domenica 20 gennaio 2019

La Mercury racconta i Queen - Milano, 19/1/2019

Se La Mercury racconta i Queen si ferma per una serata a Milano, l'evento è di quelli imperdibili. Lo dice il titolo stesso, la serata vedrà i classici di un quartetto leggendario del passato reinterpretati da un gruppo di musicisti leggendari di oggi. E allora vale proprio la pena di addentrarsi nel cuore del capoluogo, tra il freddo e il traffico, e sfidare il dedalo di strade tra cui la ricerca di un parcheggio sembra dover durare through the eons and on and on.


Il piano interrato del The Boss, il locale che ospita l'evento, ha una grande sala per concerti che questa sera è sold out al punto che tanta gente è costretta a seguire il concerto in piedi o seduta sui tavoli in fondo alla sala. Il trio apre lo spettacolo intorno alle 22:30, con l'ideatrice Francesca Mercury (il cui cognome d'arte rende omaggio proprio al vocalist dei Queen) nel ruolo di narratrice e corista, accompagnata da Giacomo Voli, vocalist dei Rhapsody of Fire, alle voci principali, alla tastiera e alla chitarra acustica, e Nik Messori, ex chitarrista di Gianluca Grignani, alla chitarra elettrica e alle seconde voci.

A partire dalle prime note si è capito che lo spettacolo che stava per iniziare era qualcosa di straordinario e mai visto prima, con Francesca che racconta piccoli stralci della vita dei Queen e curiosi aneddoti su Freddie Mercury e la sua band, e la narrazione di queste pillole di storia è alternata alle canzoni della band interpretate in quest'occasione in acustico. Può sembrare impossibile replicare in acustico gli arrangiamenti dei Queen così ricchi di orchestrazioni e sonorità teatrali, eppure questo terzetto ci riesce alla grande, quasi con facilità, come una macchina rodata che si muove alla perfezione, con Giacomo Voli in una serata perfetta che regala la sua ennesima interpretazione stellare. Del resto Giacomo è tra i pochissimi cantanti al mondo degni di raccogliere l'eredità del compianto Freddie e lo dimostra in tutti i pezzi, dai più semplici (ammesso che ne esistano) fino ai più difficili come Somebody to Love o Who Wants to Live Forever.

Questo inedito trio spazia attingendo i brani dalle due decadi di attività dei Queen, dal primo album che prende il nome stesso della band fino a Innuendo del 1991. Il pubblico risponde con il calore che questa iniziativa merita, cantando tutti i pezzi insieme al vocalist, scandendo il ritmo con il battito delle mani e con lo schiocco delle dita nella chiusura di Under Pressure. Tra un pezzo e l'altro Francesca racconta la genesi delle canzoni e spiega molte curiosità sulla produzione musicale del gruppo, come il fatto che It's a Hard Life contenga snippet di vari pezzi d'opera o per quale motivo One Vision si chiuda con il verso fried chicken. Nella setlist non può mancare Bohemian Rhapsody, che il terzetto la esegue in un medley con Killer Queen e The March of The Black Queen, riproponendo l'esperimento inventato proprio dai Queen a partire dal live in Hyde Park del 1976. A riprova delle incredibili capacità vocali di Giacomo Voli, il trio esegue Bohemian Rhapsody includendo anche l'intro a cappella, che nemmeno Freddie cantava dal vivo.


Purtroppo, come dice anche Francesca la cui passione per il racconto è tangibile, è impossibile eseguire tutta la discografia dei Queen in una sera, o saremmo rimasti lì fino alla mattina dopo, e quindi il concerto deve volgere al termine dopo aver ascoltato i pezzi più famosi della lunga discografia della band. In chiusura Francesca, Giacomo e Nik eseguono We Will Rock You, con il pubblico che scandisce il ritmo battendo i piedi e le mani, seguita da We Are The Champions, quasi come fossero un pezzo unico, così come si trovano anche nell'album News of the World da cui sono tratte.

E mentre usciamo di nuovo tra le strade di Milano in mezzo al viavai del capoluogo lombardo viene da chiedersi se le persone che percorrono le vie del centro hanno idea dello spettacolo a cui noi abbiamo assistito al piano interrato del The Boss. Probabilmente no, ma noi che siamo appena usciti da lì sappiamo che la musica dei Queen non smette di stupire e di unire; se poi è interpretata da alcuni tra i migliori musicisti di questa epoca che aggiungono la propria creatività a quella di Freddie e dei suoi tre soci è ancora meglio.

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