Visualizzazione post con etichetta Russia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Russia. Mostra tutti i post

mercoledì 12 aprile 2023

Imperial Age - New World


Nel mezzo del turbinio causato dal loro spostamento dalla Russia all'Europa, per via delle fin troppo ovvie ragioni belliche, gli Imperial Age hanno pubblicato il loro nuovo album intitolato New World che arriva quanttro anni dopo il precedente The Legacy Of Atlantis. L'album è composto da otto pezzi che hanno come tema i viaggi per mare e la libertà, tematiche ricorrenti nelle incisioni del gruppo, e caratterizzate principalmente atmosfere incoraggianti e gioiose.

New World propone la più alta espressione di symphonic metal che questa band abbia mai prodotto, con sonorità maestose che mischiano lirica, classica e metal, e in cui i tre straordinari vocalist di questo gruppo, Alexander Osipov, Jane Odintsova (che recentemente è stata nostra ospite per un'intervista video) e Anna Moiseeva, offrono il meglio della loro vocalità a cui si somma il potente contributo corale del SoundPuzzle Chorus. Ne risulta un disco di presa immediata che coniuga al meglio la potenza delle basi musicali alle atmosfere patinate del metal sinfonico.

La prima traccia Windborn apre il disco con una forza travolgente sia nelle musiche che nel canto e dà subito un assaggio delle caratteristiche dell'intero disco che proseguono nelle successive due Legend of the Free e The Way I Am. Tra i pezzi migliori troviamo anche The Wheel e Shackles of Gold che si apre con suoni etnici e che costituisce un tocco di unicità all'interno dell'album. Chiude il disco Call of the Towers che dura ben diciotto minuti e che racchiude in sé lunghe parti strumentali, musica classica, musica da film e ovviamente il canto dei tre vocalist.

L'edizione deluxe in CD è impreziosita dalla presenza di un secondo disco che che ripropone le stesse otto canzoni dell'album principale, suonate con l'orchestra anziché con la band. Superata la sorpresa di non trovare i riferimenti consueti di chitarra, basso e batteria, si apprezza l'ecletticità di queste composizioni che funzionano bene sia in versione metal sia in versione classica.

New World è in terzo album degli Imperial Age, nella cui formazione è entrato di recente anche il batterista italiano Manuele Di Ascenzio, e ad oggi è anche la loro opera più completa e matura che mostra come questa band sia in continua crescita. Non resta che sperare che lo spostamento in Europa, più precisamente nel Regno Unito, dia loro più stabilità e consenta di produrre più musica di altrettanto buon livello.

sabato 12 novembre 2022

Intervista a Jane Odintsova degli Imperial Age

Per parlare del loro più recente album New World, uscito lo scorso settembre, la vocalist degli Imperial Age Jane Odintsova ha accettato la nostra proposta di un'intervista che offriamo di seguito ai nostri lettori.

L'intervista è disponibile solo in inglese.



mercoledì 16 giugno 2021

An interview with Neon Tapehead

An Italian translation is available here.

Neon Tapehead is a russian 80s inspired electro funk band who recently released their new EP "Never Say Never". To talk about their new record and their music in general, Neon Tapehead accepted our proposal for an interview which we are today offering our readers.






125esima Strada: How did you guys come up with the idea of playing 80's inspired music?

Neon Tapehead: All of us, the band members, found their love to 80’s music in different moments of life. But since we were born in 90’s and grew up in 2000’s it was so nice to open this nostalgic world of 80’s music from Funk to Synth Wave with all that unique feelings and moods of culture, movies, TV series in modern or current vibe. And then in 2010s we saw a lot new artists from smaller ones to more popular who started using 80’s elements in their new productions. We’ve found that it is so nice that we can use our current possibilities with all that Macs, iPhones, internet to bring those old emotions and connect them to our present and our future. And that is what we try to achieve with Neon Tapehead inner university itself :)


125esima Strada: Let's talk about your latest EP Never Say Never. What's the story behind it? How were these songs created?

Neon Tapehead: These songs were began with beats and vibes which were born with Dmitry Ursul’s vintage synths collection. In terms of lyrics all these songs are about the love, of course! It could be hard or could be easy but you live when you love and you love when you live. It was easy to write this songs because it is exactly the way we feel!


125esima Strada: I think that this EP has a strong 80's vibe that goes even beyond the music, I mean it conveys the optimism of the 80's. Are you guys fans of the 80's popular culture in general?

Neon Tapehead: Exactly! Just as we said before, we were so influenced by all that nostalgic feelings of 80’s which were lost in most of modern popular music that we can’t do anything but give that a new live and adapt that to our present.


125esima Strada: Is there any song on the record you guys like better than the others? If so, why?

Neon Tapehead: It is really hard to answer this question. Will it be trivial if we say that our songs are like our children and we can’t choose the most favorite one? :) In terms of production we are proud with all of these five songs. We tried to show different aspects of R’n’B/Funk/Synth Wave music in this EP, so each of the songs was based on different sub genres of this whole big genre of music. Hope that we made it ;)


125esima Strada: My favorite one is Know What I Want because of the groove that Maya gives it in the chorus. What's the story behind this song?

Neon Tapehead: Thanks! And yes! This song is a real banger for sure! Actually it was absolutely different song with different vibe in the beginning. But later on Maya came to us with that banging vocal riff "I get it get it brrr POW" and we were so amazed with that so we changed the entire beat, add new synths and that became our hit single from the album. So the meaning of that song is that you should know what you really want and try to achieve that every day of your life! Even if your goals and wishes seem inconsistent sometimes :)


125esima Strada: Who are the music artists that inspired you while creating this record?

Neon Tapehead: There are a lot of them! From golden era (Rick James, The GAP Band, Kleeer, Zapp) to modern (Lizzo, Bruno Mars, Chromeo, Tuxedo, The APX). And we try to find our place among these names :)


125esima Strada: Who would be your all time favorites instead?

Neon Tapehead: We could never say just one name for sure! We love the genre itself and we thankful to all those artists who played their roles in the Funk/R’n’B/Soul foundation!


125esima Strada: What can you tell us about the musical panorama in Russia nowadays? Are there other bands besides you guys that you would recommend?

Neon Tapehead: We have some local artists which are inspired with something similar to what we were inspired with. Here are some of the names: Pompeya, Tesla Boy, TIHOTIHO (our friends, by the way we just released our funky remix for their song Египет)

Intervista ai Neon Tapehead

L'originale in inglese è disponibile qui.

I Neon Tapehead sono un gruppo russo di electro funk di ispirazione anni 80 che recentemente ha pubblicato il proprio nuovo EP "Never Say Never". Per parlare del loro nuovo disco e della loro musica in generale, i Neon Tapehead hanno accettato la nostra proprosta di un'intervista che offriamo oggi ai nostri lettori.






125esima Strada: Come vi è venuta l'idea di fare musica ispirata agli anni '80?

Neon Tapehead: L’amore che noi, membri della band, abbiamo per la musica degli anni '80 è nato in diversi momenti delle nostre vite. Ma dal momento che siamo nati negli anni '90 e cresciuti negli anni 2000 è stato bello scoprire questo mondo nostalgico della musica degli anni '80 dal Funk al Synth Wave con tutte quelle sensazioni e atmosfere uniche della cultura, dei film, delle serie TV con un gusto moderno o attuale. E poi dal 2010 abbiamo visto molti nuovi artisti, da quelli più di nicchia a quelli più famosi, che hanno iniziato a utilizzare elementi degli anni '80 nelle loro nuove produzioni. Abbiamo scoperto che è molto bello poter usare i nostri strumenti attuali con i Mac, gli iPhone, internet per portare quelle vecchie emozioni e connetterle al nostro presente e al nostro futuro. Ed è quello che cerchiamo di ottenere con la nostra accademia interna dei Neon Tapehead :)


125esima Strada: Parliamo del vostro ultimo EP Never Say Never. Che storia c’è dietro? Come sono nate queste canzoni?

Neon Tapehead: Queste canzoni sono iniziate con i ritmi e le vibrazioni create con la collezione di sintetizzatori vintage di Dmitry Ursul. Per quanto riguarda i testi, tutte queste canzoni parlano d'amore, ovviamente! Può essere semplice o problematico, ma vivi quando ami e ami quando vivi. È stato facile scrivere queste canzoni perché è esattamente come ci sentiamo!


125esima Strada: Penso che questo EP abbia una forte atmosfera anni '80 che va oltre la musica, nel senso che trasmette l'ottimismo degli anni '80. Siete fan della cultura pop degli anni '80 in generale?

Neon Tapehead: Esatto! Come abbiamo detto prima, siamo stati influenzati dalla nostalgia per le emozioni degli anni '80 che sono andate perse nella maggior parte della musica popolare moderna al punto che non possiamo fare altro che dare loro una nuova vita e adattarle al nostro presente.


125esima Strada: C'è qualche canzone del disco che vi piace di più delle altre? Se sì, perché?

Neon Tapehead: È davvero difficile rispondere a questa domanda. Sarebbe banale se dicessimo che le nostre canzoni sono come figli e non possiamo scegliere quella che ci piace di più? :) In termini di produzione siamo orgogliosi di tutte e cinque queste canzoni. Abbiamo cercato di mostrare diversi aspetti della musica R'n'B/Funk/Synth Wave in questo EP, quindi ogni canzone era basata su diversi sottogeneri di questo grande genere musicale. Speriamo di esserci riusciti ;)


125esima Strada: La mia preferita è Know What I Want per via del groove che Maya riesce a dare nel ritornello. Che storia c’è dietro a questa canzone?

Neon Tapehead: Grazie! E sì! Questa canzone è sicuramente una bomba! In realtà inizialmente era una canzone completamente diversa e con un’altra atmosfera. Poi Maya se ne uscì con quel riff vocale martellante "I get it get it brrr POW" e ne siamo rimasti talmente ammaliati che abbiamo cambiato l'intero ritmo, abbiamo aggiunto altri sintetizzatori ed è diventato il nostro singolo di successo dell'album. Quindi il significato di quella canzone è che dovresti sapere cosa vuoi veramente e cercare di ottenerlo ogni giorno della tua vita! Anche se i tuoi obiettivi e i tuoi desideri alle volte non sembrano contraddittori :)


125esima Strada: Chi sono gli artisti musicali che vi hanno ispirato durante la creazione di questo disco?

Neon Tapehead: Ce ne sono molti! Dall'epoca d'oro (Rick James, The GAP Band, Kleeer, Zapp) ai moderni (Lizzo, Bruno Mars, Chromeo, Tuxedo, The APX). E cerchiamo di trovare il nostro posto tra questi nomi :)


125esima Strada: Chi sono invece i vostri preferiti di sempre?

Neon Tapehead: Non potremmo mai fare un solo nome! Amiamo il genere in sé e siamo grati a tutti gli artisti che sono stati tra i fondatori di Funk/R'n'B/Soul!


125esima Strada: Cosa puoi dirci del panorama musicale in Russia oggi? Ci sono altre band oltre a voi che consigliereste?

Neon Tapehead: Ci sono alcuni artisti russi che si ispirano a qualcosa di simile a ciò a cui ci siamo ispirati noi. Ad esempio Pompeya, Tesla Boy, TIHOTIHO (nostri amici, e tra l'altro noi abbiamo appena pubblicato il nostro remix funky della loro canzone Египет)

mercoledì 13 gennaio 2021

Neon Tapehead - Never Say Never

Nel 2016 il chitarrista moscovita Dmitry Ursul ha fondato il proprio nuovo gruppo chiamato Neon Tapehead, con cui realizza da allora dell'ottima musica electrofunk ispirata alle atmosfere patinate degli anni 80. Dopo un primo disco registrato del 2018 dal titolo Tapehead's Grooves e dopo qualche cambio nella formazione, nel 2020 la band è tornata con un nuovo singolo intitolato Танцуй (cantato in russo) a cui è seguito il nuovo EP Never Say Never, composto da cinque pezzi che offrono un'ottima commistione di electrofunk, disco music e R&B e che raccolgono tutti gli stilemi della musica da ballo del decennio d'oro, creando una mescolanza sonora di grande impatto ed effetto.

Attualmente il gruppo è composto dal fondatore Dmitry Ursul, leader del gruppo, alle chitarre e alla produzione, Maya Shonia alla voce, Dmitry Votintsev al basso e Alexandr Kovalchuk alla batteria. Già dal primo ascolto la musica dei Neon Tapehead colpisce, diverte e si lascia ascoltare con piacere. Oltre alle basi musicali realizzate con grande maestria, il punto di forza di questo gruppo è la voce di chiara ispirazione black di Maya Shonia che riesce a dare ai brani un groove incredibile cantando in stile R&B e conferendo alle cinque canzoni un'efficace mistura di leggerezza e sensualità.

Tutto il disco è pervaso da venature scintillanti e festaiole tipiche del decennio a cui si ispira, al punto che questo disco più che un omaggio agli anni 80 sembra preso di peso da allora e teletrasportato ai giorni nostri. E' difficile individuare tracce migliori di altre, perché questo EP coinvolge e intrattiene per tutta la sua durata, in ogni caso spiccano Let's Get Down in cui l'impronta della black music è più forte che altrove e la title track che è il brano più etereo del disco.

Never Say Never dei Neon Tapehead racchiude quindi proprio ciò di cui più si sente bisogno in questo momento: allegria e spensieratezza, senza rinunciare a una produzione di altissimo livello. Un ottimo disco con cui iniziare un nuovo anno.

martedì 23 giugno 2020

Imperial Age - The Legacy of Atlantis

The Legacy of Atlantis
del 2018 è il secondo album dei moscoviti Imperial Age, uscito sei anni dopo il precedente Turn the Sun Off! e a due anni di distanza dall’EP Warrior Race. L’album è composto da nove tracce che costituiscono una vera e propria metal opera che narra, attraverso il racconto di vari personaggi, di un mago proveniente dall’antica e avanzatissima società di Atlantide che rinasce nell’Europa medievale.

Anche in questo disco, come nei precedenti, la musica degli Imperial Age è contraddistinta da sonorità maestose e magniloquenti e la forza di questo gruppo sono le voci dei tre vocalist, tutti con impostazione operistica: il tenore Alexander “Aor” Osipov, il soprano Anna “Kiara” Moiseeva e il mezzo-soprano Jane “Corn” Odintsova (che nei dischi precedenti suonava anche le tastiere). Nel disco il gruppo si avvale anche del coro del Conservatorio Statale di Mosca Pëtr Il'ič Čajkovskij che conferisce uno stile operistico all’album. Il risultato di questa commistione sonora è un symphonic metal di ottimo impatto sonoro, che colpisce già al primo ascolto e che non ha bisogno di molti passaggi prima di essere apprezzato.

Trattandosi di una metal opera è difficile individuare pezzi migliori di altri, perché il suono del disco è monolitico e non si presta a essere diviso. In ogni caso la title track spicca sicuramente sia dal punto di vista musicale sia da quello canoro, con i tre vocalist e il coro che regalano la loro prova migliore. Degni di nota sono anche Domini Canes, che in un ponte contiene un estratto del Credo di Nicea, e The Escape, che presenta sonorità un po’ diverse, più leggere ed elettroniche.

The Legacy of Atlantis è in sintesi un capolavoro del symphonic metal, che mette in campo tre voci straordinarie in una mescolanza di musica classica, lirica e metal che creano una sintesi perfetta di cose apparentemente diverse. Il disco in sé è ottimo dall'inizio alla fine ed è un'ottima scoperta per chi non conosce questo singolare sestetto, e conferma anche che giunti alla loro terza prova in studio gli Imperial Age sono una delle migliori e più interessanti realtà del panorama del symphonic metal mondiale.

sabato 21 settembre 2019

Pierre Edel - Live in Moscow 2018

The original Italian text is available here.

French vocalist Pierre Edel can't be described as "former competitor of The Voice" anymore, because his musical activity proceeds both live and in studio with deserved success. On September 21, Pierre published on YouTube the video of the concert he held in September 2018 at the Mezzo Forte Club in Moscow, where he entertained the audience with rock and roll classics for over an hour.


The band led by Pierre Edel is composed by Dmitry Ursul on guitar, Kirill Zelepukhin on keyboards, Anton Chuiko on bass, Michael Sorokin on drums and two extraordinary singers such as Anna Solo and Lera Green. The team is backed by the sound engineer Igor Baidikov.

During the concert Pierre Edel performs a selection of historical pieces taken from rock and hard rock music of the 70s and 80s, from Bon Jovi to Deep Purple through Styx and David Lee Roth. The band moves perfectly on stage and in each songs Pierre shows off his unmistakable voice, powerful and able to reach very high notes. In addition to the excellent voice of the leader, the two girls also stand out and they immediately give proof of their abilities in Bad Medicine and reiterate them in Hold the Line in which each of them sings a verse leaving the chorus to Pierre.

The concert sees a predominance of fast tracks, with the only exception of Feels Good to Me by Black Sabbath, in which Pierre proves he can compare with Tony Martin. In the setlist, Pierre adds just one blues song with Joe Bonamassa's The Ballad of John Henry, leaving unaltered its psychedelic taste; thanks to the long instrumental parts the song highlights the excellent skills of all musicians, which Pierre introduces with short interviews mounted inside the video between each song and the next one.

The only new song in the setlist is the powerful Rock 'n' Roll Slave (written by Pierre Edel and Dmitry Ursul), a gritty and vibrant AOR piece in full 80's style that allows Pierre, more than the covers, to show his vocal skills. The singer closes the concert with two very strong Deep Purple tracks such as I Can't Do It Right and Burn (which in an interview he said is one of his favorite songs) that surely leave a lot of energy in the audience and a great memory.

Burn fades with the closing credits of this concert by one of the best rock voices in recent years. And at the end of the vision, this video leaves the certainty that the voice is hot, the shape is dazzling and we just have to wait for the next record of new works by this phenomenal singer.

Pierre Edel - Live in Moscow 2018

Una traduzione in inglese di questo articolo è disponibile qui.

L'etichetta di "ex concorrente di The Voice" inizia ad andare stretta al vocalist francese Pierre Edel la cui attività musicale procede sia dal vivo sia in studio con meritato successo. Il 21 settembre Pierre ha pubblicato su YouTube il video del concerto tenutosi a settembre del 2018 al Mezzo Forte Club di Mosca, dove ha intrattenuto il pubblico con i classici del rock and roll per oltre un'ora.

La band capitanata da Pierre Edel è composta da Dmitry Ursul alla chitarra, Kirill Zelepukhin alle tastiere, Anton Chuiko al basso, Michael Sorokin alla batterie e due coriste straordinarie quali Anna Solo e Lera Green. Il team è coadiuvato dietro le quinte dall'ingegnere del suono Igor Baidikov.


Durante il concerto Pierre Edel esegue una selezione di pezzi storici del rock e dell'hard rock degli anni 70 e 80 spaziando dai Bon Jovi ai Deep Purple passando per gli Styx e David Lee Roth. La band si muove sul palco alla perfezione e in ogni pezzo Pierre dà sfoggio della sua voce inconfondibile, potente e in grado di raggiungere note altissime. Oltre all'ottima voce del leader, spicca anche quella delle due ragazze, che danno subito prova delle loro capacità in Bad Medicine e che le ribadiscono in Hold the Line in cui ciascuna di loro canta una strofa lasciando a Pierre il ritornello.

Il concerto vede una predominanza di brani veloci, con l'unica eccezione di Feels Good to Me dei Black Sabbath, in cui Pierre esce a testa altissima dal confronto con Tony Martin. Nella setlist Pierre aggiunge un solo pezzo blues con The Ballad of John Henry di Joe Bonamassa di cui lascia inalterato il gusto psichedelico e che grazie alle lunghe parti strumentali mette in luce le ottime capacità di tutti i musicisti, che Pierre presenta con brevi interviste montate all'interno del video tra un pezzo e l'altro.

L'unico inedito in scaletta è il potente Rock 'n' Roll Slave (scritta da Pierre Edel e Dmitry Ursul), un grintoso e vibrante pezzo AOR in pieno stile anni 80 che consente più delle cover a Pierre di mettere in mostra le proprie capacità vocali. Il cantante chiude il concerto con due pezzi fortissimi dei Deep Purple quali I Can't Do It Right e Burn (che in un'intervista ci aveva rilevato essere uno dei suoi brani preferiti) che sicuramente lasciano nel pubblico un bel po' di energia e un ottimo ricordo.

Su Burn sfumano i titoli di coda che sanciscono la chiusura di questo concerto di una delle migliori voci del rock degli ultimi anni. E al termine della visione, questo video lascia la certezza che la voce è calda, la forma è smagliante e ora non resta che aspettare il prossimo disco di inediti di questo cantante fenomenale.

lunedì 11 marzo 2019

An interview with Pierre Edel

An Italian translation in available here.

French-Russian singer Pierre Edel is one of the most interesting vocalists on nowadays rock 'n'roll music. To discuss the four times he competed in the talent show The Voice and his most relevant recordings, Pierre accepted our proposal for an interview.

We would like to thank Pierre Edel for his kindness and availability.


125esima Strada: Hi Pierre and thanks for the time you are giving us. Let's talk first about your 2017 album which is on SoundCloud. I know it took you many years to write and record it. What's the story behind this album?

Pierre Edel: The album is a collection of stuff that I wrote between 2006 and 2007, over ten years of songwriting and of course I released much more stuff with different bands but these ones are so special to me I don’t even know if I would play them on stage. Of course I did just a couple of times, there’s a live version of 66Sex in Odessa on YouTube and that’s about it.

66Sex and Chemistry of Love were written in 2006, all the other songs were written a bit later and Return to the City of Love was written in 2017 because I was coming back to live in Paris. I wanted to pick some of the songs I hadn't released, or if I did release them they were not recorded properly, maybe I didn’t have the right vocal technique yet to sing these songs. There were two more songs that were supposed to be rerecorded, one of which was called Leaving the City of Love, which is of course the first part to Return to the City of Love, and the other one was called Rock ‘n’ Roll Smells Funny, and I guess I have some recordings of us playing them as a trio with me on the guitar on rehearsal or the only time the songs were played live.


125esima Strada: Is there any song of the album you like better than the others? If so, why?

Pierre Edel: The song I like most is Return to the City of Love, it works, it’s catchy. If I was to release it on a mainstream label I would simplify it a little bit, chop out some of the prog melodies in between the verses, they don’t really make sense but they are just fun to play for me and fun to listen to. It’s a Frank Zappa thing. One of my best friend, my guitarist, said “You write good songs and then you do anything you can to ruin them.” So I would chop out the stuff that is a little bit too much.


125esima Strada: Let's talk also about your collaboration with Sergey Mavrin. How did you get involved and how did you two work together?

Pierre Edel: When I was a little kid living in France I was living with a nanny, I didn’t really see my parents that much, they were divorced when I was born. So I was living with an old Russian lady I loved so much, she was a like grandmother to me, I went to see her recently in Moscow she’s almost 90 years old now. At some point her grandson, who is Russian of course, had to come over also, I was 7 years old and he was 12 or 13. We lived all together for about 5 or 6 years in Paris and London and this guy was into rock ‘n’ roll music, it was the mid-90s, so he would listen to Scorpions, Nirvana, Metallica, Guns N' Roses, all that kind of stuff. And of course he also listened to Russian music and there was this huge band, the biggest heavy metal band in Russia and in the Soviet Union: Aria. The guitarists for this band during some of their peak albums in the late 80s was a guy called Sergey Mavrin and he’s a guitar virtuoso and he wrote some beautiful songs with the first singer Valery Kipelov. Kipelov today has his own band called Kipelov, a great band also.

Growing up at a certain point I knew I wanted to play rock ‘n’ roll music and I would have never become a musician without my nanny’s grandson, we met a few weeks ago when I was in Moscow and we had a good time, he’s now 36, has a wife and two kids.

So in 2013 I thought “I should just send some emails to my favorite musicians” and I started writing emails to Steve Vai, Yngwie Malmsteen, Michael Schenker, Herman Rarebell from Scorpions, and others. I wrote an email to Sergey Mavrin and he actually replied, and I said “You know what? Let’s make an album.” And that worked for me several times in my life also with a guy called Christophe Godin in France, I did almost the same. I took one of his instrumental songs, recorded my voice over it, sent it to him and said “Let’s play on stage together.” which lead us to Birmingham in England where he introduced me to Tony Iommi.

It worked and we are still friends. Sergey is a very humble person and a great musician.


125esima Strada: What is absolutely striking in your career is that you competed in four editions of The Voice. How come? How did you decide to do something so weird?

Pierre Edel: In 2013 I was in Moscow and I received an email, it was from a headhunter for these big TV shows. Of course people apply, there were tens of thousands of people applying for each season, but there are also headhunters, people who are paid to look out for talents on the internet. We just had our video Black Dog out on YouTube and one of these headhunters for the production society that produces The Voice of France said “We found this video and you should come over to Paris for the auditions.” I didn’t even know what The Voice was because at that point there had been only two seasons in France.

I flew to Paris (I moved zillions of times from Paris to Moscow and from Moscow to Paris in my life). I did the auditions and it worked and it took almost half a year of my life. Then the same thing happened in Russia. They saw me on The Voice of France because there’s a guy who works for both the production of The Voice of France and The Voice of Russia and he recommended me and they invited me to do The Voice of Russia.

And then - believe it or not - exactly the same thing happened with The Voice of Ukraine. Actually many people from The Voice of Russia went to The Voice of Ukraine. It has become quite typical; you also have people who made The Voice of Turkey and then The Voice of Russia or The Voice of Ukraine. I guess there will be more and more people doing at least two editions of The Voice, but as far as I know four editions is unique. But the thing is the more seasons you get, the more people you get and the less incredible it becomes to participate in that show. If you think about it when we only had a couple of seasons, and they show about 60 singers in every season, you would have in a single country about 100 or 150 people who would have been shown on TV, so it was quite unique. Now that we have almost ten season you have over 1.500 people and you don’t have zillions of singers in a single country; so at some point it becomes irrelevant and it doesn’t add anything to your curriculum. But four editions is something that you do because you have to top it.


125esima Strada: On your YouTube channel there's also a cover of The Sky is Crying by Elmore James, what's the role of blues music in your musical background?

Pierre Edel: The guy who taught me the guitar when I was 13 was a big blues fan, he had an electric guitar. When I saw that electric guitar, it was a Yahama Pacifica, that was the moment I knew my life was going to change. He also had an acoustic guitar, a Seagull, but it took me a while to get interested in that, maybe a few months, because I was into the electric guitar at first which is weird because usually people start with an acoustic guitar and then move to the electric.

At some point I was really into Richie Sambora and I wanted to have a twelve-string guitar to be able to play Wanted Dead or Alive by Bon Jovi. It was all about the blues because all the solos I would learn, Steve Lukather, Richie Sambora, Stevie Ray Vaughan, that all lead me to the roots, or some of the roots because I don’t consider rock 'n' roll to have only black blues roots. So I wanted to study that and I started to listen to Willie Dixon, John Lee Hooker, Elmore James, all the kings like Albert King, Freddie King, B.B. King, and Hendrix obviously.

At the same time I really studied the history of music, because when I was a kid I was studying classical music, and I came to understand that black musicians and blues gave a lot to rock 'n' roll but it’s all with white European instruments: the cymbals, the double bass, the piano, the guitar. It’s an amazing marriage between the blues feeling and the classical instruments and also English, Irish and Scottish classical and traditional music which you can find even when you listen to the Beatles. And technology of course, like the electric guitars. So it’s just a mix of so many things that came together in the sixties and gave birth to this beautiful music that is rock 'n' roll.


125esima Strada: Another surprising thing you did is a medley of three songs by Lady Gaga with Michael Sobin. Lady Gaga seems to be so far from your style, so how was this conceived?

Pierre Edel: It is quite far but actually if you check it out we have many videos and tracks in different styles: dubstep, hip hop, ... And this is something I’ve always done. Music is fun and it’s fun to try something else, it doesn’t mean I would completely get into that but I came across so many different genres and styles throughout the 90s and early 2000s. Of course stuff like Limp Bizkit and Red Hot Chili Peppers, and this crossovers between electronic music and rock and so on. I wouldn’t really listen to it, I would just have fun with it.

Michael Sobin is an amazing guitarist, if you check out his channel, he’s a real virtuoso. We met in 2012 because there was a band called Witchcraft in Russia and they were looking for a male singer, he was playing in that band. We did four tracks in that crossover style as the Lady Gaga video: we did Michael Jackson, there’s also a cover of Cry Me a River by Justin Timberlake and The Weeknd’s Can't Feel my Face.

At some point we were asked by a talent show in Russia to come over and present this Justin Timberlake track, so we did it but they didn’t like the fact I had already been a part of The Voice because they had some administration and administrative dilemma with the guys from The Voice.

Sobin is a very good friend of mine and we also wrote a couple of original tracks together, there’s a track called Cannonball which is a quite amusing track, a crossover between dubstep, trap and rap.


125esima Strada: You come from two countries that have a very strong history of hard rock and metal music. Aria and Chorny Kofe for Russia and Trust, H-Bomb and Demon Eyes for France are just the first examples that come to my mind. So, how come you decided to sing in English instead of French or Russian?

Pierre Edel: I really think that rock 'n' roll is supposed to be sung in English. If you sing in Russian it will only work in Russia, if it works; if you sing in French it won’t work anywhere because the French don’t care about metal or rock music. There are little niches, you would always find a couple of thousand people who are into voodoo magic, a couple of thousand people who are on some kind of strange diet, you can find a couple of thousand people who want to have their tongue split. You can always find these minorities. But rock 'n' roll is not at all a trend in France and has never been. You’ll always find one or two artists who made it like Trust, but they made it in the 80s, so it’s a total different story.

I know three guys from Trust: two of the guitarists and the drummer. I’ve been on stage with them and they are really cool people but they are dinosaurs basically. No one cares for rock 'n' roll in France, there are no new rock bands. Metal is a little different, I don’t really care for metal; I used to be a metalhead when I was 16, but I don’t like the whole mythology, I don’t like the leather and spikes, it’s a little cheesy and lacks this sense of humor and the aesthetics you find in hard rock with bands like Deep Purple or Whitesnake. It’s kind of heavy metalish in some points but it’s still hard rock.

Metal lacks the sexiness, I like the sexiness of rock blues. Look at Iron Maiden and their fans, I look at the long hair and the clothes and it smells of perspiration to me. So, you’d find metalheads in France, but not old school rockers unless they are 50 years old, or 150 years old.

It’s more or less the same in Russia. You’ll find more people who are into hard rock in Russia, but it’s irrelevant.

I like to sing in the US, to sing in Great Britain, to sing in New Zealand. Who would listen to me if I was singing in French or Russian?

You could say Rammstein sing in German. Yes, cool. That’s the only band who sing in a different language. Maybe you’ll find one or two more, but Scorpions are German and they sing in English, biggest metal band in France, Gojira, sing in English.

Second, to me English is the language of rock 'n' roll. I love French, I wrote lots of songs in French and I have a SoundCloud with twenty French songs, I read a lot of poetry, I wrote a book in French. I love my native language but rock 'n' roll is meant to be sung in English. If you can’t sing in English, you do your best in your country in Italian, Spanish, Portuguese, but will only be interesting to people in that particular country.


125esima Strada: Who are the musicians or bands that influenced you most during your whole career?

Pierre Edel: Number one league would be Glenn Hughes and David Coverdale. I remember when I was 15 and I was in art school: I went to a park with a friend of mine and he had a little turntable and we played a vinyl by Deep Purple in which of course you have David Coverdale and Glenn Hughes and that was a very strong and emotional moment to me. First of all because it’s so unusual to have two singers in the same band, and it’s also unusual that the two of them would become huge rock stars. Glenn Hughes must have been the only one who had been lead singer for Deep Purple and Black Sabbath and he made some back vocals for Whitesnake. I love his voice, I love his way of everything, his way of moving, his talking, his clothes, his manners. I love his bass playing also.

Best album to me is Burning Japan, 1994. There’s Burn of course, then The Liar and third track is Muscle And Blood which is to me one of the best rock 'n' roll songs of all time. And then You Keep On Moving which he wrote with David Coverdale when he was with Deep Purple of which I made my own version on YouTube. This Time Around which he wrote with John Lord, I have a version of that too on YouTube. It is the finest of the finest of the music that was produced.

Of course I am also a fan of his solo career, his ballads are beautiful, such as Why Don’t You Stay and Lay My Body Down.

And then on the other hand you have David Coverdale and Whitesnake. I’m a huge fan of Whitesnake, I have a Whitesnake tattoo on my forearm, listening to Whitesnake is just one of the most inspiring things for rock musicians. I also like the Steve Vai era, Slip of the Tongue was heavily criticized, but I think it was great, all the songs were written by Adrian Vandenberg except Fool For Your Loving which was a rerecording of a great classic. I love Steve Vai who was one of my greatest influence as a guitarist, one of the greatest albums of all times to me is Sex and Religion by Steve Vai on which you have Devin Townsend singing, T.M. Stevens as bass player and Vinnie Colaiuta on drums.

I’m also a huge fan of Winger, Scorpions, Def Leppard, Frank Zappa, and the list goes on.


125esima Strada: And who are your favorites of today's music scene?

Pierre Edel: I guess the most modern band I would listen to would be Nirvana. Just kidding. I’ve had moments in my life when I was really into a band called Pain of Salvation. I wouldn’t say it’s today’s music scene really but it’s post 2000. And there’s a British band called Threshold, astonishing songwriting, they have a song called Pilot and the Sky of Dreams and I would say this is what Pink Floyd would have made if they were twenty into the 2000s.

Pagan’s Mind is a nice metal band, I said I don’t like the metal lifestyle, but sure I like some of metal music especially if it’s melodic. I have a Manowar tattoo.

That would be all. I don’t really listen to modern music that much.


125esima Strada: What do you think of new technologies, such as Spotify or YouTube, that allow musicians to spread their music all over the world? Are they good or bad for the music industry in your opinion?

Pierre Edel: I’m very lazy with social media and I don’t use them as much as I could and should. I like to be part of this generation that has a smartphone in its hand. I remember the 90s when I used to write letters when I was in some countries and some of my relatives were in other countries. I wasn’t bored at all and I think it was a good thing not having all these devices when I was a kid because it helped me concentrate on piano lessons, languages, sports, reading, drawing, writing. I find it harder to concentrate now than when I was a kid.

It’s a philosophical question and a political question because to say the something is good or bad is a political view of it. I listen to interviews to Steve Lukather, Steven Tyler, Steve Vai, and they always answer this question in a different manner. And the question is “If they were born the 90s or early 2000s would they be recognized for their talent?” I doubt it.

Because the worst thing about Spotify, YouTube and social media is that there’s too much garbage on it: anyone can become a musician, a photographer, a journalist, anything. At some point it becomes ridiculous because you don’t go outside and meet real people in a sports club or a music store. I remember the early 2000s when I found my first bass player in a paper magazine; I bought a magazine in a music store, I was looking for a bass player and I found there one. It was an add with no Spotify or Youtube link, it was 2003, not even a picture. But of course you lose time with that system.

So it’s a hard question to answer. There are good things and bad things about it. But the worst thing about it is that there’s absolutely no quality filter on YouTube, Facebook, Instagram, Spotify. There’s a huge pile of garbage. If you are into modern music and are looking for some quality artists, to find one you have to go through a hundred shitty artists and people who call themselves artists. That’s how I feel about it.

Intervista a Pierre Edel

L'originale in inglese è disponibile qui.

Il cantante franco-russo Pierre Edel è uno delle realtà più interessanti del rock 'n' roll odierno. Per parlare delle quattro edizioni del talent show The Voice a cui ha partecipato e delle sue incisioni più importanti, Pierre ha accettato la nostra proposta di un'intervista.

Ringraziamo Pierre Edel per la sua cortesia e disponibilità.


125esima Strada: Ciao Pierre e grazie per il tempo che ci stai dedicando. Iniziamo a parlare del tuo album del 2017 disponibile su SoundCloud. So che ti ci sono voluti molti anni per scriverlo e registrarlo. Che storia c'è dietro a questo album?

Pierre Edel: L'album è una raccolta di cose che ho scritto tra il 2006 e il 2007, oltre dieci anni di scrittura di canzoni e ovviamente ho pubblicato molta altra roba con altri gruppi ma queste sono molto speciali per me al punto che non so nemmeno se le suonerei dal vivo. Ovviamente l'ho fatto un paio di volte, c'è una versione live di 66Sex registrata ad Odessa su YouTube ma è tutto lì.

66Sex e Chemistry of Love sono state scritte nel 2006, tutte le altre canzoni sono state scritte un po' dopo e Return to the City of Love e stata scritta nel 2017 quando sono tornato a vivere a Parigi. Ho voluto raccogliere qualche canzone che non avevo pubblicato, o se le avevo pubblicate non erano state registrate nel modo giusto, o non avevo ancora la giusta tecnica vocale. C'erano altre due canzoni che avrei dovuto registrare, una delle due si intitola Leaving the City of Love, che è ovviamente la prima parte di Return to the City of Love, e l'altra si intitola Rock ‘n’ Roll Smells Funny, e credo di avere delle registrazioni di noi che la suoniamo in trio con me alla chitarra in prova o nell'unica volta che le abbiamo suonate dal vivo.


125esima Strada: C'è qualche canzone dell'album che preferisci rispetto alle altre? Se sì, perché?

Pierre Edel: La canzone che preferisco è Return to the City of Love, funziona, fa presa. Se dovessi pubblicarla per una grande etichetta la semplificherei un po', toglierei un po' delle melodie prog tra le strofe, non hanno molto senso ma sono divertenti da suonare per me e da ascoltare. E' una cosa nello stile di Frank Zappa. Uno dei miei migliori amici, il mio chitarrista, mi ha detto “Tu scrivi delle belle canzoni e poi fai di tutto per rovinarle.” Quindi taglierei tutte quelle cose che sono un po' esagerate.


125esima Strada: Parliamo della tua collaborazione con Sergey Mavrin. Come sei stato coinvolto e come avete lavorato insieme?

Pierre Edel: Quando ero piccolo e vivevo in Francia, vivevo con una balia, non vedevo spesso i miei genitori, erano divorziati quando nacqui. Quindi vivevo con un'anziana signora russa a cui volevo molto bene, è stata come una nonna per me, recentemente sono andato a trovarla a Mosca adesso ha quasi 90 anni. A un certo punto suo nipote, che ovviamente è russo, venne a vivere con noi, io avevo 7 anni e lui 12 o 13. Vivemmo insieme per 5 o 6 anni a Parigi e Londra e questo ragazzo era appassionato di rock ‘n’ roll, era la metà degli anni 90, quindi ascoltava gli Scorpions, i Nirvana, i Metallica, i Guns N' Roses, e cose di questo tipo. Ovviamente ascoltava anche musica russa e c'era un gruppo famosissimo, il più grande gruppo metal della Russia e dell'Unione Sovietica: gli Aria. Il chitarrista di questo gruppo durante il loro periodo di maggior successo alla fine degli anni 80 era Sergey Mavrin ed è un virtuoso della chitarra e ha scritto canzoni bellissime con il primo cantante Valery Kipelov. Kipelov oggi ha un'altra band che si chiama Kipelov, un'altra ottima band.

Crescendo a un certo punto capii che volevo fare musica rock ‘n’ roll e non sarei mai diventato un musicista se non fosse stato per il nipote della mia balia, ci siamo incontrati qualche settimana fa a Mosca e ci siamo divertiti, oggi ha 36 anni, una moglie e due figli.

Quindi nel 2013 pensai “Dovrei scrivere delle email ai miei musicisti preferiti” e iniziai a mandare email a Steve Vai, Yngwie Malmsteen, Michael Schenker, Herman Rarebell degli Scorpions, e altri. Scrissi un'email a Sergey Mavrin e mi rispose, e gli dissi “Sai una cosa? Potremmo fare un disco insieme.” Questo funzionò per me molte volte nella mia vita anche con un musicista francese che si chiama Christophe Godin, feci più o meno lo stesso. Presi uno dei suoi pezzi strumentali, ci registrai sopra una parte cantata, glielo mandai e gli dissi “Suoniamo insieme dal vivo.” e questo mi portò a Birmingham in Inghilterra dove mi presentò Tony Iommi.

Funzionò e siamo ancora amici. Sergey è una persona molto umile e un ottimo musicista.


125esima Strada: Una cosa davvero sorprendente della tua carriera è che hai partecipato a quattro edizioni di The Voice. Come è successo? Come hai deciso di fare una cosa così strana?

Pierre Edel: Nel 2013 ero a Mosca e ricevetti un email, era di un headhunter per questi grossi show televisivi. Ovviamente c'è gente che si iscrive, c'erano decine di migliaia di persone che si iscrivevano ad ogni edizione, ma ci sono anche gli headhunter, persone pagate per cercare dei talenti su internet. Avevamo appena pubblicato il nostro video di Black Dog su YouTube e uno di questi headhunter della società produttrice di The Voice of France disse “Abbiamo visto il tuo video e dovresti venire a Parigi per le audizioni.” Non sapevo nemmeno cosa fosse The Voice perché fino ad allora ce n'erano state solo due edizioni in Francia.

Andai a Parigi (ho viaggiato da Parigi a Mosca e da Mosca a Parigi un'infinitiva di volte nella mia vita). Feci le audizioni e andò bene e questo prese circa sei mesi della mia vita. Lo stesso mi successe in Russia. Mi videro in televisione a The Voice of France perché c'è una persona che lavora per entrambe le produzioni di The Voice of France e di The Voice of Russia e ha suggerito me e mi hanno invitato a fare The Voice of Russia.

E poi - che ci crediate o no - esattamente lo stesso successe con The Voice of Ukraine. In realtà molte persone da The Voice of Russia passano a The Voice of Ukraine. È diventato quasi normale; ci sono anche persone che hanno fatto The Voice of Turkey e poi The Voice of Russia o The Voice of Ukraine. Credo che ci saranno sempre più persone che faranno almeno due edizioni di The Voice, ma per quanto ne so quattro edizioni è una cosa unica. Ma più edizioni fai, più persone partecipano e diventa meno incredibile partecipare a quello show. Se ci pensi, dopo un paio di edizioni con 60 cantanti in ognuna, in ogni nazione c'erano 100 o 150 cantanti che avevano partecipato, quindi era una cosa peculiare. Adesso che ci sono state quasi dieci edizioni ci sono stati più di 1500 concorrenti e non ci sono miriadi di cantanti in ogni paese; quindi diventa insignificante e non aggiunge nulla al curriculum. Ma quattro edizioni è una cosa che fai per battere il record.


125esima Strada: Sul tuo canale YouTube c'è anche una cover di The Sky is Crying di Elmore James, che ruolo ha la musica blues nella tua formazione?

Pierre Edel: La persona che mi ha insegnato a suonare la chitarra quando avevo 13 anni era un fan della musica blues, aveva una chitarra elettrica. Quando vidi quella chitarra elettrica, era una Yahama Pacifica, fu il momento in cui capii che la mia vita sarebbe cambiata. Aveva anche una chitarra acustica, una Seagull, ma mi ci volle un po' prima di interessarmi anche a quella, qualche mese, perché mi interessava di più la chitarra elettrica che è strano perché di solito si parte con la chitarra acustica per poi andare verso quella elettrica.

A un certo punto mi appassionai a Richie Sambora e volevo una chitarra a dodici corde per poter suonare Wanted Dead or Alive dei Bon Jovi. Era tutto basato sul blues perché gli assoli che imparavo, di Steve Lukather, Richie Sambora, Stevie Ray Vaughan, mi portavano verso le origini, o alcune delle origini visto che non credo che il rock 'n' roll sia basato solo sul blues. Quindi volli studiarlo e iniziai ad ascoltare Willie Dixon, John Lee Hooker, Elmore James, i three kings Albert King, Freddie King, B.B. King, e ovviamente Hendrix.

Al contempo iniziai a studiare la storia della musica, perché da ragazzo studiavo musica classica, e arrivai a capire che i musicisti neri e il blues hanno dato molto al rock 'n' roll anche se è fatto con strumenti della musica bianca europea: i piatti, il contrabbasso, il piano, la chitarra. È un bellissimo connubio tra il feeling del blues e gli strumenti classici e anche la musica classica e tradizionale inglese, scozzese e irlandese che puoi trovare anche se ascolti i Beatles. E ovviamente anche la tecnologia, come le chitarre elettriche. Quindi è una mistura di molte cose che si sono unite negli anni 60 e che hanno dato vita a questa musica bellissima che è il rock 'n' roll.


125esima Strada: Un'altra cosa sorprendente che hai fatto è un medley di tre canzoni di by Lady Gaga con Michael Sobin. Lady Gaga sembra molto distante dal tuo stile, come è nata questa cosa?

Pierre Edel: E' abbastanza distante ma in realtà abbiamo fatto altri video e pezzi di stili differenti: dubstep, hip hop, ... Ed è una cosa che ho sempre fatto. La musica è divertimento ed è divertente provare cose diverse, non significa che mi ci getterei del tutto ma ho sentito molti generi diversi tra gli anni 90 e i primi anni 2000. Ovviamente erano cose tipo Limp Bizkit e Red Hot Chili Peppers, e questo è crossover tra musica elettronica e rock e altro. Non l'ascolterei, ma mi ci voglio solo divertire.

Michael Sobin è un chitarrista eccezionale, se guardi il suo canale, è un vero virtuoso. Ci siamo incontrati nel 2012 perché c'era una band in Russia chiamata Witchcraft e stavano cercando un cantante, lui suonava in quella band. Abbiamo registrato quattro tracce in quello stile crossover come nel video di Lady Gaga: abbiamo fatto Michael Jackson, anche una cover di Cry Me a River di Justin Timberlake e Can't Feel my Face di The Weeknd.

A un certo punto un talent show in Russia ci chiese di andare a presentare la cover di Justin Timberlake, quindi ci andammo ma non apprezzarono il fatto che io avessi già fatto The Voice perché avevano dei dubbi di carattere amministrativo verso chi proveniva da The Voice.

Sobin è un mio caro amico e abbiamo anche scritto un paio di pezzi insieme, ce n'è uno intitolato Cannonball che è abbastanza divertente, un crossover tra dubstep, trap e rap.


125esima Strada: Tu vieni da due nazioni che hanno una tradizione molto forte di musica hard rock e metal. Gli Aria e i Chorny Kofe in Russia e i Trust, gli H-Bomb e i Demon Eyes in Francia sono solo i primi esempi che mi vengono in mente. Quindi perché hai deciso di cantare in inglese e non in russo o francese?

Pierre Edel: Credo che il rock 'n' roll debba essere cantato in inglese. Se canti in russo funzionerà solo in Russia, sempre ammesso che funzioni; se canti in francese non funzionerà da nessuna parte perché ai francesi non interessa la musica rock o metal. Ci sono sempre le piccole nicchie, troverai duecento persone che praticano il voodoo, duecento persone che praticano qualche strana dieta, ci saranno duecento persone che vogliono farsi la lingua biforcuta. Ci saranno sempre queste minoranze. Ma il rock 'n' roll non è per niente seguito in Francia e non lo è mai stato. Troverai sempre un paio di artisti che hanno avuto successo come i Trust, ma lo hanno fatto negli anni 80, che è una storia completamente diversa.

Conosco tre membri dei Trust: due dei chitarristi e il batterista. Ho cantato dal vivo con loro e sono molto simpatici ma fondamentalmente sono dei dinosauri. A nessuno interessa il rock 'n' roll in Francia, non ci sono gruppi rock nuovi. Il metal è diverso, ma a me non interessa molto; sono stato un metallaro quando avevo 16 anni, ma non mi piace la mitologia, non mi piacciono la pelle e i chiodi, mi sembra stucchevole e non ha il senso dell'umorismo e l'estetica di gruppi hard rock come i Deep Purple o i Whitesnake. Hanno influenze metal ma è comunque hard rock.

Il metal non ha sensualità, mi piace la sensualità del rock blues. Guarda gli Iron Maiden e i loro fans, io vedo i capelli lunghi e il loro abbigliamento e per me puzzano di sudore. Quindi, ci sono i metallari in Francia, ma non rockers della old school a meno che non abbiano 50 anni, o 150 anni.

In Russia è più o meno lo stesso. Ci sono persone a cui piace l'hard rock in Russia, ma sono irrilevanti.

A me piace cantare negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Nuova Zelanda. Chi mi ascolterebbe se cantassi in francese o in russo?

Potresti obiettare che i Rammstein cantano in tedesco. Si, vero. Ed è l'unica band che canta in una lingua diversa. Magari ce ne sono ancora un paio, ma gli Scorpions sono tedeschi e cantano in inglese, la più grande metal band francese, i Gojira, cantano in inglese.

In secondo luogo per me l'inglese è la lingua del rock 'n' roll. Amo il francese, ho scritto molte canzoni in francese e ho un canale SoundCloud con venti canzoni in francese, ho letto molte poesie, ho scritto un libro in francese. Amo la mia lingua madre ma il rock 'n' roll deve essere cantato in inglese. Se non sei in grado di cantare in inglese fai del tuo meglio nella tua nazione cantando in italiano, spagnolo, portoghese, ma avrà seguito solo in quella nazione.


125esima Strada: Chi sono i musicisti o i gruppi che ti hanno influenzato di più durante la tua carriera?

Pierre Edel: I primi sono Glenn Hughes e David Coverdale. Ricordo quando avevo 15 anni e andavo alla scuola di arte: sono andato in un parco con un amico e lui aveva un piccolo giradischi con cui abbiamo ascoltato un vinile dei Deep Purple in cui ovviamente c'erano David Coverdale e Glenn Hughes ed è stato un momento forte ed emozionante per me. Anzitutto perché è inusuale avere due cantanti della stessa band, ed è anche inusuale che entrambi poi diventino delle rockstar mondiali. Glenn Hughes credo sia stato il solo che abbia cantato sia nei Deep Purple che nei Black Sabbath e ha cantato anche come corista per i Whitesnake. Adoro la sua voce, adoro il suo modo di fare ogni cosa, come si muove, come parla, come si veste, come si comporta. Adoro anche come suona il basso.

Il mio album preferito è Burning Japan, del 1994. C'è Burn ovviamente, poi The Liar e la terza traccia è Muscle And Blood che secondo me è una delle migliori canzoni rock 'n' roll di ogni tempo. E poi You Keep On Moving che ha scritto con David Coverdale quando cantava nei Deep Purple di cui ho fatto una mia versione su YouTube. This Time Around che ha scritto con John Lord, ho fatto una mia versione su YouTube anche di questa. E' il meglio del meglio della musica che sia mai stata prodotta.

Ovviamente sono anche un fan della sua carriera solista, le sue ballad sono bellissime, come Why Don’t You Stay e Lay My Body Down.

E dall'altra parte ci sono David Coverdale e i Whitesnake. Sono un grandissimo fan dei  Whitesnake, ho un tatuaggio dei Whitesnake sull'avambraccio, ascoltare i Whitesnake è una delle cose di maggiore ispirazione per un musicista rock. Mi piace anche l'era di Steve Vai, Slip of the Tongue fu molto criticato, ma secondo me era ottimo, tutti i pezzi sono stati scritti da Adrian Vandenberg tranne Fool For Your Loving che era una nuova registrazione di un grande classico. Adoro Steve Vai, è stato una delle mie più grandi influenze come chitarrista, uno dei migliori album di ogni tempo secondo me è Sex and Religion di Steve Vai in cui canta Devin Townsend, T.M. Stevens suona il basso e Vinnie Colaiuta suona la batteria.

Sono anche un grande fan dei Winger, degli Scorpions, dei Def Leppard, di Frank Zappa, e la lista continua.


125esima Strada: E chi sono i tuoi preferiti della scena musicale odierna?

Pierre Edel: Direi che il gruppo più recente che ascolto sono i Nirvana. Scherzo. Ho avuto momento della mia vita in cui ascoltavo molto una band chiamata Pain of Salvation. Non direi che è musica odierna ma è dopo il 2000. E c'è un gruppo inglese che si chiama Threshold, scrivono ottimi pezzi, ce n'è uno intitolato Pilot and the Sky of Dreams e direi che è ciò che avrebbero fatto i Pink Floyd se avessero avuto vent'anni nei primi anni 2000.

I Pagan’s Mind sono un buon gruppo metal, ho detto che non mi piace lo stile dei metallari, ma ovviamente un po' di musica metal mi piace, specialmente se è melodica. Ho anche un tatuaggio dei Manowar.

Tutto qua. Non ascolto molta musica moderna.


125esima Strada: Cosa pensi delle nuove tecnologie come Spotify o YouTube, che consentono ai musicisti di diffondere la propria musica in tutto il mondo? Sono positivi o negativi per l'industria musicale secondo te?

Pierre Edel: Sono molto pigro sui social media e non li uso come potrei e dovrei. Mi piace essere parte di questa generazione che ha uno smartphone in mano. Mi ricordo degli anni 90 quando abitavo in una nazione e scrivevo lettere ai miei familiari in qualche altra nazione. Non mi annoiava e credo che sia stato buono non avere avuto quei dispositivi quando ero piccolo perché mi ha aiutato a concentrarmi sulle lezioni di piano, sull'imparare le lingue, sullo sport, sulla lettura, il disegno, la scrittura. Adesso trovo più difficile concentrarmi rispetto a quando ero piccolo.

È una domanda filosofica e politica, perché dire che una cosa è buona o cattiva è averne una visione politica. Ascolto le interviste a Steve Lukather, Steven Tyler, Steve Vai, e hanno sempre una risposta diversa. E la domanda è “Se fossero nati negli anni 90 o 2000 sarebbero stati riconosciuti per il loro talento?” Ne dubito.

Perché la cosa peggiore di Spotify, YouTube e i social media è che c'è troppa pattumiera: chiunque può diventare un musicista, un fotografo, un giornalista, qualunque cosa. A un certo punto diventa ridicolo perché non esci a incontrare persone vere in una società sportiva o un negozio di musica. Mi ricordo nei primi anni 2000 che ho trovato il mio primo bassista in una rivista cartacea; ho comprato una rivista in un negozio di musica, stavo cercando un bassista e ne trovai uno. Era un inserzione senza un link a Spotify o YouTube, era il 2003, non c'era neanche una foto. Ma ovviamente con questo sistema perdi tempo.

Quindi è una domanda difficile a cui dare una risposta. Ci sono aspetti positivi e aspetti negativi. Ma l'aspetto peggiore è che non c'è assolutamente nessun controllo di qualità su YouTube, Facebook, Instagram, Spotify. C'è una montagna di spazzatura. Se ti piace la musica moderna e vuoi cercare qualche artista di qualità, per trovarne uno devi scremare tra cento artisti di merda e gente che si autodefinisce artista. È questa la mia opinione sull'argomento.

sabato 26 gennaio 2019

Pierre Edel: rock 'n' roll tra Parigi e Mosca

Che un cantante di valore partecipi a un talent show è un evento raro, che un cantante fenomenale ne faccia addirittura quattro è un evento unico nella storia. E’ questo il caso del vocalist francese Pierre Edel che ha partecipato a ben quattro edizioni di The Voice (in Francia nei primi mesi del 2014, in Russia nell’autunno dello stesso anno, in Ucraina nel 2016 e in Belgio nel 2018) e le sue interpretazioni di Whole Lotta Love, The House of the Rising Sun (due volte) e Sweet Child o’ Mine alle blind auditions sono tra le più apprezzate della storia di questo format. Nelle sue esibizioni al famoso talent show, Pierre ha dato ampio sfoggio della sua voce potente e della sua estensione e anche di una buona ecletticità, sapendo interpretare classici del rock, ma anche muovendosi bene in terreni più pop interpretando Bennie and the Jets di Elton John o Gimme! Gimme! Gimme! degli ABBA.


Pierre Edel è nato a Parigi nel 1987 da padre francese e madre russa e ha vissuto tra Parigi, Mosca, Londra, India e Ucraina e il contesto multiculturale in cui è vissuto influenza notevolmente la sua produzione musicale. Inoltre Pierre parla russo e francese madrelingua e questo spiega le sue connessioni con il mondo russo.

L’attività discografica di Pierre Edel ha preso le mosse ben prima della sua partecipazione a The Voice, quando nel 2013 realizzò una cover di Love Child dei Deep Purple, stampata al tempo anche su CD single. L’anno dopo Pierre Edel formò un duo con il chitarrista russo Sergey Mavrin dal nome Show Time e questa inedita accoppiata realizzò un EP dal titolo Press Your Fucking Delete Key dai suoni smaccatamente crossover, con basi vicine al metal e con Pierre alterna il canto al rap.

La collaborazione tra i due è continuata e nel 2015 quando incisero una cover di Geroy Asfalta (Герой асфальта) degli Aria, dall’album omonimo del 1987, di cui lasciano inalterata la melodia senza rinunciare a rendere più moderne le sonorità dal metal classico originale. In questa prova Pierre regge benissimo il confronto Valery Kipelov, pur avendo una voce notevolmente più acuta e molto diversa dal vocalist degli Aria. Per l’occasione il brano è stato inciso anche in francese con il titolo di Le Héros de l'Asphalte e con il testo tradotto dallo stesso Pierre. Nello stesso anno Pierre ha prestato la voce cantando in sanscrito nel brano Govinda nell’album Neotvratimoye (Неотвратимое) dei Mavrin, band fondata proprio da Sergey Mavrin.

Due anni dopo Pierre ha inciso il proprio primo album solista disponibile interamente su Soundcloud, in cui oltre a cantare con il suo timbro inconfondibile suona la chitarra, il basso e anche la tastiera in alcuni pezzi. Lo stile musicale di questo album è chiaramente ispirato ai modelli classici del rock degli anni 70 e degli anni 80 e il punto di forza di queste incisioni risiede sicuramente nelle notevoli capacità canore di Pierre, visto che il vocalist fa ampio sfoggio di acuti e di vibrato, che sono le doti migliori già messe in luce a The Voice e nelle sue produzioni precedenti.

Il disco parte alla grande con Ruins of Love il cui grintoso riff di chitarra è ispirato ai fondatori dell’hard rock come i Deep Purple o i Black Sabbath; le stesse atmosfere settantiane si trovano anche in Shower of Tears. Le influenze sulla musica di Pierre Edel non si esauriscono agli anni 70, visto che nell’album si trovano anche sonorità ottantiane e marcatamente AOR come in Snakewheel Ambustion e Return to the City of Love, dove la città dell’amore del titolo è ovviamente Parigi. Tra i pezzi dal sapore anni 80 si trova anche Chemistry of Love che di distingue per l’intro acustico dalle suggestioni caraibiche. Nell’album non manca una spruzzata di funk, con 66Sex, e nemmeno qualche momento più d’atmosfera con le power ballad Electric Bridge e Breaking Chains che chiude il disco.


Sul canale YouTube di Pierre Edel si possono trovare le versioni acustiche di Electric Bridge, Chemistry of Love oltre a un pezzo inedito intitolato Tu M’as Tout Dit, una ballad in cui troviamo il vocalist cantare in francese, dando così un tocco di originalità a questo pezzo dai ritmi lenti.

Nonostante sia poco noto al di fuori del mondo francofono e russofono, se non per le performance a The Voice, Pierre Edel è una delle realtà più interessanti del rock contemporaneo grazie a una voce singolare e molto versatile, e anche alla sua capacità compositiva riscontrabile nei suoi pezzi originali. Non resta che sperare che il grande pubblico si accorga di questo enorme talento e magari il mezzo per farsi conoscere potrebbe essere quello di allungare la lista dei talent show a cui ha partecipato.

giovedì 10 dicembre 2015

Chorny Kofe - Vol'nomu - Volya

I Chorny Kofe (in cirillico Чёрный Кофе) sono uno dei gruppi di spicco della scena metal moscovita che con i suoi suoni teatrali e maestosi ha creato una nicchia di grande valore nella produzione metal mondiale grazie alle sonorità distintive che la identificano. La band fondata a Mosca nei primi anni 80 ha iniziato la propria attività nell'84 con il disco Pridi I Vse Vozmi (Приди и всё возьми), nonostante anche i primi LP fossero di ottima qualità i migliori dischi della loro carriera sono quelli registrati verso la fine del decennio tra cui il loro sesto uscito nel 1989 e intitolato Vol'nomu - Volya (Вольному — воля).

La musica dei Chorny Kofe si basa su un metal classico di ispirazione NWOBHM ricco di melodie grazie all'uso massiccio di tastiere che lo avvicina anche al pop metal molto in voga in USA e UK nello stesso periodo. Inoltre la forza della band si basa anche sulla potenza della voce del cantante Dmitry Varshavsky incredibilmente forte e acuta e sul suono delle chitarre al contempo energiche e melodiche che ricorda gruppi storici del metal come i Dio o i Rainbow.

L'album parte fortissimo con l'energica Brozhu Po Gorodu Oodin (Брожу по городу один) e tra gli altri brani spiccano anche la title track, Na Posljednij Pojezd (На последний поезд) e Svjetlyj Obra (Светлый обра) che sono ottimi esempi di come il gruppo sappia coniugare abilmente forza e melodia.

Il disco è composto in totale da 9 brani di cui sette veloci e due ballad piuttosto tradizionali che riprendono gli stilemi classici dei lenti metal. Bellissima anche la trascinante traccia conclusiva Eto — Rok (Это — рок), nuova versione del brano dallo stesso titolo inciso nel 1986 sulla ristampa dell'album Svjetlyj Mjetall (Светлый металл), che grazie ai cori sul ritornello risulta incredibilmente coinvolgente e molto più potente dell'originale. In pezzo non va confuso con il brano omonimo che apre il primo album degli Aria e che con questo ha in comune solo il titolo.

Nell'edizione in CD dell'album, che ha una copertina diversa rispetto al vinile, è aggiunta una decima traccia intitolata Staryj Park (Старый парк), cupa ballad dalle atmosfere new wave.

Nonostante numerosi cambi di formazione che hanno lasciato il solo Dmitry Varshavsky come unico membro della band dalle origini fino ad oggi, i Chorny Kofe, in cui oggi milita anche la moglie del cantante Jevgjenija Varshavskaja come chitarrista, continuano a produrre ottimi album di altrettanto ottimo metal e fortunatamente non sembrano intenzionati a fermarsi. E finché la qualità della loro musica resta questa saranno sempre i benvenuti nelle discografie di tutti gli amanti del rock.

sabato 30 maggio 2015

Aria - S Kem Ty?

I moscoviti Aria (Ария, in cirillico) sono senza dubbio il gruppo di punta della scena metal della capitale russa che, con gruppi del calibro di Chorny Kofe, Krematorij e Master, non ha nulla da invidiare al Regno Unito o agli USA.

A un solo anno di distanza dal loro magistrale album di esordio intitolato Mania Velichia (Мания Величия) del 1985 il gruppo capitanato da Valery Kipelov ha pubblicato il suo secondo lavoro intitolato S Kem Ty? (С кем ты?) in cui riesce nella difficile impresa di superare i fasti del primo. Il disco parte alla grande con la travolgente Volya i Razum (Воля и Разум) e con la teatrale Vstan`, Strakh Preodolej (Встань, Страх Преодолей) e procede in tutti i suoi otto brani senza cali di qualità. La musica degli Aria si ispira chiaramente ai giganti del NWOBHM come Iron Maiden e Judas Priest grazie alle chitarre potenti alla voce tenorile di Kipelov che quanto a estensione e forza ha ben poco da invidiare a Bruce Dickinson e Rob Halford.

Il disco che ne risulta è un capolavoro del metal che trascende lingua e cultura ed è composto da sei brani veloci e trascinanti, i cui testi sono scritti dal poeta russo Alexander Yelin, più una ballad intitolata Bez Tebya (Без Тебя) e la strumentale Pamyat' O... (Память О...).

Dopo S Kem Ty? gli Aria hanno proseguito come hanno iniziato, con dei dischi di ottimo livello che dimostrano che il metal si può fare anche in lingue diverse dall'inglese che danno sfaccettature diverse alla musica per via del loro suono. La qualità della musica degli Aria è rimasta intatta fino al 2002, quando Kipelov ha lasciato il gruppo per fondarne uno che porta il suo nome (curiosamente proprio Rob Halford fece lo stesso negli anni in cui si allontanò dai Judas Priest). I cantanti che lo hanno sostituito comunque non hanno deluso le aspettative e ancora oggi gli Aria sono uno dei migliori gruppi metal a livello mondiale.