Sono passati oltre quattro anni dall'uscita dell'ultimo album di inediti intitolato Wrecking Ball e quasi tre dalla deludente raccolta di B-side e brani scartati intitolata High Hopes, e ora finalmente troviamo tra le uscite discografiche il nuovo album del Boss pubblicato in contemporanea con la sua autobiografia intitolata Born to Run.
Il disco si intitola Chapter and Verse ed è composto da 18 brani di cui 5 inediti e 13 già pubblicati su album o raccolte. I cinque inediti sono tratti dal passato remoto della carriera di Springsteen e spaziano dal 1966 al 1972. I primi due sono addirittura tratti dalle registrazioni dei Castiles (il primo gruppo di Springsteen) e risalgono rispettivamente al 66 e al 67. Il primo pezzo è intitolato Baby I ed è un rock and roll ruspante e grezzo in cui Springsteen, che mostra di non avere ancora la voce levigata che lo ha reso celebre, esprime tutta la sua gioia in modo molto spontaneo e un po' disordinato. Segue una cover di You Can't Judge a Book by the Cover di Bo Diddley (scritta da Willy Dixon) che i Castiles eseguono in modo piuttosto fedele all'originale ma aggiungendo un po' di allegria e, di nuovo, di rock and roll.
Il terzo pezzo si intitola He’s Guilty (The Judge Song) e risale al 1970, quando Bruce cantava in una band chiamata Steel Mill (da cui poi nacque la E-Street Band); il pezzo è ricco di riff di chitarra e molto energico e inizia a dare un assaggio di quella che sarà per decenni la musica distintiva del Boss, il suono è ancora un po' grezzo ma va raffinandosi con forza. Con la successiva The Ballad of Jesse James si cambia decisamente registro, come dice il titolo stesso si tratta di una ballad che vira fortemente verso il country, dal punto di vista canoro Springsteen inizia a far vedere le doti che nel giro di pochi anni saprà tirare fuori e il pezzo nel suo complesso è molto accattivante. L'ultimo inedito si intitola Henry Boy è composto solo di voce e chitarra e non suona del tutto nuovo perché la melodia è molto simile a quella che Bruce avrebbe poi usato per Rosalita.
Per il resto troviamo 13 brani che riassumono la carriera di Springsteen dal 1972 al 2012 con pezzi storici come 4th of July Asbury Park (Sandy), Born tu Run, Born in the U.S.A. e The Rising. E' ovvio che l'attenzione si debba concentrare sui cinque inediti, che sono gemme di grande valore. Magari qualitativamente sono più grezze di quanto ci si aspetterebbe da Springsteen, ma ci rivelano una versione del Boss fino ad oggi ignota, più ruspante, genuina e inesperta di quella che conosciamo bene.
Viene chiedersi quante altre perle di questo valore abbia Bruce nei propri archivi e il piacere di poterne ascoltare almeno cinque fa perdonare il fatto che forse ci aspettavamo un disco nuovo e che dopo quasi cinque anni sarebbe anche lecito chiederlo.
Il disco si intitola Chapter and Verse ed è composto da 18 brani di cui 5 inediti e 13 già pubblicati su album o raccolte. I cinque inediti sono tratti dal passato remoto della carriera di Springsteen e spaziano dal 1966 al 1972. I primi due sono addirittura tratti dalle registrazioni dei Castiles (il primo gruppo di Springsteen) e risalgono rispettivamente al 66 e al 67. Il primo pezzo è intitolato Baby I ed è un rock and roll ruspante e grezzo in cui Springsteen, che mostra di non avere ancora la voce levigata che lo ha reso celebre, esprime tutta la sua gioia in modo molto spontaneo e un po' disordinato. Segue una cover di You Can't Judge a Book by the Cover di Bo Diddley (scritta da Willy Dixon) che i Castiles eseguono in modo piuttosto fedele all'originale ma aggiungendo un po' di allegria e, di nuovo, di rock and roll.
Il terzo pezzo si intitola He’s Guilty (The Judge Song) e risale al 1970, quando Bruce cantava in una band chiamata Steel Mill (da cui poi nacque la E-Street Band); il pezzo è ricco di riff di chitarra e molto energico e inizia a dare un assaggio di quella che sarà per decenni la musica distintiva del Boss, il suono è ancora un po' grezzo ma va raffinandosi con forza. Con la successiva The Ballad of Jesse James si cambia decisamente registro, come dice il titolo stesso si tratta di una ballad che vira fortemente verso il country, dal punto di vista canoro Springsteen inizia a far vedere le doti che nel giro di pochi anni saprà tirare fuori e il pezzo nel suo complesso è molto accattivante. L'ultimo inedito si intitola Henry Boy è composto solo di voce e chitarra e non suona del tutto nuovo perché la melodia è molto simile a quella che Bruce avrebbe poi usato per Rosalita.
Per il resto troviamo 13 brani che riassumono la carriera di Springsteen dal 1972 al 2012 con pezzi storici come 4th of July Asbury Park (Sandy), Born tu Run, Born in the U.S.A. e The Rising. E' ovvio che l'attenzione si debba concentrare sui cinque inediti, che sono gemme di grande valore. Magari qualitativamente sono più grezze di quanto ci si aspetterebbe da Springsteen, ma ci rivelano una versione del Boss fino ad oggi ignota, più ruspante, genuina e inesperta di quella che conosciamo bene.
Viene chiedersi quante altre perle di questo valore abbia Bruce nei propri archivi e il piacere di poterne ascoltare almeno cinque fa perdonare il fatto che forse ci aspettavamo un disco nuovo e che dopo quasi cinque anni sarebbe anche lecito chiederlo.
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