venerdì 24 giugno 2016

I presunti misteri di Hotel California

Hotel California è senza dubbio il brano più noto e riconoscibile dei californiani Eagles, una delle band di punta della scena rock anni 70 dello stato americano che si affaccia sull'Oceano Pacifico. Il brano è cantato dal batterista Don Henley e il suo testo onirico narra di un viaggiatore nel deserto che si ferma all'Hotel California dove assiste a scene di edonismo sfrenato dalle quali, dopo un primo momento in cui ne rimane affascinato, vorrebbe scappare ma non trova la via d'uscita dal dedalo dei corridoi e resta imprigionato all'interno dell'albergo. Dal momento della sua pubblicazione nel dicembre del 1976 all'interno dell'album omonimo il brano ha suscitato la fantasia di molti che si interrogano su quale sia il vero significato del testo oltre l'allegoria. Le versioni più note che si possono facilmente trovare in rete vogliono che la canzone alluda all'occultismo, al satanismo, alla droga o addirittura al cannibalismo.

Don Henley oltre che essere la voce guida del pezzo ne è anche l'autore, insieme a Glenn Frey, e nel documentario History of the Eagles del 2013 spiega che a dispetto delle mille leggende nelle sue intenzioni l'unico significato era la descrizione di un viaggio dall'innocenza all'esperienza. A questa spiegazione molto intimistica Henley ne aggiunge un'altra secondo cui l'Hotel California può essere una metafora del sogno americano su scala più ampia, dice infatti l'autore nello stesso documentario:

On just about every album we made, there was some kind of commentary on the music business, and on American culture in general. The hotel itself could be taken as a metaphor not only for the myth-making of Southern California, but for the myth-making that is the American Dream, because it is a fine line between the American Dream, and the American nightmare.

Secondo quanto riportato dal volume Encyclopedia of Great Popular Song Recordings, Volume 2 di Steve Sullivan lo stesso Henley ha ribadito il concetto dando una spiegazione ancora più completa:

Lyrically, the song deals with traditional or classical themes of conflict: darkness and light, good and evil, youth and age, the spiritual versus the secular. I guess you could say it's a song about loss of innocence.

In occasione di un'intervista rilasciata alla BBC anche Glenn Frey ha dato una spiegazione del significato della canzone; al contrario di quanto sostenuto da Henley, secondo Frey il testo di Hotel California è solo un esercizio di fantasia senza un significato preciso e che non è detto che per forza ne debba esistere uno.

Nessun riferimento oscuro, quindi; secondo nessuno dei due autori il testo della canzone avrebbe significati malevoli nascosti.

Ciò nonostante alcune parti del testo hanno stimolato più di altre la fantasia di chi vuole forzatamente trovare in questo classico del rock degli inviti sinistri. All'inizio della prima strofa si racconta infatti che il viaggiatore nel deserto protagonista del racconto sente warm smell of colitas e ovviamente da quattro decenni è aperto il dibattito su cosa siano queste colitas; secondo molti infatti si tratterebbe di un riferimento sessuale o alla marijuana. Ma di nuovo la spiegazione di Glenn Frey esclude questi rimandi improbabili al sesso o alla droga; come riportato dal sito SFGate secondo l'autore le colitas sarebbero solo estremità profumate di alcune piante del deserto.

Inoltre Hotel California è tra quelle canzoni che vengono spesso accusate di backmasking, ossia di contenere messaggi subliminali, ovviamente dai contenuti spaventosi, che possono essere percepiti solo riproducendo il brano al contrario. Nello specifico la leggenda vuole che il verso in the middle of the night just to hear them say se riprodotto al contrario dica Satan hears this he had me believe in him o secondo altri Satan organized his own religion. Ovviamente basta un minimo di buon senso per capire che si tratta solo di un caso di pareidolia acustica. Anzitutto è possibile riconoscere le presunte parole contenute nel verso riprodotto al contrario solo dopo che queste ci vengono suggerite (al primo ascolto senza suggerimento è impossibile dare alcun senso ai suoni che si sentono); inoltre il fatto che coloro che sostengono l'esistenza di questi messaggi non concordano su quanto il messaggio stesso dica è molto eloquente. In ultimo nessuno ha mai spiegato come sarebbe possibile registrare un verso prevedendo quale suono questo abbia quando riprodotto al contrario.

Anche la copertina dell'album è da anni oggetto di numerose leggende. Qualcuno sostiene che la foto frontale ritragga una delle sedi della Church of Satan fondata da Anton LaVey, ma questo è falso e facilmente verificabile: l'edificio nella foto è il Beverly Hills Hotel. Un'altra popolare leggenda metropolitana riguarda invece le foto all'interno della copertina del vinile scattate al Lido Hotel di Hollywood che ritraggono quella che sembra essere una festa in una sala dell'hotel: affacciato a una delle finestre ci sarebbe proprio Anton LaVey. Sarebbe anzitutto interessante che chi sostiene che quello alla finestra sia l'occultista americano spiegasse in base a cose ritiene che si tratti di LaVey perché il volto alla finestra è a malapena riconoscibile; ma a parte ciò in realtà come riferito da Joe Walsh in questa intervista per il sito In Music We Trust l'uomo alla finestra non è LaVey ma un dipendente della Asylum Records, la casa discografica che ha stampato il disco.


Qualcuno in rete insiste nel voler attribuire un contenuto satanista all'intero LP sostenendo anche che nell'album Hotel California vi sarebbe il brano Good Day in Hell. Ma basterebbe una minima ricerca per verificare che Good Day in Hell è sull'album On the Border del 1974 e che pur essendo anch'essa una canzone allegorica parla di fascino femminile e non certo di inferno.

Ma la più bella, o almeno la più creativa, leggenda metropolitana sugli Eagles vuole che nel 1982 il manager della band, tale Larry Salter, abbia riportato in un intervista al Waco Tribune-Herald che la band aveva ricorrenti rapporti con la Chiesa di Satana di LaVey; peccato che nello staff degli Eagles non ci sia mai stato nessun manager con quel nome e che l'articolo in questione del 1982 non esista neanche negli archivi del Waco Tribune-Herald nonostante alcuni contributori di Wikipedia si siano prodigati per trovarlo.

Tutte queste voci e leggende contribuiscono sicuramente a dare un'aura di mistero e ad aumentare l'interesse verso questo classico del rock; ma Hotel California resta una delle canzoni più belle di ogni epoca con o senza misteri al contorno e prima di accusare chicchessia di occultismo o satanismo sarebbe meglio informarsi un minimo onde evitare di macchiare la reputazione di un gruppo di grandi musicisti.

3 commenti:

Antonello Vanzelli ha detto...

Bell'articolo. Conoscevo alcune di queste leggende ma non avevo mai approfondito... Restano sempre molto intriganti.

Leonardo Salvaggio ha detto...

Grazie dell'apprezzamento. Concordo, sono storie affascinanti, proprio per questo ho deciso di studiarle un po' più a fondo.

Faber ha detto...

La diceria su Anton LaVey fu messa in giro da un predicatore americano