di Cornell è scritto Nicky, anziché Vicky, e nel rapporto della scena del crimine di Charles Weaver in un'occasione il suo cognome è scritto Cornwell (che è un errore di battitura nello scrivere "Cornell" e non il nome da nubile, perché il nome per esteso di Vicky da nubile è Vicky Karayiannis). Inoltre nel Case Registration Summary dell'ufficio del medico legale c'è scritto che Cornell sarebbe stato trovato ancora appeso alla porta, invece fu trovato steso a terra. Tuttavia l'errore peggiore è sicuramente ancora nel rapporto della scena del crimine dove c'è scritto che la vittima era alta 1,78 cm (5 piedi e 10 pollici), mentre nel rapporto dell'autopsia è scritto che era alto 1,91 cm (6 piedi e 3 pollici) e basta vedere le foto per capire che l'altezza corretta è la seconda.

Riguardo alle modalità del suicidio, sulle prime può stupire che un uomo che si è impiccato venga trovato steso a terra. In realtà come si vede chiaramente dalle foto, Cornell aveva bloccato la banda elastica facendola passare sopra la porta del bagno e chiudendo la porta stessa in modo da incastrare il moschettone tra il battente e il traverso (nell'immagine accanto la banda è stata riposizionata come l'aveva messa Cornell appositamente per mostrare la dinamica dell'accaduto). Evidentemente la porta si è poi aperta (Kirtsen la trovò socchiusa) dopo il decesso di Cornell e il corpo del cantante cadde a terra. E' probabile, vista l'altezza di Cornell, che toccasse terra con i piedi o con le punte, tuttavia non è necessario che il corpo sia completamente sospeso a causare la morte per impiccagione. Come questo possa avvenire è spiegato dettagliatamente nel volume Spitz and Fisher's Medicolegal Investigation of Death, quarta edizione; in sintesi se il corpo poggia da qualche parte è sufficiente il peso della testa che grava sul cappio a causare il blocco del flusso sanguigno e la morte. Inoltre, Cornell usò una banda elastica, che proprio essendo elastica esercitò una trazione verso l'alto.

Purtroppo il quadro che emerge dai documenti rilasciati non è sufficiente a sedare voci alternative. Proprio Vicky Cornell, ad esempio, non crede che il marito intendesse suicidarsi e attribuisce la colpa del suo gesto a uno stato di alterazione mentale prodotto dalle medicine che aveva assunto. In realtà il rapporto dell'autopsia del dottor Theodore Brown (lo stesso che dichiarò la morte sulla scena) dice chiaramente che le medicine assunte non ebbero un ruolo nella morte del cantante. Inoltre molte volte durante la sua vita erano emersi tendenze depressive e sucide da parte di Cornell, anche ben prima della sua morte. Vi è traccia di ciò almeno dal 1996, e anche nel 2006 Cornell combatteva ancora con la depressione.

Alcuni teorici del complotto più sfrontati sostengono invece che Cornell sia stato ucciso, per motivi che però nessuno è in grado di spiegare. Tuttavia dal rapporto dell'autopsia non emergono sul cadavere segni di difesa sulle mani e sugli avambracci, inoltre guardando le foto rilasciate dalla polizia la stanza appare in ordine e non sembra proprio che lì vi sia appena avvenuta una colluttazione. Bisognerebbe anche considerare quante persone sarebbero necessarie a immobilizzare un uomo di un metro e novantuno che combatte per la sua vita. La porta della stanza era chiusa dall'interno e quindi un eventuale assassino (o un gruppo di sicari) avrebbe dovuto fuggire dalla finestra, cosa che all'undicesimo piano è evidentemente impossibile visto che, come si vede dalle foto del palazzo, non ci sono scale antincendio esterne, né cornicioni. In ultimo, nessuno degli occupanti dell'albergo ha riportato di aver sentito urla.

Purtroppo quanto accaduto nella stanza 1136 dell'MGM Grand Hotel di Detroit nei primi minuti del 18 maggio del 2017 è tanto tragico quanto semplice: Chris Cornell, schiacciato dal peso dello stress e della depressione, si volontariamente tolto la vita.