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giovedì 28 aprile 2016

La morte di Elvis Presley

Il 16 agosto del 1977 segnò una data fondamentale nella storia della musica perché nel primo pomeriggio di quel martedì il re del rock and roll Elvis Presley fu trovato morto in uno dei bagni della sua residenza di Graceland ponendo così una forzata fine alla carriera di uno dei più grandi interpreti della musica di tutti i tempi.

Nell'ultimo periodo Elvis conduceva una vita sregolata e senza orari, il giorno prima della sua morte si svegliò dopo le quattro del pomeriggio e quella stessa sera volle vedere il proprio dentista, il dottor Hofman, intorno alle 22:30 perché soffriva di forte mal di denti. Insieme a lui andò anche la donna con cui visse nell'ultimo periodo della sua vita, la ventunenne Ginger Alden con cui era fidanzato da meno di un anno. Il dentista praticò la pulizia della bocca e Elvis e gli fece anche alcune otturazioni, quindi visitò anche Ginger a cui pure praticò la pulizia della bocca. In quei giorni i rapporti tra Elvis e Ginger erano molto tesi perché il 16 agosto il cantante avrebbe dovuto partire per l'ennesima tournée della sua carriera e voleva che la ragazza lo seguisse, ma Ginger sosteneva di avere degli impegni che l'avrebbero trattenuta a Memphis e che lo avrebbe raggiunto in seguito.

Elvis e Ginger tornarono a Graceland alle 00:28 dalla visita dal dentista e mentre il cantante era ancora in macchina durante il suo ultimo spostamento gli fu scattata quella che rimarrà per sempre la sua ultima foto in vita. Alle 2:15 Elvis chiamò il suo medico personale, il dottor George Nichopoulos chiedendogli un analgesico perché uno dei denti curati da Hofman gli faceva ancora male, il medico gli prescrisse il Dilaudid ed Elvis chiamò quindi il fratellastro Rick Stanely chiedendogli di ritirare la prescrizione dal medico e le medicine dalla farmacia del Baptist Memorial Hospital. In rete si trova facilmente una copia della prescrizione del dottor Nichopoulos che include degli stimolanti oltre al Dilaudid, ma si tratta di un falso che veniva venduto insieme al bootleg Elvis' Greatest Shit del 1982 che nelle intenzioni di chi lo ha realizzato doveva raccogliere il peggior materiale mai registrato da Elvis. Nel documento falso il nome del medico è scritto sbagliato, Nichopolous invece di Nichopoulos, così come è sbagliato anche il codice di avviamento postale, 34108 invece di 38104.

Dopo aver assunto le medicine portategli da Stanley. Alle 4 di notte, ancora non riuscendo a dormire, Elvis svegliò il cugino Billy Smith e la moglie Jo per una partita di racquetball (sport simile allo squash ma giocato con una palla di gomma) con lui e Ginger, pensando che l'esercizio fisico lo avrebbe aiutato a tenere il peso sotto controllo, del resto la forma fisica sarebbe tornata a essere un fattore determinante vista l'imminente tournée. Nonostante Billy e Jo fossero addormentati a casa loro, accettarono l'invito e andarono a Graceland a giocare. Giocarono dapprima le due ragazze, poi Elvis e Ginger, poi Billy e Jo e poi Billy ed Elvis ma la partita dei due uomini degenerò in fretta e i due cominciarono a tentare di colpirsi reciprocamente con la palla, finché Elvis non si fece male allo stinco con la sua stessa racchetta. La partita finì con una risata di gruppo, quindi Elvis portò Ginger, Billy e Jo nella sala dove teneva il piano e intrattenne i suoi tre ospiti suonando e cantando due brani gospel e la canzone Blue Eyes Crying in the Rain di Fred Rose che Elvis aveva inciso per il suo penultimo album From Elvis Presley Boulevard, Memphis, Tennessee e Unchained Melody che Elvis aveva inciso per il suo ultimo album Moody Blue.

Verso le cinque del mattino Elvis e Ginger tornarono e letto e mentre il cantante camminava verso la sua stanza vide la figlia Lisa Marie ancora sveglia, la rimise a letto dandole un bacio della buona notte. Arrivato in stanza chiese a Rick di portargli altri sonniferi e il fratello gli consegnò il primo pacchetto di medicine che assunse quella mattina. Non riuscendo a dormire Elvis prese altre pastiglie alle 7 e ancora altre alle 8. Purtroppo le medicine assunte non ebbero l'effetto sperato e alle 9 Elvis, in preda a dolori addominali dovuti a una grave costipazione, si alzò dal letto dicendo a Ginger che sarebbe andato in bagno a leggere portando con sé un libro.

Nel frattempo Ginger si addormentò e si svegliò tra l'una e trenta e le due del pomeriggio non trovando Elvis accanto a sé. Non si allarmò da subito ed andò dapprima a lavarsi e truccarsi in un altro bagno, quindi andò a cercare Elvis nel bagno in cui l'uomo si era chiuso dalle 9 e dopo aver bussato senza ottenere la porta entrò e trovò il cantante steso a terra sul fianco sinistro con ancora i pantaloni abbassati in stato di incoscienza e con il viso immerso in una pozza di vomito. In preda allo spavento Ginger chiamò la governante al piano di sotto con l'interfono e questa inviò Al Strada, una delle guardie di Elvis, e il suo road manager Joe Esposito (nessuna relazione con l'omonimo cantante) che arrivò di corsa dal Howard Johnson Hotel e che capendo subito della gravità della situazione chiamò il soccorso medico e subito dopo chiamò anche Nichopoulos. Ginger, Al e Joe girarono il corpo sulla schiena ma questo era già freddo e rigido, provarono comunque a praticargli la rianimazione cardio-polmonare ma per via del rigor mortis la bocca di Elvis non si aprì, segno che il cantante era già deceduto da alcune ore e quindi ogni tentativo di rianimarlo sarebbe comunque stato vano. Sopraggiunsero sulla scena anche Vernon Presley, il padre del cantante, e Lisa Marie che Ginger tenne fuori dalla stanza per non farle vedere il cadavere del padre.

I paramedici arrivarono a Graceland alle 14:33, nonostante il cadavere fosse ormai freddo provarono comunque anche loro a rianimarlo e continuarono a farlo durante in tragitto verso l'ospedale anche intubandolo e somministrandogli degli stimolanti. Nel frattempo arrivò anche Nichopoulos che salì sull'ambulanza e diede istruzioni di portare Elvis al Batpist Memorial Hospital e non al Methodist South Hospital che sebbene fosse più vicino non aveva mai avuto Elvis in cura e quindi i registri relativi al cantante si trovavano al Baptist Memorial dove inoltre Nichopoulos aveva numerose conoscenze. Ma una volta arrivato all'ospedale, alle ore 15 Elvis Presley fu dichiarato morto.

L'autopsia iniziò il giorno stesso del decesso e questa accertò che il fegato del cantante era gravemente danneggiato, il cuore ingrossato e l'intestino occluso da materiale fecale. Gli esiti degli esami furono consegnati alla famiglia solo due mesi dopo e rilevarono nel corpo di Elvis la presenza di ben 14 farmaci di cui dieci ampiamente oltre i limiti imposti dall'uso terapeutico. L'ipotesi sostenuta dai patologi fu quindi che l'abuso di farmaci causò il decesso di Elvis Presley. Tuttavia il medico legale della contea di Shelby, il dottor Jerry Francisco, sostenne da subito che si trattò invece di un problema al cuore. Tutt'ora a quasi quarantanni dalla morte di Presley il dibattito su quale fu la causa del decesso è ancora aperto tra chi sostiene che il motivo sia l'abuso di farmaci e chi sostiene un evento di tipo cardiaco causato dallo sforzo della defecazione. Di questa seconda opinione è anche il dottor Shepperd della trasmissione televisiva Autopsy trasmessa da Channel 5 che nella puntata dedicata alla morte di Elvis fa notare che prima di morire il cantante di alzò dalla toilette e fece alcuni passi allontanandosi di un metro dalla toilette stessa e facendo cadere con la mano alcuni flaconi vicino al lavello. Di norma chi muore per abuso di farmaci perde coscienza e si addormenta, ma questo non sembra essere il caso di Elvis che al contrario si alzò e probabilmente aveva intenzione di chiedere aiuto.

Come tutte le morti premature di personaggi famosi anche il decesso di Elvis Presley ha dato vita a numerose teorie alternative tra le più fantasiose. Secondo alcuni Elvis sarebbe stato ucciso dal suo manager, il Colonnello Tom Parker, il quale sarebbe stato anche un agente dell'FBI incaricato di uccidere Elvis per evitare che questi rivelasse particolari scomodi che aveva scoperto sugli omicidi dei fratelli Kennedy. Ma si tratta di una delle tante ipotesi di complotto che si basa sul nulla; non vi è prova fattiva di nulla di tutto ciò.

Una teoria più nota vuole che Elvis abbia intenzionalmente abusato dei farmaci che aveva a disposizione per suicidarsi in quanto depresso. Ma se queste fossero state davvero le intenzioni del cantante avrebbe probabilmente cercato di ingerire tutte le dosi di medicine contemporaneamente (ad esempio accumulandole per l'ultima somministrazione se non poteva averle a disposizione prima senza destare sospetti da parte di Ginger o di Rick). Inoltre Ginger nelle interviste rilasciate dopo la morte di Elvis lo descrisse come euforico ed eccitato per la tournée che stava per intraprendere e questo non sembra proprio il quadro di una persona intenta a suicidarsi.

Ma la teoria alternativa più nota è senza dubbio quella secondo cui Elvis sarebbe vivo e si nasconderebbe da qualche parte del mondo, nessuno sa né dove né perché. Francamente questa teoria è più assurda di quella del suicidio e dovrebbe prevedere un gigantesco complotto di cui farebbero parte anche Nichopoulos, Francisco e tutti i medici che hanno avuto contatti con il cadavere di Elvis da Graceland fino all'autopsia. In rete e in alcuni libri si legge che Francisco avrebbe dichiarato che il cervello e il cuore di Elvis dopo l'autopsia sono rimasti al Baptist Memorial Hospital, nell'ambito di questa ricerca non abbiamo trovato la citazione originale e forse Francisco non ha mai proferito quella frase e quindi non possiamo prendere per assodato che Elvis sia stato sepolto senza questi organi vitali. Tuttavia anche senza questa smentita è oltre il ridicolo pensare che il cantante abbia finto la propria morte e non sia stato scoperto in quasi quattro decenni.

Le fonti che abbiamo utilizzato per questa ricerca sono i libri Careless Love: The Unmasking of Elvis Presley di Peter Guralnick, The Death of Elvis di Charles C. Thompson II e James P. Cole e The King and Dr. Nick: What Really Happened to Elvis and Me del dottor George Nichopoulos, i documentari Autopsy e Elvis Presley: The Last 24 Hours e numerose interviste rilasciate poco dopo l'accaduto da Ginger Alden facilmente reperibili su YouTube.