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lunedì 30 luglio 2018

La discografia dei Crickets successiva alla morte di Buddy Holly (prima parte 1960 - 1962)

La carriera discografica dei Crickets subì un brusco arresto il 3 febbraio del 1959, quando l'aereo che trasportava il frontman Buddy Holly, insieme a Ricthie Valens e The Big Popper, si schiantò vicino a Clear Lake, nell'Iowa. Fortunatamente la morte di Holly non terminò definitivamente la carriera della band che riuscì a riorganizzare la propria formazione e a tornare in studio di registrazione due anni dopo il tragico evento.

Il primo album successivo alla morte di Buddy Holly si intitola In Style With the Crickets ed è stato pubblicato a dicembre del 1960. La band sostituì Buddy Holly con Earl Sinks (che incredibilmente non compare nella copertina del disco) alla voce e con Sonny Curtis alla chitarra (e in due dei dodici pezzi anche alla voce sostituendo Sinks). Il canto nuovo vocalist ricorda molto quello di Buddy Holly e infatti la musica di questo album rispecchia molto lo stile dei dischi precedenti, con un rock and roll veloce e divertente, spesso ai confini con il rockabilly.

L'album si apre con More Than I Can Say che nei decenni a seguire vanterà innumerevoli cover tra cui quella di Leo Sayer del 1980 e contiene altre grandissime perle come I Fought The Law che sarà portata al successo anche dai Clash nell'album eponimo del 1977. Nel disco si trova anche la ballad Deborah, unico pezzo lento delle dodici tracce, e la cover di Great Balls of Fire di Jerry Lee Lewis, che in questa reinterpretazione resta piuttosto simile all'originale. Chiude l'LP Love's Made a Fool of You che in alcune occasioni è stata erroneamente inserita in compilation di Buddy Holly.

Il secondo album dei Crickets senza il loro leader storico uscì due anni dopo nel 1962 e si intitola Bobby Vee Meets the Crickets, come dice il titolo stesso l'album vede il cantante Bobby Vee collaborare con i Crickets come vocalist, dando così un'impronta più rock alle incisioni e caratterizzando notevolmente la musica che si distacca da quella delle origini. Il disco è composto di nuovo da dodici tracce tra cui la cover di Well... All Right, incisa originariamente proprio dai Crickets con Buddy Holly come b-side di Heartbeat del 1958, e Bo Diddley dell'omonimo bluesman che pure era stata incisa dagli stessi Crickets di nuovo con Buddy Holly, ma tale versione verrà pubblicata solo nel 1963 nell'album postumo Reminiscing. Nel disco si trovano anche le cover di Sweet Little Sixteen e Little Queenie di Chuck Berry e Lucille inizialmente incisa da Little Richard. In generale le sonorità dell'album sono più grintose e aggressive e proprio per questo il disco non contiene ballad e l'unico pezzo che rallenta leggermente i ritmi è la cover di The Girl of My Best Friend, portata al successo due anni prima da Elvis Presley.

Nello stesso anno dell'album con Bobby Vee, i Crickets pubblicarono anche il successivo intitolato Something Old, Something New, Something Blue, Somethin' Else. Anche in questo caso il titolo ne suggerisce il contenuto: l'album include infatti otto cover (di cui quattro con la parola "blue" nel titolo) e quattro pezzi nuovi. Per questo album entra in formazione il nuovo cantante Jerry Naylor che ricopre il ruolo di voce principale in tutti i pezzi e anche per questo l'album prende una strada ancora diversa da tutti i precedenti, con suoni più patinati, più orientati al rock and roll e staccandosi sempre più dal rockabilly.

Tra le cover troviamo Summertime Blues di Eddie Cochran, Blue Monday di Fats Domino Love Is Strange di Mickey & Sylvia, incisa dalla band anche con Buddy Holly, ma anche in questo caso la registrazione fu pubblicata solo nel 1969 oltre dieci anni dopo la morte del cantante nell'album Giant. Tra gli inediti, troviamo due ballad, quali Parisian Girl e Little Hollywood Girl scritta per i Crickets da Gerry Goffin e Jack Keller; gli altri due inediti sono la movimentata Don't Ever Change, scritta ancora da Gerry Goffin, questa volta con la ben nota Carole King, e il midtempo He's Old Enough To Know Better.

Dopo questi primi tre i Crickets continuarono a sfornare album di ottima qualità e la loro carriera non si è ancora esaurita, né dal punto di vista discografico né da quello delle esibizioni dal vivo, anche se i loro dischi più recenti sfruttano soprattutto la nostalgia per i loro anni più gloriosi. Questa incredibile band resta comunque tra i più influenti pionieri del rock and roll e se il rock attuale di ogni genere è quello che tutti conosciamo, una buona fetta del merito va sicuramente anche a Buddy Holly e ai Crickets.

giovedì 22 marzo 2018

Sam Cooke - Twistin' the Night Away

Nei primi anni 60 Sam Cooke decise di allontanarsi dal soul tradizionale per condire la propria musica con elementi provenienti da altri stili. Nel 1961 provò a mischiare il soul con lo swing nell'album Swing Low e lo stesso anno tentò anche la strada del connubio con il blues con My Kind of Blues; visto il successo dei due esperimenti l'anno seguente realizzò Twistin' the Night Away che come dice il titolo stesso unisce il suono di Sam Cooke con il twist che in quegli anni godeva di grande popolarità grazie ad artisti come Hank Ballard and The Midnighters e ovviamente Chubby Checker.

Il risultato è l'LP più diverente della carriera di Sam Cooke, composto di dodici pezzi in cui regna l'atmosfera allegra e festaiola tipica del twist. L'album contiene capolavori assoluti della discografia del cantante come la title track, Twistin' in the Kitchen with Dinah e Twistin' in the Old Town Tonight. Tra i pezzi più allegri troviamo anche una cover di The Twist the Hank Ballard (portata al successo anche da Chubby Checker) che Cooke personalizza nel suo stile fino a renderla irriconoscibile.

Nel disco è presente anche Somebody's Gonna Miss Mea, ballad più tradizionale e più vicina ai lavori di Sam Cooke degli inizi. Tra i brani più puramente soul troviamo anche Soothe Me, in cui Cooke duetta com Lou Rawls, quest'ultimo è presenta anche nella divertente Movin' And A'Groovin in veste di autore. In questo disco non manca un assaggio di blues con Somebody Have Mercy, brano basato su una bella commistione di chitarre, piano e armonica sul ritornello.

E' difficile trovare album migliori di altri nella straordinaria carriera di Sam Cooke, perché le sue uscite discografiche hanno inanellato successi a ripetizione, ma se c'è un merito particolare che può essere riconosciuto a questo disco è quello di avere un'anima ballabile e orecchiabile che spicca sugli altri. E oltre a dare una grande prova delle capacità di Sam Cooke come cantante e autore, dimostra anche la sua incredibile versatilità.