domenica 23 dicembre 2018

Bohemian Rhapsody: il biopic sulla vita di Freddie Mercury

E’ proiettato nelle sale cinematografiche italiane in questi giorni il film Bohemian Rhapsody, il biopic che racconta la vita e la carriera musicale di Freddie Mercury dal suo ingresso nel Queen nel 1970 fino al Live Aid di Wembley nel 1985.

Il film racconta diversi aspetti della vita del cantante, dalla sua eccentricità, alla sua creatività musicale, fino alla sua controversa sessualità e al suo rapporto con Mary Austin. Bohemian Rhapsody è sicuramente godibile dal punto di vista cinematografico e le oltre due ore passate al cinema volano via come se il film durasse il tempo di un videoclip. Tuttavia purtroppo il film soffre di un evidente limite: è impossibile raccontare quindici anni in due ore. E proprio per questo la narrazione è molto superficiale, quasi irritante, per almeno tre quarti del film. Non viene approfondito nessuno dei temi proposti; ad esempio l’ingresso di Freddie nei Queen viene raccontato in modo incredibilmente frettoloso, viene completamente ignorato il fatto che la prima incisione di Mercury con May e Taylor non è il primo album dei Queen ma il singolo pubblicato con lo pseudonimo di Larry Lurex, non si capisce quasi nulla della composizione della traccia che dà il titolo al film, viene appena accennato e poi abbandonato il fatto che i Queen abbiano realizzato con Hot Space un disco volto alla disco music.

Inoltre il film contiene una serie di errori davvero notevoli di cui Rolling Stone ha fatto una lista molto ricca. Tra questi spicca il fatto che i Queen non si sono mai sciolti e non è quindi vero che il Live Aid fu una reunion. Inoltre, il disco solista di Freddie Mercury non portò alcun nervosismo nella band, né un'interruzione dell’attività della stessa e Freddie non fu il primo dei quattro a realizzare un disco in autonomia perché Roger Taylor ne registrò due tra il 1981 e il 1984 e anche Brian May realizzò un album senza il resto della band nel 1983.

Un anacronismo è scappato anche all'attenta analisi di Rolling Stone. Durante una festa a casa di Freddie ambientata poco prima che il band scrivesse We Will Rock You, si sente Super Freak di Rick James. Ma We Will Rock You è uscita nel 1977 e Super Freak nel 1981.

La parte finale del film è dedicata alla malattia di Freddie ed è questo l’unico aspetto che viene approfondito. Ma anche in questo caso è quasi tutto inventato, infatti Freddie Mercury non era a conoscenza della propria malattia prima del Live Aid e un esame svolto nel 1985 diede risultato negativo. Inoltre non è vero che i Queen furono aggiunti per ultimi alla scaletta del Live Aid, perché il loro nome compare nel primo elenco letto alla stampa da Bob Geldof.

L’unico merito di questo film è quello di aver recuperato incisioni inedite della band, tra pezzi registrati all'inizio della carriera e mai pubblicati, versioni live o arrangiamenti diversi di pezzi famosi. Tra questi spicca sicuramente l'estratto (cinque pezzi su otto) del medley di 21 minuti che il quartetto eseguì proprio al Live Aid.

In conclusione, consigliamo la visione del film? Sicuramente no, consigliamo piuttosto di ascoltarne la colonna sonora che è l'unica cosa che merita. Per il resto non resta che augurarsi che se un seguito del film verrà mai realizzato, come già ipotizzato da Brian May allo scopo di raccontare la vita del cantante dal 1985 al 1991, sia più fedele alla realtà e più rispettoso della vera vita di Freddie Mercury.

4 commenti:

airone76 ha detto...

Leo, ovviamente hai ragione da vendere, ma dovresti partire nella tua recensione dal fatto che il film non è fatto per chi la storia la conosce, per i fan, ma per chi nemmeno sa chi fosse Freddie, per chi è nato dopo la sua morte e conosce le loro canzoni solo grazie alle cover. Devo dire che comunque a me il film ha emozionato nonostante gli errori marchiani (e che potevano essere ridotti con poco lavoro di riscrittura) e lo dico da grande fan dei Queen.

Leonardo Salvaggio ha detto...

Certamente hai ragione. Però se anche io, che non sono un gran fan ma solo un fan normale, mi sono accorto che la storia è stata stravolta, mi chiedo che reazione abbiano i fan più accaniti.

Se il film serve a fare conoscere Freddie ai più giovani, ben venga; però questi stessi giovani cresceranno credendo a una storia completamente inventata. Peccato.

Unknown ha detto...

Ciao Leo,come ben sai,a me il film è piaciuto molto e sono fan dei Queen.
Il problema principale di questo film è il definirlo biopic,film biografico quando,come da te ben analizzato e sottolineato,poco lo è,sopratutto considerando il fatto che è stato supervisionato,e in buona parte sceneggiato,dai Queen stessi.
Avrei speso qualche parola in più sulla tecnologia utilizzata per riprodurre il più realisticamente possibile la voce di Freddie,davvero fantastica.
In ultimo,perché il film ha così emozionato il pubblico?
Semplice,le loro musiche indimenticabili.
Mezz'oretta in più e si poteva rimediare a molti bug.

Leonardo Salvaggio ha detto...

Ciao Unknown (in realtà so benissimo chi sei :-)),

premetto che sono contento del fatto che tu e il mio amico che ha commentato sopra non siate d'accordo con la mia recensione, perché vuol dire che il prodotto che è stato fatto per diffondere la musica dei Queen è più efficace di quanto sembri a me.

Verissimo che la tecnica usata per rendere la voce di Freddie è ottima, ma rispetto a questo mix di voci preferisco sentire l'originale. Quindi, ottima soluzione per un film, ma poco interessante ai fini dell'ascolto puro.

In generale il mio approccio è che se un film, che si presume tratti di una storia vera, stravolge la storia completamente si tratta di una pecca grave, perché insegna cose sbagliate a chi non ha tempo di approfondire il soggetto.

Ma questo è solo un parere personale, se tu o altri la pensate diversamente da me perché ritenete più importanti altri aspetti, va benissimo. Anzi, meglio così.