Data fissata in calendario già da più di un mese, appena dopo aver letto tra gli eventi di Giacomo Voli che il 18 maggio si sarebbe fermato a Cremona. Non sapevo dove fosse il Nelson Pub, per me è un po' fuori dal giro, ma imposto il navigatore e si parte tra il freddo e la pioggia di questo strano mese di presunta primavera.
Il locale è piccolo è raccolto, con un bellissimo soffitto a volta con mattoni a vista che trasuda il rock and roll delle cantine americane tanto che viene voglia di voltarsi per vedere se appoggiati al bancone a bere una birra non ci siano anche Jim Morrison e Ray Manzarek.
Prima che inizi il live Giacomo gira tra il pubblico che si fa sempre più numeroso, come se non fosse il vocalist della band metal più blasonata del nostro paese ma un amico che ha organizzato una festa e invitato un po' di altri amici. Il live inizia verso le 22:30; si parte con Don't Stop Me Now dei Queen, si procede con Hold the Line dei Toto e Eye of the Tiger dei Survivor che lascia un po' sorpresi, non essendo uno di quei pezzi che di norma si ascoltano agli acustici, ma il Re Mida della musica che abbiamo davanti riesce alla grande ad trasformare in questo stile uno dei brani di AOR più iconici di sempre. Tra un pezzo e l'altro Giacomo condisce la musica con qualche racconto personale, spiegando perché è legato ai pezzi che esegue e proprio per Eye of the Tiger narra come il giro di chitarra così aggressivo lo abbia colpito fin da bambino.
Il nostro vocalist alterna tastiera e chitarra mentre esegue pezzi presi dal repertorio rock di ogni genere dagli anni 60 ad oggi, passando con disinvoltura dai Beatles agli U2 e dai Deep Purple a Gethsemane di Jesus Christ Superstar per la quale racconta di essere più legato alla versione di Ian Gillian che a quella più celebre di Ted Neeley
Vorrei un caffè e mi volto per vedere se riesco a chiamare il cameriere, ma il pubblico dietro di me è molto più nutrito di quanto avessi capito e forma una barriera umana. Ottimo! Questo grande talento che si sta esibendo merita un pubblico numeroso, e pazienza se il caffè dovrà aspettare. Anzi, il locale è talmente gremito che un ragazzo mi chiede se si può sedere in un posto vuoto al mio tavolo e ça va sans dire che la risposta sia positiva, perché il rock unisce, aggrega e un gesto di amicizia non si nega a nessuno.
Intanto sul palco Giacomo non sbaglia un colpo, l'esecuzione è perfetta sia musicalmente che vocalmente e ogni pezzo è condito con un po' di gusto personale del nostro Voli che adatta i brani all'acustico con grande maestria. Gli assoli vengono spesso sostituiti da vocalizzi, ed essendo Giacomo uno dei migliori vocalist del pianeta il risultato è sorprendente quanto interessante e viene da chiedersi se forse i pezzi non siano più belli così di come erano in origine.
Tra i pezzi in scaletta ne troviamo anche I Don't Want To Miss a Thing e Dream On degli Aerosmith e Black Hole Sun dei Soundgarden e Giacomo non può trattenere un ringraziamento a Steven Tyler e Chris Cornell per il loro contributo alla storia della musica e per le loro composizioni.
Circa mezzora dopo la mezzanotte il mixerista fa segno che c'è tempo solo per altri due pezzi. Peccato, dobbiamo rinunciare a Rock And Roll, il brano di Giacomo Voli di cui anche i Led Zeppelin hanno fatto una cover (...okay, forse non è proprio così, ma fa niente... o forse non era così fino a qualche anno fa e adesso sì).
Finito il concerto il pubblico ancora gremito non accenna ad allontanarsi ed attornia Giacomo per scambiare due parole o magari sentire qualche aneddoto da questo ragazzo che nonostante la giovane età ha esperienza da vendere.
Risaliamo in macchina, maltempo e freddo non se ne sono andati, ma ripartiamo con la consapevolezza che valeva la pena sfidare ogni goccia di pioggia per assistere al concerto di un grande artista, in una bellissima location e con un pubblico caldissimo che in questa serata non poteva mancare.
Il locale è piccolo è raccolto, con un bellissimo soffitto a volta con mattoni a vista che trasuda il rock and roll delle cantine americane tanto che viene voglia di voltarsi per vedere se appoggiati al bancone a bere una birra non ci siano anche Jim Morrison e Ray Manzarek.
Prima che inizi il live Giacomo gira tra il pubblico che si fa sempre più numeroso, come se non fosse il vocalist della band metal più blasonata del nostro paese ma un amico che ha organizzato una festa e invitato un po' di altri amici. Il live inizia verso le 22:30; si parte con Don't Stop Me Now dei Queen, si procede con Hold the Line dei Toto e Eye of the Tiger dei Survivor che lascia un po' sorpresi, non essendo uno di quei pezzi che di norma si ascoltano agli acustici, ma il Re Mida della musica che abbiamo davanti riesce alla grande ad trasformare in questo stile uno dei brani di AOR più iconici di sempre. Tra un pezzo e l'altro Giacomo condisce la musica con qualche racconto personale, spiegando perché è legato ai pezzi che esegue e proprio per Eye of the Tiger narra come il giro di chitarra così aggressivo lo abbia colpito fin da bambino.
Il nostro vocalist alterna tastiera e chitarra mentre esegue pezzi presi dal repertorio rock di ogni genere dagli anni 60 ad oggi, passando con disinvoltura dai Beatles agli U2 e dai Deep Purple a Gethsemane di Jesus Christ Superstar per la quale racconta di essere più legato alla versione di Ian Gillian che a quella più celebre di Ted Neeley
Vorrei un caffè e mi volto per vedere se riesco a chiamare il cameriere, ma il pubblico dietro di me è molto più nutrito di quanto avessi capito e forma una barriera umana. Ottimo! Questo grande talento che si sta esibendo merita un pubblico numeroso, e pazienza se il caffè dovrà aspettare. Anzi, il locale è talmente gremito che un ragazzo mi chiede se si può sedere in un posto vuoto al mio tavolo e ça va sans dire che la risposta sia positiva, perché il rock unisce, aggrega e un gesto di amicizia non si nega a nessuno.
Intanto sul palco Giacomo non sbaglia un colpo, l'esecuzione è perfetta sia musicalmente che vocalmente e ogni pezzo è condito con un po' di gusto personale del nostro Voli che adatta i brani all'acustico con grande maestria. Gli assoli vengono spesso sostituiti da vocalizzi, ed essendo Giacomo uno dei migliori vocalist del pianeta il risultato è sorprendente quanto interessante e viene da chiedersi se forse i pezzi non siano più belli così di come erano in origine.
Tra i pezzi in scaletta ne troviamo anche I Don't Want To Miss a Thing e Dream On degli Aerosmith e Black Hole Sun dei Soundgarden e Giacomo non può trattenere un ringraziamento a Steven Tyler e Chris Cornell per il loro contributo alla storia della musica e per le loro composizioni.
Circa mezzora dopo la mezzanotte il mixerista fa segno che c'è tempo solo per altri due pezzi. Peccato, dobbiamo rinunciare a Rock And Roll, il brano di Giacomo Voli di cui anche i Led Zeppelin hanno fatto una cover (...okay, forse non è proprio così, ma fa niente... o forse non era così fino a qualche anno fa e adesso sì).
Finito il concerto il pubblico ancora gremito non accenna ad allontanarsi ed attornia Giacomo per scambiare due parole o magari sentire qualche aneddoto da questo ragazzo che nonostante la giovane età ha esperienza da vendere.
Risaliamo in macchina, maltempo e freddo non se ne sono andati, ma ripartiamo con la consapevolezza che valeva la pena sfidare ogni goccia di pioggia per assistere al concerto di un grande artista, in una bellissima location e con un pubblico caldissimo che in questa serata non poteva mancare.
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