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mercoledì 20 novembre 2019

Bo Diddley - The Black Gladiator

Dopo Muddy Waters e Howlin' Wolf, anche Bo Diddley provò nel 1970 la strada di mischiare il blues di Chicago con il rock psichedelico che in quegli anni riempiva le classifiche; ma rispetto agli altri due bluesman che lo hanno preceduto, Diddley decise di aggiungere all'esperimento anche un po' di funk realizzando così una commistione inedita di tre stili.

L'album risultante questo strano esperimento è The Black Gladiator ed è composto da dieci pezzi. Il brano di apertura Elephant Man offre un buon miscuglio di blues e funk psichedelico, dando da subito una forte direzione al resto del disco. Atmosfere simili si trovano infatti anche nell'autocelebrativa You, Bo Diddley (che si ispira ovviamente alla sua stessa celeberrima Bo Diddley del 1955), Black Soul e nella ballad Hot Buttered Blues. Bo Diddley non rinuncia comunque a sonorità più blues tradizionali come Power House e Shut Up, Woman i cui riff di chitarra ricordano in modo chiaro quello di I'm a Man dello stesso Diddley e in cui nel canto si ispira esplicitamente a Muddy Waters.

In molti brani, come le già citate Black Soul e Power House, Bo Diddley si avvale del controcanto e dei cori della bravissima vocalist Cookie Vee, esperimento che ripeterà in The London Sessions e in numerose esibizioni dal vivo. Cookie Vee compare anche con il suo vero nome, Cornelia Redmond, in tutti i pezzi come autrice.

La traccia di chiusura I Don't Like You si apre con il vocalizzo di Bo Diddley in stile operistico, per poi sfociare in una battaglia vocale tra lo stesso Bo e Cookie Vee e poi chiudersi di nuovo con un vocalizzo operistico; ingredienti che vanno tutti a creare un pezzo singolare che non ha eguali nella discografia del bluesman.

The Black Gladiator non è tra gli album più noti di Bo Diddley, ma sicuramente si può concludere che laddove Muddy Waters e Howlin' Wolf hanno prodotto dischi confusi e forzati, Bo Diddley è riuscito nell'intento di mischiare la propria musica con stili diversi. The Black Gladiator non sarà il disco migliore di Bo Diddley, ma è comunque un disco di ottima fattura che non sfigura nella sua discografia e merita un ascolto e di essere riscoperto.

lunedì 25 febbraio 2019

Bo Diddley - The London Bo Diddley Sessions

Dopo Howlin' Wolf, Muddy Waters, B.B King e Chuck Berry, anche Bo Diddley all'inizio degli anni 70 decise di realizzare un album nella capitale del Regno Unito, avvalendosi della collaborazione di alcuni tra i migliori musicisti inglesi dell'epoca per mischiare la propria produzione alle sonorità del blues bianco europeo.

Il risultato di questa mescolanza è stato pubblicato nel 1973 con il titolo di The London Bo Diddley Sessions. L'album è composto da nove tracce che offrono un perfetto connubio di blues, rock e funk ricco di strumenti a fiato e di percussioni atipiche come conga e tamburello. Nella formazione di musicisti che hanno realizzato il disco non si trovano nomi di spicco, contrariamente a quelli dei quattro colleghi di Bo Diddley che hanno realizzato prima di lui album londinesi, ma questo non inficia minimamente la qualità della musica, che al contrario rimane ottima e fresca per tutta la durata dell'LP.

Il disco parte con uno dei propri pezzi migliori con Don't Want No Lyin' Woman sostenuto da un ritmo incalzante e che offre un portentoso duetto tra Bo Diddley e la vocalist Cookie Vee, che presta la sua voce anche in Going Down e Sneakers on a Rooster). Il disco prosegue con una nuova versione di Bo Diddley (pezzo che porta il nome stesso dell'autore inciso inizialmente in 45 giri nel 1955) dal testo diverso rispetto alla versione originale.

La seconda metà dell'album propone pezzi più orientati al funk, come Husband-In-Law, Do the Robot e Get Out of My Life. Tra le tracce migliori troviamo anche la strumentale Bo-Jam, basata interamente sulla chitarra suonata dallo stesso Bo Diddley, e la già citata Sneakers on a Rooster in cui il piano suonato da Tennyson Stephens duetta con la sezione dei fiati e che vede di nuovo Cookie Vee affiancare Bo Diddley alla voce.

Nonostante in rete si legga spesso che The London Bo Diddley Sessions è stato registrato per la maggior parte a Chicago con solo qualche traccia registrata a Londra per giustificare il titolo, il booklet della versione in CD riporta invece che solo Going Down, Husband-In-Law e Sneakers On A Rooster sono state incise nella metropoli dell'Illinois e che la maggior parte dei pezzi è stata incisa proprio a Londra. In ogni caso, questo The London Sessions è un ottimo esempio di commistione di tra le scene musicali dei due lati dell'Atlantico di inizio anni 70. L'album ha un suono innovativo e divertente, non conosce momenti bassi e si ascolta con piacere per tutta la sua durata ed una delle tante pietre miliari del blues e del rock 'n' roll realizzate da questo straordinario musicista.