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mercoledì 6 novembre 2019

Tarja - In The Raw

La discografia solista di Tarja Turunen si può facilmente dividere in tre fasi: una prima in cui ha continuato a far rivivere i fasti dei Nightwish delle origini, una seconda iniziata nel 2016 con una svolta verso il pop, e parallelamente alla prime due una terza in cui ha inciso dischi di musica classica e lirica. Il nuovo In The Raw si colloca sicuramente sulla strada pop iniziata con gli album The Brightest Void e The Shadow Self di tre anni fa; questo disco contiene infatti dieci tracce sempre più lontane dal symphonic metal degli esordi ma pur sempre di ottima fattura, ricche di spunti e di commistioni interessanti.

L'album si apre con Dead Promises che vede come ospite Björn Strid dei Soilwork, il pezzo era stato pubblicato prima dell'uscita dell'album accompagnato da un video e la scelta è incomprensibile, visto che si tratta dell'unica traccia dell'album che ci saremmo volentieri risparmiati. Fortunatamente il passo falso è presto dimenticato grazie alla bellissima e Goodbye Strangers che vede come ospite Cristina Scabbia dei Lacuna Coil che in questo brano mette il luce doti canore che non emergono praticamente mai nelle sue produzioni con il gruppo milanese, e ovviamente viene da chiedersi perché servisse Tarja per tirare fuori il meglio dalla nostra Cristina.

Il resto del disco propone una predominanza di brani leggeri e di facile ascolto, come Tears in Rain, Serene e Shadow Play. Tra i pezzi migliori del disco troviamo anche You and I e Railroads in cui Tarja regala qualche tocco di canto lirico nei ritornelli. Nell'album sono presenti anche due pezzi molto più lunghi degli altri. Il primo di essi è la bellissima ballad The Golden Chamber, una lunghissima ballad con influenze new age in cui per circa tre minuti Tarja esegue un maestoso vocalizzo, per la restante parte il pezzo ha solo due strofe di cui la seconda il finlandese. Il secondo pezzo che supera i sette minuti è Spirits of the Sea, anch'essa lentissima e ricca di suggestioni new age. Completa l'album Silent Masquerade che vede la presenza come ospite di Tommy Karevik, vocalist dei Kamelot e dei Seventh Wonder, che duetta con Tarja eseguendo le voci basse mentre la soprano fa quelle alte.

In sintesi, In The Raw è l'ennesimo capolavoro di questa straordinaria artista che in oltre due decadi non ha mai sbagliato un colpo. Con questo disco Tarja conferma la sua straordinaria ecletticità, non solo come interprete ma anche coma autrice perché fino ad ora non aveva mai sconfinato nel new age. mentre questa volta l'ha fatto e con ottimi risultati. In The Raw è sicuramente uno degli album migliori di questo 2019 ed è anche uno dei migliori lavori di una cantante che non smette mai di stupire.

martedì 19 dicembre 2017

Tarja - From Spirits and Ghosts (Score for a Dark Christmas)

Il 2017 vede il ritorno di Tarja Turunen alla musica natalizia con quello che può essere considerato il suo terzo album classico dopo Henkäys Ikuisuudesta e Ave Maria - En Plein Air. In questo nuovo album intitolato From Spirits and Ghosts (Score for a Dark Christmas) la soprano finlandese interpreta undici classici natalizi più un inedito intitolato Together scritto proprio da lei.

Le sonorità di questo album sono lontanissime dal metal, ci troviamo invece di fronte a un disco di musica sinfonica in cui le basi musicali sono suonate da un'orchestra. Come suggerisce il sottotitolo dell'album le atmosfere non sono quelle consuete gioiose di questo tipo di incisioni, ma cupe, gotiche e introspettive. Riletti in questa chiave oscura troviamo canti come O Tannenbaum, Amazing Grace, Pie Jesu, What Child is This, fino alla più moderna Feliz Navidad.

La voce di Tarja è come sempre limpida, cristallina e tecnicamente perfetta; a lei si uniscono spesso dei cori di bambini che sottolineano l'atmosfera cupa dell'intero album come in Deck The Halls o in Together.

Dopo l'uscita dell'album è stata anche pubblicata una nuova versione di Feliz Navidad cantata da Tarja con dodici ospiti d'eccezione tra cui altre regine del symphonic metal come Sharon den Adel, Simone Simons, Floor Jansen e l'italiana Cristina Scabbia. In questa nuova versione Tarja canta le strofe mentre i dodici ospiti si alternano al microfono nel ritornello creando una mescolanza di voci che dona un bell'effetto corale lasciando inalterata la melodia della versione solita presente sull'album.

Insieme all'album è stata anche pubblicata la prima graphic novel di Tarja intitolata Novel For A Dark Christmas che vede come protagoniste le due incarnazioni di Tarja che si vedono nel suggestivo video di O Tannenbaum: quella bianca e quella oscura.

From Spirits and Ghosts dimostra ancora una volta l'incredibile ecletticità di Tarja che sa interpretare con la stessa maestria i propri pezzi metal e anche i classici natalizi di ogni tempo, ma soprattutto queste incisioni mostrano le sue incredibili doti di compositrice che hanno saputo dare agli undici classici dei risvolti a cui nemmeno gli autori originali avevano pensato. Le melodie sono così ricche di spunti che ad ogni ascolto questo disco regala emozioni sempre nuove e una volta giunti al termine delle dodici tracce non si può non riconoscere che ogni produzione discografica di Tarja è semplicemente perfetta sotto ogni aspetto, e questo nuovo disco natalizio non fa eccezione.

martedì 9 agosto 2016

Tarja - The Shadow Self

A due mesi dall'uscita di The Brightest Void, che era stato definito the prequel, esce il nuovo album di inediti della soprano finlandese Tarja Turunen che dà così alle stampe il suo quarto lavoro in poco più di un anno.

L'album è intitolato The Shadow Self e si apre con il brano Innocence di cui era stato pubblicato il video a giugno; il pezzo di apertura chiarisce subito quale sarà la qualità complessiva dell'album perché è semplicemente grandioso, caratterizzato da una base sostenuta dal piano e dalla voce di Tarja che mostra già in avvio tutta la sua estensione. Il brano è già stupendo di suo ed è anche impreziosito da un inciso musicale di circa un minuto guidato ancora dal piano prima che Tarja attacchi a cantare il ritornello l'ultima volta. Con il secondo pezzo intitolato Demons in Me, purtroppo, abbiamo una brutta caduta di stile: il pregio dei Nightwish è di Tarja da solista è sempre stato quello di proporre del symphonic metal privo di growl che è solo una stupidaggine adatta ai gruppi che devono ricorrere a questa tecnica cacofonica per ovviare alla carenza di idee e capacità. Sul growl si espresse bene Rob Halford: I like to hear a singer sing. Quindi, tornando a Tarja, i produttori dovrebbero spiegarci i motivi della presenza della cantante canadese Alissa White-Gluz che con il suo growl rende brutto e fastidioso un brano che senza di lei sarebbe sicuramente stato migliore.

Ma fortunatamente la delusione dura poco e come terza traccia ritroviamo No Bitter End che era già contenuta in The Brightest Void ma che in questa versione dura quasi un minuto in più; il brano ha sancito una virata di Tarja verso il pop ma la qualità della sua musica resta notevole nonostante il brano sia decisamente di easy listening. Il quarto pezzo è intitolato Love to Hate ed è una maestosa e onirica ballad in cui Tarja di nuovo mette a frutto la sua voce cristallina regalando un altro brano di grande effetto. A seguire troviamo la cover di Supremacy dei Muse proposta in versione simile originale ma con la voce di Tarja che raggiunge ovviamente vette ben più acute di quella di Matthew Bellamy; il brano è talmente simile alla versione dei Muse che viene naturale sognare un bel duetto tra Tarja e Bellamy.

La sesta traccia intitolata The Living End è una lenta ballad leggera ed eterea di nuovo basata sulla musica del piano suonato proprio dalla cantante e dalla sua voce che qui suona angelica e leggiadra, il pezzo è arricchito da una bellissima seconda voce sul ritornello eseguita dal fratello di Tarja, Toni Turunen. Segue Diva che come suggerisce il titolo è un brano maestoso e dal sapore operistico in cui Tarja dà la migliore performance dell'intero disco per potenza ed estensione accompagnata da una imponente musica orchestrale. L'ottavo brano è Eagle Eye già presente su The Brightest Void e qui proposta in versione leggermente più breve, una ballad piuttosto tradizionale ma comunque di grande valore che vede ancora la presenza del fratello Toni Turunen.

Alla nona traccia troviamo Undertaker, brano veloce e aggressivo dal sapore anni 80 nelle cui strofe Tarja dimostra di saper cantare alla grande anche note insolitamente basse per poi risalire nel ritornello verso le tonalità che conosciamo. La decima traccia è intitolata Calling From the Wild ed è quella che più ricorda le produzioni passate di Tarja, il brano parte come una ballad per poi accelerare grazie alle poderose chitarre che lo riportano su panorami a cui la cantante ci ha abituato.

Chiude il disco un altra ballad melodica intitolata Too Many, anch'essa piuttosto tradizionale e anch'essa influenzata dagli anni 80, ma che conferma di nuovo quali sono le capacità canore della nostra soprano. La traccia contiene anche una ghost track del tutto trascurabile in cui Tarja dice This Is a Hit Song su una base dance che stona fortemente con il resto dell'album.

The Shadow Self è bellissimo anche a livello di packaging. Mentre il CD di The Brightest Void era interamente bianco, questo è interamente nero su entrambe le facciate e quella superiore riporta disegnati i solchi del vinile: ottimo lavoro anche dal punto di vista grafico.

A parte Demons in You l'album è un vero capolavoro che propone dieci ottimi brani dalle sonorità molto varie. Con questo album e con il suo prequel Tarja si sta forse avvicinando a sonorità meno dure di quanto ha fatto in precedenza virando leggermente verso il pop, ma questo non deve ingannare: la qualità delle sue produzioni non cala minimamente e al contrario con questi nuovi dischi Tarja sta dimostrando di saper ampliare il proprio repertorio in modo molto convincente e di non essere ancorata ad alcun modello. The Shadow Self è in sintesi un gran disco che aggiunge una pietra importante alla discografia della soprano e che dimostra ancora una volta, e non che ce ne fosse bisogno, che Tarja non ha eguali nel panorama rock e metal a livello mondiale.

mercoledì 8 giugno 2016

Tarja - The Brightest Void

Il 3 giugno del 2016 la soprano finlandese Tarja Turunen ha pubblicato il primo dei suoi due album previsti per quest'anno. In realtà The Brightest Void (reso disponibile anche in streaming su Apple Music una settimana prima dell'uscita per la vendita) è indicato nelle immagini promozionali come The Prequel a sottolienare che si tratta della minore per importanza delle due pubblicazioni e che contiene in parte proprio il materiale scartato dal disco in uscita ad agosto.

The Brightest Void è composto da nove tracce tra inediti, nuove versioni di materiale edito e pezzi già pubblicati altrove. Il disco si apre con No Bitter End il cui video era stato pubblicato ad Aprile, il brano è molto più morbido e tendente al pop rispetto alle produzioni pregresse di Tarja e si distacca dalla sue altre prove in studio per l'abbandono almeno parziale del canto lirico; ciò nonostante si tratta di un gran bel pezzo forte e trascinante che dimostra che Tarja si trova benissimo anche in territori lontani dal symphonic metal. La seconda traccia è intitolata Heaven and Hell e vede come ospite il cantante rock finlandese Michael Monroe; questa è forse la traccia meno convincente dell'intero album perché Tarja offre una grande prova ma Monroe sembra proprio fuori dal suo habitat. Anzitutto Monroe raglia e abbaia, ma di certo non canta, e basta ascoltare altre sue registrazioni per scoprire che in terreni che gli sono più congeniali si muove molto meglio; in secondo luogo laddove i due duettano (e ovviamente Tarja canta la voce alta e Monroe quella bassa) di fatto si sente molto di più la voce della soprano che quasi sotterra Monroe; il pezzo di suo sarebbe anche stato interessante, ma in questo caso Tarja si è proprio scelta il partner sbagliato.

Il terzo brano intitolato Eagle Eye è la prima ballad del disco con cui Tarja torna su un symphonic metal piuttosto tradizionale grazie alla base ricca di chitarre e alla sua voce cristallina. Il pezzo è impreziosito dalla presenza di una parte parlata interpretata dal fratello di Tarja, Toni Turunen. Anche il quarto brano, An Empty Dream, è una ballad e questa volta ci troviamo davanti a un pezzo già edito in quanto pubblicato lo scorso anno nella colonna sonora del film argentino Corazón Muerto. La quinta traccia intitolata Witch Hunt è di nuovo una ballad, anche questa così come la precedente dalle atmosfere cupe e gotiche; anche questo è un pezzo già edito in quanto in passato eseguito e registrato dal vivo per il disco live e per il tour The Beauty and The Beat; in questa incisione da studio il pezzo è ancora più cupo e onirico della versione live perché all'orchestra si sostituisce una base davvero minimale. Witch Hunt è comunque uno dei pezzi più belli dell'album perché la voce pulita e limpida di Tarja si accosta alla base musicale angosciante realizzando un contrasto di grande effetto.

Con il sesto brano Shameless i ritmi tornano a salire, il pezzo è potente con una base energica a cui si somma la voce impeccabile di Tarja che tocca notevoli acuti nel ritornello e note sorprendentemente basse nella strofa: un'altra delle perle di questo album. Il settimo pezzo è la prima delle due cover proposte da questo album: House of Wax di Paul McCartney originariamente pubblicata sull'album Memory Almost Full del 2007 del cantante inglese, che Tarja propone in versione molto simile all'originale. La seconda cover è Goldfinger, colonna sonora dell'omonimo film di James Bond originariamente interpretata da Shirley Bassey, che Tarja personalizza molto raggiungendo acuti molto più alti di quelli della Bassey.

Il pezzo finale è una nuova versione di Paradise (What About Us?) dei Within Temptation con la partecipazione di Tarja, inizialmente pubblicata sull'album Hydra del gruppo olandese. Questa versione si discosta molto poco dall'originale: l'unica differenza è che la voce di Tarja si sente di più, sia nel vocalizzo iniziale (prima dell'attacco della prima strofa) sia nelle parti cantate insieme a Sharon Den Adel.

Sulla qualità di questo The Brightest Void c'è ben poco da dire perché è semplicemente ottimo, così come tutte le pubblicazioni di Tarja. La sua voce è sempre perfetta e la cantante stacca nettamente tutte le colleghe dello stesso genere per potenza e bravura. E se questo lavoro è fatto di scarti di altre pubblicazioni non possiamo che aspettarci un altro capolavoro con la prossima ed imminente uscita.

giovedì 24 dicembre 2015

Tarja - Henkäys Ikuisuudesta

Dopo aver abbandonato i Nightwish alla fine del 2005 per dissapori interni, la soprano finlandese Tarja Turunen non aspettò neppure un anno prima di avviare la propria carriera solista, ma anziché proseguire sulla strada del symphonic metal, che comunque avrebbe ripreso con gli album successivi, iniziò questa nuova fase con un disco di canti natalizi intitolato Henkäys Ikuisuudesta. L'album è una raccolta di brani classici e moderni con l'aggiunta del pezzo di apertura intitolato Kuin Henkäys Ikuisuutta scritto dalla stessa Tarja in finlandese.

Ciò che colpisce già dal primo ascolto è l'incredibile varietà dei brani scelti da Tarja che ha attinto da diversi decenni dello scorso secolo, da colonne sonore e anche dalla tradizione natalizia classica e lirica. Tra i pezzi moderni interpretati da Tarja troviamo infatti la celeberrima Happy Xmas (War is Over) di John Lennon, Happy New Year degli Abba, You Would Have Loved This di Cori Connors, The Eyes of a Child degli Air Supply, Marian Poika traduzione in finlandese di Mary's Boy Child di Jester Hairston e Walking in the Air dal film The Snowman che Tarja aveva già inciso nel 1998 nell'album Oceanborn dei Nightwish ma che qui troviamo registrata con una strumentazione più classica accompagnata solo da organo e archi. Questi brani sono proposti in versioni sostanzialmente uguali agli originali con la splendida voce di Tarja a renderli ancora più speciali e già da questi pochi pezzi si capisce come Tarja sia perfetta in qualunque stile canoro in cui si cimenti, passando dall'allegria del brano di Hairston al canto lirico di Walking in the Air.

Tra i brani classici ne troviamo quattro appartenenti alla tradizione finlandese, En Etsi Valtaa, Loistoa che Tarja aveva già inciso nel 2004 nel suo singolo natalizio Yhden Enkelin Unelma e che qui è stata reincisa, Varpunen Jouluaamuna, Mökit Nukkuu Lumiset e Jo Joutuu Ilta oltre all'Ave Maria di Schubert cantata in tedesco, il Quia Respexit dal Magnificat di Bach e Jouluyö, Juhlayö versione finlandese di Stille Nacth. Tarja canta tutti i brani classici con registro lirico e sulle sue interpretazioni c'è ben poco da dire perché è semplicemente impeccabile in ogni esecuzione.

L'album è stato ristampato nel 2010 con quattro brani nuovi tutti in finlandese; tre di questi Heinillä Härkien, Maa On Niin Kaunis e Arkihuolesi Kaikki Heitä erano stati incisi da Tarja l'anno predente per la compilation natalizia Maailman Kauneimmat Joululaulut, e il quarto Kun Joulu On è invece di nuovo tratto da Yhden Enkelin Unelma.

Tutti questi brani e molti altri sia moderni che classici vengono eseguiti regolarmente da Tarja dal vivo nelle sue tournée natalizie a riconferma del fatto che una delle voci metal più note del mondo è anche una delle voci classiche migliori del pianeta in grado di far vivere l'atmosfera natalizia come nessun'altro sa fare. Ma come abbiamo già scritto varie volte sulle pagine di questo blog a Tarja non servono più conferme a dimostrare che sa eseguire ogni stile canoro in modo perfetto.

giovedì 24 settembre 2015

Tarja - Ave Maria - En Plein Air

Non più tardi di qualche mese fa scrivevamo sulle pagine di questo blog che l'ultimo disco live di Tarja intitolato Luna Park Ride era tanto bello quanto inutile, ma avevamo scritto ciò perché la soprano finlandese aveva già annunciato che nel giro di qualche mese avrebbe pubblicato uno di quei capolavori di cui solo lei è capace e quindi non capivamo il senso di quella pubblicazione che non aveva da offrire nulla di nuovo. Nel settembre del 2015 è infatti uscito il suo primo album di musica classica intitolato Ave Maria - En Plein Air in cui eccezionalmente abbandona il metal per dedicarsi unicamente alla lirica.

L'album è una raccolta delle più belle Ave Maria mai scritte da autori classici e moderni, che spaziano da Camille Saint-Saëns a Gounod a Pietro Mascagni fino ad Astor Piazzolla, per chiudersi con un'incisione inedita scritta dalla stessa Tarja che fino ad oggi aveva eseguito solo dal vivo nelle sue tournée natalizie, così come nelle stesse occasioni aveva già eseguito dal vivo molti degli altri brani presenti in questo album. L'uscita del disco era stata anticipata nelle settimane precedenti dalla pubblicazione del video dell'Ave Maria del compositore italiano Paolo Tosti che già faceva intuire ciò che l'album intero ha confermato, cioè che Tarja è semplicemente perfetta in ogni brano e la sua voce cristallina risuona forte e armoniosa al tempo stesso. E' impossibile individuare brani migliori di altri perché sono tutti insuperabili, va solo notato che l'Ave Maria di Bach/Gounod è leggermente accelerata rispetto all'originale dando così un tocco di unicità a questa interpretazione.

Tra i dodici brani (tredici, se si include la bonus track Ave Maria Stella di Edvard Grieg disponibile solo su iTunes) manca la famosissima Ave Maria di Schubert e se questo a prima vista può sorprendere, la spiegazione è presto data: Tarja aveva l'aveva già incisa nel suo disco natalizio Henkäys ikuisuudesta del 2006 e non avrebbe avuto senso ripetersi.

Chiudiamo con una breve considerazione. Molti integralisti della lirica ritengono che Tarja, così come le altre regine del symphonic metal, non reggerebbe il confronto con le più blasonate soprano del panorama operistico come Angela Gheorghiu o Anna Netrebko perché non sarebbe in grado di cantare un'opera per intero, e questo è probabilmente vero per via della preparazione ovviamente diversa. Ma allo stesso modo nessuna delle cantanti d'opera saprebbe cantare il metal come Tarja e sul terreno comune, quale può essere quello delle Ave Maria, Tarja esce dal confronto a testa alta ed è molto più brava delle colleghe operistiche a scandire le parole: il canto di Tarja è perfettamente comprensibile (anche quando canta in italiano il brano di Tosti), mentre di solito nel cosiddetto bel canto non si riesce a intendere una sola parola. Questa capacità la eredita sicuramente dalla sua lunga esperienza nel rock e nel metal in cui scandire bene le parole è invece molto importante.

Tarja non aveva certo bisogno di dimostrare di essere di bravissima anche nel canto lirico puro, perché lo aveva già fatto con i suoi concerti natalizi e con Beauty and the Beat realizzato il collaborazione con il batterista Mike Terrana, ma con questo album si conferma comunque una cantante incredibilmente versatile e completa. Non ci resta che sperare che non passi troppo tempo prima del suo prossimo album metal.

sabato 6 giugno 2015

Tarja - Luna Park Ride

La straordinaria cantante finlandese Tarja Turunen ha da poco pubblicato il suo nuovo album live intitolato Luna Park Ride. Si tratta di un doppio album che contiene sul primo disco il concerto della cantante del 27 marzo 2011 al Luna Park di Buenos Aires e sul secondo diverse incisioni dal vivo registrate in varie occasioni tra il 2010 e il 2014.

Dal punto di vista qualitativo c'è ben poco da dire: Tarja è semplicemente perfetta. E' l'unica cantante del panorama symphonic metal in grado di tenere lo stile lirico in qualunque brano, a qualunque tonalità e velocità. Nei due dischi Tarja spazia, come sempre fa nei concerti, dal proprio repertorio solista a quello dei Nightwish risalente al periodo di quando ne era la cantante. Ad essi aggiunge la cover di Signos dei Soda Stereo, che riesce a trasformare da un pezzo new wave a uno symphonic metal, e un medley anni 80 composto da Where Were You Last Night, Heaven Is a Place on Earth e Livin' on a Prayer. Tarja interpreta ogni brano magistralmente, la sua voce non conosce sbavature e i brani suonano quasi identici alle incisioni in studio.

Se dal punto di vista qualitativo non ci sono dubbi, ce ne sono invece molti sull'opportunità di stampare nel 2015 un live risalente al 2011 e appartenente al medesimo tour del live pubblicato nel 2012 Act 1: Live in Rosario soprattutto considerando che gran parte dei brani sono stati cantati in entrambi i concerti e che Luna Park Ride era già stato stampato come disco extra dell'edizione speciale di Act: 1. Anche il secondo disco aggiunge poco a quanto già si conosceva dai live precedenti di Tarja poiché ben 7 dei 14 brani sono antecedenti al 2011.

Non ci sembra che Tarja avesse il disperato bisogno di stampare un disco nuovo per mantenere viva la propria immagine, dopo aver partecipato come coach alla quarta edizione di The Voice of Finland e dopo aver scritto sui social network di aver già altri due album in fase di lavorazione.

Luna Park Ride è in estrema sintesi un ottimo lavoro, ma purtroppo tanto valido quanto inutile.