martedì 9 marzo 2021

Michael Jackson e le presunte canzoni fasulle di Michael

Michael Jackson morì a cinquant'anni il 26 giugno del 2009 e l'anno seguente a dicembre uscì il primo album postumo di materiale completamente inedito. Il disco si intitola Michael ed è composto da dieci tracce che spaziano tra l'R&B, il soul, il rock e il pop, con qualche spruzzata di hip hop come già avvenuto in passato, ad esempio, in HIStory.

Tuttavia già da prima dell'uscita dell'album, si sollevarono aspre polemiche dalla stessa famiglia di Jackson secondo cui tre delle canzoni del disco, più altre nove al tempo non pubblicate e da allora emerse in rete, non sarebbero state cantante da Michael Jackson ma da un altro vocalist. I pezzi oggetto della discussione sono Breaking News, Keep Your Head Up, e Monster, pubblicati nel disco, più All I Need, All Right, Black Widow, Burn Tonight, Everything's Just Fine, Let Me Fall in Love, Ready 2 Win, Soldier Boy, Stay e Water pubblicati online in seguito. Le canzoni in questione, stando a quanto riportato sul booklet del CD, sono state scritte da Jackson insieme a Eddie Cascio e James Porte e sono state registrate nello studio casalingo di Cascio che ne è anche il produttore, per questo sono note come Cascio tracks. I primi a sollevare i dubbi furono la madre di Jackson, la sorella La Toya, i nipoti e il produttore will.i.am a cui poi si aggregò un nutrito gruppo di fan. Il fratello Randy Jackson aggiunse che alla famiglia non fu permesso di entrare nello studio durante la realizzazione del disco e che già dal primo ascolto capì che la voce non era di Michael.

Prima della pubblicazione di Breaking News la Sony pubblicò una dichiarazione in cui diceva che a seguito di approfondite indagini era sicura che la voce in tutti i pezzi dell'album era quella di Michael Jackson. Pochi giorno dopo anche l'avvocato della Michael Jackson Estate, Howard Weitzman, pubblicò una lettera in cui comunicava di aver sottoposto le registrazioni a un altro musicologo forense, diverso da quello interpellato dalla Sony, che giunse alla medesima conclusione.

Il 6 dicembre del 2010 Eddie Cascio fu ospitato da Oprah Winfrey nella celebre trasmissione Oprah per un'intervista nella quale confermò che la voce in tutte le tracce del disco era quella di Michael Jackson e mostrò anche delle foto dello studio dove erano state fatte le registrazioni. Alcune settimane dopo il produttore Teddy Riley tentò di spiegare l'apparente mistero, ammettendo che siccome l'album era postumo Jackson non aveva potuto registrare la propria voce sulla versione finale della base, pertanto i produttori avevano dovuto utilizzare un software di editing vocale chiamato Melodyne per aggiustare l'intonazione, questo potrebbe aver distorto la voce di Jackson fino a renderla irriconoscibile.

Alcuni fans avanzarono invece un'ipotesi diversa, cioè che il vocalist che aveva registrato le tracce fosse in realtà il praticamente sconosciuto cantante R&B Jason Malachi che al tempo aveva inciso un solo album e la cui voce effettivamente assomiglia a quella di Michael Jackson. A gennaio del 2011 Malachi ammise sul proprio profilo di Facebook di essere stato lui a registrare la parte vocale dei pezzi incriminati di Michael, tuttavia lo stesso giorno il cantante scrisse su MySpace che gli era stata rubata la password di Facebook e che non era stato lui a scrivere quel post prendendo le distanze dallo stesso. Il manager di Malachi aggiunse che il suo cliente non aveva avuto alcun ruolo nella registrazione di Michael.

Nel 2014 l'avvocato di Los Angeles Vera Serova avviò una class action contro la Sony sostenendo di essere stata truffata, perché aveva comprato il CD di Michael pensando che fosse cantato da Jackson ma alcune delle tracce erano in realtà cantante da altri. L'accusatrice basò la propria azione legale sulla perizia del celebre audiologo forense George Papcun che confrontò il canto di Jackon nelle Cascio tracks con quello dei dischi precedenti e giunse alla conclusione che con estrema probabilità i pezzi oggetto di indagine erano stati incisi da un altro vocalist. Lo studio di Papcun superò anche il peer review di un collega. Gli accusati invocarono il Primo Emendamento per sostenere che la Sony avrebbe avuto il diritto di attribuire a Jackson i pezzi del disco indipendentemente da chi li avesse veramente cantati. Il giudice respinse la mozione e nel 2018 si diffuse in rete la notizia secondo cui la Sony aveva ammesso che le Cascio tracks fossero state cantate da qualcun altro; tuttavia il giorno dopo l'avvocato della casa discografica, Zia Modabber, smentì la diceria.

Il procuratore generale della California ha recentemente portato il caso alla Corte Suprema della California. Il caso quindi non è chiuso. Seguiranno quindi sicuramente degli sviluppi, anche se possiamo immaginare che qualunque sia la decisione del tribunale ci sarà sempre chi crederà alla versione opposta. Purtroppo questa brutta storia di presunte frodi ai danni di Michael Jackson e dei suoi fans è ben lontana dall'essere chiusa.

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