I TSA sono una delle formazioni di punta della scena metal polacca e più in generale del ricco panorama rock dell'Europa orientale. Il loro nome procede sulla tradizione polacca di usare acronimi di tre lettere come nomi delle band anche se il significato esteso, ammesso che ne esista uno, non è mai stato chiarito. Il loro primo ed eponimo album risale al 1983 e getta le basi di quello che sarà il suono distintivo del gruppo per tutta la sua carriera. La musica dei TSA si ispira ampiamente a diversi gruppi della NWOBHM come i Judas Priest o i Saxon ma attinge anche largamente dal rock anni '70 prendendo spunti da band come i Deep Purple o gli Uriah Heep. I TSA infatti spaziano nei loro suoni dal metal classico, allo speed metal, all'hard rock fino al blues rock.
Degli otto brani, sette sono veloci e potenti e ad essi si aggiunge una sola ballad intitolata Trzy zapałki dalle sonorità marcatamente blues che a nostro giudizio rappresenta il punto più basso del disco, ma tolto questo breve momento di noia i restanti pezzi si assestano su una qualità decisamente alta. Tra i brani spiccano il trascinante pezzo di apertura Wysokie Sfery e quello più palesemente speed metal intitolato Na co cie stać. Non è solo la musica della band a caratterizzare i brani ma anche il potente cantato del vocalist Marek Piekarczyk che si lancia spesso in acuti e urli imitando le leggende del metal come Rob Halford e dimostrando di esserne ampiamente capace.
Il risultato è un album di ottima musica, molto energica e divertente che dimostra che i gruppi dell'est Europa possono competere a testa alta con quelli angloamericani più noti e celebrati. A un solo anno di distanza dalla pubblicazione l'album è stato ristampato con gli otto brani cantati in inglese e con il titolo Spunk!, francamente abbandonando la lingua madre la musica dei TSA perde un po' della sua originalità e quindi preferiamo la versione in polacco.
Il primo album non rappresenta un'eccezione nella discografia dei TSA che realizzarono ottimi album per tutta la loro carriera e anche il secondo, intitolato Heavy Metal World, fu poi tradotto in inglese ma senza cambiarne il titolo. Purtroppo i TSA hanno registrato in totale solo 5 album in studio di cui l'ultimo risale al 2004, dopo oltre dieci anni dal precedente; da allora la band ha concentrato la sua attività sulle esibizioni dal vivo senza quindi produrre materiale nuovo ma mantenendo così viva la propria ottima tradizione musicale.
Degli otto brani, sette sono veloci e potenti e ad essi si aggiunge una sola ballad intitolata Trzy zapałki dalle sonorità marcatamente blues che a nostro giudizio rappresenta il punto più basso del disco, ma tolto questo breve momento di noia i restanti pezzi si assestano su una qualità decisamente alta. Tra i brani spiccano il trascinante pezzo di apertura Wysokie Sfery e quello più palesemente speed metal intitolato Na co cie stać. Non è solo la musica della band a caratterizzare i brani ma anche il potente cantato del vocalist Marek Piekarczyk che si lancia spesso in acuti e urli imitando le leggende del metal come Rob Halford e dimostrando di esserne ampiamente capace.
Il risultato è un album di ottima musica, molto energica e divertente che dimostra che i gruppi dell'est Europa possono competere a testa alta con quelli angloamericani più noti e celebrati. A un solo anno di distanza dalla pubblicazione l'album è stato ristampato con gli otto brani cantati in inglese e con il titolo Spunk!, francamente abbandonando la lingua madre la musica dei TSA perde un po' della sua originalità e quindi preferiamo la versione in polacco.
Il primo album non rappresenta un'eccezione nella discografia dei TSA che realizzarono ottimi album per tutta la loro carriera e anche il secondo, intitolato Heavy Metal World, fu poi tradotto in inglese ma senza cambiarne il titolo. Purtroppo i TSA hanno registrato in totale solo 5 album in studio di cui l'ultimo risale al 2004, dopo oltre dieci anni dal precedente; da allora la band ha concentrato la sua attività sulle esibizioni dal vivo senza quindi produrre materiale nuovo ma mantenendo così viva la propria ottima tradizione musicale.
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