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martedì 15 ottobre 2019

La discografia degli N.W.A

Nonostante la loro carriera come band sia durata solo quattro anni, gli N.W.A sono uno dei gruppi più rappresentativi e influenti della scena hip-hop della West Coast e oltre alle loro incisioni collettive i membri di questa crew vantano tutti successi notevoli anche nelle loro carriere soliste.


La carriera degli N.W.A iniziò nel 1987, quando il gruppo era composto da Arabian Prince, DJ Yella,
Dr. Dre, Eazy-E e Ice Cube. La prima pubblicazione discografica degli N.W.A è il singolo Panic Zone del 1987 la cui copertina mostra una foto di gruppo in cui compaiono anche rapper associati agli N.W.A che comunque non ne hanno mai fatto parte e che non compaiono all'interno dei disco. Il singolo contiene la title track oltre a Dope Man (in due versioni) ed 8ball (anch'essa in due versioni). Rispetto ai brani più noti degli N.W.A i pezzi del primo 45 giri sono sorprendentemente elettronici e sono caratterizzati da un approccio meno rabbioso rispetto le loro incisioni successive e fortemente influenzato dal suono della East Coast.

Nello stesso anno uscì la compilation N.W.A. and the Posse che conteneva i tre pezzi del singolo più altre tracce di altri artisti prodotti da Dr. Dre ma slegati dagli N.W.A. Sia sul singolo sia sulla compilation il nome del gruppo è scritto N.W.A. (con un punto anche dopo la A) anche se in tutti i dischi successivi sarà scritto N.W.A (senza punto alla fine).

Il primo album intero degli N.W.A risale all'anno precedente ed quello che resta ad oggi il loro più grande successo. Straight Outta Compton uscì l'8/8/88 e per l'occasione la formazione del gruppo si arricchì della presenza di MC Ren. Il disco contiene quasi tutti i più grandi successi della band come la title track, Fuck Tha Police, Gangsta Gangsta e una nuova versione di Dopeman (qui scritto in una parola sola). In questo primo album il gruppo raggiunge le proprie sonorità distintive con basi aggressive e ossessive su cui si alternano al microfono i vocalist che con il loro rap furente cantano di solito una strofa ciascuno.

Dopo l'uscita del primo album il gruppo iniziò a incontrare i primi problemi di formazione, con Ice Cube che lasciò il gruppo non sentendosi riconosciuto il proprio ruolo di principale autore dei pezzi. Nel 1990 uscirono sia AmeriKKKa's Most Wanted, primo album solita di Ice Cube, sia 100 Miles and Runnin', EP degli N.W.A che mostrarono come la fuoriuscita del proprio membro più famoso non scalfì la qualità delle loro produzioni. Il disco contiene infatti cinque ottime tracce tra cui la title track, che nella seconda strofa parla proprio dell'allontanamento volontario di Ice Cube, Real Niggaz e Sa Prize (Part 2) che rappresenta il seguito ideale di Fuck Tha Police.

Con la stessa formazione di 100 Miles and Runnin', gli N.W.A tornarono in studio l'anno successivo per incidere l'album Efil4zaggin, il cui titolo letto al contrario diviene Niggaz 4 Life. Anche questo secondo album contiene alcuni dei brani più famosi del gruppo come Alwayz into Somethin', Appetite for Destruction e Approach to Danger. Pur mantenendo lo stile tipico degli N.W.A, in questi disco i ritmi si fanno più lenti gettando le basi del G-funk che in seguito vedrà esponenti di spicco come Snoop Doggy Dogg, Nate Dogg e lo stesso Dr. Dre.

Il gruppo si sciolse poco dopo l'uscita di Efil4zaggin e da allora uscirono molte compilation dei maggiori successi del gruppo che spesso includono anche incisioni soliste, pezzi di rapper associati o di altri gruppi di cui i membri degli N.W.A fecero parte durante le loro carriere, come ad esempio i Westside Connection, terzetto composto da Ice Cube, Mack 10 e WC che realizzò due album tra il 1996 e il 2003.

Le uniche reunion del gruppo avvennero nel 1999 quando Ice Cube, MC Ren e Dr. Dre usarono il nome storico degli N.W.A per la traccia Chin Check inserita nella colonna sonora del film Next Friday interpretato dallo stesso Ice Cube; per l'occasione i tre reclutarono anche Snoop Dogg, tuttavia sul CD il pezzo è attribuito ai soli N.W.A, come se Snoop in quell'occasione facesse parte del collettivo.

L'anno seguente Ice Cube, MC Ren e Dr. Dre tornarono insieme anche per registrare la traccia di apertura Hello dell'album solista di Ice Cube War & Peace - Vol. 2 (The Peace Disc) e ad oggi quella resta l'ultima, seppure non ufficiale, reunion degli N.W.A.

Per quanto la carriera degli N.W.A sia stata molto breve restano tra gli artisti più importanti della storia dell'hip-hop; si deve a loro l'aver spostato l'importanza del mondo del rap da New York a Los Angeles nei primi anni 90, l'aver aver avviato le carriere di Dr. Dre e Ice Cube e l'aver reso mainstream il gangsta rap. Dr. Dre ha inoltra una lunga carriera da produttore di rapper come Eminem, 2pac, Xzibit e 50 Cent e ha collaborato anche con musicisti R&B come i Blackstreet o Mary J. Blige. Gli N.W.A hanno quindi lasciato un'impronta che perdura nella musica odierna e la black music dei decenni successivi non sarebbe stata la stessa se non fosse stato per questa crew californiana.

lunedì 26 novembre 2018

La discografia dei Run-D.M.C. dal 1990 al 2001

Nei primi anni 80 il terzetto composto da Joseph Simmons (in arte Run), Darryl McDaniels (DMC) e Jason Mizell (Jam Master Jay), noto con la oggi celeberrima sigla Run-D.M.C., dimostrò al pubblico che l'hip hop non era confinato ai 45 giri, ma che avrebbe potuto reggere la durata di un intero LP, e lo fece creando mescolanze di suoni che gettarono le basi per quello che negli anni a seguire sarebbe stato conosciuto come rap metal o crossover.

Purtroppo con l'ascesa del gangsta rap, la musica festaiola dei Run-D.M.C. fece fatica a farsi spazio nelle classifiche di vendita e dopo i primi quattro album pubblicati tra il 1984 e il 1988 il trio realizzò altri tre LP che non ottennero lo stesso successo dei precedenti e sono per questo spesso ignorati da chi non segue il gruppo assiduamente.

Il primo lavoro in studio successivo a Tougher Than Leather uscì nel 1990 con il titolo di Back From Hell. Per questo album il gruppo riprese la grafia del proprio nome Run-D.M.C. che era stata usata per l'album di esordio del 1984 e per King Of Rock del 1985 (nei successivi due LP il nome era scritto RUN DMC).

Back From Hell è composto da sedici tracce che ripropongono il suono tipico del trio, caratterizzato da basi dure e massicce e dall'alternanza vocale di Run e di DMC.

Per questo album il trio rinuncia quasi del tutto alle mescolanze con il rock di cui furono pionieri nella prima metà degli anni 80, l'unico accenno di rock di trova nelle chitarre campionate della title track.

Nonostante la scarsa notorietà, anche Back From Hell contiene alcune tra le tracce più famose del trio, come The Ave e Pause, quest'ultima è stata anche pubblicata in singolo insieme alla versione dei Run-D.M.C. di Ghostbusters di Ray Parker Jr realizzata per il film Ghostbusters II.

Dopo Back From Hell, i Run-D.M.C. tornarono in studio nel 1993 per realizzare Down With The King. In questo sesto album il trio abbandonò Adidas e fedora, in favore di un look più stradaiolo. Per la prima volta l'album vede anche un notevole numero di ospiti presi dalla scena hip hop dell'epoca come Q-Tipo gli EPMD. Il suono del gruppo in questo nuovo album si fa più duro e ossessivo e più simile al gangsta rap e a quello di altri gruppi dell'epoca come gli N.W.A o i Public Enemy, non a caso Three Little Indians contiene un campionamento di Public Enemy No.1 del gruppo di Chuck D. Tra i momenti migliori dell'album troviamo sicuramente i due pezzi più potenti, quali Ooh, Whatcha Gonna Do e la title track che apre il disco e che vede come ospiti il duo Pete Rock & CL Smooth.

Down With The King vede anche un parziale ritorno al crossover con Big Willie in cui si aggiunge come ospite il chitarrista dei Rage Against The Machine Tom Morello; inoltre la band si lancia anche in un nuovo esperimento di reggae, dopo Roots, Rap, Reggae contenuto in King Of Rock, con What's Next in cui i due rapper del Queens si alternano con il cantante giamaicano Mad Cobra.

Dopo Down With The King i Run-D.M.C. rimasero lontani dagli studi per ben otto anni fino a quando nel 2001 pubblicarono il loro settimo ed ultimo album dal titolo Crown Royal, per il quale recuperarono la grafia RUN DMC. Quest'ultimo album vede la presenza di ben dodici ospiti che si alternano di fatto con il solo Run, perché DMC compare in solo tre pezzi a causa di problemi di salute e divergenze artistiche con gli altri due.

Crown Royal spazia tra l'hip hop della west coast e il crossover, ma l'impressione è che siano gli ospiti a dare una direzione alla musica; come se i Run-D.M.C. fossero ospiti in dischi di altri musicisti. Ciò nonostante l'insieme è decisamente godibile e il disco suona molto moderno probabilmente proprio per via dei tanti contributi esterni. I pezzi migliori sono sicuramente The School of Old in cui Run duetta con Kid Rock, Rock Show che vede come ospite Stephan Jenkins e la cover di Take Money and Run della Steve Miller Band a cui al microfono si aggiunge Everlast. Tra i pezzi più fedeli all'hip hop newyorkese spicca sicuramente la cupa Queens Day a cui partecipano Nas e Prodigy dei Mobb Depp.

Purtroppo dopo Crown Royal l'attività discografica dei Run-D.M.C subì un violento arresto quando il DJ e polistrumentista Jam Master Jay fu ucciso da due colpi di pistola nel suo studio di registrazione nel Queens.

Non sapremo mai quale strada avrebbe preso la musica di questo leggendario combo se avesse potuto incidere altri dischi; ma sappiamo che tutti i sette album che hanno realizzato sono di altissima qualità. Anche gli ultimi tre, per quanto poco noti.

mercoledì 22 febbraio 2017

Il messaggio di Mike Oldfield nascosto in Amarok

Nella lunga discografia di Mike Oldfield, l'album Amarok del 1990 occupa sicuramente un posto particolare per via del suo suono ostico e ostile ad un ascolto poco attento. Amarok è anche incredibilmente complesso dal punto di vista compositivo, con Oldfield che suona tutti i quaranta strumenti, e monolitico al punto che è impossibile estrarne dei pezzi come invece accade in altre composizioni musicali del medesimo autore come Tubular Bells o Incantations. Inoltre come si può notare facilmente, anche la copertina di Amarok è atipica e spezza la tradizione delle copertine di Oldfield, non mostra infatti paesaggi fantastici o oggetti misteriosi (come le celeberrime campane tubolari) ma un primo piano dell'autore.

Oltre a essere noto per la sua stranezza musicale, Amarok è anche famigerato per il messaggio segreto in codice morse che contiene intorno al minuto 48 e che invia un messaggio ben preciso al fondatore della Virgin Records, etichetta per cui Oldfield incideva al tempo, Richard Branson. Nella sua autobiografia intitolata Changeling: The Autobiography Oldfield spiega che dopo aver realizzato Earth Moving nel 1989 (il suo primo album di sole canzoni) decise di cambiare decisamente rotta e di incidere un disco interamente strumentale. Il risultato fu Amarok che lui stesso definisce wild and weird, a complete opposite of the albums before. La scelta del titolo cadde sulla parola Amarok che in gaelico significa "domani", ma Branson propose di cambiare il titolo in Tubular Bells II; Oldfield rifiutò perché aveva in mente di realizzare un disco intitolato Tubular Bells II, ma non era quello.

La Virgin decise quindi di non dare molta promozione pubblicitaria all'album e francamente sarebbe stato difficile farlo visto che per via del suo suono monolitico da Amarok era impossibile estrarre dei singoli che potessero essere trasmessi alla radio. Oldfield decise quindi di promuovere il disco a modo suo: introducendo in esso un messaggio segreto e promettendo un premio di 1000 sterline al primo che lo avesse individuato. Oldfield realizzò questa campagna pubblicitaria inviando la comunicazione per posta a chi avesse comprato biglietti per concerti rock pagando con carta di credito.

Il messaggio, chiaramente udibile al minuto 48 scandisce in codice morse questa sequenza di lettere "FUCK OFF RB": un chiaro invito a Richard Branson. Inoltre sul retro di copertina fu riportata la scritta HEALTH WARNING This record could be hazardous to the health of cloth-eared nincompoops. If you suffer from this condition, consult your Doctor immediately [AVVISO PER LA SALUTE Questo disco può essere dannoso per gli stupidi dalle orecchie foderate. Se soffrite di questa condizione, consultate immediatamente il medico].

Dopo Amarok Oldfield dovette per contratto incidere ancora un solo album per la Virgin, che fu Heaven's Open del 1991, l'unico album realizzato a nome Michael Oldfield, anziché Mike. Dopo aver lasciato l'etichetta inglese, Oldfield completò la beffa nei confronti di Branson. L'autore infatti approdò alla Warner Bros e il suo primo disco per la nuova casa discografica fu proprio Tubular Bells II.

giovedì 8 ottobre 2015

Maná - Falta Amor

In Italia i Maná sono famosi per Corazon Espinado (in cui facevano da ospiti ai Santana nell'album Supernatural che rappresenta il momento peggiore della loro pur gloriosa carriera) e per un discutibile duetto con il nostrano Zucchero intitolato Eres Mi Religión (di cui fortunatamente esiste anche la versione del gruppo senza il contributo negativo del nostro compatriota) tratto dal loro album Revolución de Amor. Ma nonostante queste uscite di dubbio gusto il gruppo messicano ha alle spalle una florida carriera in cui ha prodotto ottima musica dimostrando di saper mescolare benissimo il rock con i suoni tipici della loro terra e delle zone circostanti.

E' un ottimo esempio di questo il loro secondo album (quarto, se si contano anche i due incisi quando il gruppo si chiamava Sombrero Verde) del 1990 intitolato Falta Amor. L'album parte alla grande con il brano Gitana che chiarisce subito quale sarà il suono distintivo dell'intero disco con morbide musiche rock e forti innesti di sonorità latinoamericane caratterizzate da percussioni e chitarre acustiche. Il pezzo migliore di tutto il disco è Rayando el Sol resa particolarmente accattivante dal controcanto corale nel ritornello. Ottima è anche la traccia intitolata Buscándola è caratterizzata da un'atmosfera molto allegra e tipicamente caraibica che mischia questa volta il rock con il calypso.

La title track è forse il pezzo più tradizionale con chitarre rock che danno un suono più occidentale rispetto agli altri brani e per questo risulta anche il brano più banale del disco. Ma i Maná non si fanno mancare nemmeno le influenze reggae con le allegre e trascinanti Estoy Agotado e Perdido en un Barco. Tra i brani degni di nota troviamo anche la ballad La Puerta Azul, piuttosto tradizionale ma comunque suggestiva per via della chitarra acustica e del coro sul ritornello.

Tutto il disco è decisamente godibile e allegro ma nonostante ciò Falta Amor è uno degli album di minor successo della band che raggiunse la notorietà in patria e all'estero solo con i successivi ¿Dónde Jugarán Los Niños? e Sueños Líquidos. Come abbiamo detto in apertura, alcune derive troppo commerciali a cavallo di inizio millennio hanno causato ai Maná qualche inciampo, ma questo non deve ingannare. Dall'album Drama Y Luz del 2011 infatti la band ha ripreso la strada della buona musica arricchendo il proprio suono con nuove sperimentazioni canore e di mescolanza musicale riportandosi così ai livelli che le competono.