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giovedì 12 novembre 2015

L'omicidio di Peter Tosh

Peter Tosh era da poco tornato in Giamaica dopo un viaggio di lavoro negli Stati Uniti; quella sera, l'11 settembre del 1987, l'ex chitarrista degli Wailers che aveva da più di 10 anni intrapreso una carriera solista di successo si trovava nella sua casa al numero 5 di Plymouth Avenue nel quartiere Barbican di Kingston. Insieme a lui c'erano la moglie Marlene e tre amici, i musicisti Micheal Robinson, Santa Davis e Wilton "Doc" Brown. L'atmosfera in casa era molto allegra e distesa per via del freschissimo successo dell'ultimo album di Tosh No Nuclear War pubblicato proprio il giorno prima.

Peter e Marlene insieme ai loro amici si trovavano al primo piano della casa a guardare la televisione mentre aspettavano altri amici che sarebbero arrivati poco dopo. Intorno alle 20 un furgone Volkswagen guidato dal taxista Steve Russel che trasportava altre tre persone si fermò davanti alla casa di Tosh. I tre passeggeri scesero e bussarono alla porta.

Marlene, pensando che fossero arrivati gli altri due amici, chiese a Robinson di scendere ad aprire e Michael si trovò davanti Dennis Lobban, detto Leppo, amico di Peter a cui questi spesso elargiva soldi con grande generosità vista la difficile situazione economica di Leppo. Insieme a Dennis vi erano altri due uomini che Robinson non conosceva. I tre estrassero delle pistole e tenendo Micheal sotto tiro gli intimarono di non emettere suoni e chiesero se Peter fosse in casa e di condurli da lui. Robinson risalì le scale seguito dai i tre uomini, quando Marlene vide Leppo non si sorprese ma quando vide che i tre erano armati capì che qualcosa quella sera sarebbe andato storto.

Puntando la pistola al padrone di casa Leppo gli chiese dove tenesse i soldi e gli intimò di consegnargli della valuta americana che aveva portato dal suo recente viaggio, ma subito Marlene rispose che non ne avevano in casa. Uno degli assalitori colpì Tosh alla testa con il calcio della pistola e i tre ordinarono a tutti i presenti di sdraiarsi con la faccia a terra. Poco dopo arrivarono alla casa anche il dj Free I e la moglie Joy, gli altri due amici attesi da Tosh. Sulle prime nessuno rispose al campanello, quindi Free I sentì delle urla di una voce femminile provenienti dall'interno della casa e poco dopo un uomo che non conoscevano aprì loro la porta e li condusse all'interno, l'uomo che aveva aperto puntò la pistola a Joy e le ordinò di consegnargli la catena che portava al collo.

Tenendoli sotto tiro li portò nel salotto dove Tosh, Marlene e i loro amici erano stesi a faccia a terra; Joy ricorda i tre assalitori avevano già iniziato a picchiare duramente Peter il quale sanguinava dalla testa. I tre costrinsero anche Joy e Free I a mettersi a terra mentre continuavano a insistere con Tosh e Marlene affinché consegnassero loro i soldi che avevano in casa. Tosh disse agli assalitori di prendere ciò che volevano e uno dei tre spazientito iniziò a frugare le stanze in cerca di soldi e sotto il letto di Peter trovò il machete che il chitarrista teneva per difesa personale. L'assalitore minacciò Peter di tagliargli la testa se non avesse consegnato loro i soldi che aveva in casa e si avvicinò per minacciarlo con il machete. Marlene quindi balzò in piedi e si lanciò contro l'uomo con il machete che con poca fatica la ributtò a terra.

Capendo che Leppo e i suoi complici non se ne sarebbero andati a mani vuote e vedendo la situazione precipitare rapidamente, Tosh si offrì di donare loro dei soldi nei giorni successivi, appena avesse avuto modo di andare a prelevarli in banca. Per un attimo Leppo considerò l'offerta, ma subito dopo i tre aprirono il fuoco. Santa Davis ricorda di aver sentito odore di sangue e di aver capito che qualcuno era morto mentre i tre uomini sparavano all'impazzata su di loro: Marlene racconta che i colpi sparati furono circa 25, mentre secondo Joy furono più di 30.

Gli assalitori scapparono e sparirono tra le strade di Kingston. Marlene, che era stata colpita da due colpi alla testa, si finse morta e attese di sentire il rumore del motore dell'auto che si allontanava, quindi si alzò. Anche Joy si alzò nonostante fosse stata colpita al viso dal rimbalzo di uno dei proiettili sparati verso Marlene. Peter era stato colpito da due proiettili alla testa, sanguinava e respirava a fatica, ma era ancora vivo. Doc giaceva a terra morto. Anche Free I era ferito e respirava a fatica. Micheal era stato colpito a una spalla, ma stava complessivamente bene. Santa non era più nella stanza.

Marlene corse in strada a cercare aiuto, trovò Santa che disse di essere stato colpito alla spalla ma di stare bene. Dopo essersi accertato che gli assalitori erano scappati, l'uomo prese la sua Jeep e corse fino all'ospedale dove svenne addosso a un barelliere.

Davanti a casa Marlene si sbracciò per far fermare alcuni autoveicoli, se ne fermarono due e la donna chiese al guidatore del primo di portare Peter in ospedale. L'uomo acconsentì e Marlene e Michael salirono sullo stesso veicolo accompagnando Peter allo University Hospital dove fu dichiarato morto 20 minuto dopo l'arrivo.

Mentre Marlene correva giù dalle scale Joy si avvicinò al marito trovandolo ancora vivo. Poco dopo arrivò la polizia che li portò entrambi all'ospedale: Free I morì tre giorni dopo, mentre la donna non riportò gravi ferite. Doc Brown fu trovato morto a terra.

Temendo per la sua incolumità Leppo si consegnò al Jamaica Human Rights Council, ma non confessò mai i nomi dei suoi due complici che tutt'ora restano ignoti. Leppo fu condannato alla pena di morte, poi convertita in ergastolo. Il taxista Steve Russell raccontò di essere andato alla polizia dopo aver sentito la notizia della morte di Tosh e che gli fu detto di non fare denuncia e di lasciar perdere, in seguito fu comunque arrestato in relazione all'omicidio di Plymouth Avenue ma assolto in quanto non coinvolto.

Come ogni morte illustre anche l'omicidio di Peter Tosh ha stimolato la fantasia di chi vede complotti ovunque, in questo caso alcuni ritengono che Lobban non abbia agito in autonomia ma sia stato mandato dal governo giamaicano ad eliminare Tosh il quale con le sue canzoni anti-establishment era scomodo e pericoloso. Premesso che non è chiaro come un cantante che si limita a cantare delle canzoni possa essere considerato un sobillatore (non ci risulta che ad oggi nessuna rivoluzione sia stata guidata da cantanti), se Lobban fosse stato mandato dal governo avrebbe avuto mezzi migliori di un furgone VW guidato da un taxista. Inoltre se dietro alla morte di Tosh ci fosse un complotto governativo i cospiratori avrebbero realisticamente potuto mandare un killer meno imbranato di Lobban (che si è fatto ingannare dalla finta morte di Marlene) e avrebbero dato ordine di sparare subito e di uccidere tutti per non lasciare testimoni scomodi; nella realtà i tre assalitori non si sono nemmeno sincerati che lo stesso Tosh fosse morto prima di scappare, infatti il chitarrista era ancora vivo al momento della loro fuga.

L'unica motivazione addotta da chi crede al complotto è che nulla è stato rubato dalla villa, ma esiste una spiegazione molto più ovvia: Lobban e i suoi complici cercavano valuta americana (forse per scappare negli USA) e Tosh in casa non ne aveva. In ultimo, è ovvio che l'attività di un cantante di successo come Tosh abbia ripercussioni positive sull'economia della sua nazione, quindi pensare che il governo decida di eliminarlo è davvero una follia.

Le fonti che abbiamo utilizzato per la nostra ricerca sono i documentari Behind the Music: Peter Tosh e Stepping Razor: RedX, gli articoli di giornale The Night Peter Tosh Was Killed del Jamaica Observer e Gunmen Kill Peter Tosh, Reggae Star, in Jamaica del New York Times, il libro Steppin' Razor: The Life of Peter Tosh di John Masouri, un servizio della televisione Giamaicana e il breve documentario sulla morte del cantante del Jamaica Broadcast Corporation e la lunga intervista rilasciata da Marlene nel 2012.