Gli Ngozi Family sono uno dei gruppi più rappresentativi del cosiddetto zamrock, il movimento rock nato in Zambia negli anni 70. A dispetto del nome il gruppo fondato da Paul Ngozi non è composto da una famiglia, ma i quattro membri non sono in alcun modo legati da parentela. Del resto Ngozi non è nemmeno il vero cognome del cantante, deceduto nel 1989, che si chiamava in realtà Paul Dobson Nyirongo e il suo cognome d'arte Ngozi significa "pericolo" in lingua chichewa.
45,000 Volts, uscito nel 1977, è il loro album più celebre composto da 10 tracce che rappresentano benissimo il movimento zamrock nella sua interezza mischiando le caratteristiche tipiche del rock psichedelico di quel periodo con sonorità tipicamente nere prese dal funk e in parte anche dal reggae.
In ciascun brano il ritmo è imposto con forza dalla chitarra suonata proprio da Paul, che apre tutte le 10 tracce, a cui si sommano gli strumenti suonati dagli altri musicisti e la voce dello stesso Paul. Tra i brani spiccano l'allegra Atate (che significa "padre" in chichewa), che aggiunge sonorità caraibiche a quelle tipiche dello zamrock, e l'onirica e inquietante Night of Fear.
Come si evince chiaramente anche solo guardando la copertina (quella originale è all'inizio dell'articolo, qui a fianco quella della ristampa kenyota) i mezzi con cui è stato realizzato questo disco sono decisamente poveri e la qualità della registrazione ne risente. Gli unici suoni aggiunti in fase di post produzione sono gli echi di Night of Fear, per il resto l'intero disco è registrato in presa diretta. Va notato che questa limitazione è tipica degli Ngozi Family, ma non di tutta l'industria dello zamrock, altri musicisti come ad esempio Rikki Ililonga hanno prodotto musica di qualità indistinguibile da quella americana o europea.
Questo album non è certo un capolavoro, tra l'inglese approssimativo di Paul Ngozi e la qualità della registrazione, ma resta un esempio interessante di come i musicisti africani abbiano saputo mischiare la musica nera con la psichedelia. Non entrerà negli annali del rock, ma sicuramente merita più di un ascolto.
45,000 Volts, uscito nel 1977, è il loro album più celebre composto da 10 tracce che rappresentano benissimo il movimento zamrock nella sua interezza mischiando le caratteristiche tipiche del rock psichedelico di quel periodo con sonorità tipicamente nere prese dal funk e in parte anche dal reggae.
In ciascun brano il ritmo è imposto con forza dalla chitarra suonata proprio da Paul, che apre tutte le 10 tracce, a cui si sommano gli strumenti suonati dagli altri musicisti e la voce dello stesso Paul. Tra i brani spiccano l'allegra Atate (che significa "padre" in chichewa), che aggiunge sonorità caraibiche a quelle tipiche dello zamrock, e l'onirica e inquietante Night of Fear.
Come si evince chiaramente anche solo guardando la copertina (quella originale è all'inizio dell'articolo, qui a fianco quella della ristampa kenyota) i mezzi con cui è stato realizzato questo disco sono decisamente poveri e la qualità della registrazione ne risente. Gli unici suoni aggiunti in fase di post produzione sono gli echi di Night of Fear, per il resto l'intero disco è registrato in presa diretta. Va notato che questa limitazione è tipica degli Ngozi Family, ma non di tutta l'industria dello zamrock, altri musicisti come ad esempio Rikki Ililonga hanno prodotto musica di qualità indistinguibile da quella americana o europea.
Questo album non è certo un capolavoro, tra l'inglese approssimativo di Paul Ngozi e la qualità della registrazione, ma resta un esempio interessante di come i musicisti africani abbiano saputo mischiare la musica nera con la psichedelia. Non entrerà negli annali del rock, ma sicuramente merita più di un ascolto.