martedì 19 maggio 2020

Paul Williams: lo strano suicidio del baritono dei Temptations

Il 17 agosto del 1973, il baritono dei Temptations Paul Williams fu trovato morto, vittima di un apparente suicidio, in un vicolo all'incrocio tra Grand Boulevard e la 14esima strada a Detroit, in un'area che veniva utilizzata come parcheggio da un concessionario della Cadillac.

La formazione storica dei Temptations, Paul Williams in alto a destra.

Purtroppo quanto accaduto in quella notte è ancora avvolto nel mistero, e a distanza di quasi cinquant'anni è molto difficile che l'intreccio venga dipanato. Il cantante trentaquattrenne aveva da poco lasciato il gruppo per motivi di salute, a causa dell'anemia falciforme e dell'abuso di alcol, venendo sostituito da Richard Street che ricopriva un ruolo simile nei Monitors, un altro gruppo della Motown.

Il cadavere fu trovato da un passante intorno all'una di notte, la causa del decesso fu ovvia fin da subito: un colpo di pistola alla testa. Ma già a questo punto i racconti divergono. Secondo la stampa dell'epoca Williams fu trovato seduto al posto di guida della sua Ford Maverick, mentre secondo il libro Ain't Too Proud to Beg di Mark Ribowsky, dedicato alla storia dei Temptations, era steso sull'asfalto sotto la portiera aperta della vettura. Secondo tutte le ricostruzioni, al momento del decesso indossava solo un costume da bagno a fiori.

Williams aveva da poco comprato una casa per la sua nuova fidanzata, Ronnie Langstom, a La Salle Boulevard e il giorno prima di suicidarsi si era trasferito con lei nella casa nuova. Nessuno sa dove stesse andando quella notte, si può solo constatare che il luogo del ritrovamento del cadavere è a metà strada tra la casa dove era appena andato ad abitare e la sede della Motown, a tre isolati da entrambi i posti.

Una bottiglia di un alcolico non precisato fu trovata accanto al cadavere. Anche la pistola che uccise Williams fu trovata sulla scena, ma in questo caso di nuovo i racconti divergono. Secondo la stampa dell'epoca Williams aveva ancora la pistola in mano al momento del ritrovamento, mentre secondo il libro di Mark Ribowsky era a terra a circa un metro da lui.

Il coroner stabilì che Paul Williams era morto per un colpo di pistola alla tempia sinistra autoinflitto e sparato con la pistola rinvenuta insieme al cadavere. Tuttavia Paul Williams era destro, e lo stesso coroner stabilì che la pistola era stata impugnata proprio con la mano destra, ma il colpo era stato sparato alla tempia sinistra: operazione che richiede un movimento del tutto innaturale ma non impossibile. Inoltre la perizia stabilì che la pistola aveva sparato due colpi, ma solo un proiettile fu trovato sulla scena; questo in realtà è poco significativo perché Williams potrebbe aver sparato il primo colpo in un'altra circostanza e in un'altra occasione.

L'intera vicenda è quindi ancora poco chiara e molto confusa. L'ipotesi del suicidio resta comunque la più probabile, anche perché secondo il racconto di Otis Williams, un altro membro dei Temptations non legato a Paul da parentela nonostante il cognome, nella sua autobiografia Paul aveva manifestato anche in passato tendenze suicide. Inoltre quel periodo della sua vita era particolarmente turbolento. Poco prima di andare a vivere con Ronnie era stato cacciato di casa dalla moglie Mary Agnes, da cui aveva avuto sei figli, per il fatto di aver ricominciato a bere e per i suoi comportamenti violenti.

In ogni caso il rapporto autoptico non è mai stato pubblicato e la famiglia di Paul Williams non crede che si sia trattato di un suicidio. Joe Williams, il fratello di Paul, sostiene che il rapporto non sia stato pubblicato perché conterrebbe dettagli incompatibili con un suicidio. Ad esempio il fatto che il colpo mortale sarebbe stato sparato frontalmente e non sulla tempia, che il tasso alcolemico nel sangue di Paul Williams sarebbe stato dello 0,19% (il limite per poter guidare negli Stati Uniti è di 0,08%) e che in quelle condizioni sarebbe stato impossibile per lui guidare l'auto fino al luogo del ritrovamento. Tuttavia il cadavere di Paul Williams rimase alla camera ardente per due giorni e nessuno sollevò il dubbio che il foro del proiettile non fosse dove risultava dalle dichiarazioni del medico legale. E il livello alcolemico al massimo può servire a sostenere che Paul si è fatto accompagnare lì da qualcuno e poi si è suicidato.

Moltissimi dettagli sono ancora poco chiari di questa assurda vicenda, ma il suicidio resta l'ipotesi più plausibile.



Fonti:

martedì 12 maggio 2020

La discografia degli Eagles successiva alla reunion del 1994

Gli Eagles sono una delle band più influenti degli anni 70, alcune delle loro hit come Hotel California e Tequila Sunrise sono classici senza tempo del rock e il sound della band, con le sue sonorità country rock e i cori polifonici, è tra i più riconoscibili della musica di ogni genere.

Gli Eagles interruppero l'attività nel 1980 dopo la pubblicazione del live Eagles Live e negli anni seguenti Don Henley affermò varie volte che la band si sarebbe riunita solo quando l'inferno fosse congelato. Nonostante l'evento fosse quindi ritenuto estremamente improbabile, la band si riunì davvero a metà degli anni 90, con la stessa formazione a cinque che aveva realizzato The Long Run nel 1979, e l'album frutto della reunion si intitola proprio Hell Freezes Over. Il disco contiene un live registrato nell'aprile del 1994 per uno speciale su MTV più quattro inediti: tre ballad quali The Girl From Yesterday, Love Will Keep Us Alive e Learn To Be Still, e un solo unico pezzo veloce intitolato Get Over It che rappresenta uno dei brani più energici che la band abbia mai realizzato. Nel live che compone il resto del disco la band reinterpreta undici dei propri pezzi storici, tra cui una versione acustica di Hotel California con percussioni latine che è stata pubblicata anche in singolo. La versione in DVD di Hell Freezes Over include anche i quattro inediti in versione live, oltre a tre tracce aggiuntive quali Help Me Through the Night di Joe Walsh, The Heart of the Matter di Don Henley e una versione rimasterizzata di Seven Bridges Road di Steve Young tratta da Eagles Live.

Nel 2003, dopo l'uscita dal gruppo del chitarrista Don Felder, la band ha pubblicato la compilation The Very Best Of che contiene trentadue tracce storiche tratte dagli album precedenti più l'inedito Hole in the World dedicato agli attentati dell'11 settembre 2001.

Nel 2007, a tredici anni dalla reunion, la band ha inciso quello che finora resta l'unico album in studio successivo alla reunion intitolato Long Road Out of Eden. L'album è composto da venti tracce su due dischi, tutte di alto livello al punto che viene da pensare che con il materiale pubblicato avrebbero potuto realizzare due album.

Il disco ha esattamente le sonorità che ci si aspettano da un progetto del genere, che riprende gli stilemi del passato con brani melodici e ricchi cori eseguiti da tutti i membri del gruppo che spesso fanno quattro voci diverse. Dall'album sono stati estratti cinque singoli, quali How Long (cover dell'omonimo brano di J.D. Souther dal suo primo album del 1971), Busy Being Fabulous, No More Cloudy Days, What Do I Do With My Heart, e I Don't Want to Hear Anymore.

Tra le tracce del disco spiccano anche Center of the Universe caratterizzata da un ritmo ispirato alla musica mariachi e Last Good Time in Town dalle sonorità vagamente caraibiche; la scelta stupisce solo in parte perché anche Hotel California ha influenze messicane e caraibiche al punto che nella versione demo era intitolata Mexican Reggae.

Da allora la band ha intrapreso vari tour e concerti, ma a seguito della morte di Glen Frey nel 2016 sicuramente non inciderà null'altro di inedito. Il combo californiano appartiene quindi alla storia, almeno a livello di dischi nuovi in studio, e in parte l'ha scritta, con il loro stupendo soft rock che spazia dal disco eponimo del 1972 fino a Long Road Out of Eden del 2007.

venerdì 1 maggio 2020

An interview with Greg Kading, the LAPD detective that investigated the murders of Tupac and the Notorious B.I.G.

An Italian translation is available here.

From 2006 to 2009 LAPD dectective Greg Kading was assigned to lead the task force that investigated the murders of the Notorious B.I.G. and Tupac Shakur. To help us understand some details of the investigation Grag Kading accepted our proposal for an interview which we are offering today our readers.

We would like to thank Greg Kading for his kindness and willingness to help.


125esima Strada: Can you briefly explain what led you guys to conclude that Orlando Anderson what the shooter in Tupac's murder?

Greg Kading: Orlando was the obvious choice, because of his motive. Several informants stated he was bragging about the murder. Ultimately, his own uncle, Keffe D, acknowledged Orlando was the shooter. Also, Mob James [Death Row Records security boss, editor's note] saw Orlando in the white Cadillac at the 662 Club just prior to the shooting.


125esima Strada: After 24 years we are still not sure where the groupies in a Chrysler were: some accounts say they were on the left-hand side of Tupac’s car, while others (among which the girls themselves) say they were on the right hand side, just in front of the white Cadillac with the shooter. What are your thoughts on this?

Greg Kading: The girls were in the best position to know where they were. I would rely on their statements.


125esima Strada: Do you think LVPD did all that they could to solve the case or were mistakes or omissions done?

Greg Kading: I believe they could have been more pro-active, but things were complicating the case, such as witnesses were not coming forward or being truthful


125esima Strada: Can you briefly explain what led you guys to conclude that Poochie was the shooter in Biggie’s murder?

Greg Kading: We knew Poochie was a known enforcer for Suge. Then we had co-conspiracy testimony from his accomplice, Tammie Hawkins. Since then, others have corroborated what we discovered.


125esima Strada: What do you think of Russel Pool’s theory according to which corrupt LAPD agents were involved?

Greg Kading: It was entirely disproven.


125esima Strada: So do you think the Rampart scandal was completely unrelated to Biggie’s murder? Rampart scandal was real, anyway.

Greg Kading: The Rampart scandal, was in itself a scandal. In the end, it was just Rafael Perez making up stories. It had no connection whatsoever to Biggie's murder. If you do your research on the Rampart case, you’ll discover that 95% of the allegations Perez made against other officers were disproven. In the end, the entire scandal was based on false allegations made by Perez. Millions and millions of dollars had to be paid out to the cops he falsely accused.


125esima Strada: Do you think OJ Simpson’s case and the race question affected the investigation on Biggie’s murder?

Greg Kading: No. There were several black cops assigned to Biggie's case. Race was not an issue at all in B.I.G.'s case.

Intervista a Greg Kading, il detective dell'LAPD che investigò sugli omicidi di Tupac e Notorious B.I.G.

L'originale inglese è disponibile qui.

Dal 2006 al 2009 il detective dell'LAPD Greg Kading ha guidato la task force che ha investigato sugli omicidi di Notorious B.I.G. e Tupac Shakur. Per aiutarci a capire alcuni dettagli dell'indagine Greg Kading ha accettato la nostra proposta di un'intervista che offriamo oggi ai nostri lettori.

Ringraziamo Greg Kading per la sua cortesia e disponibilità.


125esima Strada: Ci puoi spiegare in sintesi cosa vi ha portato a concludere che Orlando Anderson sia stato lo sparatore nel caso dell’omicidio di Tupac?

Greg Kading: Orlando era la scelta ovvia, per via delle sue motivazioni. Molti informatori hanno detto che si vantava dell’omicidio. In ultimo, proprio suo zio Keffe D ha ammesso che Orlando è stato lo sparatore. Anche Mob James [il capo della sicurezza della Death Row Records, N.d.E.] ha detto di aver visto Orlando sulla Cadillac bianca al 662 Club appena prima della sparatoria.


125esima Strada: Dopo 24 anni non sappiamo ancora dove si trovassero lo groupies sulla Chrysler: alcune testimonianze dicono che erano sul lato sinistro dell’auto di Tupac, mentre altre (tra cui loro stesse) dicono che erano sul lato destro, davanti alla Cadillac bianca dello sparatore. Cosa ne pensi?

Greg Kading: Le ragazze erano nella posizione migliore per sapere dove si trovavano. Farei affidamento sulle loro dichiarazioni.


125esima Strada: Credi che la polizia di Las Vegas abbia fatto tutto il possibile per risolvere il caso o credi siano stati fatti errori o omissioni?

Greg Kading: Credo che avrebbero potuto essere più proattivi, ma ci sono state cose che hanno complicato il caso, come i testimoni che non si facevano avanti o che non dicevano la verità.


125esima Strada: Ci puoi spiegare brevemente cosa vi ha portato a concludere che Poochie sia stato lo sparatore nell'omicidio di Biggie?

Greg Kading: Sapevamo che Poochie era uno dei sicari di Suge. Poi abbiamo avuto la testimonianza della sua complice, Tammie Hawkins. Da allora, anche altri hanno corroborato le nostre scoperte.


125esima Strada: Cosa pensi della teoria di Russel Pool secondo cui erano coinvolti agenti corrotti dell’LAPD?

Greg Kading: È stata completamente smentita.


125esima Strada: Quindi pensi che lo scandalo Rampart fosse completamente slegato dall’omicidio di Biggie? Lo scandalo Rampart era vero, comunque.

Greg Kading: Lo scandalo Rampart è stato scandaloso di suo. Alla fine, è stato solo Rafael Perez che si inventava delle storie. Non c’era nessun legame con l’omicidio di Biggie. Se fai una ricerca sul caso Rampart, scoprirai che il 95% delle accuse di Perez contro altri ufficiali sono state smentite. Alla fine, tutto lo scandalo era basato sulle accuse di Perez. Agli agenti ingiustamente accusati sono stati rimborsati milioni e milioni di dollari.


125esima Strada: Credi che il caso di OJ Simpson e la questione razziale abbiano avuto un impatto sull'indagine sull'omicidio di Biggie?

Greg Kading: No. C'erano molti poliziotti neri assegnati al caso di Biggie. La questione razziale non ha mai influito sul caso di Notorious.