Il blues è una delle forme musicali più influenti dell'ultimo secolo perché fu proprio dalle incisioni della leggendaria Chess Records di Chicago che presero le mosse il soul, il rock & roll, l'hard rock, l'heavy metal e ogni altro aspetto della musica moderna. Ciò che spesso si ignora è come il termine blues sia entrato nel lessico mondiale per descrivere questo genere musicale nato nel sud degli Stati Uniti.
Come riportato dall'articolo Why Is the Blues Called the ‘Blues’? di Debra Devi, il termine blues che oggi tutti utilizziamo deriva dalla contrazione di blue devils che nell'inglese classico indicava uno stato emotivo di tristezza e malinconia. Un primo uso di questo termine si trova nel titolo dell'opera teatrale Blue Devils del drammaturgo londinese George Colman del 1798. Ma lo stesso termine già nel 1600 indicava lo stato di allucinazione seguito all'abuso di alcol e nel diciannovesimo secondo negli Stati Uniti vennero varate le Blue Laws per proibire il consumo di bevande alcoliche nei giorni festivi.
Il primo uso documentato del termine blues in campo musicale risale alla composizione del 1908 I Got the Blues del musicista italiano Antonio Maggio che, come riportato dalla newsletter dell'Hogan Jazz Archve, nacque a Cefalù nel 1876 e si trasferì a New Orleans nel 1892. Tuttavia come si può facilmente verificare ascoltandolo, il brano non afferisce al blues come lo intendiamo oggi ma è piuttosto un ragtime.
I volumi The History Of The Blues: The Roots, The Music, The People di Francis Davis e The Country Blues di Samuel B. Charters riportano che quattro anni dopo, nel marzo del 1912, il compositore Hart Wand di Oklahoma City usò di nuovo il termine blues nel suo brano intitolato Dallas Blues, ma anche in questo caso si tratta di un ragtime e non di un blues. Nell'agosto dello stesso anno il musicista Arthur Seal pubblicò Baby Seals Blues, in cui di nuovo a dispetto del titolo non si trovano le sonorità tipiche del blues.
Nel settembre dello stesso anno il musicista afroamericano William Christopher Handy compose il brano intitolato Memphis Blues che come sonorità si avvicina sicuramente di più al blues che poi sarebbe entrato nella tradizione della musica nera americana. L'anno seguente Wand cercò di ripetere il successo di Dallas Blues con Jogo Blues (dove la parola Jogo significa uomo di colore, come spiegato dallo stesso Handy nella sua autobiografia intitolata Father of Blues pubblicata nel 1941) e nel 1914 lo stesso autore pubblicò il celeberrimo Saint Louis Blues che virò ancora più energicamente sui suoni neri di ciò che sarebbe diventato il blues. Ad oggi Saint Louis Blues è uno degli standard più noti del jazz e del blues e vanta decine di interpretazioni da parte di grandissimi cantanti di ogni era come Billie Holiday o Chuck Berry
Secondo quanto riportato dai libri Long Lost Blues: Popular Blues in America, 1850-1920 di Peter C. Muir ed Encyclopedia of the Blues di Edward Komara, Maggio sostenne che Handy prese spunto dal suo lavoro nel realizzare Saint Louis Blues; nonostante sia poco probabile che Handy si sia spostato fino a New Orleans è invece plausibile che possa aver sentito il brano di Maggio a Memphis. Questo non deve suggerire che Handy abbia copiato, quando piuttosto che abbia tratto ispirazione dall'opera di Maggio come naturalmente accade nella scrittura di musica di ogni tipo. Del resto l'autobiografia di Handy non menziona Maggio da nessuna parte e quindi lo spunto tratto da Handy dalla musica di Maggio, ammesso che esista, può essere considerato involontario.
Possiamo quindi considerare William Christopher Handy come il padre del blues, ma il fatto che si sia ispirato a un lavoro di un siciliano può renderci orgogliosi del fatto che fu un italiano a porre il primo mattone alle fondamenta della musica nata nell'ultimo secolo.
Come riportato dall'articolo Why Is the Blues Called the ‘Blues’? di Debra Devi, il termine blues che oggi tutti utilizziamo deriva dalla contrazione di blue devils che nell'inglese classico indicava uno stato emotivo di tristezza e malinconia. Un primo uso di questo termine si trova nel titolo dell'opera teatrale Blue Devils del drammaturgo londinese George Colman del 1798. Ma lo stesso termine già nel 1600 indicava lo stato di allucinazione seguito all'abuso di alcol e nel diciannovesimo secondo negli Stati Uniti vennero varate le Blue Laws per proibire il consumo di bevande alcoliche nei giorni festivi.
Il primo uso documentato del termine blues in campo musicale risale alla composizione del 1908 I Got the Blues del musicista italiano Antonio Maggio che, come riportato dalla newsletter dell'Hogan Jazz Archve, nacque a Cefalù nel 1876 e si trasferì a New Orleans nel 1892. Tuttavia come si può facilmente verificare ascoltandolo, il brano non afferisce al blues come lo intendiamo oggi ma è piuttosto un ragtime.
I volumi The History Of The Blues: The Roots, The Music, The People di Francis Davis e The Country Blues di Samuel B. Charters riportano che quattro anni dopo, nel marzo del 1912, il compositore Hart Wand di Oklahoma City usò di nuovo il termine blues nel suo brano intitolato Dallas Blues, ma anche in questo caso si tratta di un ragtime e non di un blues. Nell'agosto dello stesso anno il musicista Arthur Seal pubblicò Baby Seals Blues, in cui di nuovo a dispetto del titolo non si trovano le sonorità tipiche del blues.
Nel settembre dello stesso anno il musicista afroamericano William Christopher Handy compose il brano intitolato Memphis Blues che come sonorità si avvicina sicuramente di più al blues che poi sarebbe entrato nella tradizione della musica nera americana. L'anno seguente Wand cercò di ripetere il successo di Dallas Blues con Jogo Blues (dove la parola Jogo significa uomo di colore, come spiegato dallo stesso Handy nella sua autobiografia intitolata Father of Blues pubblicata nel 1941) e nel 1914 lo stesso autore pubblicò il celeberrimo Saint Louis Blues che virò ancora più energicamente sui suoni neri di ciò che sarebbe diventato il blues. Ad oggi Saint Louis Blues è uno degli standard più noti del jazz e del blues e vanta decine di interpretazioni da parte di grandissimi cantanti di ogni era come Billie Holiday o Chuck Berry
Secondo quanto riportato dai libri Long Lost Blues: Popular Blues in America, 1850-1920 di Peter C. Muir ed Encyclopedia of the Blues di Edward Komara, Maggio sostenne che Handy prese spunto dal suo lavoro nel realizzare Saint Louis Blues; nonostante sia poco probabile che Handy si sia spostato fino a New Orleans è invece plausibile che possa aver sentito il brano di Maggio a Memphis. Questo non deve suggerire che Handy abbia copiato, quando piuttosto che abbia tratto ispirazione dall'opera di Maggio come naturalmente accade nella scrittura di musica di ogni tipo. Del resto l'autobiografia di Handy non menziona Maggio da nessuna parte e quindi lo spunto tratto da Handy dalla musica di Maggio, ammesso che esista, può essere considerato involontario.
Possiamo quindi considerare William Christopher Handy come il padre del blues, ma il fatto che si sia ispirato a un lavoro di un siciliano può renderci orgogliosi del fatto che fu un italiano a porre il primo mattone alle fondamenta della musica nata nell'ultimo secolo.