Nota: questo articolo è stato scritto dal guest blogger Tino che ringraziamo per il suo prezioso aiuto.
Quando associamo la Svezia alla musica di solito ci vengono in mente gli ABBA, gli Europe, e qualche centinaio di band black metal; dal paese scandinavo però arrivano anche gli Hardcore Superstar, band heavy metal formatasi a Göteborg alla fine degli anni 90 e tutt'ora in attività.
10 album e oltre 20 singoli per una band estremamente energica ma capace di mettere d'accordo i punk-rockettari, i metallari borchiati e gli amanti del glam con i loro pezzi forti ma estremamente orecchiabili; viene da chiedersi come mai non vengano inseriti nella programmazione di qualche radio prettamente rock (Virgin Radio, ad esempio) nel nostro paese. Il gruppo iniziò la sua carriera nel 1998 firmando con l'etichetta inglese Music for Nations per il lancio del loro primo disco ma è solamente nel 2000 che l'uscita di Bad Sneakers and a Piña Colada lanciò gli svedesi sotto i riflettori del panorama internazionale e l'anno successivo iniziò un tour che attraversò Europa, Giappone e Canada; nello stesso anno aprirono i concerti di Motorhead e Ac/Dc nel nostro paese. Dopo altri due dischi la band uscì con l'album eponimo che ricevette giudizi positivi da tutto il mondo e consacrò gli Hardcore Superstar in campo internazionale. L'unico cambio di formazione nella storia della band fu nel 2008 quando il chitarrista Thomas Silver lasciò volontariamente il gruppo e venne rimpiazzato da Vic Zino dei connazionali Crazy Lixx. I lavori più recenti della band sono del 2013 con C'mon Take on Me, non particolarmente apprezzato dalla critica ma a me i due singoli One More Minute e Above The Law sono piaciuti parecchio e il lavoro più recente della band, HCSS del 2015, è un gran disco quasi ai livelli di Bad Sneakers.
Nessun giro di parole, la band capitanata dal tarantolato Jocke Berg ha spaccato, tirando fuori tantissima energia a volumi da galera facendo tremare il tendone del Summerfield Music Festival, in quel di Cassano Magnago. Dopo un'ottima apertura da parte dei romagnoli Speed Stroke, gli Hardcore Superstar hanno iniziato il concerto con una scaletta che ha toccato ben sei album. Il martellante Hello/Goodbye è il pezzo di apertura seguito dal lento Touch the Sky. Si prosegue poi con i pezzi tratti da The Party Ain't Over 'Til We Say So come My Good Reputation e Wild Boys intervallati da Dreamin' In A Casket (che da il nome all'album che lo contiene) e Silence For The Peacefully.
Pubblico scatenato per Last Call for Alcohol prima dell'apice di We Don't Celebrate Sundays. Moonshine e Dear Old Fame conducono verso l'ultimo pezzo Above The Law.
Concerto non lunghissimo, un ora e venti circa per circa 14 pezzi. Non se se fosse dovuto a limitazioni di orario o alla voce del cantante arrivata al limite, ma i miei timpani non ce la facevano davvero più, gli 80 chilometri che mi separavano da casa li ho percorsi con le orecchie che fischiavano, oggi sembra andare meglio.
Quando associamo la Svezia alla musica di solito ci vengono in mente gli ABBA, gli Europe, e qualche centinaio di band black metal; dal paese scandinavo però arrivano anche gli Hardcore Superstar, band heavy metal formatasi a Göteborg alla fine degli anni 90 e tutt'ora in attività.
10 album e oltre 20 singoli per una band estremamente energica ma capace di mettere d'accordo i punk-rockettari, i metallari borchiati e gli amanti del glam con i loro pezzi forti ma estremamente orecchiabili; viene da chiedersi come mai non vengano inseriti nella programmazione di qualche radio prettamente rock (Virgin Radio, ad esempio) nel nostro paese. Il gruppo iniziò la sua carriera nel 1998 firmando con l'etichetta inglese Music for Nations per il lancio del loro primo disco ma è solamente nel 2000 che l'uscita di Bad Sneakers and a Piña Colada lanciò gli svedesi sotto i riflettori del panorama internazionale e l'anno successivo iniziò un tour che attraversò Europa, Giappone e Canada; nello stesso anno aprirono i concerti di Motorhead e Ac/Dc nel nostro paese. Dopo altri due dischi la band uscì con l'album eponimo che ricevette giudizi positivi da tutto il mondo e consacrò gli Hardcore Superstar in campo internazionale. L'unico cambio di formazione nella storia della band fu nel 2008 quando il chitarrista Thomas Silver lasciò volontariamente il gruppo e venne rimpiazzato da Vic Zino dei connazionali Crazy Lixx. I lavori più recenti della band sono del 2013 con C'mon Take on Me, non particolarmente apprezzato dalla critica ma a me i due singoli One More Minute e Above The Law sono piaciuti parecchio e il lavoro più recente della band, HCSS del 2015, è un gran disco quasi ai livelli di Bad Sneakers.
Nessun giro di parole, la band capitanata dal tarantolato Jocke Berg ha spaccato, tirando fuori tantissima energia a volumi da galera facendo tremare il tendone del Summerfield Music Festival, in quel di Cassano Magnago. Dopo un'ottima apertura da parte dei romagnoli Speed Stroke, gli Hardcore Superstar hanno iniziato il concerto con una scaletta che ha toccato ben sei album. Il martellante Hello/Goodbye è il pezzo di apertura seguito dal lento Touch the Sky. Si prosegue poi con i pezzi tratti da The Party Ain't Over 'Til We Say So come My Good Reputation e Wild Boys intervallati da Dreamin' In A Casket (che da il nome all'album che lo contiene) e Silence For The Peacefully.
Pubblico scatenato per Last Call for Alcohol prima dell'apice di We Don't Celebrate Sundays. Moonshine e Dear Old Fame conducono verso l'ultimo pezzo Above The Law.
Concerto non lunghissimo, un ora e venti circa per circa 14 pezzi. Non se se fosse dovuto a limitazioni di orario o alla voce del cantante arrivata al limite, ma i miei timpani non ce la facevano davvero più, gli 80 chilometri che mi separavano da casa li ho percorsi con le orecchie che fischiavano, oggi sembra andare meglio.
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