Hanno Ucciso l'Uomo Ragno e Nord Sud Ovest Est pubblicati back-to-back nel 1992 e nel 1993 furono detonanti nel portare una ventata di qualcosa che in Italia non si era mai visto e che nessuno faceva come gli 883. Non furono certo i soli innovatori di quel periodo, basti pensare che Jovanotti era uscito con l'album di esordio ben quattro anni prima del duo composto da Max Pezzali e Mauro Repetto e che gli Articolo 31 di J-Ax e DJ Jad pubblicarono il primo album Strade di Città nel 1993 più o meno in contemporanea a Nord Sud Ovest Est. Ma gli 883, con il logo tondo che chissà perché nessuno riporta negli articoli di questi giorni in favore del successivo ovale, parlavano una lingua diversa, che si rivolgeva direttamente ai teenager usando il loro gergo e raccontando storie in cui chiunque poteva identificarsi, come le cotte giovanili, gli esami a settembre, estate fottuta incubo di tutti i liceali o la mamma che s'inkazza se non si rispettano le regole inveterate di casa.
Il CD single di Hanno Ucciso l'Uomo Ragno con il primo logo |
Per avere un altro album in studio si dovrà attendere il 1997 con La Dura Legge del Gol!, l'anno prima Pezzali ancora con il nome 883 aveva pubblicato un solo singolo per le radio intitolato Dimmi Perché e pubblicato nella raccolta Cecchetto Compilation che raccoglieva brani nuovi o remix di artisti della scuderia di Claudio Cecchetto come Nikki e i B-Nario. Prima dell'album uscì il singolo Un Giorno Così che sembrava assestarsi sulla qualità de Il Grande Incubo, ma purtroppo il disco semplicemente rovinava tutto. L'atteggiamento dei primi due album da Beastie Boys all'italiana (senza arrivare a testi così espliciti, un po' come aveva fatto Jovanotti ispirandosi ai primi rapper d'oltreoceano ma con testi molto più blandi e leggeri) se n'era andata per sempre e Pezzali si era semplicemente messo sulla scia mainstream dei cantautori italiani con testi di maniera e poco coinvolgenti.
Non è un caso che la setlist del concerto di San Siro contenga per intero i primi due album e pezzi sparsi dai seguenti, perché l'essenza iconica di Pezzali è in realtà relegata ai primi due album, quelli con Mauro Repetto che forse non era un comprimario ma metà dell'anima del gruppo che senza di lui rimase monco. Da lì in poi la vena creativa del solo Pezzali è andata appiattendosi e l'atteggiamento ribelle degli inizi si è perso per strada.
Max Pezzali è stato quindi sicuramente un ottimo cantore di un'epoca: ma quest'epoca non è durata un decennio come i giornali scrivono in questi giorni. Il periodo d'oro cantato da Pezzali è molto più corto, è durato solo poco più di solo due anni.
2 commenti:
..dimentichi "mezzo pieno mezzo vuoto" ultima hit ( si fa per dire..) vagamente ascoltabile, inserita in un album del 2008, pieno di pezzi "vecchi" ( anni '90 ) ma in "live"..poi per il resto concordo con la tua analisi. mi viene però da aggiungere che la nostra generazione ha ascoltato il Max migliore, quello scanzonato, come dici tu, dei primi anni '90. e lì, quando sei adolescente, e una musica accompagna i tuoi momenti più
salienti..beh, credo che ti rimanga dentro per sempre, indipendentemente dalla bontà della musica stessa. e a me, devo dire, non dispiace che sia stato Max ad accompagnarmi, pur con tutti i suoi limiti ( e i suoi pregi )
Sì, Marco, sono d'accordo che sia stato un grande. Ma non mi dicano che ha rappresentato un decennio, perché dopo tre anni dall'esordio musicalmente era già in discesa.
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