Dopo Muddy Waters e Howlin' Wolf, anche Bo Diddley provò nel 1970 la strada di mischiare il blues di Chicago con il rock psichedelico che in quegli anni riempiva le classifiche; ma rispetto agli altri due bluesman che lo hanno preceduto, Diddley decise di aggiungere all'esperimento anche un po' di funk realizzando così una commistione inedita di tre stili.
L'album risultante questo strano esperimento è The Black Gladiator ed è composto da dieci pezzi. Il brano di apertura Elephant Man offre un buon miscuglio di blues e funk psichedelico, dando da subito una forte direzione al resto del disco. Atmosfere simili si trovano infatti anche nell'autocelebrativa You, Bo Diddley (che si ispira ovviamente alla sua stessa celeberrima Bo Diddley del 1955), Black Soul e nella ballad Hot Buttered Blues. Bo Diddley non rinuncia comunque a sonorità più blues tradizionali come Power House e Shut Up, Woman i cui riff di chitarra ricordano in modo chiaro quello di I'm a Man dello stesso Diddley e in cui nel canto si ispira esplicitamente a Muddy Waters.
In molti brani, come le già citate Black Soul e Power House, Bo Diddley si avvale del controcanto e dei cori della bravissima vocalist Cookie Vee, esperimento che ripeterà in The London Sessions e in numerose esibizioni dal vivo. Cookie Vee compare anche con il suo vero nome, Cornelia Redmond, in tutti i pezzi come autrice.
La traccia di chiusura I Don't Like You si apre con il vocalizzo di Bo Diddley in stile operistico, per poi sfociare in una battaglia vocale tra lo stesso Bo e Cookie Vee e poi chiudersi di nuovo con un vocalizzo operistico; ingredienti che vanno tutti a creare un pezzo singolare che non ha eguali nella discografia del bluesman.
The Black Gladiator non è tra gli album più noti di Bo Diddley, ma sicuramente si può concludere che laddove Muddy Waters e Howlin' Wolf hanno prodotto dischi confusi e forzati, Bo Diddley è riuscito nell'intento di mischiare la propria musica con stili diversi. The Black Gladiator non sarà il disco migliore di Bo Diddley, ma è comunque un disco di ottima fattura che non sfigura nella sua discografia e merita un ascolto e di essere riscoperto.
L'album risultante questo strano esperimento è The Black Gladiator ed è composto da dieci pezzi. Il brano di apertura Elephant Man offre un buon miscuglio di blues e funk psichedelico, dando da subito una forte direzione al resto del disco. Atmosfere simili si trovano infatti anche nell'autocelebrativa You, Bo Diddley (che si ispira ovviamente alla sua stessa celeberrima Bo Diddley del 1955), Black Soul e nella ballad Hot Buttered Blues. Bo Diddley non rinuncia comunque a sonorità più blues tradizionali come Power House e Shut Up, Woman i cui riff di chitarra ricordano in modo chiaro quello di I'm a Man dello stesso Diddley e in cui nel canto si ispira esplicitamente a Muddy Waters.
In molti brani, come le già citate Black Soul e Power House, Bo Diddley si avvale del controcanto e dei cori della bravissima vocalist Cookie Vee, esperimento che ripeterà in The London Sessions e in numerose esibizioni dal vivo. Cookie Vee compare anche con il suo vero nome, Cornelia Redmond, in tutti i pezzi come autrice.
La traccia di chiusura I Don't Like You si apre con il vocalizzo di Bo Diddley in stile operistico, per poi sfociare in una battaglia vocale tra lo stesso Bo e Cookie Vee e poi chiudersi di nuovo con un vocalizzo operistico; ingredienti che vanno tutti a creare un pezzo singolare che non ha eguali nella discografia del bluesman.
The Black Gladiator non è tra gli album più noti di Bo Diddley, ma sicuramente si può concludere che laddove Muddy Waters e Howlin' Wolf hanno prodotto dischi confusi e forzati, Bo Diddley è riuscito nell'intento di mischiare la propria musica con stili diversi. The Black Gladiator non sarà il disco migliore di Bo Diddley, ma è comunque un disco di ottima fattura che non sfigura nella sua discografia e merita un ascolto e di essere riscoperto.